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Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 11 - A.C. 1746-bis)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 11.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galeazzi. Ne ha facoltà.

RENATO GALEAZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo volentieri sul tema in oggetto, che è quello fiscale. Direi che questa, che rischia di passare alla storia come la finanziaria delle tasse, potrebbe essere definita la finanziaria dei desideri. Abbiamo assistito in questi giorni ad una vera catarsi nazionale di richieste: non c'è ente, associazione, singola categoria che non abbia avanzato una richiesta. Dopo cinque anni di «finanza creativa» del Governo Berlusconi - che definirei piuttosto «distruttiva» - era probabilmente da prevedere l'esigenza di voltare pagina e di ottenere tutta una serie di agevolazioni e benefit. Le persone stavano sognando una specie di paradiso. Purtroppo la situazione è ben Pag. 3più complessa. Noi sappiamo come tutti questi desideri si scontrino con la realtà dei conti dello Stato, che è molto difficile e che questo Governo sta cercando di rimettere in ordine.
Tutti gli Stati moderni hanno due grossi problemi (ma direi che piuttosto che di modernità si tratta di civiltà): il problema della pubblica amministrazione e il problema fiscale. Noi, come paese, certamente non brilliamo. Non abbiamo un sistema fiscale semplice, non abbiamo un sistema fiscale efficiente, non abbiamo un sistema fiscale equo. Il raggiungimento del paradiso fiscale vero non si può ottenere subito, con una finanziaria. Evidentemente, sono necessari interventi governativi continui e successivi, in modo da avere un sistema fiscale che funzioni e che sia rispettoso della identità e - se volete - anche del diritto di riservatezza del cittadino.
Purtroppo siamo ancora in presenza di mille balzelli. E l'emendamento del collega Osvaldo Napoli - che può essere, per carità, anche legittimo - mi fa pensare ad un evento che ho vissuto direttamente. Negli Stati Uniti la denuncia dei redditi si presenta entro il 31 marzo: è una specie di rito nazionale. Io ho ricevuto il rimborso per tasse pagate in sovrappiù il 13 aprile, vale a dire che dopo 12 giorni il revenue service americano restituisce al cittadino eventuali tributi pagati in eccesso. Lo dico perché il nostro paese aveva negli anni Settanta, nei vari comuni, uffici tributi che funzionavano. Il controllo dei tributi a livello periferico - direi quasi territoriale - dava all'ente comunale un ruolo che garantiva più efficienza, più trasparenza e più equità. Poi, tutti gli uffici tributi furono chiusi perché, in quell'epoca di centralismo veramente pesante, i governi di allora non potevano permettere che le città amministrate dalla sinistra, modelli di buona amministrazione, avessero servizi tributari che funzionavano e che garantivano - come dicevo prima - efficienza ed equità. Gli enti locali in questo paese non hanno messo bocca - diciamo così - in materia di tributi per tanti anni, finché non siamo arrivati agli anni Novanta.
Oggi i comuni hanno ricostruito in buona parte la struttura che si occupa delle entrate di un ente locale. Credo che ciò sia positivo perché in questa maniera potremo veramente vincere la difficile battaglia contro l'evasione e l'elusione. Ritengo che l'articolo in discussione, che fissa norme su tutti i meccanismi relativi alla riscossione e al controllo dei tributi degli enti locali, sia importante perché rimette ordine nella materia.
Ma più che su questo, dobbiamo fare una riflessione su un altro aspetto. Le varie norme, e i nuovi decreti che seguiranno, devono portare ad una estrema semplificazione del sistema fiscale attuale. Sogniamo un sistema fiscale molto più semplice: forse una tax city, una tassa unica per la città, abolendo tutta una serie di imposte, fino all'ICI; un'altra imposta potrebbe essere quella regionale, che assomiglia un po' alla state tax americana ed è quindi una tassa dello stato federale.
Questo sistema molto semplice che garantisce sussidiarietà è figlio di un nuovo modo di pensare alla organizzazione dello Stato; sussidiarietà verticale, di cui tutti abbiamo parlato in questi dieci anni e che non è stata mai realizzata.
Voglio approfittare di questo intervento per dichiarare il mio disagio per il voto espresso nella serata di ieri riguardo al tema dei consigli comunali e delle tasse da imporre. Credo che la questione attinente all'autonomia dei comuni sia fondamentale; noi parliamo di federalismo e di sussidiarietà e poi si verifica che l'Assemblea - sempre sovrana - non faccia la scelta giusta, perché abbiamo messo mano in maniera estemporanea, dopo mezz'ora di dibattito un po' confuso, su una norma che riguarda l'autonomia e le regole che devono far vivere i nostri comuni e le nostre province. Un eccesso di zelo, quindi, da parte di questo Parlamento, che non esita ad intervenire - praticamente ad un mese dalla fine della discussione sul bilancio annuale - su un tema che meritava una riflessione più profonda ed una organizzazione più armonica, in linea con le altre esigenze che i comuni avvertono in questo periodo.Pag. 4
Possiamo anche allungare a 180 giorni i tempi, come suggerisce il collega Napoli, ma siamo ancora ben lontani dall'avere un sistema fiscale positivo, incentivante e non repressivo, che garantisca la massima efficienza. Sicuramente questo deve essere definito ai vari livelli istituzionali, a partire dai comuni, per operare quella rivoluzione fiscale di cui ha bisogno il paese, proprio per garantire una maggiore base imponibile e una diminuzione della pressione fiscale a tutti i livelli (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mungo. Ne ha facoltà.

DONATELLA MUNGO. Intervengo su questo emendamento riferito all'articolo 11, comma 7, del collega Napoli per osservare che la richiesta di estendere a 180 giorni i tempi del rimborso al contribuente, avanzata per venire incontro alle esigenze degli enti locali, non può trovare accoglimento perché si tratta di dare una certezza alla restituzione di somme non dovute e di garanzia del contribuente nei confronti di un tributo versato nella misura non dovuta. In proposito potremmo ragionare molto a lungo, in particolare sul rapporto tra il contribuente e gli enti di riscossione, in questo caso gli enti locali. Sarebbe una discussione molto più approfondita di quella che si può fare in occasione dell'esame dell'emendamento del collega Napoli, che pone una questione di salvaguardia e di tutela dei tempi che lo stesso ente locale può avere a disposizione per la valutazione della procedura.
Questo ragionamento del rapporto fra contribuente e ente che riscuote vale a tutti livelli, vale per l'ente locale, vale per lo Stato, è all'interno di una diversa modalità di rapporti che ci dovrebbe essere e di quel rispetto, che spesso i colleghi del centrodestra richiamano, dovuto allo statuto del contribuente. Un rispetto maggiore nella relazione vi potrà essere, però solo quando il sistema fiscale raggiungerà un livello di fiducia reciproca fra il contribuente, lo Stato e gli enti locali.
Attualmente sappiamo che, purtroppo, il ricorso ad alcune modalità non rispettose dello statuto sono tali perché il sistema va ampiamente riformato. Questa finanziaria si propone in parte di intervenire in maniera incisiva sull'evasione e sull'elusione fiscale. Occorrerà comunque tempo affinché la relazione possa diventare maggiormente serena e rispettosa dei diritti.
L'emendamento in esame non va tuttavia in questa direzione. Per tale ragione, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ritiene di non doverlo accogliere e voterà contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tolotti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TOLOTTI. Signor Presidente, ritengo che debba essere valutato positivamente l'impianto dell'articolo 11 che, di fatto, cerca di contemperare le esigenze di semplificazione e di manutenzione della base imponibile con la certezza dei diritti del contribuente. In particolare, l'emendamento 11.2 del collega Osvaldo Napoli, che può essere valutato con attenzione, chiede conto del fatto che novanta giorni possono essere, oggettivamente, un termine troppo ristretto per quanto riguarda il rimborso delle cifre indebitamente versate.
Si tratta di un emendamento che può essere oggetto di attenzione positiva, perché, fermo restando il diritto riconosciuto del contribuente di avere un termine certo per la restituzione di quanto indebitamente versato, si misura con una scansione temporale più congrua.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il federalismo fiscale non passa attraverso emendamenti di questo tipo. Ieri sera abbiamo assistito, durante la seduta, ad una votazione in cui si è deciso di dare a ciascun deputato Pag. 5libertà di esprimere il proprio parere rispetto ad una questione importante come l'autonomia dei comuni, l'autonomia fiscale. Anche nella votazione di ieri sera, ciò che è emerso non è stato qualcosa di veramente positivo per il comune. Abbiamo la possibilità di intervenire mettendo mano al Testo unico degli enti locali, il decreto legislativo n. 267 del 2000, e non attraverso interventi che possono risultare estemporanei, come quelli relativi ad una materia così delicata ed importante nella situazione attuale, come ritengo sia quella oggetto dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per denunciare come, ancora una volta (non so fino a quando dovremo assistere a questo rito degradante dell'attività parlamentare), vi sia una maggioranza che inizia i lavori della giornata facendo ostruzionismo a se stessa. È bene far sapere a chi ci ascolta che stiamo iniziando la seduta odierna alle 11, quando avremmo potuto votare ben prima, semplicemente perché la maggioranza fa ostruzionismo, non avendo un numero sufficiente di deputati presenti in aula a garantirle l'approvazione dei propri emendamenti, ed anche perché, nel frattempo, continuano le trattative per trovare unità.
Vi è questo fatto incredibile di una maggioranza che...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Buontempo, devo sospendere la seduta.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Mi scusi, onorevole Buontempo, ma l'onorevole Cioffi ha subito un infortunio ed è stata affidata alle cure dei nostri sanitari. Vorrei formulare, a nome di tutti i deputati, un augurio di pronta guarigione alla collega (Generali applausi).
Onorevole Buontempo, la ringrazio e la invito a riprendere il suo intervento. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Ci associamo, ovviamente, alla solidarietà espressa dalla Presidente della Camera alla nostra collega affinché possa guarire prontamente.
Signor Presidente, segnalo che, venendo alla Camera, sono passato davanti a palazzo Chigi. Mi sono meravigliato del fatto che moltissimi deputati del centrosinistra, anziché stare a Montecitorio, sostassero davanti alla sede del Governo, e mi sono domandato il motivo. Pensavo di aver espresso una valutazione non equilibrata, ma successivamente ho saputo che a palazzo Chigi il Governo sta predisponendo il maxiemendamento sul quale intende porre la questione di fiducia. Allora, come questuanti, umiliando la dignità dei deputati, molti colleghi del centrosinistra si trovano a palazzo Chigi per chiedere, a loro volta, di ottenere alcune concessioni.
Anzi, en passant, vorrei cogliere l'occasione per rivolgere ai colleghi deputati dell'Abruzzo - visto che è in atto uno scontro tra chi tira a favore del nord e chi spinge a favore del sud! - un appello: se ci siete, battete un colpo, almeno per la ferrovia Roma-Pescara, poiché occorrono tre ore e mezzo per percorrere 240 chilometri (Applausi di deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
Ricordo che ho presentato una proposta emendativa in tal senso; tuttavia, sono disposto a ritirarla se la sottoscriverete ed andrete anche voi, deputati abruzzesi, sotto palazzo Chigi per chiedere almeno un contributo per eliminare quella che, in un paese civile, è una vergogna! Infatti, per percorrere con un treno rapido 240 chilometri occorrono, come già detto, tre ore e mezzo!
Onorevole Presidente, desidero sollevare un altro problema. In questi giorni ho fatto registrare i programmi televisivi, compresi quelli trasmessi dalla televisione pubblica, relativi ai lavori della Camera dei deputati sul disegno di legge finanziaria. Ebbene, vorrei segnalare che si tratta Pag. 6di programmi che non intendo definire faziosi, ma che non riferiscono ciò che avviene in sede di Assemblea, poiché non parlano del dibattito in corso, dell'argomento trattato, dei problemi esistenti e delle proposte emendative presentate sia dalla maggioranza, sia dall'opposizione.
Affermo ciò per ricordare - mi rivolgo alla Presidente della Camera, ma solleverò tale questione anche in sede di Ufficio di Presidenza - che il personale della Camera dei deputati non è tutto al servizio del solo Presidente Fausto Bertinotti!
Presidente, noi dovremmo avere, se non vado errato, l'ufficio stampa della Camera dei deputati. Allora, dov'è tale ufficio stampa? Come mai esso non emette comunicati a difesa dell'istituzione parlamentare e, se occorresse, anche delle rettifiche? Perché esso non dirama comunicati con cui la Camera dei deputati, ogni giorno, informa ufficialmente la stampa degli argomenti su cui la stessa Camera è stata impegnata, nonché delle proposte emendative presentate? In altri termini, vorrei rilevare che non è possibile che alla Camera dei deputati - che dispone del bilancio che ha, e che tutti noi conosciamo! - non vi sia un ufficio stampa che tuteli la dignità ed i lavori della Camera stessa!
Comunque sia, signor Presidente, desidero concludere qui il mio intervento. Vediamo adesso che stanno rientrando da palazzo Chigi numerosi deputati e che si stanno contando: speriamo che abbiano finito di praticare l'ostruzionismo contro lo svolgimento dei lavori parlamentari (Applausi di deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, le ricordo che, indipendentemente dall'attività dell'ufficio stampa della Camera dei deputati, le sedute di questa Assemblea sono pubbliche.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intendo non solo intervenire sull'emendamento in esame, ma anche rispondere all'intervento testè pronunciato dall'onorevole Buontempo. Credo che esista un modo molto chiaro e facile per comprendere chi pratichi l'ostruzionismo e chi no. Mi sono preso la briga di leggere i resoconti di sole due giornate di lavori parlamentari, quelle di ieri e dell'altro ieri, ed ho effettuato un piccolo conteggio. Così ho scoperto che, nelle sette ore di reale dibattito che si è svolto in quest'aula, i deputati dell'opposizione hanno preso la parola l'altro ieri 188 volte e ieri 144 volte. Quindi, mi sembra che, chiunque abbia un modo ragionevole di pensare non possa non capire da questi dati che se qualcuno fa ostruzionismo è l'opposizione e non certo la maggioranza!

PRESIDENTE. Ricordo che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 469
Votanti 454
Astenuti 15
Maggioranza 228
Hanno votato
453
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Mura non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.4 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 7
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 453
Astenuti 14
Maggioranza 227
Hanno votato
204
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati Mura e D'Ippolito Vitale non sono riuscite a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 11.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 477
Votanti 461
Astenuti 16
Maggioranza 231
Hanno votato
461
Hanno votato
no 0).

Prendo atto che il deputato Mura non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 482
Votanti 467
Astenuti 15
Maggioranza 234
Hanno votato
220
Hanno votato
no 247).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 494
Votanti 462
Astenuti 32
Maggioranza 232
Hanno votato
205
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 495
Votanti 480
Astenuti 15
Maggioranza 241
Hanno votato
222
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 498
Votanti 481
Astenuti 17
Maggioranza 241
Hanno votato
222
Hanno votato
no 259). Pag. 8

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 497
Votanti 480
Astenuti 17
Maggioranza 241
Hanno votato
222
Hanno votato
no 258

Passiamo alla votazione dell'emendamento Turco 11.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo dare una mano al Governo che sappiamo essere stato sollecitato dalla Commissione europea, a seguito della denuncia da parte di alcuni operatori del settore, a denunciare la violazione del trattato dell'Unione europea per illecito aiuto di Stato riferita all'esenzione ICI delle attività commerciali di enti che hanno diversa finalità nelle proprie attività. Si tratta essenzialmente - non abbiamo problemi a dirlo - di tutte quelle attività commerciali svolte in particolare dalla Chiesa cattolica.
Noi poniamo due problemi: quello di sollevare il Governo dal dover affrontare un procedimento davanti all'Unione europea e quello di buona amministrazione.
Vorremmo che il Governo precisasse chiaramente la propria posizione favorevole o contraria su tale esenzione; da quanto l'Esecutivo ha dichiarato in sede di Unione europea, ciò non traspare assolutamente: infatti, scrive il Governo che con il decreto Bersani si intende eliminare qualsiasi dubbio interpretativo in ordine alla violazione del trattato poiché tale decreto ripristina, nella sostanza, la situazione antecedente all'entrata in vigore della legge del 2005 che aveva introdotto l'esenzione. Noi sappiamo che così non è, tanto è vero che, già nei lavori preparatori di quel provvedimento, il relatore Ettore Peretti aveva dichiarato che erano applicabili le esenzioni indipendentemente dalla natura eventualmente commerciale delle attività stesse. Il Governo oggi dichiara che tale esenzione è possibile purché non vi siano attività esclusivamente commerciali. Con tutta evidenza, non si ripristinano le norme che erano state recate dal decreto legislativo del 30 dicembre 1992.
Chiediamo quindi al Governo di essere chiaro sul punto, vale a dire di precisare in Parlamento se sia favorevole o contrario all'esenzione ICI senza fare, per così dire, il gioco delle tre carte, senza utilizzare strumentalmente l'ambiguità del testo della legge e senza, infine, «raccontare» alla Commissione europea fatti che non corrispondono alla lettera della legge.
Vorrei ricordare, soprattutto al sottosegretario Grandi, che esiste già un precedente in tal senso. Sono occorsi due anni ma, dopo due anni, il regno spagnolo è stato costretto a cambiare la legge sull'IVA; ritengo sarebbe un'azione di buon senso e di buona amministrazione intervenire autonomamente senza farsi imporre leggi sulla buona amministrazione dall'Unione europea.
Siamo con tutta evidenza nel campo dell'illecito aiuto di Stato; noi vi chiediamo di pensare attentamente a ciò cui va incontro il Governo nel momento in cui intende affrontare un procedimento dinanzi all'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.

SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, prego i colleghi di prestare un po' di attenzione su tale punto; noi voteremo a favore di questo emendamento a firma del collega Turco per ragioni di equità ma anche di libertà. Infatti, la libertà di religione e di culto, nel nostro paese come Pag. 9in altri, la si difende meglio se è incondizionata, svincolata cioè dal peso degli averi, della roba, del commercio e dei privilegi. Voteremo a favore anche perché la libertà di concorrenza tra operatori commerciali non sia limitata dal fatto che alcuni operatori commerciali, solo perché sono legati, contigui ma distinti, a luoghi dove si svolgono funzioni di culto, godano del privilegio di non pagare l'ICI su immobili dove si intraprendano attività che sono in tutto e per tutto commerciali.
Alcune di tali attività sono per loro natura commerciali; si parla, infatti, di scuole, ospedali, cliniche private e addirittura di attività ricettive, alberghi, pensionati, ostelli. Noi siamo favorevoli a che si preveda l'esenzione dall'ICI per gli immobili destinati all'esercizio del culto, ma esclusivamente e limitatamente per tali immobili. Se approvassimo l'emendamento Turco 11.100, noi porteremmo alle casse dello Stato entrate per alcune centinaia di milioni di euro; avremmo più fondi da destinare ai settori della ricerca...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole...

SERGIO D'ELIA. Invito quindi tutti i colleghi ad esprimere un voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, vorrei chiarire ancora una volta che non stiamo assolutamente considerando l'ipotesi di applicare l'ICI alle attività di religione o di culto, quelle dirette all'esercizio del culto, alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi e all'educazione cristiana. Tutto ciò è giustamente esonerato dall'ICI. Ma in questo caso stiamo parlando di attività commerciali svolte da enti ecclesiastici. In proposito, vi è una sentenza della Corte della cassazione che recita: «Un ente ecclesiastico può svolgere liberamente, nel rispetto delle leggi dello Stato, anche un'attività di carattere commerciale, ma non per questo si modifica la natura dell'attività stessa». E soprattutto continua: «Le norme applicabili al suo svolgimento rimangono, anche agli effetti tributari, quelle previste per le attività commerciali, senza che rilevi che l'ente le svolga oppure no in via esclusiva o prevalente». Non vi è dubbio che la norma approvata lo scorso luglio è ambigua e lascia nell'incertezza totale. Essa mantiene quindi aperta la porta al regalo fatto a suo tempo dal Governo Berlusconi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BUE. Signor Presidente, con il mio intervento vorrei sottolineare la delicatezza ma anche il rilievo di questo emendamento che la Rosa nel Pugno propone a all'Assemblea. L'onorevole Turci ha spiegato bene che non è in discussione l'esenzione dall'ICI per istituti di culto religioso che operano in questa dimensione. È invece in discussione l'esenzione dall'ICI da parte di attività commerciali remunerative svolte da soggetti religiosi che dovrebbero essere sottoposte, a giudizio dei proponenti, alle stesse norme applicate ad altri soggetti.
A mio avviso la natura di questo emendamento, che riguarda il piano dell'equità e della laicità (che significa libertà), è accoglibile. Per quanto mi riguarda, e credo di interpretare anche l'opinione dell'onorevole Barani, voteremo a favore. Infatti, mentre non è esentata dall'ICI la prima casa delle famiglie e non si fa dell'esenzione dall'ICI una questione sociale, si realizza una discriminazione di carattere religioso. A mio avviso si tratta di una posizione inaccettabile. Comprendo le difficoltà esistenti in questa materia nel Governo per il pluralismo che al suo interno si manifesta ogni volta che si discute su questioni di laicità. Tuttavia, comprendo anche l'esigenza, posta dal gruppo della Rosa nel Pugno, di rivolgersi al Governo, affinché in quest'aula assuma su tale argomento una posizione chiara Pag. 10che non può più rinviare, a fronte della deliberazione sull'emendamento Turco 11.100 (Applausi di deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ho chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nardi. Ne ha facoltà.

MASSIMO NARDI. Signor Presidente, vorrei manifestare la mia ferma diversità di opinioni rispetto al collega del Partito Socialista. Come Democrazia Cristiana, ricordiamo che un'eventuale imposizione dell'ICI si applicherebbe a realtà che comprendono, ad esempio, i compiti della Caritas, dove di fatto la gente arriva senza disponibilità economica, o iniziative che le strutture religiose mettono a disposizione dei territori con difficoltà per attività specifiche a favore della cittadinanza quando esse risulterebbero altrimenti impossibili. Pertanto, non sembra condivisibile nella maniera più assoluta penalizzare strutture che nel loro insieme vivono di contributi volontari e spesso di elemosine elargite dai fedeli.
Credo che ancora una volta siamo di fronte ad una maggioranza al cui interno vive una realtà che ha un unico, grande obiettivo: attaccare tutto ciò che esiste di diverso dal punto di vista religioso. Noi siamo sostenitori della Chiesa, che dal nostro punto di vista è un elemento fondamentale di questa civiltà (Applausi di deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.

RICCARDO PEDRIZZI. Con questo emendamento verificheremo in quest'aula se quello attuale sia sempre più un Governo «Zapaprodi», ostaggio dei settori più laicisti e anticlericali dell'ammucchiata di sinistra-centro. Un Governo nel quale i cattolici del centrosinistra contano come il due di picche, in particolare sulle questioni eticamente sensibili. Non bastava la reintroduzione dell'ICI nel decreto Visco-Bersani sugli immobili della Chiesa utilizzati sempre e comunque per attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di istruzione ed educazione, ricettive, culturali, ricreative e sportive, anche laddove siano svolte in forma commerciale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,28)

RICCARDO PEDRIZZI. Non bastava, signor Presidente, la norma contenuta nell'articolo 5 del decreto-legge collegato alla legge finanziaria, che produrrebbe e produrrà un forte impatto sulle rendite catastali e quindi sul gettito ICI dei comuni, consentendo un incremento del moltiplicatore ai fini della stessa ICI e delle imposte di registro per unità immobiliari, quali collegi, convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, case di cura, ospedali, scuole, biblioteche, pinacoteche, musei, cappelle e oratori.
Con questo emendamento si vuole calare la scure fiscale pure sulla Chiesa e in particolare - incredibile, ma vero -, su tutti quegli immobili, quelle strutture e quelle attività nelle quali e con le quali la Chiesa adempie alla sua missione e contribuisce al bene comune della collettività, garantendo in questo modo un particolare servizio a favore dell'intera società nazionale e rispondendo ad esigenze sociali primarie alle quali lo Stato spesso - molto spesso -, non riesce a far fronte: si pensi solamente alla carenza di scuole materne statali.
Per fortuna, vi è quindi chi, esplicando tale attività, mette in pratica il principio della sussidiarietà e svolge un'altissima e preziosissima funzione sociale che ora, con questo emendamento, negando quanto fece il Governo di centrodestra, si vuole disconoscere totalmente. Per questo, invitiamo i colleghi, e in particolare i cattolici di centrodestra, a votare contro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.

Pag. 11

ANDREA RICCI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei ricordare che su questo tema il Parlamento è già intervenuto in occasione della discussione del decreto-legge n. 223 del 2006, il cosiddetto decreto Bersani-Visco. In quella occasione il Parlamento ripristinò la normativa precedente alla riforma introdotta nella scorsa legislatura, che esentava dal pagamento dell'ICI le attività commerciali a fini di lucro svolte degli istituti religiosi. Quindi, nella situazione attuale, abbiamo pienamente ripristinato la normativa precedentemente in vigore, eliminando un ingiustificato privilegio che il Governo precedente aveva introdotto su questo tipo di attività commerciali a fine di lucro che, pur se svolte da soggetti assistenziali o religiosi, non hanno alcun diritto di godere di tale privilegio.
Ricordo, altresì, che il comune, già oggi, può esentare dall'imposizione comunale sugli immobili altre strutture di carattere non religioso che svolgano attività commerciali non a scopo di lucro.
L'emendamento in oggetto riguarda l'applicazione dell'ICI alle attività svolte da soggetti istituzionali di carattere non commerciale non a fini di lucro. Dunque, si vuole far pagare l'ICI anche ai soggetti istituzionali che non svolgono attività commerciali in via principale e che non rivolgono la loro attività a fini di lucro.
Naturalmente ciò incide sugli istituti religiosi, ma non solo; incide anche su altre categorie laiche di soggetti, associazioni, organizzazioni non governative di origine ed orientamento laico e non attinenti agli istituti religiosi.
Mi sembra che quanto abbiamo realizzato attraverso il decreto-legge Bersani-Visco rappresenti un punto di equilibrio (ad oggi, credo sia quello effettivamente possibile), in attesa di una riflessione complessiva su tale materia, sulle esenzioni possibili dall'ICI. Riteniamo, dunque, che l'emendamento in esame non debba essere accolto.
Se si vuole arrivare a definire con maggiore chiarezza la delimitazione delle esenzioni dall'ICI per attività non rivolte a fini di lucro, ma di tipo assistenziale e caritatevole, questo merita di essere fatto attraverso un approfondimento normativo ben più specifico di quanto non sia consentito dall'approvazione di un emendamento come questo, i cui effetti oggi non siamo in grado di valutare pienamente (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. La facoltà

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, concordo con i pareri espressi dal relatore e dal rappresentante del Governo sull'emendamento Turco 11.100.
Qualche mese fa, quando è nata l'idea, non ancora tradotta in proposta emendativa, di aggravare di ulteriori oneri l'ICI per collegi, convitti, case di cura e oratori, mi sono permesso di segnalare su un quotidiano nazionale tutta la nostra contrarietà.
Ma l'emendamento in oggetto non è che la replica di diverse discussioni, anche utili, che abbiamo svolto, in questi anni, con i colleghi socialisti e della Rosa nel Pugno e con altri colleghi. Lo abbiamo fatto nella scorsa legislatura, quando tutto il Parlamento, tranne alcune limitate forze politiche, ha approvato ampiamente il riconoscimento dell'utilità sociale degli oratori (tutti insieme abbiamo notato che andavano bene i centri sociali, ma non andavano bene gli oratori), e vi sono stati atteggiamenti completamente diversi nei confronti di tale questione.
Ancora oggi ritengo che, grazie al riconoscimento del ruolo sociale svolto dalle organizzazioni e dagli enti legati non solo alla chiesa cattolica, non si possa prescindere da questa importante funzione che viene svolta.
Tassare il santino della basilica di Sant'Antonio, mettere i frati nelle condizioni di far pagare di più l'olio o le erbe medicamentose di San Francesco, non risolve i problemi di cassa. È solo il riconoscimento di quel principio a cui tendono i gruppi dei Socialisti italiani e di Rifondazione Comunista. Si tratta, cioè, di penalizzare Pag. 12e non riconoscere una funzione civile e sociale che, invece, viene svolta. Badate bene, il mio ragionamento non è rivolto alla tutela di una casta, come dimostrano gli splendidi editoriali scritti da alcuni esponenti laici del mondo giornalistico in questi anni sui quotidiani italiani. Se la Chiesa non svolgesse tale funzione sociale e civile lo Stato dovrebbe sopportare costi maggiori per i quali non basterebbe nemmeno questa finanziaria. Inoltre, non si riconoscerebbe il principio di ragionevole sussidiarietà che, invece, fa parte della struttura sociale e civile non solo delle nostre leggi, ma anche del nostro paese.
Per questo saluto con grande favore il fatto che il relatore ed il Governo abbiano riconosciuto, anche a fronte di dibattiti svoltisi in questa e nella passata legislatura, un ruolo implicito delle suddette funzioni attraverso il loro parere contrario sull'emendamento in esame. D'altra parte, non sono stupito da chi oggi, invece, sostiene il proprio favore nei confronti di questo emendamento. Si tratta di una battaglia, che io ritengo sbagliata, che ha visto già impegnato il nostro Parlamento molte altre volte: fortunatamente - come spero accada anche in occasione di questo voto - una grande maggioranza del Parlamento riconosce l'esatta funzione sociale e civile dell'opera svolta dalla Chiesa cattolica e respinge il tentativo, falsamente laico, di punizione nei confronti di questo ruolo, che nessun altro svolge e potrà svolgere in futuro (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anch'io auspico che il Governo e la maggioranza respingano l'emendamento Turco 11.100. Senza fare processi alle intenzioni nei confronti dei proponenti credo che tali colleghi non conoscano la realtà della Chiesa cattolica per come si esplica oggi non solamente all'interno della Chiesa stessa, ma in una miriade di iniziative sociali. Oppure, rincorrendo una mentalità giacobina che mi auguravo superata, vogliono circoscrivere l'attività della Chiesa medesima entro ambiti angusti compresi nei sacri recinti.
Basta osservare - e prego i colleghi di prestare attenzione - le miriadi di iniziative come le cosiddette case della carità che ospitano e curano gratuitamente anziani non autosufficienti, reietti dalla società o abbandonati dalla medesima, ai quali lo Stato non può provvedere in toto: si tratta di persone infelici, e sono tante. Basta pensare alle mense per i poveri, per gli immigrati, per tutte le persone prive di sostentamento; basta pensare all'attività educativa vera e propria che, come è stato detto, supplisce ad una carenza dello Stato.
Potrei aggiungere anche che tale opera di sussidiarietà dovrebbe essere riconosciuta non soltanto con un'esenzione, ma addirittura con contributi ulteriori, come avviene in altri paesi d'Europa in materia di educazione e di libertà educativa. L'emendamento in esame dimostra di prescindere totalmente dalla realtà.
Non si può in questa sede circoscrivere o definire l'attività della Chiesa soltanto sotto l'aspetto liturgico. Vi è l'attività quotidiana inserita nell'aspetto religioso: mi riferisco alle finalità sociali che fanno parte, come intima essenza, di tale realtà ecclesiale che molti di noi vivono. Questo emendamento non determina il venir meno di privilegi, ma opprime una realtà e comprime esigenze di libertà che rispondono a finalità utili proprio a quelle classi sociali che alcuni dei promotori vogliono difendere.
Allora, non c'è questione di privilegio, né di attività commerciali. Semplicemente bisogna conoscere e vivere queste attività e credo che l'emendamento non sarebbe stato formulato se qualcuno dei proponenti avesse vissuto queste realtà e ne fosse stato partecipe in modo diretto o indiretto.
Così com'è predisposto, esso non corrisponde a nessuna logica, se non ad una Pag. 13logica punitiva - lo dicevo prima - di stampo laicista e spero che non risponda alle intenzioni di nessun componente di questa Assemblea.
Pertanto, invito i colleghi della maggioranza e della minoranza e il Governo stesso a non recepire questo emendamento, perché - lo ripeto - non si tratta di abolire privilegi, ma di riconoscere realtà consolidate nel corso della storia, che svolgono una funzione sociale essenziale, che è parte integrante dell'attività ecclesiastica. Altrimenti, si abbia il coraggio di dire che si vuole limitare la libertà della Chiesa.
Questo non deve succedere ed è la ragione per cui credo che, in nome del principio di laicità e del pluralismo educativo ed assistenziale, che deve caratterizzare ogni Stato moderno, l'emendamento non si giustifichi e debba essere respinto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, mi preme ribadire che non c'entrano nulla le questioni etiche, ma si tratta di attività commerciali e, anche per quanto riguarda le attività di carattere sociale - ho ascoltato poc'anzi l'intervento dell'onorevole Garagnani -, si tratta semplicemente di ripristinare una condizione di parità con gli altri soggetti che vogliano intraprendere queste attività. Non ci può essere un monopolio o un privilegio da parte di alcuni che esercitano questa attività a dispetto degli altri.
Noi, che sosteniamo il Governo, gli chiediamo di essere chiari su questa materia e di non utilizzare formule ambigue come quelle contenute nel decreto Bersani, che non ha abrogato la legge n. 248 del 2005.
Rivolgo un appello a tutti i laici, credenti e non credenti, che sono tanti in questo Parlamento e che nei corridoi ci danno ragione, riconoscendo il problema, affinché si manifestino con il loro voto (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, mi rivolgo ai colleghi della Rosa nel pugno e mi dispiace che vi stiate attardando con questo emendamento e con la vostra politica di questi ultimi due anni in un antico anticlericalismo, che è tardivo, superato e vendicativo.
Sotto questo aspetto, il rammarico è anche dovuto al fatto che, in passato, con i radicali abbiamo condiviso molte battaglie per la libertà, per esempio sull'educazione e sulla sussidiarietà, perché ne condividevamo gli obiettivi e le finalità.
Con questo emendamento, invece, continuate con questa azione - lo ripeto - anticlericale, tardiva e vendicativa, per superare gli esiti del referendum dell'anno scorso.
Vi invito a tornare sulle vostre posizioni e a riconoscere, come già è stato ben detto, che ci sono attività che costituiscono un servizio pubblico fornito a costi contenuti, che si rivolge a fasce di popolazione che, altrimenti, ne sarebbero escluse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, l'emendamento proposto da alcuni colleghi della Rosa nel Pugno, di fatto, nella sua formulazione, è assolutamente tranchant.
Su una questione così complessa non si può assolutamente entrare nel merito in maniera così riduttiva. L'emendamento denota la mancanza di conoscenza della realtà delle cose del paese, oppure un pregiudizio di natura prettamente ideologica.
È per questo motivo che, personalmente, ma anche credo una parte dei parlamentari del mio gruppo, voterò in Pag. 14modo contrario, prendendo atto, tra l'altro, che il parere del relatore e del Governo va in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.

FRANCO RUSSO. Signor Presidente, vorrei fare una precisazione all'onorevole Volontè, che, probabilmente, non ha ascoltato l'intervento del nostro collega Andrea Ricci, innestando un disco rotto sul fatto che Rifondazione Comunista, al pari dei vecchi laicisti, avrebbe appoggiato ed ispirato questo emendamento. Andrea Ricci ha detto tutt'altro, onorevole Volontè! Quindi, è bene ascoltarci in aula, senza fare polemiche inutili!
Signor Presidente, ho chiesto la parola, oltre che per precisare il nostro orientamento su questo emendamento, anche per chiedere, con molta forza, spero, di persuasione, ai colleghi della Rosa nel Pugno, all'onorevole Turco, in particolare, di ritirare questo emendamento, trasfondendone il contenuto in un ordine del giorno, perché se venisse bocciato, non potrebbe essere presentato un ordine del giorno in tal senso. Come ha spiegato Andrea Ricci, a mio avviso molto chiaramente, vi è assolutamente una simmetria tra le attività di beneficenza meritevoli di attenzione svolte dalla Chiesa e quelle svolte da entità laiche.
Occorrerebbe ritrovare una sede in cui ricondurre le attività meritevoli che possano beneficiare dell'esenzione ICI, invece di avere un doppio regime. Per questo, invito a trasformare il contenuto dell'emendamento in ordine del giorno che siamo disponibili a sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, il gruppo dell'Udeur avrebbe comunque votato «no» e sempre «no» a questo emendamento, anche se gli inviti e gli appelli della minoranza sono così graditi, ma non ne abbiamo bisogno! Non ci conforta nemmeno il parere contrario del Governo e della Commissione. Noi esprimeremo voto contrario, perché pensiamo di avere qualche motivo e qualche conoscenza in più, essendoci addentrati - molti di noi conoscono questa realtà - nei meandri che si nascondono dietro queste strutture. Le frequentiamo, sappiamo a cosa servono e quali progetti sostengono.
Crediamo nell'utilità di reperire le risorse per sostenere progetti nell'ambito del sociale e del volontariato che, altrimenti, non troverebbero accoglimento. Mi sembra strano - lo voglio ricordare, avendo apprezzato ed ascoltato con vivo interesse l'intervento del collega Ricci, al quale riconosco l'onestà ed una posizione uguale alla nostra - che gli interessi della ricerca e dell'università si siano fermati di fronte alle piccole questioni dell'ICI che riguardano le strutture religiose.
Vorrei con fermezza ribadire il voto contrario su tale emendamento, perché ritengo sia una questione, di correttezza e di civiltà, che ci vede impegnati a sostenere come cattolici queste attività ed a spiegare l'importanza di questa realtà a chi non conosce il mondo che si cela dietro tali attività (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e di deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, vorrei chiedere ai presentatori di questo emendamento cosa pensano di fare. È meglio che chiedano pure l'abolizione dell'otto per mille per la Chiesa cattolica ed altre Chiese!

MAURIZIO TURCO. Non è vero!

DOMENICO DI VIRGILIO. Sì, in fondo chiedete questo! Ogni tanto ci provate! Voi non volete riconoscere il ruolo insostituibile Pag. 15della Chiesa cattolica e delle altre Chiese nel campo degli interventi di tipo umanitario nei confronti di coloro che ne hanno più bisogno.
Voi confondete un'attività puramente lucrativa con un'attività di beneficenza che viene svolta attraverso varie iniziative. Si sta tornando ad una battaglia tra laici e cattolici che non dovrebbe esistere. Vi dovrebbe essere un riconoscimento vero alla nobiltà delle iniziative che la Chiesa cattolica e le altre Chiese pongono in essere.
Il Parlamento, che è sovrano, deve decidere su basi razionali e non su basi emotive o di persecuzione puramente ideologiche. Noi quindi ci opporremo decisamente a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, voterò a favore di questo emendamento, per alcune ragioni. Anzitutto, perché, al riguardo, non parliamo né come cattolici, né come musulmani, né come ebrei; parliamo come rappresentanti del popolo italiano. Vi è un problema, quello della concorrenza delle attività commerciali e delle attività industriali, che non consente di fare distinzione tra il mondo economico ecclesiale, di tutte le religioni, ed il mondo privato. Quand'anche l'emendamento Turco 11.100 fosse respinto, il primo cittadino che svolge un'attività privata si rivolgerà alla Commissione europea, che darà torto alla legislazione italiana. Se il presentatore dell'emendamento dovesse accogliere l'invito a ritirarlo, preannunzio l'intenzione di farlo mio (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marras. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, credo di dover parlare con l'esperienza di ex allievo salesiano di tutta una vita e sono ben lieto di parlare per i cattolici, del tutto serenamente. Non capisco, infatti, perché sarebbe necessario votare in maniera laica e non si possa votare in maniera cattolica. Intanto, voglio capire un aspetto: si parla addirittura di attività annesse all'oratorio ed è normale che gli oratori d'Italia abbiano tutti attività commerciali, che non sono assolutamente in concorrenza con attività esterne. Infatti, i proventi che derivano dall'attività che svolgono i vari oratori, ed i piccoli bar situati al loro interno, sono riversati per l'attività ludica ed educativa che qualcuno comunque deve fare e che, devo dire, fanno molto bene coloro che svolgono tale attività e lo fanno gratuitamente, ovviamente. È pertanto impensabile che si arrivi a pensare di penalizzare tali attività con l'imposizione dell'ICI, laddove, in questo emendamento, fra l'altro, forse vi è anche una conseguenza, perché vedo che si dice...

PRESIDENTE. Onorevole Marras...

GIOVANNI MARRAS. Un attimo solo, Presidente. Stavo dicendo che si sostiene che sarebbe opportuna la presentazione di un apposito ordine del giorno in merito. Io dico di no. Bisogna far votare questo emendamento per respingerlo e fare in modo che scompaia. Infatti, non deve essere il primo passo per l'abolizione dell'otto per mille.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole La Loggia, che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, vorrei precisare all'onorevole Nucara che ha manifestato, nel caso in cui fosse ritirato l'emendamento Turco 11.100, la sua intenzione di farlo proprio, che tale proposito rimarrebbe, appunto, una mera intenzione, perché l'onorevole Nucara non è capogruppo; ricordo infatti che, a norma di regolamento, per poter fare proprio un emendamento, occorre la sottoscrizione o di un presidente di gruppo o di venti deputati. Naturalmente parlo in astratto, perché l'emendamento in questione non è stato ritirato. Stiamo, dunque, parlando di un'ipotesi che non si è verificata.Pag. 16
Prego, onorevole La Loggia, ha facoltà di parlare.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, credo che il dibattito su questo argomento abbia preso, francamente, una piega che non mi sarei aspettato, quasi fosse una competizione, una crociata che vede contrapposti cattolici e laici, clericali ed anticlericali. A me non pare che questo sia il modo giusto per affrontare l'argomento. Credo sia giusto, invece, porsi un problema concreto, ossia la gestione di alcune attività, cosa che noi avevamo fatto, con molta umiltà, ma anche con molto buonsenso, ritenendo, nella passata legislatura, che ciò potesse essere di aiuto per tutta una serie di attività connesse alle attività proprie...

PRESIDENTE. Onorevole La Loggia...

ENRICO LA LOGGIA. Concludo subito, signor Presidente. Sarei, francamente molto soddisfatto se questo argomento fosse espunto dal disegno di legge finanziaria, se vi fosse il ritiro di questo emendamento. Ci sarà, semmai, modo di approfondirlo in altra sede, con tutta la pacatezza che la materia richiede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.

BRUNO MELLANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento, avente come primo firmatario l'onorevole Turco, può portare nuove entrate nelle casse dello Stato da 400 a 600 milioni di euro. Per questo ne discutiamo oggi. Per questo è importante dire, anche ai compagni di Rifondazione Comunista, che hanno colto appieno il senso di questo emendamento, che si tratta di una proposta mirata a far pagare le tasse alle attività commerciali, siano cattoliche, valdesi, di Rifondazione Comunista o dell'ARCI. Non importa che tali attività commerciali siano esercitate da cattolici, valdesi o da Rifondazione Comunista-Sinistra Europea o dall'ARCI. È obbligatorio pagare le tasse se si esercita una attività commerciale.
La realtà della Chiesa cattolica in Italia la conosciamo tutti. E nessuno ha una conoscenza diretta di tale realtà migliore di un qualsiasi cittadino italiano che sia nato e cresciuto in questo paese. A questo proposito ho letto parecchi libri, da Todo modo di Sciascia all'ultimo scritto dal redattore di Avvenire, Chiesa padrona, che consiglio alla lettura dei colleghi che si dicono cattolici ferventi.
C'è una realtà sociale importante, così come c'è una realtà commerciale importante. Noi vogliamo far pagare le tasse anche a quest'ultima realtà senza guardare in faccia - lo prevede la Costituzione - l'orientamento religioso (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno - Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cossiga. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, parlo da cattolico laico e sinceramente trovo molto triste quello che sta avvenendo oggi in questa sede: una battaglia tra qualche laicista o forse anticlericale vecchio stile e qualche amico cattolico che forse non si rende conto dell'importanza di alcuni problemi e della non importanza di altri. La cosa più triste per me, ma si tratta di una battuta per carità, è che l'unica cosa sensata l'abbiano detta alcuni degli amici di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea.
Si ritiri, quindi, questo emendamento e non dividiamoci sia qui sia nel paese tra cattolici e laici. Per cortesia, parliamo d'altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti della scuola media di Sassano, in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).Pag. 17
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, riprendo il contenuto degli interventi svolti dagli onorevoli La Loggia, Cossiga e Andrea Ricci.
Ritengo che l'approccio al problema sia completamente sbagliato. Il volontariato e questo tipo di associazioni svolgono un ruolo di sostegno ai più deboli e, spesso, di supplenza alle carenze dello Stato. In questo caso non si tratta tanto di trovare 400 milioni di euro colpendo questo tipo di attività, quanto, semmai, di aiutare queste attività alleggerendole dal pagamento di alcune imposte inutili. Colleghi, sapete che per una festa di beneficenza bisogna pagare la SIAE e per svolgere una attività commerciale di questo tipo bisogna pagare le tasse? Allora, togliamole queste tasse ed aiutiamo i cinque milioni di persone che svolgono attività di volontariato, cioè la Chiesa e le associazioni, sia laiche sia cattoliche. Questo, a mio avviso, è l'approccio corretto al problema, non quello punitivo ed ideologico del gruppo della La Rosa nel Pugno che, a mio parere, è completamente sbagliato e improduttivo. La questione, quindi, non è di tipo ideologico ma pratica e, quindi, di supporto a chi, in questo particolare caso, ne abbisogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per richiamare la sua attenzione sul fatto che l'Assemblea non può affrontare un dibattito significativo su questi argomenti senza la presenza in aula del relatore e del presidente della V Commissione. A me pare che si tratti di un atteggiamento inaccettabile per l'opposizione e svolto in pieno dispregio al lavoro svolto dall'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Alberto Giorgetti, il presidente della V Commissione era presente in aula ed ora è al banco del Comitato dei nove. Per quanto riguarda il relatore, le ricordo che quest'ultimo può essere sostituito temporaneamente dal presidente della Commissione al fine di consentirgli di potersi assentare per qualche minuto senza che ciò comporti problemi. In ogni caso, il relatore, onorevole Ventura, proprio in questo momento sta entrando in aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guadagno Luxuria. Ne ha facoltà.

WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, voglio ricordare che è stata già ripristinata l'ICI sugli istituti privati cattolici dal decreto Visco-Bersani. Qui non faccio riferimento ai luoghi di culto, ma agli hotel e ai ristoranti per i quali, nella scorsa legislatura, si è voluto abolire l'ICI creando ingiustizia e disobbedendo alle più elementari regole della libera concorrenza.
Voterò contro l'emendamento della Rosa nel Pugno perché credo che sulla possibilità di tendere un tranello, cioè di svolgere in uno stesso edificio un'attività non di lucro insieme ad un'altra a fini di lucro, vengono già effettuati controlli sia fiscali sia sui metri quadri del locale. Ricordo, infine, che il beneficio di cui si discute va esteso a tutte le attività commerciali svolte a fini non di lucro e di alta utilità sociale, sia laiche sia cattoliche (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belisario. Ne ha facoltà.

FELICE BELISARIO. Signor Presidente, faccio questa dichiarazione a nome del mio gruppo. La Rosa nel Pugno pone, con questo emendamento, un problema assolutamente concreto e serio. Mi pare che non sia il caso, qui, di dare lezioni di cattolicesimo a nessuno: ognuno è credente Pag. 18di suo e nel suo foro interno, senza avere bisogno di ritornare a ricordare gli istituti salesiani od altro, sa se crede e testimonia.
È evidente che per le attività di culto e di carità è prevista la destinazione di un otto per mille che noi cattolici, se vogliamo, possiamo tranquillamente sottoscrivere. Altra cosa sono le attività di natura imprenditoriale e commerciale che, se il dato dei colleghi della Rosa nel Pugno è fondato, ammontano a diverse migliaia di miliardi.
Dobbiamo capire che il mercato è mercato ed esso non deve ricevere protezioni. D'altra parte, è necessario che vi sia una riforma di sistema, che un voto assolutamente compatto e trasversale potrebbe un domani impedire. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo lasciare al Parlamento la possibilità di continuare a discutere senza nessuna forma di preconcetto su un problema che è reale, che è tale anche quando si parla di accoglienza, quando ci sono enti - non solo quelli religiosi - che fanno ciò in maniera assolutamente gratuita. Questo emendamento, probabilmente, in questa parte difetta perché potrebbe essere più compiutamente articolato.
Per questo motivo, ove La Rosa nel Pugno dovesse persistere nel mantenere fermo l'emendamento, il gruppo dell'Italia dei Valori, che ne condivide l'impostazione e la possibilità di intervenire nel sistema, auspicando appunto una norma di sistema, annuncia la sua astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà

TEODORO BUONTEMPO. Ha dell'incredibile il fatto che tutti coloro che sono sostenitori dei privilegi delle cooperative, che fanno concorrenza alle imprese private, spesso con lavoratori in nero e sottopagati - così come da me già denunciato all'interno della Camera dei deputati -, di colpo scoprano l'equità sociale per mettere in ginocchio le attività commerciali della Chiesa. Non si tratta di essere cattolici o laici. Qui c'è un segnale molto forte di odio contro la religione cattolica. Gli oratori - vorrei ricordarlo - dove si svolgono anche attività commerciali, sono un avamposto nelle borgate e nei piccoli paesi! Senza quegli oratori, cari signori di sinistra, non ci sarebbe una mano tesa né per i giovani né per gli anziani!
È una vergogna che il Parlamento taccia su questo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà

ROBERTO SALERNO. Ritengo che questo emendamento, se pur proveniente dai banchi della Rosa nel Pugno, sia di stampo comunista, in termini sia di mentalità, sia di visione della vita: si perde il pelo ma non il vizio! Questa è una visione comunista della società, che non riconosce i valori, i luoghi in cui questi valori vengono difesi, tutelati e rafforzati!
Vorrei capire quanto, in una piccola realtà come, per esempio, il paese di Carru, la Chiesa possa farla da padrone solo per il fatto che nell'oratorio di quel paese esiste un piccolo spaccio dove si vendono due caffè o due panini ai ragazzi! Vergognatevi di quello che dite!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, mi rivolgo al Parlamento e non ho difficoltà a sottolineare che sono cattolico, socialista ma cattolico. E non ho difficoltà a sottolineare anche che ogni anno sottoscrivo l'otto per mille in favore della Chiesa cattolica. Ma questo nulla c'entra con quello di cui stiamo discutendo e con quello che artatamente molti onorevoli colleghi sostengono per ciò che riguarda gli oratori. Mi rivolgo ai colleghi dell'UDC che presentarono nel 2003 una proposta di legge sugli oratori. Per quello che mi riguarda, votai a favore di quella proposta di legge. Ciò significa che non siamo contro gli oratori. Ciò significa che non Pag. 19siamo contro i piccoli spacci che si trovano all'interno degli oratori. Noi siamo per la legalità. Noi ci battiamo affinché tutti coloro i quali svolgono un'attività commerciale...

PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia, la invito a concludere.

LELLO DI GIOIA. È per questo che mi rivolgo ai laici. Mi rivolgo ai liberali. Mi rivolgo a tutti coloro i quali credono che questo Parlamento liberamente...

PRESIDENTE. Grazie.

LELLO DI GIOIA. ...si debba esprimere laicamente (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Grazie!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, vorrei fugare un equivoco. Questo non è assolutamente un emendamento che vuole offendere il sentimento religioso. È un emendamento che vuole soltanto stabilire una condizione di parità. Mi limiterò - perché ho a disposizione solo un minuto - a leggere un passo.

TEODORO BUONTEMPO. Massoni!

ROBERTO VILLETTI. «Un ente ecclesiastico può svolgere liberamente nel rispetto delle leggi dello Stato anche un'attività di carattere commerciale, ma non per questo si modifica la natura dell'attività stessa e, soprattutto, le norme applicabili al suo svolgimento rimangono, anche agli effetti tributari, quelle previste per le attività commerciali, senza che rilevi che l'ente la svolga oppure no in via esclusiva o prevalente». È questa un'affermazione laicista? No, questa non è una affermazione laicista ma è una sentenza della Cassazione civile dell'8 marzo 2006.

PRESIDENTE Grazie.

ROBERTO VILLETTI. Io sono d'accordo con queste parole (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Musi. Ne ha facoltà.

ADRIANO MUSI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento in esame. Non credo che ci sia un problema di religione o di ideologia. C'è un problema di libertà di mercato. Se chi esercita in quel piccolo paese un'attività commerciale, vendendo due caffè e due panini, paga le tasse, non capisco perché il locale accanto, affine, non debba pagarle. Credo che il Parlamento debba sapere garantire che tutti i cittadini siano uguali anche davanti al fisco, e non solo davanti alla legge (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE. Signor Presidente, credo che ci sia un equivoco di fondo nei rapporti fra Stato italiano e Chiesa cattolica. E, purtroppo, questo equivoco sta nella nostra Costituzione, che riconosce dignità costituzionale ai Patti lateranensi. Ora, vorrei dire ai cattolici: non potete salvarvi l'anima con i soldi di tutti i contribuenti italiani (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
Pertanto, voterò a favore di questo emendamento, anche perché, mentre l'otto per mille - onorevole Di Virgilio - è un contributo volontario, non far pagare l'ICI significa gravare su tutti i cittadini italiani, anche quelli non credenti, anche quelli che professano altre fedi! E questo uno Stato laico non se lo può permettere (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati dei gruppi Forza Italia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 20l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà. Invito i colleghi a fare silenzio e a consentire all'onorevole Giovanardi di intervenire. Prego, onorevole Giovanardi.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, vorrei dire tre cose. Per la verità, non sono d'accordo con quello che è stato fatto, cioè con la decisione di togliere le agevolazioni che erano state introdotte dall'altro Governo, perché con l'opera di sussidiarietà di supplenza si fa risparmiare al bilancio dello Stato.
Estendere ciò anche alle attività accessorie significa aggravare la situazione di opere totalmente caritative o scolastiche nel momento in cui hanno qualcosa di accessorio. In proposito, ricordo i santuari e i negozietti dove si vendono cose accessorie: colpire queste attività vuol dire fare un'operazione di stampo ideologico. Ricordo anche che i comuni, mentre noi parliamo dello Stato, concedono gratuitamente le loro sedi a tantissime associazioni, non facendo pagare loro una lira di ICI. Avremmo, quindi, la discriminazione che a livello locale vi è chi aiuta i suoi amici e fornisce loro sedi gratuite, mentre a livello nazionale imporremmo alle istituzioni religiose di morire, perché non hanno alcuna entrata reale, facendo venire meno un tessuto di coesione sociale indispensabile per il nostro paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEPE. Signor Presidente, voterò contro l'emendamento proposto dalla Rosa nel Pugno. Noi dobbiamo essere grati alla Chiesa cattolica perché svolge un'attività di beneficenza, di sussidiarietà e di volontariato, supplendo spesso a carenze dello Stato e dei comuni. Basti pensare all'azione di tante parrocchie e di tante diocesi che giornalmente ricevono i più bisognosi per dare risposte alla loro sofferenza.
È un emendamento ideologico perché tassa anche attività accessorie non rivolte a fini di lucro. Che alla base di questo emendamento vi sia una mentalità ideologica risulta anche dal fatto che con riferimento al decreto-legge collegato al disegno di legge finanziaria, ora all'esame del Senato, La Rosa nel Pugno aveva presentato addirittura un emendamento per aumentare la rendita catastale degli immobili adibiti a sedi di culto. È un emendamento ideologico presentato da chi non conosce l'azione meritoria del mondo cattolico e non sa quanti giovani trovano spazio nelle sedi di quel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossi Gasparrini. Ne ha facoltà.

FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, quando parliamo di attività commerciali noi intendiamo un ampio settore di attività, ma l'attività commerciale è molto diversa da quella a scopo di servizio. Quando La Rosa nel Pugno aggiunge la parola «accessorie» intende colpire in modo determinato e, a mio avviso, crudele attività che sono a servizio di chi è debole (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), perché quelle accessorie sono non attività per ricchi, bensì per i deboli.
Ho sentito parlare di hotel, ma chi vi ha fatto riferimento è evidente che non li ha mai frequentati, perché altrimenti saprebbe che con 20-30 euro vi si può dormire. Voterò contro, ma sarebbe opportuno che questo emendamento ad un disegno di legge finanziaria di per sé già complesso fosse ritirato. Appoggio pertanto la proposta dei colleghi di Rifondazione Comunista.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Poretti. Ne ha facoltà.

DONATELLA PORETTI. Usciamo da questa ambiguità. La Chiesa, da una parte, svolge attività caritatevole e di volontariato, Pag. 21dall'altra, svolge un'attività commerciale. Per quella caritatevole esiste già l'8 per mille della dichiarazione dei redditi, più o meno volontario, ma qui si aprirebbe un altro capitolo. Vi è poi l'attività commerciale, per la quale si devono pagare le tasse come fanno tutti gli altri. Togliamo anche gli oratori, usciamo anche da quest'altra ambiguità: sapete benissimo che esiste una legge del 2003 al riguardo e con questo emendamento non si incide sugli oratori. Usciamo veramente da questi ghetti laici e cattolici!
Chiedo anche al centrodestra, da cui sono venuti pochi interventi, quanti siano i laici e quanti i liberali che vogliono veramente intervenire su questo argomento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non intendo intervenire in questa diatriba quasi di carattere ideologico, ma sottoporre all'attenzione dell'Assemblea un aspetto che, forse, è trascurato e fa parte della mania del centrosinistra di legiferare in maniera schizofrenica, eliminando ciò che è già stato realizzato e facendo esattamente il contrario.
Stiamo parlando di una norma che il Parlamento ha già affrontato nel settembre 2005 e che oggi il centrosinistra chiede di abrogare. A distanza neanche di un anno ci stiamo occupando nuovamente di qualcosa di cui il Parlamento si era interessato. Si tratta di fare qualcosa contro il precedente Governo, che aveva privilegiato, con motivate argomentazioni, certe situazioni. Ditelo chiaramente: se volete eliminare ciò che il Governo di centrodestra ha fatto, fatelo, ma non nascondetevi dietro il dito, come se si trattasse di religione o di questioni ideologiche. Si tratta di voler distruggere ciò che un Governo ha compiuto insieme al Parlamento. Se avete deciso, fatelo e votate come volete (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.

VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la materia è estremamente delicata. Intendo ricordare che, nel 1984, mi assunsi il compito di motivare, in senso favorevole, il voto dell'allora Partito socialista al nuovo Concordato e, quindi, non ho un atteggiamento pregiudiziale. Ricordo, però, che il nuovo Concordato ha due pilastri: la religione cattolica non è più religione dello Stato e contribuiscono volontariamente alle attività della Chiesa cattolica coloro che decidono di versare l'8 per mille e non tutti i cittadini italiani.
Non mi sento, quindi, di votare contro l'emendamento in esame, sostenuto dai deputati della Rosa nel Pugno, in quanto segnala un problema. Come ha detto giustamente il rappresentante del gruppo dell'Italia dei Valori, l'emendamento non è strutturato o scritto adeguatamente, perché può rischiare di colpire anche strutture che non devono essere colpite. Però, segnala un problema e, a titolo personale, annuncio il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, vorrei credere che la discussione in corso sia lineare, trasparente e finalizzata al bene comune. Mi sembra, invece, che l'emendamento Turco 11.100 sia fuorviante, diretto a penalizzare attività assolutamente connesse alla cultura, alla presenza ed alla tradizione cristiana che è dentro le nostre radici. L'emendamento si colloca in una prospettiva culturale, come ha detto e ribadito il collega Villetti, quale quella di una diversa posizione sui fondi alle scuole cattoliche, che tende ad estrarre dalla nostra realtà civile e sociale il grande contributo che la tradizione cristiana offre al paese. Apprezzo il parere espresso dal relatore e dal Governo e, naturalmente, il gruppo cui appartengo voterà contro l'emendamento.

Pag. 22

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.

ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, cari colleghi, vorrei rivolgermi a tutti voi. Vi chiedo di considerare la storia del nostro paese. Ricordo che ciò che conosciamo oggi con il nome di Stato sociale è qualcosa che, quando ancora non esisteva, era di fatto realizzato dagli uomini e dalle donne della Chiesa cattolica. Spesso, si trattava di donne. Sono stati gli ordini religiosi femminili ad essere fondatori e precursori di ciò che oggi conosciamo come Stato sociale e queste istituzioni, ancora oggi, fanno molto in quelle che Giovanni Paolo II ha chiamato «periferie del mondo». Sappiamo che con questa espressione il Papa non intendeva soltanto le realtà lontane, ma anche quelle realtà che, purtroppo, esistono, tutt'oggi, nelle nostre città. Gli uomini e le donne che ogni giorno si «sporcano» le mani nelle periferie del mondo sono quella parte della Chiesa su cui tutti siamo d'accordo, quella parte della Chiesa che tutti amiamo e stimiamo.
Per questo vi invito a votare, come farò io, contro l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei osservare che, a mio personale avviso, il danno più grave arrecato dall'emendamento in esame è quello di proporre, in questa Assemblea, un dibattito assolutamente improprio tra laici e cattolici (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo). Penso, signor Presidente, che vi saranno sicuramente occasioni nelle quali, in questa aula, ciascuno di noi potrà intervenire ed affrontare liberamente il tema del rapporto tra laici e cattolici, ma vorrei evidenziare che l'emendamento in esame impone all'Assemblea di svolgere, in qualche modo, un dibattito improprio.
Vorrei dire all'onorevole Di Gioia che sono uno di quei contribuenti che destina l'8 per mille dell'IRPEF allo Stato. Sono tuttavia convinto (e ciò affermo anche in relazione alle numerose considerazioni che ho ascoltato) che il problema che affligge questo paese - sapendo perfettamente che, spesso e volentieri, lo Stato non è in grado di garantire un supporto di reti e di strutture adeguato alla nostra società, ai nostri giovani ed alla gente - nasce e matura, innanzitutto, in numerose realtà nelle quali la concorrenza di altre attività, cari amici radicali, non esiste!
Voi conoscerete la Chiesa, tuttavia vorrei rilevare che, nelle periferie delle nostre città, spesso e volentieri tale concorrenza non esiste (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)) e quei luoghi nei quali possono svolgersi determinate realtà ricreative sono gli unici posti nei quali è possibile, per i giovani e per le persone più deboli, trovare aiuto e riparo!
Sono quelle le realtà che spesso non incontrano concorrenza, anche se ciò dovrebbe accadere. Ritengo che, se deve essere condotta una battaglia in tale ambito - e lo sostengo, concordando anche con gli amici del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea -, allora dobbiamo prevedere agevolazioni ancora maggiori a favore di tutti quei soggetti che, come sicuramente fa la Chiesa cattolica, sono in grado di fornire una risposta là dove lo Stato non arriva!
Vorrei infine ricordare, anche per dare una risposta all'onorevole Leone - che pratica lo sport di «buttarla perennemente in caciara»! -, che sull'emendamento in esame si è registrato il parere contrario sia del Governo sia del relatore, e che tutti i gruppi del centrosinistra (garantendo, ovviamente, la libertà di ciascuno) hanno chiaramente manifestato la propria contrarietà!
Se lei sostiene, onorevole Leone, che il centrosinistra è favorevole ad abrogare una normativa che abbiamo precedentemente trattato, ciò è semplicemente la dimostrazione di quanto lei, ovviamente...

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ANTONIO LEONE. Vediamo chi lo voterà, questo emendamento!

ROBERTO GIACHETTI. ... sia non soltanto polemico, ma anche bugiardo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccioli. Ne ha facoltà.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, non avevo intenzione di intervenire; ritengo necessario, tuttavia, sottolineare come l'emendamento in esame, presentato dal gruppo della Rosa nel Pugno, sia una sorta di «pugno in un occhio» per coloro che agiscono in strutture che, spesso, non sono neanche proponibili sotto il profilo commerciale e che esercitano, altresì, un ruolo estremamente importante a favore delle cosiddette fasce deboli, che io definirei proprio «i poveri di spirito»!
Nell'affermare ciò, desidero portare la mia testimonianza personale di psichiatra che ha lavorato per quindici anni nel settore pubblico. Ricordo che, tantissime volte, in mancanza di strutture adeguate, ci siamo appoggiati a questi centri di aggregazione per sostenere persone che sarebbero state allo sbando ed in difficoltà.
Mi sento di affermare che...

PRESIDENTE. La prego di concludere...

CARLO CICCIOLI. ... a differenza dei centri cosiddetti sociali, dove si propone devianza e trasgressione, in quelle strutture si tende a perseguire il riadattamento sociale ed il sostegno alle persone! Per questo motivo, convintamente...

PRESIDENTE. Grazie...!

CARLO CICCIOLI. ... preannuncio che voterò contro...

PRESIDENTE. Grazie!

CARLO CICCIOLI. ... l'emendamento Turco 11.100 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Filipponio Tatarella. Ne ha facoltà.

ANGELA FILIPPONIO TATARELLA. Signor Presidente, intervengo soprattutto per esprimere il mio disappunto, provocato dal fatto che alcuni ragazzi, presenti in questo momento nelle tribune, stanno assistendo - ahimè - ad una lezione non sulle leggi di mercato (il che sarebbe una cosa buona), bensì ad una lezione di gretto mercantilismo! Quanto vale un valore? Una certa quantità di denaro (storicamente: 30 denari): dunque, possiamo certamente comprarlo!
Mi sembra di sentire riecheggiare, in quest'aula, il pazzo di Nietzsche che diceva: «Dio è morto!»; forse, però, Nietzsche meriterebbe occasioni migliori per essere citato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fogliardi. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, parlo da cattolico popolare impegnato in politica e nel mondo cattolico, essendo stato consulente anche di molti di quei ricreatori che, questa mattina, sono stati spesso citati. Vorrei chiarire che da un punto di vista tecnico, squisitamente tecnico-fiscale, sono state dette molte inesattezze; infatti, i ricreatori che solitamente si rivolgono ad associati sono già, da un punto di vista fiscale, agevolati perché non pagano le imposte. Dal punto di vista etico-religioso credo che la Chiesa non abbia bisogno di strumentalizzazioni o di partigianerie di chi tira la giacca di qua o di là per poi dire: siamo stati noi che vi abbiamo fatto esentare dall'ICI o meno.
La Chiesa, come ha recentemente ribadito anche nel convegno ecclesiale di Pag. 24Verona, ha bisogno di attivisti, ha bisogno di ferventi, ha bisogno di cattolici e non necessita certamente di benefici o di agevolazioni particolari (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo e dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpini. Ne ha facoltà.

DOMENICO VOLPINI. Signor Presidente, non volevo intervenire, ma ascoltando tutte queste cose intervengo rapidamente per dire che l'esenzione dall'ICI per queste attività è stata introdotta da un socialista laico che era Presidente del Consiglio, cioè Giuliano amato.
Il Governo Berlusconi ha esteso questa esenzione alle attività commerciali vere e proprie degli istituti religiosi e della Chiesa.
Il decreto Bersani-Visco ha espunto nuovamente l'esenzione riferita alle attività commerciali vere e proprie e tutto il centrosinistra ha votato compatto per abolirla. Il problema non è quello di andare a far pagare di più la Coca Cola ai ragazzini di Tor Bella Monaca, ma è quello di vedere veramente se, per caso, altre attività di altre denominazioni religiose o non religiose non sono esenti.

PRESIDENTE. Salutiamo gli amministratori del comune di Monselice, in provincia di Padova e, insieme a loro, anche i ragazzi e gli insegnanti della scuola media di Castellalto in provincia di Teramo (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lisi. Ne ha facoltà.

UGO LISI. Signor Presidente, poco fa un collega ha dichiarato che la Chiesa non ha bisogno di benefici, non ha bisogno di agevolazioni; quindi, sta ammettendo che l'approvazione di questo emendamento procurerebbe un nocumento e un danno alla chiesa cattolica.
Ha ragione il collega Leone quando parla del settembre 2005, ricordando che sotto false liberalizzazioni voi state colpendo e volete demolire tutto ciò che è stato costruito da migliaia di soggetti che, volontariamente, danno e continuano a dare a questa società solo dei benefici rivolti soprattutto a favore degli ultimi e dei più deboli.
Bello questo Governo di sinistra! Complimenti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.

CARMELO PORCU. Signor Presidente, con forza, ma anche con pacatezza devo dire che non bisogna essere iscritti ai partiti degli ultras per capire che con un po' di buon senso questa discussione non si doveva neanche aprire.
Noi dovremmo cercare di capire che la Chiesa italiana, nelle sue varie articolazioni, svolge una funzione sociale insostituibile in questo paese; infatti, è l'unica entità che spesso risponde alle difficoltà della gente comune, di quelli che noi chiamiamo gli ultimi.
È l'unica entità che dà una risposta immediata alla gente che sta male; è l'unica entità che lo fa con spirito caritatevole e di servizio, ed è una grande tradizione, quella della presenza cattolica in questo paese, che merita di essere sostenuta anche sul piano degli interventi del Governo. Le attività sociali e pastorali della Chiesa rappresentano uno degli elementi di frontiera e di civiltà; rappresentano un bene che il Parlamento deve tutelare anziché ostacolare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, ritengo che si tratti di un emendamento caratterizzato da un anticattolicesimo esasperato; invito a recarsi presso i comuni - Pag. 25dove peraltro si pongono difficoltà anche per i tagli dei fondi dal centro alla periferia - per operare nel sociale, nelle attività educative, nelle attività sportive per i giovani.
Alla collega che sosteneva che l'oratorio fosse un ghetto, osservo che preferisco sicuramente il ghetto dell'oratorio a quello dei centri sociali, dove si incontrano i no-global, si parla di marijuana e di cannabis (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Dovendo scegliere tra i due ambienti, l'oratorio certamente è un punto di riferimento; è un centro educativo che è sicuramente nella storia e nella tradizione del nostro paese. Dunque, sappiamo preferire ciò che giusto a quanto è sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, sono tra quanti ritengono che la tradizione cattolica, nel nostro paese, abbia certamente un significato importante e positivo.
Ciò premesso, ritengo che il Governo Berlusconi, nella scorsa legislatura, esentando dal pagamento dell'ICI le proprietà di natura religiosa che svolgono attività commerciali, abbia concesso un privilegio e scritto una pagina non positiva nella storia del Parlamento e della chiesa italiana. Tale pagina non positiva è stata cancellata e riscritta in modo positivo dal decreto Visco-Bersani.
Dunque, colleghi, mi permetto di sostenere che sicuramente il dibattito di quest'oggi è importante ed è altresì alto, per molti aspetti...

PRESIDENTE. Deve concludere...

GABRIELE FRIGATO. ...però, ritengo sia un dibattito che non possa essere soffocato dalla discussione su un solo emendamento; il tema è più importante e, proprio con riferimento alla sua importanza, chiederei ai colleghi de La Rosa nel Pugno di ritirare la proposta emendativa Turco 11.100.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, parlo da laico e da craxiano.
Norberto Bobbio distingueva i laici dai cattolici nel seguente modo; a suo avviso, la differenza sta nel fatto che i laici pensano ed i credenti credono. Ritengo che si sbagliava; del resto, la posizione assunta da La Rosa nel Pugno dimostra, per l'appunto, proprio che Bobbio si sbagliava. Infatti, assumendo una posizione ideologica, i colleghi dimostrano che i laici possono non pensare e credere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.

LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, vorrei ringraziare il Governo e la maggioranza che hanno deciso di dire 'no' a questo emendamento; mi pare che quindi il risultato in questa Assemblea sia assolutamente assodato.
Faccio però una considerazione; su problemi di questo genere, il rischio è sempre che emerga la solita e tendenziale disputa tra cattolici e laici. Ebbene, non mi pare, però, che di siffatte questioni valga la pena di investire il Parlamento.
Una sola ed ultima considerazione. Luoghi nei quali si opera il commercio equo-solidale o si dà un pasto caldo a chi non ce l'ha, avrebbero a mio avviso il diritto di essere guardati con occhio benevolo da parte della comunità. Ciò premesso, ritengo che questo emendamento sia assolutamente inconcludente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.

Pag. 26

GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, vorrei rivolgermi molto brevemente al collega Turco, che stimo. Mi sottraggo al dibattito tra laici e cattolici, anche perché i colleghi dell'UDC che mi hanno preceduto hanno già precisato quale sia la nostra posizione culturale. Vorrei invece svolgere una considerazione di merito sull'emendamento. Esso colpisce tutti i soggetti, indipendentemente dall'appartenenza a confessioni religiose o quant'altro, che strumentalmente esercitano un'attività commerciale per sostenerne altre senza scopo di lucro. Tale norma, quindi, penalizza e mette in ginocchio l'intero settore del volontariato e del mondo della sussidiarietà, laico e cattolico. Credo che sia questa la ragione per la quale sarebbe opportuno non discutere di tale argomento in questa occasione e semmai occorre indirizzare la nostra attenzione ad altre situazioni.

PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, la prego di concludere.

GIANPIERO D'ALIA. Mi riferisco a coloro i quali - e ve ne sono nel mondo del volontariato o presunto tale - che utilizzano surrettiziamente la circostanza di non essere a scopo di lucro per trarne profitto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Alia.
Esiste la tecnica, adottata da alcuni colleghi, di non guardare il Presidente quando fa loro delle segnalazioni, perché in questo modo si è meno in imbarazzo nel trasgredire le sue sollecitazioni a concludere.

GIANPIERO D'ALIA. Non era questa la mia intenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, non la guarderò, ma vorrei riprendere invece un'osservazione fatta dal collega Giachetti e anche da altri. Credo che l'errore dell'emendamento presentato dal gruppo della Rosa nel Pugno sia quello di volere reintrodurre in Parlamento lo scontro tra laici e cattolici, in una sorta di ritorno all'anticlericalismo. La questione che stiamo affrontando non è di privilegio della Chiesa cattolica, ma di affermazioni di libertà e sussidiarietà. Infatti, si tratta di stabilire se i proventi che derivano da un'attività commerciale - da chiunque sia svolta - ma che non sono destinati a fini di lucro siano destinati ad un profitto o meno. La sentenza della Corte Costituzionale più volte ha ribadito che i proventi derivanti da attività commerciali, ma destinati ad interesse pubblico - chiunque sia il soggetto che svolge quella attività -, hanno finalità pubblica e come tali devono essere riconosciuti. Quindi, il tema in discussione non è quello di un privilegio, ma di una battaglia di libertà per tutti e non solo per la Chiesa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferrigno (Commenti). Ormai sono intervenuti i rappresentanti di tutti i gruppi - tranne quelli della Lega Nord Padania - e quindi gli interventi sono tutti a titolo personale.
Prego, onorevole Ferrigno, ha facoltà di parlare.

SALVATORE FERRIGNO. Signor Presidente, volevo semplicemente sottolineare la mia contrarietà a questo emendamento. Infatti, credo che in nessun paese democratico e civile si possa colpire un'attività di solidarietà sociale che mira ad aiutare le persone più deboli. Non per niente in Assemblea ci troviamo oggi concordi in modo trasversale con i nostri colleghi di Rifondazione Comunista, perché anche loro hanno capito che l'emendamento in oggetto colpisce qualcosa che ha a che fare con le fasce più deboli. Gli introiti di queste attività commerciali servono a volte ad istruire i nostri figli ed evitare che imbocchino strade perverse come quella della droga, nonché ad educarli. Si tratta di scopi davvero importanti, a prescindere Pag. 27dal nostro credo religioso, che ovviamente bisogna rispettare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Falomi. Ne ha facoltà.

ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei che fosse chiaro che la questione della laicità dello Stato, con questo emendamento, non ha nulla a che fare. Infatti, questa proposta emendativa colpisce indiscriminatamente sia le attività svolte dalla Chiesa cattolica, sia quelle da altri soggetti - laici o religiosi - che svolgono attività commerciali accessorie, e non a fini di lucro, a ridosso di attività assistenziali, ricreative e culturali. È questa la ragione per la quale siamo contro questo emendamento. Esso si è trasformato in un inutile torneo in merito alla laicità dello Stato, quando con questo emendamento la laicità dello Stato non c'entra assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcazzan. Ne ha facoltà.

PIETRO MARCAZZAN. Presidente, tutti concordiamo nel dire che abbiamo a che fare con soggetti che hanno contribuito non poco a formare ed educare i nostri giovani o, comunque, le fasce più deboli del nostra società. Mi domando, allora, perché contribuire oggi con questo emendamento ad andare verso lo smantellamento di queste attività, quando siamo tutti d'accordo nel ritenere che hanno dato un contributo fondamentale alla creazione di un patrimonio ideale e al percorso di civiltà del nostro paese. Tutta questa discussione è davvero aberrante e trovo la situazione kafkiana (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bricolo. Ne ha facoltà.

FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, questo è l'ennesimo emendamento presentato da questo centrosinistra contro la Chiesa cattolica: ricordiamo tutti l'emendamento contro il finanziamento delle scuole cattoliche.
È evidente che nel nostro paese vi è una fortissima posizione, portata avanti da questa maggioranza contro la Chiesa cattolica, di tipo anticlericale, e lo si vede per l'appunto dalla presentazione di questi emendamenti. Ancora una volta, però, non abbiamo sentito nessuna parola di condanna nei confronti di chi presenta questi emendamenti, da parte di quelli che potremmo definire gli «pseudocattolici» della Margherita e dell'UDEUR all'interno di questo centrosinistra.
Il santo padre più volte ha detto che vi sono dei valori non negoziabili. Ebbene, evidentemente la Margherita e l'UDEUR, hanno svenduto questi valori per quattro posti di potere, visto che fanno parte di un centrosinistra che si presenta come il più feroce difensore della legge sull'aborto e dei matrimoni gay, che addirittura propone di dare alle coppie omosessuali figli in adozione e che, ancora una volta, difende proposte di legge per la droga libera.
È evidente che le parole pronunciate da questo centrosinistra, mentre sono mancate da parte dei parlamentari della Margherita e dell'UDEUR, non sono sufficienti per giustificare una posizione sempre più schierata contro la Chiesa cattolica, in primis portata avanti dalla Rosa nel Pugno, con posizioni filomassoniche che, però, vengono sposate da molti gruppi di questa maggioranza.
Noi, la Lega Nord Padania, pensiamo che, se un'attività commerciale della Chiesa cattolica serve a vendere qualche crocifisso in più in questo paese contro, per esempio, un'invasione islamica che non viene contrastata dal centrosinistra (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale), ma che, molto spesso, viene finanziata in amministrazioni Pag. 28di centrosinistra o con le banche a loro collegate (ci ricordiamo del Monte dei paschi di Siena che finanzia la costruzione di nuove moschee nel nostro paese), noi abbiamo il coraggio di dichiararlo in Assemblea e manteniamo una posizione coerente; voi invece vi siete venduti, evidentemente per quattro posti di potere - e solo con questa logica -, andando contro i valori che, in campagna elettorale, dite di voler difendere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, io mi trovo piuttosto frastornato perché non riesco a capire se stiamo discutendo della legge finanziaria oppure del Concordato, dal momento che, di fatto, ci troviamo in una situazione di questo genere (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Tuttavia, vorrei dire all'onorevole Villetti, che è un raffinatissimo cultore di filosofia, che è riuscito a realizzare l'eterogenesi dei fini cioè, con questo emendamento, si è determinata una grande professione di fede da parte di tutti i colleghi.
Presidente, stanno per scadere i termini, torniamo a discutere della legge finanziaria e, se mi permette, anche con un piccolo suggerimento: vorrei ricordare i versi danteschi per cui, con questo emendamento, non si disfa a novembre ciò che è stato fatto a settembre (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Lega Nord Padania, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianco, le confesso che, quando ha chiesto di intervenire per un richiamo al regolamento, mi sono un po' allarmato, perché lei pone sempre delle questioni - come pure questa volta - molto raffinate dal punto di vista delle interpretazioni del regolamento; quindi eravamo già tutti allertati. Invece, la ringrazio perché il suo è stato un richiamo soprattutto alla saggezza e alla sobrietà per tutti i colleghi che interverranno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il mio dissenso sull'emendamento in oggetto, prima ancora che politico, è tecnico, perché ignora un pluridecennale dibattito della migliore dottrina commercialista italiana, e non solo italiana, sulla compatibilità dell'esercizio di un'attività commerciale all'interno di un ente che non svolga attività di lucro.
L'aver ormai definito come assolutamente compatibile la strumentalità di un'attività commerciale all'interno dell'ente non avente fini di lucro costituisce un approdo definitivo di carattere tecnico, raffinato, che è impossibile, anche in una sede politica, ignorare del tutto.
Quindi, l'emendamento in oggetto non va assolutamente condiviso, non solo sotto il profilo politico, ma anche e soprattutto sotto il profilo tecnico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, mi associo a quanto hanno dichiarato i colleghi...

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di fare silenzio e di rispettare gli oratori che stanno intervenendo.
Prego, onorevole Capitanio Santolini.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Mi associo, ovviamente, a quanto hanno detto i colleghi di partito e non solo. Vorrei fare alcuni chiarimenti di tipo tecnico e mi rivolgo ai colleghi della Rosa nel Pugno.
In primo luogo, quando si parla di attività commerciali, ci si riferisce ad attività non necessariamente lucrative, Pag. 29quindi, non si può parlare di migliaia di miliardi. Qualcuno, in questa sede, ha evocato migliaia di miliardi, come se tutto questo riguardasse un mondo incredibilmente ricco. Non è così. In secondo luogo, ciò riguarda - è già stato detto - tutti gli enti (la chiesa, quindi, non ha assolutamente nulla a che fare con tutto ciò, perché ci si riferisce ad enti laici e cattolici). In terzo luogo, si colpiscono gli ospedali, le case di riposo, le scuole.
Rivolgo agli amici della Rosa nel Pugno una domanda: perché un ospedale statale non paga l'ICI ed un ospedale convenzionato la deve pagare? Perché una scuola paritaria deve pagare l'ICI e una scuola statale no?
Vogliamo parlare di equità e di giustizia? Mettiamoci una volta per tutte anche dalla parte delle famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro e Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, l'emendamento della Rosa nel Pugno è sbagliato ed infelice. Tra l'altro, solleva una questione che è già stata normata in maniera equilibrata e seria dal Governo e dell'intero Parlamento con il decreto Visco-Bersani.
Ma c'è un aspetto che dispiace profondamente e che, giustamente, è stato posto in evidenza in questo dibattito: un'impostazione faziosa e chiusamente ideologica di questa componente su questo terreno.
Come non riconoscere che, in tante parti del paese, nei quartieri e nelle aree degradate delle grandi metropoli, delle grandi aree urbane, ma anche in tanti piccoli comuni, gli oratori, le parrocchie sono l'unica realtà di ascolto, di attenzione, di aggregazione, di incontro, di vera solidarietà, di vera premura, di vera vicinanza ai fanciulli e ai giovani, ai soggetti fragili e deboli?
Per questa ragione, benissimo hanno fatto il relatore e il Governo ad esprimere parere contrario su questo emendamento, che va respinto, perché mostra soltanto un intento ideologico francamente sbagliato e inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, l'onorevole Giro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA GIRO. Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio voto contrario. All'amico Giachetti, agli amici della Margherita, vorrei dire che non provo alcun imbarazzo a parlare di questo emendamento. Anche i bambini, i più sprovveduti, sanno che qui non è in gioco il valore della laicità, il rapporto tra laici e cattolici. Stiamo parlando di un pasticcio, di un emendamento scritto male, vendicativo, punitivo e che raccoglie - ahimè - lo spirito di questo disegno di legge finanziaria.
Agli amici radicali rivolgo una domanda: ma non eravate contrari all'accanimento terapeutico?
La Chiesa cattolica non ha bisogno del vostro accanimento, gode di ottima salute, non deve essere convertita al credo laicista e vuole soltanto poter continuare liberamente il proprio mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, vorrei sommessamente ricordare che questo Parlamento, nella passata legislatura, ha approvato la legge sugli oratori che ha stabilito il carattere sociale di quelle istituzioni, così come hanno carattere sociale tutte le altre attività anche commerciali che si citano in questo emendamento. Vorrei far notare che, com'è un'attività socialmente utile quella degli oratori, così sono socialmente utili anche le altre attività e, in quanto tali, non mi pare debbano essere tassate (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).

Pag. 30

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Attili. Ne ha facoltà.

ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, voterò a favore dell'emendamento in esame perché ritengo che affronti un problema concreto: è vero che può essere meglio formulato e scritto, ma il problema è serio e concreto. Voler trasformare - è il senso di molti interventi - una questione così chiara in uno scontro che mette in discussione i principi della laicità dello Stato e la libertà religiosa è un errore ed è frutto, a mio avviso, di una sudditanza culturale che probabilmente trova la sua origine in una questione maggiormente di fondo. Forse, è arrivato il momento di rivedere il rapporto pattizio tra Stato e Chiesa e tornare a quel principio di libera Chiesa in libero Stato che i padri del Risorgimento italiano avevano già elaborato a metà dell'ottocento.

PRESIDENTE. Avverto l'Assemblea che tra poco passeremo ai voti, dato che vi sono gli ultimi due interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bocci. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, anch'io voterò contro l'emendamento in esame che nasconde una forma di laicismo stucchevole ed esasperato e rappresenta allo stesso tempo, come è stato ricordato da alcuni colleghi, un rigurgito di anticlericalismo del quale, onestamente, nel nostro paese nessuno avverte il bisogno. Anzi, credo che questo sia il tempo per superare atteggiamenti che persistono in un'inconsistente pattuglia di persone che marciano nel senso opposto alle tendenze della storia ed a quelle della politica. Oggi, c'è bisogno di luoghi, di spazi gestiti ed organizzati da laici e religiosi per aggregare, per ospitare, per educare e per formare. Facciamo pagare, quindi, chi fa veramente profitto e non chi fa gesti di solidarietà (Applausi di deputati del gruppo L'ULivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forlani. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, credo che questa sia un'epoca in cui si riscontra una diffusa confusione sul concetto di laicità della politica, sui rapporti tra Chiesa e Stato, tra Chiesa e politica. Rispetto al tema in discussione, mi riconosco nelle parole di un mio avversario, l'onorevole Falomi, intervenuto poco fa, ma anche di altri colleghi. Si è ingenerata in Assemblea una polemica di carattere religioso, di contrapposizione etico-religiosa, che a mio giudizio non è legata all'emendamento in esame. Penso che il problema sia la natura di un'imposta come l'ICI che, come dicevo anche qualche giorno fa, grava su un patrimonio immobiliare a prescindere dal reddito che tale patrimonio produce. Il grande errore fu, ad esempio, imporre l'ICI anche sulla prima casa che soddisfa un bisogno individuale inalienabile, quello appunto della casa, così come è assurdo imporre l'ICI su un bene che non dà reddito.
Se un bene immobile è adibito a pubblico dormitorio per chi non ha casa, gratuitamente e senza interesse, è assurdo che il bene, di per se stesso, sia gravato da un'imposta.
Questo è il vero concetto che giustifica l'esenzione anche per le organizzazioni non a fini di lucro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carlucci. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, vorrei fare un richiamo al buon senso e chiedere a tutti voi perché abbiamo dovuto ideologizzare questo scontro tra chi è a favore della Chiesa cattolica e chi non lo è.
Invece di sburocratizzare, noi stiamo burocratizzando, mentre bisognerebbe fare il conto di quante tonnellate di carta questa finanziaria obbligherà gli italiani a produrre. Con questo andazzo finiremo per tassare la pesca di beneficenza dei boy scout!Pag. 31
Io, invece, sono per l'estensione di questa opportunità a tutti coloro che fanno delle attività benefiche, che possono anche produrre un reddito, ma che serve a vantaggio degli altri. Quindi, anziché incartarci oggi in uno scontro tra chi è per la Chiesa cattolica e chi è contro, perché non ci mettiamo una mano sul cuore e cerchiamo di capire che queste attività vanno a vantaggio di tutti?
Abbiamo sentito bene, da altri interventi, che queste attività, che non sono finalizzate al lucro, ma che producono un vantaggio economico, non sono solo appannaggio della Chiesa cattolica. Quindi, sarei favorevole all'estensione a tutti di questa esenzione, perché altrimenti - ripeto - finiremmo con il tassare la pesca di beneficenza dei boy scout (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fouad Allam. Ne ha facoltà.

KHALED FOUAD ALLAM. Come dice qualcuno, in particolare il filosofo Habermas, viviamo in un contesto di società post-secolare e mi pare evidente che la laicità ha bisogno di essere riformulata, anche perché i problemi e le domande sono molto diverse da quelle di venti o trent'anni fa.
Comunque, anche io voterò contro questo emendamento, non soltanto per questo motivo, ma anche perché, ogni volta che si tratta di religioni, c'è qualcuno che pensa alla paranoia dell'invasione musulmana. Io, in quanto italiano prima e musulmano dopo, voterò contro, così da dimostrare che è possibile una convivenza fra italiani cristiani e italiani musulmani (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, ritengo che il Governo abbia dimenticato di tassare, per quanto riguarda gli oratori, le offerte che vengono fatte spontaneamente dai cittadini.
Veda, Presidente, ormai con il vostro Governo una sola cosa si può fare in Italia: non tassare la festa dell'Unità! Sappiamo cosa hanno fatto con il Bingo a Testaccio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ricevuto. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RICEVUTO. Signor Presidente, ho apprezzato l'intervento dell'onorevole Carlucci. Stiamo ideologizzando eccessivamente questo confronto, dividendo ancora di più il paese in due.
Anche io sono socialista, sono laico e, per quel che riguarda la fede, anche agnostico. Mi sento, però, di essere comprensivo e di comprendere pienamente il grande ruolo che, in talune realtà territoriali, svolgono alcune strutture cattoliche.
Rivolgo un invito ai vecchi compagni della Rosa nel pugno, perché, riscoprendo quel sentimento laico che è anche sintomatico di una grande serenità, facciano di tutto per evitare che questo scontro prosegua, ritirando l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 11.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 32
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi) (Vedi votazioni).

(Presenti 495
Votanti 464
Astenuti 31
Maggioranza 233
Hanno votato
29
Hanno votato
no 435).

Prendo atto che il deputato Cirielli ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario e che il deputato Mura avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 11.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. La norma attuale, al comma 1 dell'articolo 59 (abrogata, a riguardo, la disposizione in questione), disciplina le modalità di riscossione effettuate in modo autonomo dai comuni.
Pertanto, l'abrogazione costituisce un'arbitraria limitazione della libertà di organizzare la riscossione, sostanzialmente illegittima ed inefficace in quanto tale autonomia è parimenti esercitabile a norma dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 446. Tutta la materia dovrà, come per l'articolo 6, essere affrontata in sede di concertazione preventiva con i comuni.
Questo emendamento - mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, agli amici dei comuni - riguarda le modalità di riscossione dei tributi propri, materia che dovrà essere stabilita dai regolamenti dei comuni. Per tale motivo, si chiede la soppressione del comma 18.
Colleghi della maggioranza, parlate sempre degli interessi dei comuni. Fatelo veramente in maniera concreta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 504
Votanti 491
Astenuti 13
Maggioranza 246
Hanno votato
235
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 501
Votanti 486
Astenuti 15
Maggioranza 244
Hanno votato
230
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianfranco Conte 11.17
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, vorrei sottolineare che su altri emendamenti simili, gli emendamenti Uggé 11.18, Mazzocchi 11.19, D'Agrò 11.20 e 11.500 del Governo, è stato espresso parere favorevole.
Questo emendamento è identico, a differenza di una copertura in più che vorrei espungere dal testo. A fronte di questa Pag. 33modifica, vorrei che questo emendamento fosse valutato alla stessa stregua degli altri, compreso quello del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Ventura, quale è il suo avviso sulla proposta avanzata dall'onorevole Gianfranco Conte?

MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, a fronte della modifica intervenuta, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, se si mantiene nel testo il riferimento alla soppressione dei commi 19 e 20, eliminando tutto il resto, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
L'emendamento Gianfranco Conte 11.17, nel testo riformulato, sarà posto in votazione insieme agli identici emendamenti Uggè 11.18, Mazzocchi 11.19, D'Agrò 11.20 e 11.500 del Governo.
Comunico che la Presidenza non porrà in votazione il subemendamento Leone 0.11.500.1, erroneamente pubblicato, in quanto non riferibile all'emendamento del Governo 11.500 ed agli identici emendamenti Uggè 11.18, Mazzocchi 11.19 e D'Agrò 11.20, che si limitano a sopprimere i commi 19 e 20 del medesimo articolo 11.
Prendo atto che l'onorevole Leone ha aderito a questa precisazione.
Passiamo ai voti.

OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare per una richiesta di precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Mi pare di aver ascoltato, da parte del sottosegretario Grandi, tutto, eccetto la soppressione dei commi 19 e 20. Chiedo conferma al sottosegretario se è così.

PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, il sottosegretario parlava dei commi 19 e 20 con riferimento all'emendamento Gianfranco Conte 11.17, che è stato riformulato, eliminando il riferimento alla copertura finanziaria. Per tale motivo, il Governo ha espresso parere favorevole. Ho capito bene?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gianfranco Conte 11.17, nel testo riformulato, Uggè 11.18, Mazzocchi 11.19, D'Agrò 11.20 e 11.500 del Governo, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato
487
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Mura non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 505
Votanti 491
Astenuti 14
Maggioranza 246
Hanno votato
228
Hanno votato
no 263).Pag. 34

Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 11.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, le agevolazioni tributarie per i possessori di immobili storici e vincolati trovano una valida motivazione nella circostanza che, tendenzialmente, si tratta di fabbricati la cui manutenzione, anche in conseguenza dei vincoli, è estremamente onerosa, a fronte di una redditività non sempre significativa. Si pensi, ad esempio, a ville, castelli o dimore storiche utilizzati esclusivamente come abitazione per una o comunque per poche famiglie. Tali più che valide giustificazioni non trovano, poi, riscontro effettivo nella realtà, per diversi ordini di motivi, tra cui vi è il fatto che le sovrintendenze tendono a vincolare sempre più edifici nel loro complesso, anche nel caso in cui solo una parte degli stessi, come, ad esempio, portali o prospetti, sia significativa ai fini del vincolo. Ciò determina che le agevolazioni per l'ICI si applichino a tutte le unità immobiliari del caseggiato, quando, in realtà, solo alcune di esse o nessuna sono interessate da vincoli in maniera significativa.
La Corte costituzionale ha equiparato gli immobili posseduti da soggetti di carattere pubblico o assimilati a quelli posseduti da soggetti privati, pur a fronte di diversità sostanziali nei criteri del vincolo, per cui risultano vincolati e, quindi, usufruiscono di agevolazioni ICI edifici di scarso valore storico o artistico. L'utilizzo a scopi commerciali o, comunque, economici, di immobili storici, pur a fronte di eventuali maggiori oneri manutentivi, ha sicuramente una redditività elevata e, comunque, tale da non giustificare agevolazioni fiscali. La norma proposta con i commi 23-bis e 23-quater consente di meglio dimensionare il beneficio sugli immobili in questione materialmente più esposti ad oneri differenziali significativi. Dico questo perché sarebbe, per i comuni - mi rivolgo sempre al centrosinistra - una situazione di penalizzazione. Ho letto, proprio questa mattina, una dichiarazione del viceministro Visco: magari potessero fallire un comune o una regione. Da noi non è possibile. I comuni non possono fallire, ma se fosse possibile - dice - si potrebbe fare.
Con queste norme, che continuano a penalizzare i comuni, si corre il rischio che i comuni veramente falliscano e portino i libri contabili non al controllo delle competenti autorità statali, ma direttamente al tribunale fallimentare! Incominciamo veramente a pensare con serietà a non continuare a penalizzarli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, avendo notato che in aula è finalmente arrivato il viceministro D'Antoni e considerato che ieri abbiamo a lungo atteso questo evento, chiedo allo stesso viceministro D'Antoni se potesse non subito - quindi non c'è nessun intento ostruzionistico -, ma magari alla ripresa dei lavori pomeridiani, riferire su quanto ieri ha così a lungo appassionato l'Assemblea a proposito dello svuotamento dei fondi del FAS, anche atteso che il sottosegretario Enrico Letta ha parlato di una «copertura transitoria», definizione che ancora non era entrata nel vocabolario italiano, almeno per quanto riguarda questi argomenti. Chiedo pertanto se potessimo sapere quale sarà la copertura definitiva e, quindi, come si potrà risolvere il problema dei fondi del FAS. Saremo invero tutti, ritengo anche i colleghi della maggioranza, molto curiosi di avere tale delucidazione. Vorremmo, quantomeno, una comunicazione da parte del viceministro D'Antoni. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole La Loggia, il rappresentante del Governo ha preso atto della sua richiesta. La Presidenza, come si dice in questi casi, è a disposizione.

Pag. 35

NICOLA BONO. Chiedo di parlare ...

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Bono? Se intende intervenire sulla stessa questione evidenziata poc'anzi dall'onorevole La Loggia, la pregherei di soprassedere perché il tema in questione è stato già affrontato ampiamente e non credo, quindi, sia il caso di riaprire su di esso una nuova discussione.

NICOLA BONO. Presidente, parlando sull'ordine dei lavori, mi consenta di rivolgere al viceministro D'Antoni l'invito ad essere un po' più preciso, tenuto conto delle imprecisioni che lo stesso viceministro diffonde negli ultimi tempi a mezzo stampa in ordine alla finanziaria che, a suo dire, è rivolta, in modo particolare, a fare gli interessi del Mezzogiorno. Desidererei che il viceministro D'Antoni spiegasse come mai sono stati sottratti 1.334 milioni di euro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bono. Lei non sta sollevando una questione sull'ordine dei lavori, ma sta svolgendo un intervento di merito su un tema, lo ripeto, ampiamente approfondito ieri e su cui l'Assemblea è stata chiamata ad esprimersi votando una specifica proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 497
Votanti 484
Astenuti 13
Maggioranza 243
Hanno votato
226
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianfranco Conte 11.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà (Dai banchi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani si grida: Abusivo!).

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, credo che questa parte dell'articolo 11 rivesta una particolare rilevanza e, come tale, essa deve essere affrontata con la dovuta cautela.
Qui si sta parlando di concedere l'opportunità a non meglio identificate persone (in verità identificabili attraverso un provvedimento di un dirigente dell'ufficio) che fanno parte della struttura comunale di procedere all'accertamento e alla riscossione delle entrate tributarie. Se queste procedure sono affidate a dipendenti comunali entrati nella pubblica amministrazione attraverso un concorso, non sorgono problemi. Se però si prevede, come si rinviene nella prassi dei comuni, che soggetti esterni alla pubblica amministrazione - soggetti assunti a tempo determinato e non meglio qualificati perché riferibili a cooperative di servizi o a società che gestiscono alcuni «pezzi» della riscossione - siano compresi tra coloro che hanno la possibilità di svolgere verifiche, accertamenti, riscossione e quant'altro, ciò non ci trova d'accordo. In questo senso, sono personalmente favorevole con quanto previsto dal comma 25, con il quale si stabilisce l'esclusione, degli stessi soggetti indicati nel comma 24, dalla possibilità di esercitare anche funzioni di accertamento in ordine alle violazioni del codice della strada. Se non fosse così, qualsiasi dipendente pubblico potrebbe essere posto nelle condizioni di elevare multe e quant'altro, compito questo riservato ad alcuni comparti dell'amministrazione degli enti locali.
Complessivamente, quella in discussione, è una disposizione che va nella logica da voi perseguita, e cioè quella di parificare tali società per azioni private, e i soggetti che vi prestano lavoro, a quelle che lavorano nel settore pubblico. Lo avete Pag. 36già fatto per quanto concerneva la riscossione nei primi articoli e anche nel decreto fiscale dando a soggetti che nulla hanno a che vedere con la pubblica amministrazione - essendo dipendenti di società private - potestà che, francamente, eccedono le loro facoltà.
Questi sono argomenti che, probabilmente, finiranno davanti alla magistratura e anche davanti alla Corte costituzionale. Volete proseguire su questa strada? Fate pure ma non avrete il nostro assenso!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Con riferimento a questo emendamento, segnalo che noi abbiamo successivamente presentato degli emendamenti singoli, per i singoli commi (mentre, invece, l'emendamento dell'onorevole Gianfranco Conte riguarda complessivamente tutti i commi). Noi sosteniamo l'emendamento dell'onorevole Conte, ritenendolo valido.
Quando infatti è stato illustrato il disegno di legge finanziaria da parte di questo Governo, questo articolo, riguardante i poteri di accertamento e contestazione immediata, ha creato molta polemica perché si è parlato dei dipendenti comunali alla stregua di esattori di una sorta di Guardia di finanza comunale, insomma, di poteri esattoriali facilmente assegnati ai dipendenti comunali.
Non entriamo nella polemica se sia eccessivamente forte nei confronti dei contribuenti questo provvedimento. Cerchiamo invece di fare una valutazione di buon senso e di merito. Le disposizioni in questione riguardano le violazioni relative alle entrate spettanti all'ente locale sul proprio territorio o che in esso si verificano. Quindi, non solamente le entrate del comune ma anche quelle che, su quel territorio, sono imputabili ai cittadini (anche se non sono di pertinenza comunale).
Dunque, queste disposizioni, sulla base delle quali gli esattori comunali andranno ad operare, sono di portata ampia. Inoltre, questo compito potrà essere svolto non solo dagli esattori comunali ma anche da soggetti privati abilitati.
Sotto certi aspetti, contestiamo anche il discorso relativo alla privacy: in un periodo nel quale, sempre più spesso, la privacy è al centro dell'attenzione della pubblica opinione e dei soggetti competenti, si deve valutare con attenzione il modo in cui dare informazioni riguardanti determinati cittadini a soggetti privati abilitati, proprio a garanzia della privacy dei soggetti interessati che non avrebbero pagato le imposte.
Inoltre, riteniamo che introdurre all'interno dei comuni più piccoli la figura del dipendente comunale con il compito di fare l'esattore sia una ipotesi di difficile applicazione. Fare l'esattore è un'attività scomoda, antipatica, psicologicamente anche difficile. Quindi, l'individuazione di un determinato soggetto con il compito di recarsi presso un qualsiasi cittadino che non abbia pagato le tasse, è una misura di difficile applicazione.
Si guardi a cosa accade nel sistema bancario dove, molto spesso, il recupero dei crediti (in questo caso, si tratta di andare a recuperare le imposte non dovute) non viene più svolto dall'ufficio competente della banca bensì da soggetti disinteressati rispetto a quel territorio e non conosciuti, costituiti ad hoc dalla banca - nel massimo e regolare rispetto della privacy - che non introducono alcuna personalizzazione nell'attività di recupero del «non dovuto».
Questa eccessiva personalizzazione può invece darsi nel caso del dipendente comunale e per questo riteniamo di difficile applicazione l'ipotesi in discussione, anche perché si andrebbero a caricare gli uffici comunali e gli enti locali di un ulteriore onere per cui, di fronte ai tagli decisi con questa manovra, probabilmente ciò non sarebbe più neppure di loro competenza.
Si tratta, insomma, di una serie di motivazioni sia politiche - che abbiamo spiegato più volte nel corso della discussione su questo disegno di legge finanziaria - sia di merito, sia applicative, sia pratiche.

Pag. 37

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO. Signor Presidente, vorrei svolgere alcune brevi considerazioni ed apporre la mia firma all'emendamento 11.27 dell'onorevole Gianfranco Conte, che condivido pienamente.
Giustamente, l'onorevole Gianfranco Conte ha fatto presente come il problema si creerà in modo assoluto quando questa attività verrà delegata a soggetti non dipendenti dal comune.
Faccio presente che, anche nel caso di dipendenti comunali, probabilmente si sono sottovalutati gli effetti giuslavoristici di questa norma. È chiaro che, nel momento in cui si delegheranno ad un terzo soggetto attività che sono di fatto estranee al suo profilo lavoristico, ci saranno responsabilità in più che dovranno essere correlate a diritti. Penso alle persone che verranno gravate di questo onere. Se poi l'onore verrà loro tolto, potranno probabilmente far causa all'amministrazione per demansionamento. Tra l'altro, questo comma è fortemente connesso al comma 2, dove si dice che tali persone potranno anche essere titolate come messi notificatori, salvo una verifica della loro idoneità e degli eventuali corsi di formazione. Ritengo che questi due commi abbiano una natura fortemente ordinamentale. Probabilmente andavano stralciati dal disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 11.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 487
Votanti 478
Astenuti 9
Maggioranza 240
Hanno votato
229
Hanno votato
no 249).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 489
Votanti 479
Astenuti 10
Maggioranza 240
Hanno votato
227
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.29, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 484
Votanti 474
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
462
Hanno votato
no 12). Pag. 38

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 489
Votanti 477
Astenuti 12
Maggioranza 239
Hanno votato
227
Hanno votato
no 250).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486
Votanti 475
Astenuti 11
Maggioranza 238
Hanno votato
227
Hanno votato
no 248).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 11.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 492
Votanti 481
Astenuti 11
Maggioranza 241
Hanno votato
230
Hanno votato
no 251).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Peretti 11.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 494
Votanti 482
Astenuti 12
Maggioranza 242
Hanno votato
229
Hanno votato
no 253).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zorzato 11.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.

MARINO ZORZATO. Signor Presidente, il Governo in seno al Comitato dei nove aveva garantito che avrebbe approfondito l'esame dell'emendamento, che ha una valenza puramente tecnica. Non starò qui a tediare l'Assemblea con grandi ragionamenti. Dopo anni in cui il Governo ha spinto per trasformare da tassa a tariffa ciò che i cittadini pagano per i rifiuti, dal primo gennaio dell'anno prossimo si blocca l'introduzione della tariffa. Allora l'emendamento dice soltanto: a quei comuni che in questi mesi stanno lavorando per trasformare la loro procedura da tassa a tariffa, finché non approvano in consiglio comunale, per il bilancio di fine anno, la norma della trasformazione, consentiamo di utilizzare il sistema vigente. Quindi, mi pare opportuno che, per i comuni che da un anno stanno lavorando con i consorzi, con i bacini, con gli ATO provinciali e regionali per attivare la tariffa che da anni il Governo proponeva, resti aperta una specie di moratoria e, fino all'approvazione del bilancio, essi possano attivare la tariffa, che poi è ciò che il Governo vuole. Il Governo doveva darmi una risposta su questo. Ora chiedo al Governo se ha approfondito l'argomento. Pag. 39Lo ripeto: stiamo buttando via i soldi che - credo - venti, trenta, cinquanta comuni d'Italia hanno speso per attivare una procedura prevista dall'attuale normativa. Mi pare che sia poco buono buttar via economie fatte per ciò che fino a ieri e per dieci anni il Governo ha voluto.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avevo espresso su questo emendamento parere contrario in seno al Comitato dei nove; poi, su richiesta dell'onorevole Zorzato, mi ero impegnato a svolgere un approfondimento. L'approfondimento con gli uffici è stato effettuato e debbo confermare il parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zorzato 11.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 495
Votanti 481
Astenuti 14
Maggioranza 241
Hanno votato
229
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Leo 11.35, Mondello 11.36, Garavaglia 11.37 e D'Agrò 11.38, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 497
Votanti 486
Astenuti 11
Maggioranza 244
Hanno votato
232
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 11.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 499
Votanti 487
Astenuti 12
Maggioranza 244
Hanno votato
233
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Osvaldo Napoli 11.42 e Saglia 11.43, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato
234
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che l'onorevole Carra ha espresso erroneamente un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 11.44.Pag. 40
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. La lotta all'evasione e all'elusione sia della TARSU sia della tariffa di igiene ambientale potrebbe avere efficacia se i comuni avessero la possibilità di attingere alle banche dati anagrafiche di altre utenze, ad esempio quelle elettriche, per poter individuare i beneficiari del servizio di igiene ambientale. È il minimo di collaborazione che ci dovrebbe essere fra enti pubblici e società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo a nome del mio gruppo per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento in esame, che effettivamente può risolvere un problema molto sentito e specifico. Soprattutto in alcune realtà particolarmente urbanizzate, abbiamo il problema del controllo dell'effettivo riferimento alla persona che ha in affitto un appartamento, in particolare quando si ha a che fare con extracomunitari. Avviene spesso che l'extracomunitario affitti regolarmente, dopodiché subaffitta ad altri extracomunitari in maniera irregolare. In questo modo sfugge completamente al comune la possibilità di effettuare controlli e di poter ricevere quanto dovuto per la tariffa rifiuti. L'incrocio dei dati fra il consumo dell'acqua e del gas potrebbe risolvere alla radice il problema e consentire anche un controllo effettivo di chi abita negli appartamenti, per cui questo emendamento è particolarmente importante.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Pedrizzi, che l'ha chiesta per dichiarazione di voto vorrei proporre all'Assemblea di proseguire i lavori antimeridiani fino alla conclusione dell'esame degli ultimi tre emendamenti relativi all'articolo 11, che mi sembrano abbastanza semplici, rinviando alla ripresa pomeridiana dei lavori le dichiarazioni di voto sull'articolo e differendo l'inizio della stessa di 30 minuti, cioé alle 15,30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.

RICCARDO PEDRIZZI. Presidente, quello dell'evasione e dell'elusione delle tasse comunali è un fenomeno che si va ampliando, per cui chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento in esame e dichiaro che voterò a favore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, giustamente viene rimarcato che in Assemblea nessuno decide nulla. Lei ha fatto una proposta e la pregherei di porla in votazione.

ELIO VITO. No! No! La Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso diversamente!

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, lei ha formulato la proposta di concludere la seduta antimeridiana con il voto degli emendamenti sull'articolo 11 e riprendere alle ore 15,30.

ELIO VITO. Se volete esaminare i restanti emendamenti all'articolo 11, rimaniamo qui fino alle 15!

ROBERTO GIACHETTI. È una proposta che facciamo nostra e la preghiamo, come è successo ieri, per tre volte di seguito, di sottoporla al voto dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, essendo stabilito che la seduta antimeridiana termini alle 13,30, la mia era una proposta che richiedeva una condivisione unanime - che constato non sussistere - e, quindi, non mi permetto di porla in votazione, anche perché è una proposta della Presidenza e non proviene dall'Assemblea.Pag. 41
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Rinuncia a parlare!

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, non rinuncio ad intervenire, perché se vi è un emendamento giusto non accetto neanche dal mio capogruppo che mi si dica di non parlare per problemi di orario.
Nella finanziaria si chiede di aumentare la lotta all'evasione e l'emendamento Osvaldo Napoli 11.44 consente ai comuni di accedere ad utenze elettriche o dell'acqua per controllare l'evasione fiscale. Ritengo, perciò, assurdo il parere contrario espresso dal Governo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Presidente! Presidente!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 483
Votanti 468
Astenuti 15
Maggioranza 235
Hanno votato
233
Hanno votato
no 235).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, intervengo solo per rendere una comunicazione. La riunione dell'Ufficio di Presidenza è ancora in corso; pertanto, sospendo ulteriormente la seduta fino alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,10.



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