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Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione A.C. 3025-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3025-A)

PRESIDENTE. Chiedo al Viceministro Bastico se voglia avanzare immediatamente la proposta di riformulazione relativa all'ordine del giorno Turco n. 9/3025/23 accantonato, già annunciata nella parte antimeridiana della seduta, ovvero se si riservi di farlo successivamente. Prego, Viceministro.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, come già anticipato nella parte antimeridiana della seduta, proporrei all'onorevole Turco, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/3025/23, una riformulazione di cui darò lettura. Si propone di riformulare il dispositivo nei termini seguenti: «impegna il Governo a rivedere complessivamente il sistema dei crediti scolastici e formativi per l'ammissione agli esami di Stato; ad adottare le opportune iniziative volte a garantire che la frequenza o meno all'insegnamento della religione cattolica non costituisca fattore di discriminazione tra gli studenti, ai fini della determinazione del credito scolastico per l'ammissione agli esami di Stato; ad assicurare che le istituzioni scolastiche garantiscano, sulla base delle richieste delle famiglie degli studenti, l'offerta di attività scolastiche alternative all'interno delle istituzioni stesse; ad assicurare che le scuole determinino le modalità di valutazione per la determinazione del credito scolastico e formativo delle attività alternative e degli studi individuali».

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Turco accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3025/23 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Mellano n. 9/3025/24 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/3025/25.

MAURIZIO TURCO. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con l'ordine del giorno D'Elia n. 9/3025/25, chiediamo di ristabilire quell'equità tra gli insegnanti di religione e gli insegnanti di tutte le altre materie, sia precari che di ruolo. Infatti, gli insegnanti della scuola pubblica - siano essi precari o di ruolo - accusano una differenza retributiva nei confronti dei loro colleghi insegnanti di religione. Si tratta di una differenza retributiva assolutamente ingiustificata e contraria non solo alla normativa nazionale, ma - vorrei sottolinearlo - anche alla normativa comunitaria, aprendo così la possibilità di ricorsi in sede comunitaria di cui il nostro Paese non ha alcun bisogno.
Pertanto, chiediamo al Governo di adottare tutte le iniziative volte ad equiparare le retribuzioni del personale docente della scuola pubblica a quello degli insegnanti di religione nei corsi di insegnamento ove quest'ultima materia sia prevista.
Va, infatti, ricordato che, nel 1980, considerato che gli insegnanti di religionePag. 74avevano incarichi annuali e non avrebbero mai avuto la prospettiva di un inquadramento nella scuola pubblica, veniva loro riconosciuto un aumento di stipendio biennale del 2,50 per cento.
Tale aumento, nel momento in cui gli insegnanti di religione sono diventati insegnanti di ruolo, è stato di fatto stabilizzato.
Ci rendiamo conto dei problemi, soprattutto di ordine economico, che solleviamo con l'ordine del giorno al nostro esame, ma vi è una questione di diritto da rispettare (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, l'onorevole Turco ha già illustrato qual è l'origine di tale differenziazione che è relativa ad un assegno personale per gli insegnanti di religione.
Si tratta di una norma contenuta in una legge del 1980 che partiva dalla considerazione che non era prevista l'immissione in ruolo di questi insegnanti e, quindi, garantiva scatti biennali di anzianità dopo una permanenza di almeno quattro anni nell'insegnamento dei docenti di religione.
Tale norma è in vigore e lo era anche nel momento dell'immissione in ruolo degli insegnanti di religione, decisa dal precedente Governo.
A tal fine, vorrei ricordare una norma della legge del 3 febbraio 2006, n. 27 che, all'articolo 1-ter, proprio al fine di superare una diversità di trattamento economico, stabilisce che gli insegnanti di religione, destinatari dei ruoli previsti, conservano tale assegno personale. Esso, però, deve essere riassorbito con i futuri miglioramenti economici e di carriera per l'eventuale differenza tra il trattamento economico in godimento e quello spettante in applicazione del suddetto inquadramento.
Quindi, la situazione di differenziazione è di carattere transitorio, dal momento che tale riassorbimento è già previsto in maniera progressiva da una legge. Credo che il Parlamento abbia previsto tale disciplina proprio per non togliere all'improvviso una condizione economica ad una parte del corpo docente. Pertanto, ritengo che la richiesta formulata nell'ordine del giorno in esame non sia accettabile da parte del Governo. Non ho, infatti, accettato l'ordine del giorno, perché non ha alcun tipo di sostenibilità economica: se applicassimo il medesimo meccanismo della progressione di carriera a tutti gli insegnanti il costo sarebbe assolutamente insostenibile.
Ciò che intendiamo garantire è la parità di trattamento e, pertanto, propongo una riformulazione dell'ordine del giorno volta ad impegnare il Governo ad una puntuale applicazione dell'articolo 1-ter della legge 3 febbraio 2006, n. 27, finalizzata al riassorbimento dell'assegno personale degli insegnanti di religione sulla base dei miglioramenti economici e di carriera, affinché siano equiparate le retribuzioni di tutto il personale docente.

PRESIDENTE. Deputato Turco accetta la riformulazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/3025/25?

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, esiste già una causa davanti al giudice del lavoro e il Ministero della pubblica istruzione è stato convocato il 26 ottobre. Penso che in quella sede otterremo una risposta diversa e, pertanto, non accetto la riformulazione proposta ed insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ricordo che il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA. Signor Presidente, naturalmente ci riconosciamo nella risposta che ha dato il Governo. Ricordo esattamente tale questione avendo avuto - all'epoca - responsabilità di Governo.Pag. 75
Voglio solo far notare all'Assemblea ed alle forze di centro del centrosinistra l'accanimento terapeutico nei confronti dell'insegnamento della religione cattolica, degli insegnanti della religione cattolica e, quindi, forse ciò giustifica, non so se totalmente o in parte, le preoccupazioni che abbiamo manifestato questa mattina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, penso che dobbiamo fare un po' di chiarezza, perché la questione è molto semplice: onorevole Aprea, non si tratta di alcun accanimento terapeutico, ma di un caso di disuguaglianza di trattamento fra insegnanti ugualmente precari.
Questo è il punto di fondo! Nel nostro sistema vi è una situazione per cui gli insegnanti precari di religione, e solo loro, hanno un trattamento diverso in termini di ricostruzione progressiva della carriera economica rispetto agli altri insegnanti precari.
Questa norma, introdotta con la legge del 1980, aveva una ratio quando per gli insegnanti di religione non era prevista l'immissione in ruolo. Dal momento che, come sappiamo, il problema dell'immissione in ruolo è stato risolto (anche gli insegnanti di religione sono stati immessi in ruolo), anche se nelle modalità che non abbiamo condiviso, il problema di fondo è che non vi è più ragione per cui questa disuguaglianza di trattamento debba permanere. Questo elemento di disuguaglianza non può essere più sostenuto da alcun tipo di sostanziale motivazione.
Siamo, quindi, di fronte ad una categoria di precari, in un contesto di precariato diffuso: ovviamente non tutto il precariato è stato assorbito e chiaramente speriamo che presto ciò avvenga, in una situazione di trattamento privilegiato.
Crediamo che questa cosa non sia assolutamente sostenibile e che debba essere risolta o estendendo questo trattamento di ricostruzione progressiva della carriera economica anche agli altri insegnanti precari, che da dieci, quindici anni hanno lavorato in queste condizioni nella scuola pubblica o, comunque, revocando questo trattamento privilegiato agli insegnanti precari di religione.
Questo è il punto! Questa è la ratio di fondo! Perciò, sosteniamo l'ordine del giorno ed io personalmente lo sottoscrivo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, al di là dello sconcerto per i toni che questa discussione ha assunto anche nel corso della mattinata, con un'analisi, un dibattito di tipo ideologico che nulla ha a che vedere con le argomentazioni relative alla questione al nostro esame, voteremo contro questo ordine del giorno e preciso che siamo anche contrari all'ordine del giorno precedente, in quanto quella riformulazione snatura il vero senso dell'ora di religione, che è un'ora facoltativa.
Si è, quindi, sostanzialmente spostato l'argomento su un piano ideologico, senza attenersi alla veridicità del testo. Ritengo che non vi sia alcuna discriminazione: i due precariati, quello degli insegnanti di religione e quello dei docenti ordinari, sono di diversa natura, come ha ben spiegato il Viceministro Bastico, e questo è sufficiente a far capire che non esiste alcun tipo di discriminazione ma che, anzi, gli insegnanti di religione, fino alla precedente legge, avevano un altro tipo di incarico.
Il voto del gruppo di Alleanza Nazionale su questo ordine del giorno, quindi, sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, mi fa piacere sentire rumoreggiare i colleghi della sinistra...!

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PRESIDENTE. Mi scusi, lei è già intervenuta due volte nel corso della discussione degli ordini del giorno.

PAOLA GOISIS. Ma non su questo ordine del giorno!

PRESIDENTE. Come la Presidenza ha già fatto notare questa mattina, ai sensi dell'articolo 88, comma 1, terzo periodo, del Regolamento, ciascun deputato - mi ascolti, per favore - può dichiarare il proprio voto sugli ordini del giorno con un unico intervento sul loro complesso per non più di cinque minuti, o con non più di due interventi distinti per una durata complessiva non superiore. Lei è già intervenuta per dichiarazione di voto due volte, quindi non posso darle la parola. Mi dispiace molto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elia, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo. Ne ha facoltà.

SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, mi rivolgo al rappresentante del Governo, la quale ha proposto una riformulazione del dispositivo che coincide esattamente con il testo di una legge che il Governo è già tenuto a rispettare. Quindi, il Governo non ci può proporre una formulazione che impegni il Governo a rispettare una legge che già lo stesso dovrebbe rispettare. Poniamo una questione molto semplice. Lei riconosce che oggi esiste una disparità di trattamento: non può dirci che tale problematica verrà risolta domani, quando vi saranno gli aumenti anche per gli altri insegnanti. Oggi c'è questa disparità: l'unico modo per sanarla è disporre una moratoria...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

SERGIO D'ELIA. ...fermo restando quel tipo di trattamento, di disparità a favore degli insegnanti di religione...

PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.

SERGIO D'ELIA. ...in attesa che saranno disposti gli aumenti per gli altri. Questo è il motivo per cui manteniamo e invitiamo a votare a favore dell'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sasso, alla quale ricordo che ha a disposizione due minuti e mezzo circa. Ne ha facoltà.

ALBA SASSO. Signor Presidente, credo che la questione in esame derivi dal fatto che, quando sono stati immessi in ruolo gli insegnanti di religione, non è stato eliminato l'assegno ad personam nei confronti dei precari: c'è quindi una situazione di disparità tra precari. Non vi è alcun accanimento contro gli insegnanti di religione, ma siamo in presenza di una disparità. Poiché è in atto un contenzioso su questo terreno per cui è stato chiamato in giudizio il Ministero, credo che l'ordine del giorno sia giusto. Pertanto, lo sottoscrivo e voto a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Elia n. 9/3025/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 430
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato
81
Hanno votato
no 349).

Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9/3025/26, accolto come raccomandazione dal Governo.

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VALENTINA APREA. Signor Presidente, accolgo naturalmente l'invito del Governo, ma la sua risposta è stata molto generica. Mi rendo conto che l'istituto è in una fase di riorganizzazione, di ristrutturazione, e chiedo di non tralasciare questo aspetto, perché, come il Viceministro sa, non possiamo lasciare la scuola nell'autoreferenzialità più totale: abbiamo bisogno anche e soprattutto, rispetto agli esiti dei processi formativi, di confrontarci con le attese del Ministero del lavoro e con gli impegni e le risorse che investono le regioni.

PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Aprea non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3025/26.
Onorevole Fasolino, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3025/27?

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, vorrei chiedere al Viceministro: la riformulazione riguarda solo il secondo capoverso della premessa, o altre parti dell'ordine del giorno? Perché se riguarda solo il secondo capoverso della premessa, sono d'accordo.

PRESIDENTE. Qual è la riformulazione proposta dal Governo?

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, avevo chiesto una riformulazione soppressiva del secondo capoverso del dispositivo, dal momento che l'attribuzione degli insegnanti di sostegno non dipende dalle aspettative e dai suggerimenti dei docenti e delle famiglie, bensì dalla certificazione che ne fanno le commissioni e da un'organizzazione scolastica complessiva.
Pertanto, il Governo accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/3025/27, tanto nella parte motiva quanto nella parte dispositiva, a condizione che sia soppresso il secondo capoverso di quest'ultima.

PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, accetta la riformulazione testé proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3025/27 ?

GAETANO FASOLINO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Fasolino non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Barbieri n. 9/3025/28, non accettato dal Governo.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, desidero solo chiedere spiegazioni sulle ragioni per le quali questo ordine del giorno non è stato accettato. Esso, infatti, non stravolge ciò che è stato deciso con la legge finanziaria per l'anno 2007 e con il presente provvedimento: si limita a chiedere una garanzia ed un ulteriore impegno da parte del Ministero per assicurare la terzietà del sistema di valutazione, controllo e verifica, così come esso è stato pensato quando è stato costituito l'Invalsi. Noi abbiamo criticato il fatto che tale istituto sia stato trasformato da ente di ricerca in qualcos'altro, ed abbiamo criticato anche la riduzione dei suoi componenti da otto a tre: questo però non significa che non si possa garantire la terzietà dell'istituto nella valutazione, al fine di dotare le scuole di un ulteriore strumento per svolgere al meglio il loro mestiere. Non mi spiego dunque cosa possa avere indotto il Viceministro Bastico a non accettare questo ordine del giorno.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, con riferimento ad aspetti contenuti nell'ultimo capoverso delle premesse: «in tal modo si profila un'attività ministeriale invasiva, auto referente», eventualmente si potrebbe proporre una riformulazione in senso soppressivo. Inoltre, in relazione al dispositivo, la formulazione, secondo la quale si impegna il Governo a valutare un più oggettivo sistema di valutazione del sistema scolastico, che si fondi, a frontePag. 78della potenziale prevaricazione da parte del Ministero della pubblica istruzione sulle funzioni dell'organo controllante, non è per noi accettabile. È infatti la legge istitutiva stessa che prevede la direttiva del Ministero.
Ciò detto, il Governo accetta l'ordine del giorno Barbieri n. 9/3025/28, tanto nella parte motiva quanto in quella dispositiva, a condizione che esso venga riformulato nel senso di sopprimere l'ultimo capoverso delle premesse e, nella parte dispositiva, le parole: «a fronte della potenziale prevaricazione da parte del Ministero della pubblica istruzione sulle funzioni dell'organo controllante».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione testé proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbieri n. 9/3025/28.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, cerco di non far perder tempo all'Assemblea. Prima della chiusura dei nostri lavori antimeridiani - se così si possono descrivere - il Viceministro Bastico, svolgendo un chiarimento a proposito dell'ordine del giorno che poi è stato riformulato, aveva assicurato che avrebbe portato in aula tutti i riferimenti che potevano chiarire l'«andazzo» dei crediti, nonché un elenco specifico di tutte le materie che potevano, oltre all'ora di religione...

CARMEN MOTTA. Ma lo abbiamo già votato!

LUCA VOLONTÈ. È vero, ma dal momento che questo elenco non è stato portato...

PRESIDENTE. Mi pare in effetti che la questione sia stata superata.

LUCA VOLONTÈ. Capisco, ma a me, come singolo deputato, non può interessare tale elenco che il Governo aveva promesso di presentare? Indipendentemente dal voto si tratta di qualcosa di importante.

PRESIDENTE. Abbiamo registrato la richiesta che ha avanzato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3025/29, non accettato dal Governo.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, siccome sono stati accettati quasi tutti gli ordini del giorno presentati tranne i tre proposti dal nostro gruppo, che non sono stati accettati, mi sono domandata per quale ragione ciò sia avvenuto: mi sembra giusto e doveroso chiedere spiegazioni innanzitutto al Governo (le Commissioni e i colleghi decideranno poi come credono), considerato anche che, in precedenza, abbiamo incontrato una formulazione che poteva in qualche modo «irritare» il Ministero e abbiamo poi trovato il modo perché fosse accolta.
Nel caso considerato dall'ordine del giorno in esame si tratta della stessa faccenda: cambia il tema, ma il problema è lo stesso. Non si propone di stravolgere l'istituto del tempo pieno, che ormai con il disegno di legge di conversione in discussione passerà, anche se non ci trova d'accordo.
Il problema, una volta istituito il tempo pieno ed invalsa tale prassi, è di cercare di stimolare il Governo ad operare una sorta di verifica: tutte le leggi e tutte le proposte prevedono sempre un tempo di verifica, secondo una prassi giusta e doverosa, che valuti la ricaduta, gli effetti prodotti e quanto viene a verificarsi.
Per quale motivo non si deve immaginare una verifica ed un controllo di come viene proposto, vissuto, scelto dalle famiglie ed interpretato il tempo pieno, nel momento in cui, insisto, in tutti i Paesi europei va riducendosi il tempo che i ragazzi passano in classe (vi è, addirittura, una proposta in Francia di abbassare, inPag. 79maniera drastica, il numero delle ore che i ragazzi passano a scuola)?
Non vedo perché, nel caso di specie, non si possa monitorare in qualche modo e verificare l'effettiva utilità del tempo pieno così come è stato proposto, che rischia altrimenti di diventare un «tempo vuoto».

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, non ho obiezioni circa la proposta di una verifica; mantengo invece la contrarietà sulla premessa che fornisce una serie di valutazioni sul tempo pieno da noi non condivise e su una parte del dispositivo.
Quindi, il Governo accetta l'ordine del giorno se riformulato limitando il dispositivo alla parte in cui «impegna il Governo a monitorare l'attuazione delle disposizioni recate dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge in esame, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative volte a rivedere le linee centrali del tempo pieno». Tutto il resto, comprese le valutazioni e i giudizi, non è condiviso. Pertanto, confermo che se il presentatore dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3025/29 non accoglie la riformulazione proposta, il Governo non accetta tale ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3025/29 proposta dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/3025/30, non accettato dal Governo.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, il problema delle classi primavera è molto serio e continuo ad essere abbastanza meravigliata del fatto che, secondo me, viene preso - diciamo così - sotto gamba, poiché si vuole in qualche modo accorpare queste classi alle scuole materne o dell'infanzia che hanno problemi completamente diversi.

PRESIDENTE. Mi scusi deputata Capitanio Santolini, poiché vale la stessa regola per tutti, la prego di formulare soltanto la sua richiesta, perché lei non ha diritto a prendere la parola per dichiarazione di voto essendo già intervenuta.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Il problema è sempre quello della verifica. Siccome si dice che le classi primavera sono istituite in via sperimentale e viene affermato che bisogna in qualche modo ancora formare i docenti, chiedo se sia possibile impegnare il Governo ad una verifica, un controllo e una successiva relazione in Assemblea di quello che sta succedendo e succederà.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Accedo alla richiesta dell'onorevole Capitanio Santolini, e quindi propongo di sopprimere le premesse che non condivido nei contenuti, riformulando il dispositivo nel seguente modo: «impegna il Governo ad effettuare una verifica sulla sperimentazione delle sezioni a tempo pieno» (si tratta di una sperimentazione di quest'anno, e quindi dobbiamo farla partire). Rimane, inoltre, il terzo capoverso relativo alla predisposizione dei necessari strumenti per un'adeguata formazione personale cui spetterà la gestione dei nuovi percorsi.
Il Governo, quindi, accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3025/30, a condizione che sia accolta la riformulazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/3025/30.Pag. 80
Prendo, altresì, atto che i presentatori dell'ordine del giorno Folena n. 9/3025/31, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.



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