ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06341

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 276 del 20/02/2008
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: SOCIALISTI E RADICALI-RNP
Data firma: 20/02/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
BELTRANDI MARCOSOCIALISTI E RADICALI-RNP20/02/2008
D'ELIA SERGIOSOCIALISTI E RADICALI-RNP20/02/2008
PORETTI DONATELLASOCIALISTI E RADICALI-RNP20/02/2008
MELLANO BRUNOSOCIALISTI E RADICALI-RNP20/02/2008
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 20/02/2008
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
SOLLECITO IL 27/02/2008
SOLLECITO IL 08/04/2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06341
presentata da
MAURIZIO TURCO
mercoledì 20 febbraio 2008 nella seduta n.276

TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, PORETTI e MELLANO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni.
- Per sapere - premesso che:

il 18 febbraio 2008 il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha dichiarato che «Le sentenze della Corte di Giustizia europea devono essere rispettate. La Corte ha detto che si deve ristabilire la legalità: ridare a Europa 7 quello che è di Europa 7 e trasferire Retequattro sul satellite»;

il 20 novembre 2002 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 46, bocciò la legge Maccanico del 1997, affermando che la stessa, oltre a non aver dato seguito alla sentenza n. 420 del 1994, che aveva dichiarato illegittimo il duopolio Rai-Fininvest, aveva peggiorato la situazione «con effetti ulteriormente negativi sui principi del pluralismo e della concorrenza, e con aggravamento delle concentrazioni». Secondo i giudici costituzionali, la legge Maccanico «non garantisce l'attuazione del principio del pluralismo informativo, che rappresenta uno degli imperativi ineludibili» stabiliti dalla Costituzione e da quattro direttive europee, e Retequattro, uno dei tre network berlusconiani, avrebbe dovuto trasferirsi sul satellite, liberando le frequenze nell'etere a vantaggio di nuovi editori, entro il 31 dicembre del 2003;

in seguito, una serie di leggi e decisioni giudiziarie, ignorando le decisioni della Consulta, ha permesso a Retequattro di proseguire le sue trasmissioni; in particolare la legge Gasparri, firmata dal Governo Berlusconi, ha permesso a Retequattro di rimanere al suo posto;

la Quarta Sezione della Corte di Giustizia del Lussemburgo ha stabilito che il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva «è contrario al diritto comunitario» e «non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati». La sentenza, pubblicata , ha stabilito che: «L'articolo 49 CE e, a decorrere dal momento della loro applicabilità, l'articolo 9, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva "quadro"), gli articoli 5, nn. 1 e 2, secondo comma, e 7, n. 3, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva "autorizzazioni"), nonché l'articolo 4 della direttiva della Commissione 16 settembre 2002, 2002/77/CE, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, devono essere interpretati nel senso che essi ostano, in materia di trasmissione televisiva, ad una normativa nazionale la cui applicazione conduca a che un operatore titolare di una concessione si trovi nell'impossibilità di trasmettere in mancanza di frequenze di trasmissione assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati»;

il Centro Europa 7 s.r.l. sin dal 1999, avendo vinto la gara per ottenere la concessione, avrebbe dovuto poter trasmettere su tutto il territorio nazionale, ma non ha potuto farlo, perché Retequattro, emittente del gruppo Mediaset, di proprietà dell'ex Presidente del Consiglio e attuale leader dell'opposizione Silvio Berlusconi, ha illegittimamente continuato ad occupare le frequenze -:

quali misure il Governo intenda adottare per dare seguito alla sentenza della Corte di Giustizia e per ripristinare tempestivamente la legalità violata, ponendo riparo ad una situazione che nega i principi dello Stato di diritto e che ipoteca la possibilità di un futuro democratico per il nostro Paese.(4-06341)
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA, RADIOTELEVISIONE, TELECOMUNICAZIONI, UNIONE EUROPEA