ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00244

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 235 del 05/11/2007
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: LA ROSA NEL PUGNO
Data firma: 05/11/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
D'ELIA SERGIOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
BELTRANDI MARCOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
PORETTI DONATELLALA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
MELLANO BRUNOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
DELLA VEDOVA BENEDETTOFORZA ITALIA05/11/2007
BUGLIO SALVATOREL'ULIVO05/11/2007
CREMA GIOVANNILA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
ANTINUCCI RAPISARDOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
SCHIETROMA GIAN FRANCOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
DI GIOIA LELLOLA ROSA NEL PUGNO05/11/2007
NANNICINI ROLANDOL'ULIVO05/11/2007
Stato iter:
IN CORSO

Atto Camera

Mozione 1-00244
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 5 novembre 2007 nella seduta n.235

La Camera,

premesso che:

secondo i dati ISTAT il tasso di crescita economica dell'Italia si è fermato ad un modesto 0,1 per cento nel secondo trimestre del 2007, il più basso dalla fine del 2005 - anno della crescita zero - il che proietta l'aumento del PIL tra l'1,7 per cento e l'1,8 per cento su base annua, quindi al di sotto del 2 per cento previsto inizialmente dal Governo;

secondo anche la Banca d'Italia (Bollettino Economico n. 50, ottobre 2007) dalla fine del 2006 c'è stato un rallentamento dell'attività economica in Italia, sfociato nel sostanziale ristagno nel secondo trimestre;

secondo l'ultimo superindice dell'OCSE (Cli-Composite leading indicator, agosto 2007) l'Italia registra un'ulteriore perdita dell'1 per cento ad agosto, mentre si conferma il trend negativo iniziato dal luglio 2006;

sempre secondo il predetto superindice la fase di moderata crescita nell'area OCSE sembra terminata, con una flessione di tutte le sette maggiori economie;

secondo il Fondo Monetario Internazionale (Outlook, ottobre 2007) la crescita economica mondiale è in frenata, con previsioni del PIL mondiale riviste al ribasso dello 0,4 per cento, soprattutto a causa delle contrazioni degli Stati Uniti e, in minor misura dell'Europa;

sempre secondo le previsioni del FMI l'Italia dovrebbe crescere nel 2008 dell'1,3 per cento, quindi con la peggior performance di tutta l'Europa, che vede infatti la Spagna al 2,7 per cento, la Gran Bretagna al 2,3 per cento e Germania e Francia al 2 per cento;

nel contempo il debito pubblico italiano, secondo la Banca d'Italia (Bollettino Economico - ottobre 2007) ha raggiunto la notevole cifra di 1.620,373 miliardi di euro, secondo peggior risultato della nostra storia, con un incremento di circa 29 miliardi (+1,82 per cento) sull'analogo periodo del 2006 e di circa 45 miliardi (+2,85 per cento) rispetto alla fine dell'anno scorso;

secondo la Relazione previsionale e programmatica per il 2008 le spese per interessi a fronte dell'abnorme volume del nostro debito, che erano ammontate a 67,552 miliardi di euro nel 2006 saliranno a 74,534 miliardi nell'anno 2007, quindi con un incremento di quasi 7 miliardi, pari al 10,3 per cento;

sempre secondo la Rpp 2008 è in crescita l'incidenza percentuale degli interessi sul PIL, passando dal 4,5 per cento del 2005 al 4,8 per cento del 2007; mentre si prevede che rimarrà stazionaria negli anni prossimi, quindi senza alcun sensibile miglioramento come dovrebbe essere auspicato, restando detto rapporto «spesa per interessi/PIL» fermo al 4,8 per cento anche nel 2011;

secondo l'Aggiornamento del Dpef 2008-2011 si continua a registrare un incremento delle spese correnti al netto degli interessi dell'ordine di oltre 25 miliardi nel 2007 (+4,3 per cento), mentre si prevede per il quinquennio 2007-2011 un aumento medio del 2,7 per cento, quindi senza alcun positivo accenno di invertire questa tendenza;

secondo la Banca d'Italia (B.E. ottobre 2007) «nel biennio 2007-2008 l'incidenza della spesa primaria corrente sul PIL rimane costante sui valori massimi degli ultimi decenni»;

appare non rassicurante lo scenario economico mondiale, anche perché non risulta ancora chiaro quanto della cosiddetta crisi statunitense dei mutui sub prime sia rimasto sommerso e quale incidenza sull'economia reale potrà ancora avere, anche per il nostro Paese;

sebbene la Banca Centrale Europea abbia procrastinato il previsto incremento dei tassi a causa dell'emergenza derivante dalle turbolenze sui mercati mobiliari mondiali, come fatto rilevare recentemente dal dottor Bini Smaghi, membro del Comitato Esecutivo della BCE, la sola percezione di possibili, nuove posizioni di «sofferenza» nel sistema bancario internazionale, ha fatto salire al 4,75 per cento il costo del denaro «interbancario», di fatto pari ad un aumento di mezzo punto dei tassi, con un impatto decisamente negativo non solo sulla crescita europea, ma anche sul «servizio del debito» italiano e, quindi, sul nostro bilancio, avuto riguardo all'imponenza dello stock del debito pubblico;

risultano totalmente condivisibili le considerazioni della Banca d'Italia (B.E. ottobre 2007) in merito all'esigenza che «il contenimento della spesa primaria corrente sia il problema centrale della finanza pubblica italiana»;

nel rapporto presentato nel settembre 2007 dal Ministro dell'economia e delle finanze (Libro verde sulla spesa pubblica) vi è una chiara ed impietosa disamina del grave stato della nostra spesa pubblica, troppo alta in quantità e troppo scadente in qualità, è da condividere l'affermazione della Banca d'Italia (B.E. ottobre 2007) quando, a questo proposito, sottolinea che «gli studi diffusi dal Ministro dell'economia e delle finanze mostrano che vi sono ampi margini per ottenere risparmi senza compromettere il conseguimento degli obiettivi fondamentali dell'azione pubblica»;

diventa fondamentale che:

a) anche nel corso del presente esercizio si pongano le basi e si attivino politiche volte non solo al rilancio dello sviluppo ma anche, e soprattutto, alla soluzione in tempi ragionevolmente rapidi, del grande problema del debito pubblico;

b) il tema del debito pubblico assuma le caratteristiche di questione prioritaria e centrale per la nostra politica economica, e che si affronti radicalmente la necessità ineludibile del rientro dal debito recependo i suggerimenti del Governatore della Banca d'Italia, degli organismi internazionali, dell'Unione europea e dei tanti esperti, ben sintetizzati dall'intervento nell'agosto scorso del Presidente Emerito Ciampi, laddove sottolineava con forza come la via maestra fosse la stessa di quella seguita con successo nel 1998, e cioè quella basata su di un'adeguata, e continua, riduzione della spesa primaria corrente con il conseguente raggiungimento di avanzi primari dell'ordine del 5 per cento annuo, senza indulgere nelle tentazioni di impossibili scorciatoie utili solo a distogliere l'attenzione dal reale problema che è causato dalla crescita abnorme e incontrollata della spesa pubblica,
impegna il Governo
a perseguire una politica rigorosa di controllo della qualità e della quantità della spesa, anche dando luogo e attuazione alle indicazioni scaturite dal Libro verde sulla spesa pubblica del 6 settembre 2007, in modo tale da porsi l'obiettivo di una riduzione della spesa primaria corrente dell'ordine dello 0,50 per cento all'anno, contro l'aumento medio del 2,3 per cento annuo registrato nell'ultimo decennio, puntando così al raggiungimento in tempi ravvicinati, quindi prima del 2011, di avanzi primari dell'ordine del 5 per cento.

(1-00244)
«Turco, D'Elia, Beltrandi, Poretti, Mellano, Della Vedova, Buglio, Crema, Antinucci, Schietroma, Di Gioia, Nannicini».
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
FINANZA PUBBLICA, SPESA PUBBLICA