ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00247

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 236 del 06/11/2007
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: LA ROSA NEL PUGNO
Data firma: 06/11/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
D'ELIA SERGIOLA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
MELLANO BRUNOLA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
BELTRANDI MARCOLA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
PORETTI DONATELLALA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
DELLA VEDOVA BENEDETTOFORZA ITALIA06/11/2007
BUGLIO SALVATOREL'ULIVO06/11/2007
DEL BUE MAURODCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI06/11/2007
NANNICINI ROLANDOL'ULIVO06/11/2007
ANTINUCCI RAPISARDOLA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
BUEMI ENRICOLA ROSA NEL PUGNO06/11/2007
COSTA ENRICOFORZA ITALIA06/11/2007
Stato iter:
IN CORSO

Atto Camera

Mozione 1-00247
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 6 novembre 2007 nella seduta n.236

La Camera,

premesso che:

la spesa pensionistica del nostro Paese assorbe circa il 14 per cento del prodotto interno lordo, e il 61,8 per cento della spesa sociale è destinato alle pensioni. A fronte del progressivo aumento della vita media - quella degli uomini, secondo l'Istat, crescerà da 77,4 anni nel 2005 a 83,6 anni nel 2050, quella delle donne da 83,3 a 88,8 anni, per cui gli ultrasessantenni, che oggi rappresentano il 25,2 per cento della popolazione, raggiungeranno entro il 2050 il 40,1 per cento del totale - l'Italia continua ad essere fanalino di coda tra i Paesi dell'Unione europea per quanto riguarda l'età pensionabile. Per contro, il sistema di ammortizzatori sociali previsti nel nostro ordinamento è assolutamente insufficiente, in quanto solo il 28,5 per cento delle persone in cerca di lavoro e solo 22,5 per cento dei disoccupati riceve una integrazione al reddito, e iniquo, perché gli interventi maggiormente significativi, come la Cassa integrazione straordinaria, sono discrezionali e appannaggio pressoché esclusivo delle grandi imprese;

le riforme che, dall'inizio degli anni Novanta, sono intervenute sulla materia pensionistica, sono andate nella direzione giusta, ma sono state accomunate da un errore grave: hanno sempre previsto condizioni di particolare favore per chi era più vicino alla pensione, scaricando per contro il loro peso sulle spalle delle generazioni più giovani, che si vedranno corrispondere pensioni da fame o non percepiranno alcuna pensione, mentre i loro contributi, una volta finiti nel calderone del bilancio dell'Inps - in cui sono ammessi trasferimenti da una gestione all'altra - vengono utilizzati per pagare le pensioni dei loro genitori. Per il bene del Paese, e soprattutto dei più bisognosi, non è più possibile proseguire, quanto all'innalzamento dell'età pensionabile, nella politica dei rinvii, che si traduce in una sorta di scaricabarile intergenerazionale, ma è necessario procedere sulla strada delle riforme. Anche il passaggio, previsto dalla legge 24 agosto 2004, n. 243, del requisito anagrafico minimo a 60 anni, che in base a quanto previsto dal ddl di iniziativa governativa «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale» (atto Camera n. 3178, presentato il 23 ottobre 2007) verrebbe ulteriormente rinviato e diluito, nei fatti è stato invece già accettato dai cittadini italiani. Nel 2006, secondo l'Inps, le nuove pensioni effettivamente liquidate sono state inferiori di circa settemila unità rispetto a quanto preventivato dallo stesso ente previdenziale. Nessuna «corsa alla pensione», quindi, di chi vi si sarebbe potuto rifugiare; per contro, il sacrificio che si chiede a chi dovrebbe attendere tre anni in più, vede nell'interesse generale, a condizione che sia conosciuto, una motivazione condivisibile anche da queste persone, che potranno comunque godere di un trattamento di gran lunga più vantaggioso rispetto a quello di cui beneficeranno, quando verrà il loro turno, i ventenni e i trentenni di oggi;

l'entità del debito pubblico, che ha raggiunto la cifra record di 1.626,316 miliardi di euro a fine maggio 2007 (con un incremento di quasi 51 miliardi, pari al 3,2 per cento, sul dicembre 2006, e di 48 miliardi sull'analogo mese dell'anno scorso), rende l'abbattimento dello stesso una priorità assoluta, per cui l'indifferibile riforma degli ammortizzatori sociali dovrà essere realizzata innanzitutto con un più efficace, equilibrato ed equo utilizzo delle risorse disponibili, non con l'ulteriore aumento di una spesa pubblica già troppo elevata (secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato forniti alle Camere, riferiti dal Sole 24 Ore del 9 agosto 2007, nel primo quadrimestre del corrente anno si è registrata una crescita di 13,911 miliardi nella spesa pubblica pari al +12 per cento rispetto all'analogo periodo del 2006), né attraverso l'impegno delle maggiori entrate fiscali (c.d. extragettito), che non possono, allo stato, essere considerate strutturali e che sarebbe quindi gravemente imprudente impiegare come se, invece, fossero tali;

secondo la simulazione realizzata dall'Inps, riportata nei sottoindicati schemi, è possibile, attraverso l'innalzamento graduale dell'età pensionabile fino a 65 anni sia per gli uomini che per le donne entro il 2018, come sottoindicato rendere disponibili risorse aggiuntive fino a poco meno di otto miliardi di euro ogni anno, come indicato ancora di seguito:
Requisiti di età per l'accesso alla pensione di anzianità:

anno 2008: lavoratori dipendenti 60; lavoratori autonomi 61;

anno 2009: lavoratori dipendenti 60; lavoratori autonomi 61;

anno 2010: lavoratori dipendenti 61; lavoratori autonomi 62;

anno 2011: lavoratori dipendenti 61; lavoratori autonomi 62;

anno 2012: lavoratori dipendenti 62; lavoratori autonomi 63;

anno 2013: lavoratori dipendenti 62; lavoratori autonomi 63;

anno 2014: lavoratori dipendenti 63; lavoratori autonomi 64;

anno 2015: lavoratori dipendenti 63; lavoratori autonomi 64;

anno 2016: lavoratori dipendenti 64; lavoratori autonomi 65;

anno 2017: lavoratori dipendenti 64; lavoratori autonomi 65;

dall'anno 2018: lavoratori dipendenti 65; lavoratori autonomi 65.
Pensione di vecchiaia donne: anno 2008: 60 anni; anno 2009: 60 anni; anno 2010: 61 anni; anno 2011: 61 anni; anno 2012: 62 anni; anno 2013: 62 anni; anno 2014: 63 anni; anno 2015: 63 anni; anno 2016: 64 anni; anno 2017: 64 anni; dall'anno 2018: 65 anni.
Sulla base del sopraindicato schema, l'INPS ha realizzato la seguente elaborazione:

anno 2008: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro 0; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,00 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) 0;

anno 2009: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro 0; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,00 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) 0;

anno 2010: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -532; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,03 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -92;

anno 2011: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -1.073; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,06 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -86;

anno 2012: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -1.565; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,09 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -169;

anno 2013: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -2.698; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,15 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -205;

anno 2014: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -3.564; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,19 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -290;

anno 2015: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -3.971; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,21 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -290;

anno 2020: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -7.133; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,32 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -571;

anno 2025: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -7.941; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,31 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -746;

anno 2030: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -6.549; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,22 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -823;

anno 2035: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro -645; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL -0,02 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -751;

anno 2040: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro 6.762; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL 0,17 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -630;

anno 2045: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro 13.110; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL 0,28 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -598;

anno 2050: variazione della spesa pensionistica in milioni di euro 19.381; variazione della spesa pensionistica in rapporto al PIL 0,36 per cento; variazione del numero di pensioni (migliaia di unità) -605;
impegna il Governo:

a presentare un disegno di legge alla Camera dei deputati entro il 1o aprile 2008, che preveda, a partire da quanto previsto per gli anni 2008 e 2009 dalla legge 24 agosto 2004, n. 243 (la cosiddetta riforma Maroni), Tabella A: a) il progressivo e graduale innalzamento dell'età pensìonabile, entro il 2018, a 65 anni, con la contestuale equiparazione della stessa tra uomini e donne; b) la destinazione prioritaria delle risorse che si renderebbero in tal modo disponibili all'istituzione di un sistema di welfare di tipo universalistico, tale da garantire una effettiva tutela a tutti i cittadini che vengano a trovarsi involontariamente in una condizione di bisogno;

a porre in essere una campagna di informazione tale da consentire ai cittadini di conoscere la reale situazione del sistema pensionistico, e in particolare i dati sulle risorse che, attraverso l'innalzamento graduale dell'età pensionabile proposto nella presente mozione, si renderebbero disponibili per la realizzazione di un efficace sistema di ammortizzatori sociali di tipo universalistico.

(1-00247)
«Turco, D'Elia, Mellano, Beltrandi, Poretti, Della Vedova, Buglio, Del Bue, Nannicini, Antinucci, Buemi, Costa».
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
ETA' PENSIONABILE, MISURE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE, RIFORME
SIGLA O DENOMINAZIONE:
L 2004 0243