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1984 05 11 * La Repubblica * P2. Così conquistò banche e giornali * Silvana Mazzocchi

ROMA - Mondo finanziario e mondo dell’editoria. La penetrazione della Loggia P2 in questi universi fu un'avventura, un romanzo su un'agognata conquista del potere. Lasciatosi alle spalle l'epoca delle trame, il 1975 fu l’anno del "Grande Piano" per arrivare ad occupare i gangli vitali del paese. Ed ecco la scalata ai mezzi d'informazione e per appropriarsene quella agli imperi finanziari, alla disperata caccia dei capitali necessari. Da questo momento Licio Gelli dà il via a spregiudicate operazioni finanziarie con la regia di Umberto Ortolani, mente affaristica della P2. Si appoggia Sindona già nei guai, ma si parte all’abbordaggio di Roberto Calvi. Si fa del banco Ambrosiano il centro di finanziamento per osare sempre di più. E contemporaneamente si va alla appropriazione del "Corriere della Sera" agganciando la famiglia Rizzoli, già in grave crisi finanziaria. Questo romanzo è divenuto cronaca drammatica e reale negli allegati che Tina Anselmi ha consegnato in appendice alla sua relazione. Dimostrano la commistione tra risvolti finanziari e valenze politiche. A parziale spiegazione del più grave scandalo della Repubblica. L’editoria e il Corriere della Sera. Nelle liste di Castiglion Fibocchi figuravano 8 direttori di giornali, 22 giornalisti-pubblicisti, 7 esponenti della Rai-Tv e di altri importanti imprenditori privati. Il disegno complessivo del viaggio da compiere all’interno dell’editoria era delineato nel "Piano di rinascita democratica". Vi era precisato che occorreva preparare un elenco di almeno due, tre elementi per ciascun quotidiano o periodico, senza però che nessuno sapesse dell’altro. Ma è il materiale sulla presa della Rizzoli quello più cospicuo. C'è la storia dell’inizio del viaggio nel mondo dell’editoria. E'il 1975, Natale, quando, tramite Ortolani, Licio Gelli aggancia i Rizzoli: organizza un incontro tra loro ed eminenti personaggi del mondo bancario, tra i quali Alberto Ferrari (Tessera P2 n. 1625), direttore generale della Banca nazionale del lavoro, Giovanni Cresti (tessera P2 1626) provveditore del Monte dei Paschi di Siena e Roberto Calvi. E subito si intrecciano importanti relazioni di finanziamento destinate a rinsaldarsi ben di più nell’anno successivo con l’acquisto delle azioni Ambrosiano da parte del gruppo Rizzoli. Da questo momento il "gruppo" sarà sempre più condizionato dall’appoggio finanziario del Banco. Verso la fine del '76, con una spericolata operazione, il controllo della "Editoriale del Corriere della Sera" passa anche formalmente sotto il controllo di Calvi. Ma è nel luglio '77 che la scalata va in porto: i mezzi finanziari per estinguere il debito verso Agnelli, ancora pendente per i Rizzoli, vengono forniti dalle banche del gruppo Ambrosiano. Ormai il dominio della P2 sulla Rizzoli appare completo e si effettuano altri tentativi per sviluppare i progetti previsti dal "Piano" per la realizzazione di interventi, tramite le televisioni private. Contemporaneamente al "Corriere" il direttore Piero 00632 Ottone, "sgradito", viene sostituito con Franco Di Bella (tessera n. 1887). Gli anni successivi sono densi di avvenimenti: nasce il quotidiano "L’Occhio", direttore Maurizio Costanzo (tessera n. 1819); vengono allacciati rapporti con il gruppo Monti, tramite il giornalista Giorgio Zicari (tessera n. 2140) e l’azione sviluppata dalla P2 per mezzo dei giornali del gruppo Rizzoli, assume aspetti rilevanti. Nel 1980 la P2 fa partire iniziative editoriali in America Latina e rafforza la struttura finanziaria del gruppo Rizzoli. Gli studi per la fase operativa di cessione del "gruppo" sono infine concretizzati in una "proposta di sistemazione societaria" datata 17 giugno 1980 che Angelo Rizzoli e Bruno Tassan Din consegnano a Gelli. In tale "proposta" traspare ancora la volontà che almeno l’intestazione formale della maggioranza delle azioni del gruppo Rizzoli rimanga ad Angelo Rizzoli, seppure condizionata da una serie di patteggiamenti. Solo qualche tempo dopo si raggiunge l’accordo su tutti gli aspetti del trasferimento, anche formale, della maggioranza delle azioni Rizzoli. E gli strumenti per operare la complessa operazione, vengono predisposti all’estero. Il dettaglio dei vari movimenti finanziari è ancora oggetto di studio da parte della magistratura.


Il Mondo finanziario. La relazione avverte che "la consistenza e l’importanza della penetrazione della P2 nel "mondo degli affari" non deve e non può essere valutata soltanto dal numero degli aderenti alla Loggia che appartengono al "mondo bancario" o a quello "industriale" visti i raggruppamenti effettuati da Gelli, ma piuttosto dalle caratteristiche operative di ognuno dei 962 nominativi inseriti nelle liste di Castiglion Fibocchi e dall’influenza esercitabile da ciascuno di essi, anche su settori apparentemente lontani dall’attività normalmente svolta". E'insomma il collegamento tra persone che rende il pericolo enorme. Dato per scontato che i confini tra arbitrarietà e correttezza è particolarmente labile nel mondo degli affari, la Anselmi scrive che in questo ambiente si può osservare come "sia agevole porre in atto operazioni collegate tra loro (sebbene lontane l’una dall’altra nel tempo o nello spazio), ma concepite unitariamente per scopi precisi". E aggiunge che: "al quadro così delineato vanno poi agganciate le vaste complicità di fatto su cui hanno potuto contare gli aderenti alla Loggia, le pressioni e i condizionamenti esplicabili anche su persone non incluse nelle liste, ma comunque ad esse vicine o per pavidità o per calcolo. L’incremento del collegamento dei singoli avviene per effetto dei legami esistenti con persone operanti in altri settori". Ed eccola quindi la logica che è alla base di questo viaggio avventuroso nel mondo finanziario: la solidità dei legami tra affiliati P2 e la vasta rete operativa. Ricorda la relazione che per delineare l’influenza della P2 nel mondo degli affari, va fatto notare che, al momento del ritrovamento delle liste, la consistenza numerica degli iscritti appartenenti al Ministero del Tesoro, a banche o ad ambienti finanziari in senso stretto, era elevata. 67 in tutto. Solo al Ministero del Tesoro se ne contavano 12 e l’esame delle funzioni espletate dalle persone schedate permette di ben precisare l’importanza dei collegamenti instaurati dalla P2, sia nell’ambito nazionale, sia in quello internazionale. A completare il quadro pesavano poi i contatti con esponenti di numerose banche pubbliche e private, con presenze particolarmente 00685 significative per qualità e rappresentatività. "Le indagini effettuate solo da alcuni istituti di credito non hanno consentito", avverte Tina Anselmi "di acquisire elementi di rilievo in ordine all’attività svolta da ciascuno di quegli esponenti e solo il Collegio Sindacale del Monte dei Paschi di Siena risulta aver condotto una inchiesta attenta e dettagliata per valutare gli effetti dei collegamenti P2 sull’operatività aziendale". E'in questa rete di contatti insomma che si deve tentare di leggere il disegno complessivo formulato dalla P2, fin dall’inizio degli anni settanta e per comprenderlo bisogna puntare l’attenzione "sull’azione svolta da alcuni "gruppi", a stare ai risultati della commissione d'inchiesta sul caso Sindona. Quell’indagine mise in evidenza con chiarezza" afferma la relazione "come gli interventi operati in favore di Sindona si fossero sviluppati in un ambito di solidarietà tra mondo finanziario e bancario. E tra alcuni personaggi di primo piano". Il documento aggiunge che "la matrice, il metodo e l’obiettivo di tali "gruppi" non è emerso con chiarezza, ma non è riducibile certamente a mera criminalità economica". Intorno alla mobilitazione intorno a Sindona insomma, a metà degli anni settanta, e anche prima, nasceva e si concretizzava un progetto più ampio: "si rafforza e si espande il potere del sistema P2".