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1994 01 18 * L’opinione * Rischiare la vita per non cadere nella morte dei vili * Marco Pannella

Lettera aperta - ed a memoria futura - ai direttori di testate giornalistiche e radiotelevisive, ai tanti loro vice, con, ecc......; ed in particolar modo a Paolo Mieli, Ezio Mauro, Giulio Anselmi, Livio Zanetti, Enrico Mentana, Gianni Minoli, Vittorio Feltri, Andrea Monti ecc....

Cari amici,

non estendo - ovviamente - ai direttori del gruppo De Benedetti, Scalfari, Caracciolo e affini, a quelli ufficialmente e degnamente di parte e di Partito, questa mia ulteriore "lettera aperta".

Ho letto e ascoltato come avete riferito e portato alla non-conoscenza la mia conferenza-stampa di ieri, e la mia iniziativa nonviolenta di sciopero della sete e della fame, trattata come un fastidioso, marginalissimo, scontato fatto di (mal) costume radicale e mio personale. Come una non notizia.

Siete assolutamente e culturalmente pronti per dare - di nuovo! - la prima pagina a qualsiasi "bomba", a qualsiasi pronunciamento "terroristico", spionistico, partitocratico, di volgare corruttela, vera o supposta, di tipo monetario.

Da cittadino, da persona, da deputato (comincio a tenerci) vi chiedo conto di cose che mi celate, che non mi consentite di sapere:

1) Nessuno di voi, nessuno nei vostri giornali, ha spiegato ai lettori il punto centrale della vicenda di oggi: perchè mai non sia stato possibile, e non fosse possibile, votare il 10, o il 3 aprile, e perchè mai avete censurato ogni informazione che convergeva a ritenere materialmente e tecnicamente impossibile la data del 20 marzo, a imporre, di conseguenza, quella del 27 marzo.

2) nessuno di voi ha ospitato articoli, pareri informazioni sulla complessità della vicenda, sui suoi aspetti gravi, sui precedenti che si stabilivano: "La Stampa" ha prima dato ordini perchè si votasse il 27, e poi ha cominciato a pubblicare le dotte e reticenti informazioni del solito Prof.Zagrebelskj. Le nostre conferenze stampa, i nostri comunicati quotidiani, le nostre ragioni sono state da voi trattate esattamente come i vostri predecessori della P2 e dintorni, comunque di regime, ci hanno trattato quando dicevamo quel che era verità, e tale oggi viene riconosciuta.

3) Tutti - senza eccezione - avete sostanzialmente censurato (tranne Anselmi che su questo mi ha pubblicato una intervista) le nostre denunce, nei loro contenuti, nella loro verità, sulle violazioni di legge, sulla violenza della RAI-TV, sulla vicenda referendum. I quali, al solito, vi interessano solamente quando li imponiamo, o per invitarvi, altrimenti, leaders referendari, in mancanza d'altro.

Ora il problema è questo, è chiaro. Noi non possiamo che esser da voi censurati, e i vostri lettori trattati perfino peggio di quel che siano stati trattati dai vostri predecessori. Perchè delle due l'una: o quel che diciamo è vero, ed allora diviene inspiegabile e scandaloso che non siate stati voi, o i chierici-traditori che avete ereditato per vati, a informare su questa violazione della legalità, su questo perenne e aggravato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, sui dati e le cifre inconfutabili che esistono; o quel che diciamo è falso, e tutto falso quel che viene documentato e viene sotto i vostri occhi, ed allora è comprensibile che torniate a riserbarci, a noi ed ai vostri lettori, il trattamento di sempre;

4) Tutti voi avere praticamente ignorato i tredici referendum, comportandovi come i vostri amici, i vostri alleati, i vostri fratelli anagrafici e no, della RAI-TV e di "Repubblica", "L'Espresso", "Il Secolo XIX", TG1 e TG2, e dintorni. Ne avete ignorato i contenuti, il significato, la palese messa a morte.

....Potrei continuare a lungo. Ma il tempo mi manca, ci manca. Non aspetto da voi nulla, men che nulla. Ma se in uno solo di voi - rischiando di nuovo la vita, per non cadere nella morte dei vili e degli acciecati - mettessi un'oncia di analisi di coscienza, di comprensione del contesto nel quale state operando e che state costruendo, mi basterebbe.

I migliori saluti.

Pannella

P.S. Sono alla sessantesima ora, mentre vi scrivo, dello sciopero della sete e della fame. Non sto bene; ma sto meglio di molti di voi. Auguri