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2001 04 25 * Lettera al Presidente della Repubblica di Emma Bonino e Luca Coscioni, sulla mancanza di informazione, nella quale si annuncia l’inizio dello sciopero della sete e delle terapie.

2001 04 25 * Lettera al Presidente della Repubblica di Emma Bonino e Luca Coscioni, sulla mancanza di informazione, nella quale si annuncia linizio dello sciopero della sete e delle terapie.

Caro Presidente,

da venerdì 27 aprile alle ore ventitré e cinquantanove io Emma Bonino sospenderò l'assunzione di qualunque sostanza liquida e solida; ed io Luca Coscioni avvierò l'autoriduzione delle terapie.

Il nostro obiettivo è quello di dare a lei la forza di pronunciarsi pubblicamente sulla violazione già compiuta ed ancora in atto di fondamentali diritti civili e politici dei cittadini.

Dal momento della sua elezione abbiamo più volte sollecitato la sua attenzione su dati relativi all'informazione e al dibattito che alla politica dedicano i principali mezzi di comunicazione.

Le abbiamo di volta in volta consegnato anche in occasione di colloqui ufficiali documentazioni dettagliate che evidenziano l'eliminazione dei temi centrali per la stessa vita dei cittadini, eliminazione ottenuta in particolare attraverso la cancellazione del movimento radicale.

Quei dati che non sono mai stati contestati o smentiti durante tutti questi mesi, testimoniano un azzeramento sistematico che perdura da anni e che si è intensificato negli ultimi mesi.

Ogni volta Presidente lei ci ha ascoltato con attenzione, a volte persino con pazienza.

Abbiamo letto nel suo volto e nelle sue parole l'espressione di impotenza davanti a ciò che lei forse ritiene si possa considerare come il corso naturale delle cose della politica nel nostro Paese.

Ogni volta lei ci ha assicurato un suo interessamento presso gli organismi competenti, e cioè presso coloro che sono i diretti responsabili delle illegalità da noi denunciati.

Le sono venuti e ci sono venuti come era prevedibile riconoscimenti generici di ciò che è innegabile senza produrre il minimo atto che possa porre fine all'impunità di cui godono coloro che privano quotidianamente i cittadini dei loro diritti.

Signor Presidente,

noi non siamo disposti a tollerare quanto accade, siamo mobilitati per impedire che accada ancora.

Tollerare quanto accade crediamo sarebbe dissennato.

Perché quando si fa strage di leggi e regole del vivere civile non tardano le stragi fisiche di persone di popoli che perdono fiducia nella capacità del diritto e della democrazia a garantire le libertà individuali indispensabili a ciascuno.

Noi siamo ora mobilitati per impedirlo, per questo inizieremo il nostro Satyagraha.

Opporremo alla violenza che ogni cittadino italiano subisce la nostra fame, la nostra sete, il deperimento dei nostri corpi.

Noi signor Presidente non ci abbandoniamo a misticismi dai quali anzi rifugiamo,  per necessità ancora prima che per cultura.

Ma riteniamo che la negazione di conoscenza, la soppressione delle coscienze di individui in carne ed ossa implichi un attentato alla loro integrità fisica, alla loro salute, al loro benessere perché ne annulla le possibilità di libera scelta e responsabile.

Per questo siamo determinati ad affrontare sullo stesso piano la certezza di danni fisici e a mettere a rischio la nostra vita affinché chi ne ha il potere ed anche il mandato istituzionale intervenga.

Questo è il punto signor Presidente Ciampi.

Lei è intervenuta innumerevoli volte operando da arbitro del conflitto politico e dei suoi interessi.

Lo ha fatto sui temi più diversi prendendo posizione pubblicamente rivolgendosi direttamente i cittadini italiani attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Noi non le chiediamo, sia chiaro, un intervento pubblico-privato per sollecitare una maggiore presenza e visibilità dei radicali sui mezzi di informazione.

Noi non le chiediamo questo.

Ma di fronte alla negazione di un confronto aperto su grandi temi del vivere civile, dalla ricerca sugli embrioni, alla contraccezione o all'aborto, dalle Terapie del dolore all'eutanasia, dalla riforma del sistema economico a quello del sistema istituzionale, quello che le chiediamo è di riconoscere il danno gravissimo, la ferita che attraverso lo strumento della cancellazione radicale è stata inferta alla democrazia e al popolo italiano

Questa ferita è ancora aperta e riguarda molto più che la mera congiuntura elettorale.

Spetta ormai a lei e solo a lei la responsabilità di intervenire da supremo garante della Costituzione; oppure di agire da supremo responsabile per omissione dell'attentato ai diritti civili e politici dei cittadini

Per parte nostra abbiamo provocato la costituzione di un comitato internazionale di osservatori che è già al lavoro per valutare dall'esterno la fondatezza delle nostre denunce, la ragionevolezza delle richieste.

Non ci illudiamo che un risarcimento adeguato possa prodursi nei tempi di una campagna elettorale della quale lei stesso ha indicato la faziosa aggressività senza apprezzabili risultati ci pare di poter dire.

Se però la sua parola fosse pronunciata alta e solenne, non tanto ad difesa di astratti principi democratici invocati anche dei dittatori, quanto di chi - e i cittadini innanzitutto, i radicali come strumento necessario nel subisce concretamente la violazione; Se la sua parola fosse pronunciata alta e forte, in quel caso potremmo dire di aver conquistato la premessa minima a partire dalla quale la legalità possa essere ristabilita.

Solo in questo caso potremmo ritrovare la speranza che il nostro impegno di vita e di lotta politica alimenti il confronto e le scelte democratiche.

Noi non siamo disposti a ridurre le nostre lotte ad una gestualità velleitaria.

Noi non siamo disposti signor Presidente A consegnare le nostre vite a quella morte civile alla quale ci si vorrebbe condannare

Emma Bonino e Luca Coscioni