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2004 06 02 * swissinfo * Quanto costa il Papa? * Bernard Léchot

La visita del papa in Svizzera: un avvenimento ad alto tenore di spiritualità, ma fatto anche di cifre a più zeri…

Come si organizza finanziariamente questo evento fuori dal comune? Breve carrellata sul budget della visita papale.

Far venire il Papa a casa propria: ecco un progetto ambizioso. Una volta lanciato l’invito, incarico questo assolto, nel caso specifico, dai giovani cattolici svizzeri sotto lo sguardo compiaciuto della Conferenza dei vescovi, rimane però da raccogliere la somma necessaria: 2,5 milioni di franchi. Un’impresa tutt’altro che facile.

A parte le spese per la sicurezza, assunte dalla Città e dal Canton Berna, come per la visita di qualsiasi capo di Stato, per l’iniziativa non è infatti previsto nessun altro stanziamento di denaro pubblico. La parte più consistente del conto papale verrà quindi indirizzata alla comunità cattolica. Il solo contributo esterno sarà quello degli sponsor, ma su questo torneremo più avanti.

Welcome to the show!

È prevista una struttura di 100 tonnellate, un proscenio lungo 54 metri, per una superficie totale di 800 metri, il tutto ricoperto da un tetto alto fino a 18 metri… Di che far invidia a numerose pop star.

L’infrastruttura scenica costa 600'000 franchi svizzeri. A questa somma va aggiunto il costo per la preparazione e il ripristino del manto erboso dell’Allmend, la vasta prateria che ospiterà la messa di domenica mattina.

L’organizzazione dei dormitori per i 10’000 giovani cattolici, che incontreranno il papa sabato alla pista di pattinaggio BernArena, non è meno onerosa. Una notte all’insegna della prossimità umana trascorsa nei padiglioni della BEA, costerà in tutto 350'000 franchi.

Senza entrare nei particolari, gli organizzatori prevedono un budget globale di 2,5 milioni di franchi svizzeri… un budget che per il momento non è ancora completamente coperto.

«Credete forse che per una manifestazione del genere i conti possano essere pareggiati in anticipo? Non ho visto nulla di simile in vita mia», osserva Marc Aellen, responsabile della comunicazione dell’avvenimento.

Le fonti di finanziamento sono molteplici: la Conferenza centrale cattolica romana svizzera, diverse fondazioni, collette, tasse di iscrizione dei Giovani cattolici – se la messa di domenica infatti è gratuita, l’iscrizione all’Incontro dei giovani cattolici invece costa 50 franchi.

Ma se, malgrado tutto, il preventivo non dovesse chiudere in pareggio, come si prevede di colmare l’eventuale deficit? Gli organizzatori faranno appello alle congregazioni religiose e contano già di organizzare una nuova colletta.

E poi «abbiamo comunque una garanzia sul deficit da parte della Conferenza dei vescovi, ma continuiamo a cercare nuovi sponsor», spiega Angela Kreis-Muzzulini, responsabile, appunto, dello sponsoring.

Sponsor e benefattori

Sponsorizzare il papa, come un cantante rock o un calciatore? Ebbene sì, ma non nelle medesime proporzioni. Su un budget di 2,5 milioni di franchi, la parte dello sponsoring è infatti stata modestamente fissata a 410’000 franchi Ma per il momento gli organizzatori ne hanno trovati solo circa 250’000.

«Ho contattato più di 100 imprese in tutta la Svizzera », spiega Angela Kreis-Muzzulini. «Tutti coloro che hanno rinunciato lo hanno fatto proprio perché si tratta di un evento religioso. Ora, le manifestazioni di carattere religioso o politico non sono sostenute dallo sponsoring: sono le direttive delle imprese a imporlo».

Il marchio Switcher, che fornirà ai giovani cattolici le T-shirts stampate con lo slogan «Alzati!», non si pone problemi di questo genere: «Considero questo avvenimento un raduno cristiano aperto a tutte le confessioni… il nostro coinvolgimento non implica nessuna presa di posizione politica», dichiarava recentemente Robin Cornelius, il direttore, sulle onde della Televisione della Svizzera romanda.

Un certo numero di privati ha quindi accettato, malgrado tutto, di partecipare all’affare. Tra questi Nestlé, «Sponsor d’oro», che per entrare a far parte di questa categoria ha sborsato più di 50’000 franchi.

Tra gli «sponsor d’argento» (da 20'000 a 50'000 franchi) figurano Switcher, BEA e Bio-Familia. Tra gli «sponsor di progetti», troviamo tra gli altri Coca-Cola Svizzera o Global System AG.

Esistono poi dei «benefattori» anonimi: imprese che hanno offerto un dono «disinteressato», senza farsi menzionare come sponsor.

Una questione di etica…

«Gli organizzatori dell’Incontro dei giovani cattolici possono sollecitare per dei contratti di sponsoring solo imprese o istituzioni che lavorano nel rispetto dei principi etici, e per le quali il principio di equità non è un termine vuoto», si legge nelle ‘direttive etiche per lo sponsoring’ promulgate dagli organizzatori.

Eppure l’etica di un certo numero di multinazionali coinvolte nell’avvenimento è spesso contestata, o se non altro il loro imperialismo commerciale solleva qualche dubbio…

Coca-Cola? «E’ un’azienda svizzera, con sede in Svizzera, che produce un prodotto americano. Ma lavora nel rispetto delle norme svizzere. Per questo non abbiamo nessun problema a collaborare con Coca-Cola Svizzera», risponde Angela Kreis-Muzzulini.

Novartis? «Nessun problema nemmeno qui, perché si tratta di doni, e non di sponsoring», ribatte la responsabile del marketing, che ha manifestamente il senso dell’argomentazione gesuitica.


FATTI & CIFRE

Il budget totale della visita papale è di 2,5 milioni de franchi svizzeri.

A parte le spese per la sicurezza, assunte dalla Città e dal Canton Berna, non è previsto alcun altro stanziamento di denaro pubblico.

Alcuni sponsor privati sostengono la manifestazione.

Sarà la comunità cattolica a pagare la maggior parte della fattura.


SITI CORRELATI

Conferenza episcopale svizzera

http://www.kath.ch/sbk-ces-cvs/

Incontro dei Giovani cattolici


http://www.rise-up.ch/index.asp?lang=IT&Cat=1

fonte: http://www.swissinfo.ch/ita/swissinfo.html?siteSect=105&sid=4975486