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2007 03 18 * La Stampa * Conti a Vaduz, spunta Bonsignore * Guido Ruotolo

Nella banche del Liechtenstein l'europarlamentare aveva 5,5 milioni di euro. Nell’inchiesta anche Carlo Sama. Più due industrie farmaceutiche


Vito Bonsignore, 5,5 milioni di euro, Carlo Sama e società riconducibili alla famiglia Ferruzzi, 5 milioni, imprenditori del Centro-Nord, gruppi farmaceutici italiani, come quello della famiglia Mian, con conti da 200 a 400 milioni di euro, e poi esponenti del mondo dello spettacolo, manager, professionisti, commercialisti, docenti universitari. «Uno spaccato molto interessante - per dirla con il viceministro Vincenzo Visco - di una certa società italiana». Evasori (dixit sempre Visco) «da molti milioni a poche centinaia di migliaia di euro».

Filtrano i primi nomi di quella «lista nera» degli italiani che hanno depositato i loro «risparmi» o i loro «bottini» nel Liechtenstein - uno dei paradisi fiscali meta incessante di pellegrinaggio di incalliti evasori fiscali o di riciclatori di professione -, e sui quali indagano (indagheranno) una decina di procure della Repubblica di mezza Italia.

Proprio ieri, da piazzale Clodio, dove i pm Pierfilippo Laviani e Mario Dovinola ipotizzano il reato di «omessa dichiarazione e dichiarazione infedele», in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, è trapelata la notizia che nelle prossime ore la lista dei quattrocento intestatari di conti a Vaduz (ma i nomi individuali in realtà sono quasi 160) sarà spacchettata: trenta le posizioni sulle quali indagherà Roma, le altre saranno approfondite da una decina di procure del Centro-Nord.

Dunque, i primi nomi della «lista nera» arrivata quasi due mesi fa all’Agenzia delle Entrate da Londra. Quella italiana è una parte di quella lista di 1.400 nomi che i servizi segreti tedeschi comprarono tre anni fa da un impiegato - Heinrich Kieber - della “Leichtenstein Group Lgt”, la banca della famiglia regnante e nei confronti del quale le autorità di Vaduz hanno spiccato mandato di cattura internazionale.

Quando la notizia dell’esistenza di questa lista italiana è diventata di dominio pubblico, in attesa di scoprire quanti esponenti politici fossero coinvolti, quasi in tempo reale l’ex ministro e presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, si autodenunciò: «Sono stato professore e co-rettore presso una prestigiosa istituzione culturale nel Liechtenstein, percependo dei denari dalla International Academy of Philosophy che ho allocato in un conto».

Secondo le pochissime indiscrezioni trapelate, i politici coinvolti sarebbero stati complessivamente quattro. Rocco Buttiglione, appunto, il forzista Luigi Grillo, che però ha smentito: «Non sono mai stato in Liechtenstein e non ho alcun conto corrente in istituti di credito di quello Stato. E’ vero però che ho comprato due anni fa un podere nella zona di Monterosso (località nelle Cinque Terre, ndr) da un imprenditore del Liechtenstein. Un'operazione fatta tramite una banca, con un regolare contratto d'acquisto». E adesso spunta il nome dell’europarlamentare ex Udc Vito Bonsignore, di recente coinvolto nelle inchieste sulle scalate bancarie Bnl e Antonveneta.

Nomi al vaglio degli 007 del fisco, degli inquirenti che si occupano di reati di riciclaggio o di evasione fiscale. «Nella lista - spiegavano nei giorni scorsi magistrati romani - ci sono anche personaggi coinvolti nella stagione di Mani Pulite». Carlo Sama e il gruppo Ferruzzi, la maxitangente Enimont. Sama saldò i conti con la giustizia e dieci anni dopo, con sua moglie Alessandra Ferruzzi, ha creato «FerSam», la holding lussemburghese attraverso la quale controlla proprietà terriere per 36 mila ettari tra Argentina e Paraguay.

Finora, della «lista nera» dei titolari italiani dei conti in Liechtenstein si sapeva ben poco. Diverse fonti investigative e inquirenti confermano che l’elenco dei presunti evasori fiscali italiani è una fotografia datata 2002. Insomma, il dipendente della banca di Vaduz avrebbe trafugato l’elenco dei saldi di quei conti correnti del 2002. E, dunque, molte posizioni, se si dovessero rivelare positive, rischiano la prescrizione.