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2008 03 03 * Dagospia * Dieci piccanti domandine (per ora senza risposta) sullo scandalo Enel-Wind

UNA PER TUTTE: PERCHÉ CONTI AVREBBE DOVUTO USARE PER SÉ LE SOCIETÀ ESTERE?

TUTTI SI CHIEDONO DEI 97 MLN DI “FEE” DI BENEDETTI. E DEI 300 RISCOSSI DA 3 BANCHE?


DIECI DOMANDE

1 – Alessandro Benedetti è un intermediario d’affari o un socio di Sawiris?

2 – Se Benedetti avesse avuto tanti scheletri nell’armadio, avrebbe fatto causa al Faraone egiziano, davanti alla corte di giustizia di Sua Maestà la Regina Elisabetta, chiedendo un risarcimento record, col rischio di venir sbugiardato dagli avvocati di Sawiris?

3 – Se Benedetti ripete alla stampa che è tutto trasparente e in grado di dimostrare ogni fattura, perché non gli è stato chiesto conto dalla Guardia di Finanza, prima del blitz-show a Londra?

4 – Perché la cordata Blackstone - guidata dalla Goldman Sachs nelle persone di Mario Draghi e Claudio Costamagna - non ha rilanciato sull’ultima offerta del Faraone, che di fatto era un’asta privata a due, dopo che per mesi erano intervenute tutte le telefoniche del mondo?

5 – E’ vero che Costamagna e Draghi dissero – al pari di tutti gli analisti - che il prezzo preteso da Enel era troppo alto, quindi fuori mercato?

6 – E’ vero che Wind è costata uno sproposito alle casse dell’Enel per il dissennato acquisto di Infostrada by Tatò?

7 – Perché nessuno arriccia il naso davanti alla sommetta di 300 milioni versata dal Faraone e incassata da tre banche e advisors per chiudere l’affare?

8 – Perché Benedetti non rende noto i cognomi dei professionisti che per anni hanno lavorato con lui sull’affare Wind, la trattativa più onerosa mai svolta in Europa?

9 – Perché Fulvio Conti – secondo l’accusa - avrebbe dovuto usare per sé le società estere dell’Enel per intascare l’eventuale provvigione, coinvolgendo decine di propri dipendenti?

10 – Come mai la magistratura entra a gamba tesa a tre anni dall’affare, in coincidenza del voto e dello scontato rinnovo dell’AD Fulvio Conti al vertice Enel?