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2010 01 28 * Il Corriere della Sera * Caso «Mediaset 2», 42 milioni pagati dal gruppo a beneficiari ignoti * Luigi Ferrarella

Più di 42 milioni di dollari pagati nel 1998-2008 dal gruppo Mediaset a non si sa chi. Un fiume di denaro sborsato da società del Biscione operanti sul mercato dei diritti tv, ma «a favore di altri soggetti o conti bancari apparentemente non riconducibili all'attività di intermediazione dei diritti», e «di cui non sono noti il beneficiario economico o la causale del pagamento».

È il dato più nuovo e interessante che emerge dalla relazione che il 10 settembre 2009 i consulenti Kpmg della Procura di Milano hanno depositato in 11 volumi a esaurimento del mandato conferito loro dai pm l'11 luglio 2006. Il «tesoro» ignoto, individuato da Gabriella Chersicla e Umberto Scaccabarozzi, ammonta a circa il 10 per cento di tutti i soldi (413,6 milioni) che le controllate Mediatrade e Rti hanno versato nel 1999-2005 formalmente a società intermediarie nello sfruttamento televisivo dei diritti.

Ed equivale a quasi metà della maggiorazione dei costi (88,4 milioni) affrontata da Mediatrade e Rti, rispetto ai prezzi applicati dai fornitori originari, in conseguenza della scelta di comprare appunto da intermediari come Frank Agrama (per i pm in realtà «socio occulto di Berlusconi») e lo scomparso Alfredo Cuomo.

I consulenti di Kpmg premettono che persino questa ricostruzione è ancora incompleta: non solo per gli ostacoli alle rogatorie frapposte ai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro da Stati Uniti e Hong Kong, ma anche perché i calcoli si sono potuti abbozzare solo su 760 dei 1.337 diritti tv negoziati, senza peraltro che sia stato possibile correlare gli acquisti dei singoli diritti (all'interno delle catene di compravendita) ai relativi flussi di pagamento.

Ma anche con questi limiti «in base alla documentazione bancaria disponibile», spicca che «le società Wiltshire Trading, Melchers, Harmony Gold e Olympus Trading, rappresentate da Agrama, nonché le società intermediarie Stardust, Green Irlanda e Green BVI hanno disposto pagamenti a soggetti apparentemente non riconducibili all'attività di intermediazione dei diritti».

La ricostruzione contabile, infatti, depenna i 47 milioni erogati alla galassia Agrama nel 1999-2008; i 99 milioni all'orbita Cuomo nel 1994-2001; gli 8 milioni a Giorgio Dal Negro (in affari con il consulente del Biscione, Daniele Lorenzano); i 5 milioni a «Principal Network Limited, società del gruppo B della Fininvest, e Gestevision Telecinco S.A., partecipata da Mediaset».

Poi ci sono i soldi che, ormai dal 2007 e per nota ammissione stessa di alcuni degli interessati (che però li giustificano come compensi per consulenze non in contrasto con il proprio ruolo aziendale), andarono a «conti bancari e/o società di cui risultano beneficiari economici esponenti di Mediaset con vari ruoli nell'attività di acquisizione di diritti per il gruppo»: e cioè 20 milioni nel 1994-2003 a Lorenzano, 5 milioni nel 1999-2002 al direttore generale Roberto Pace, 5 milioni e mezzo al direttore generale Giovanni Stabilini nel 1995-2002, 4 milioni nel 1998-2003 alla responsabile acquisti Gabriella Ballabio, 100 mila dollari al responsabile acquisti Aldo Spagnoli, 300 mila dollari al consulente esterno Faruk Alatan.

Ma anche una volta detratti tutti questi soldi, mancano appunto ancora all'appello «42 milioni e 289.000 dollari», dei quali «non sono noti il beneficiario economico o la causale di pagamento». Dati che restano nascosti dietro vecchie (come Arner Bank per 1 milione di euro) o nuove conoscenze, quali le sigle Ragtime, Renata Investment, Mamounia, Suquet, Biocontinental, Antimonio, Offside, Mushat, Jensen trading, Morven Overseas Limited.