2010 05 30 * Rai-Report * IL BOCCONE DEL PRETE * Paolo Mondani
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La gran parte del patrimonio immobiliare della chiesa e' di propaganda
Fide, il ministero Vaticano che coordina le missioni nel mondo. Le sue
proprietà ammontano a circa 8 miliardi di euro. E’ Angelo Balducci ad aver
gestito per anni questa ricchezza. A piazza di Spagna Propaganda Fide ha un
intero isolato, poi c'è palazzo Gabrielli che oggi ospita la casa di moda di
Valentino, quasi tutte le case di via Gregoriana, il Pontificio collegio San
Paolo, il Pontificio collegio San Pietro, tutta l'area dell'Università
Urbaniana, la Comunità dei missionari del verbo divino nel cui complesso c'è Tv
Sat 2000, la televisione della Cei, e le case di via Conciliazione sopra il
caffè San Pietro. Tutte preferibilmente affittate a vip come Giancarlo
Innocenzi dell'Agcom, Bruno Vespa, Augusto Minzolini e Cesara Buonamici, fino
al presidente dell'Enac, Vito Riggio.
AL TELEFONO VITO RIGGIO – PRESIDENTE
ENAC
Io sono in affitto a Propaganda Fide non tramite Balducci ma tramite altri
autorevoli amici del Vaticano, diciamo, mi sono fatto raccomandare a suo tempo
da Sodano. L’appartamento è nei pressi del Vaticano.
PAOLO MONDANI
Si!
AL TELEFONO VITO RIGGIO – PRESIDENTE
ENAC
Sopra il caffè San Pietro! Il palazzo è tutto di appartamenti in affitto,
ed ho pagato fino a 2 anni fa, avevo un appartamento più piccolo e pagavo 1600,
al mese, adesso pago 3200. Per un appartamento di 120 metri quadrati.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Massimo Ferrero è un produttore cinematografico di successo. Ha lanciato
l'attore Lorenzo Balducci, figlio di Angelo, il gestore delle case di Propaganda
Fide. Balducci junior appare in alcuni film di Ferrero: Ma l'amore sì, Concorso
di colpa, Gas e Il papa buono. Ferrero ha una bella casa in via Gregoriana.
PAOLO MONDANI
So che Angelo Balducci le aveva dato una mano per trovare la sua casa di Propaganda
Fide?
AL TELEFONO MASSIMO FERRERO – PRODUTTORE
Senta io non so di che cosa sta parlando!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La casa di via Gregoriana è di Propaganda Fide. Ma Ferrero dice di non aver
nulla a che fare con il suo gestore. Secondo la Guardia di Finanza Ferrero
avrebbe incassato 1 milione di euro dal commercialista di Diego Anemone, il
costruttore arrestato con Balducci nell'inchiesta sugli appalti del G8. Che ne
ha fatto di quei soldi Ferrero? Lui dice di averci fatto un film, la Finanza
sospetta qualcos'altro e sta indagando.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Buonasera i gioielli del
vaticano sono lo IOR e Propaganda Fide, che vuol dire il patrimonio immobiliare
più bello e prestigioso di Roma. Per abitare in Piazza di Spagna o di fronte a
Piazza San Pietro, non basta essere benestanti, bisogna essere classe dirigente
e avere almeno un contatto elevato. Come se in cambio dell’affitto si
garantisse una qualche benemerenza...
Mentre gli anziani che anni fa sono entrati in quelle case, sono a rischio
sfratto. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se si trattasse di un
immobiliarista qualunque. Dopodichè preti, vescovi e cardinali non vivono
guardando gli uccelli del cielo e gigli del campo e la chiesa per svolgere la
sua funzione pastorale ha dei costi, ripartiti in base alla sua organizzazione,
che è formata dalla Conferenza Episcopale, quella italiana si chiama CEI, dallo
Stato del Vaticano dove risiede il papa e ha sede la sua banca, lo IOR, e dalla
Santa Sede, che raggruppa tutti i luoghi extraterritoriali dove risiedono le
nunziature nel mondo. La Santa Sede ha 2700 dipendenti e il grosso delle sue
entrate è rappresentato dalla gestione
del patrimonio immobiliare. Con Paolo Mondani cominciamo a vedere un pò di
storia e un pò di conti.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Lo stato della città del Vaticano è una monarchia assoluta guidata dal papa.
Il territorio è di 44 ettari. Poco più di 500 i cittadini vaticani. La lingua
ufficiale è il latino. Ha una bandiera, dai colori bianco e giallo e un inno,
la marcia pontificia. Batte moneta, l'euro, tanto cara ai collezionisti. Non ha
esercito, ma il corpo delle guardie svizzere e una gendarmeria. Ha rapporti
ufficiali con 178 stati e osservatori presso l'Onu e l'Unione Europea. Ha
abolito la pena di morte nel '69 e non ha mai firmato la dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo. Il capo del governo è il segretario di stato, il
cardinale Tarcisio Bertone. Sappiamo che ci sono almeno tre bilanci: quello
della Santa Sede, quello dello Stato Vaticano, quello dell'Obolo di San Pietro,
cioè le offerte che giungono al papa da tutto il mondo. Cominciamo dalla Santa Sede.
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
C’è quella che si usa chiamare segreteria di Stato, che è l’organo in
qualche modo direttivo. Ci sono 25 di dicasteri che seguono i diversi settori
pastorali. Mi riferisco al bilancio 2007 che è quello più preciso ad oggi e
posso dire che le spese complessive per il funzionamento della Santa Sede sono
stata di 236 mila, 236 milioni e 737 euro, le uscite sono state 245 e 805,
quindi un leggero disavanzo di 9 milioni, mentre nei precedenti 3 anni si era
chiuso con un leggero addio.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Abbiamo letto anche il bilancio del 2008 che mantiene un disavanzo di 911
mila euro. Cosa diversa è il bilancio dello stato della Città del Vaticano, che
ha 1800 lavoratori, e comprende le spese per la giustizia, la sicurezza, i
musei e le telecomunicazioni.
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
E’ molto interessante ricordare che lo stato della Città del Vaticano non
ha un sistema tributario, cioè i 500 cittadini non pagano le tasse.
PAOLO MONDANI
Sullo Stato della Città del Vaticano c’è una cifra?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
No, io non sono riuscito ad averlo perché mentre le altre le ho prese… le
altre sono state date nel 2007 nel comunicato ufficiale, nel medesimo comunicato
non hanno dato i dati complessivi dello Stato.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Eppure a cercar bene abbiamo trovato i dati resi noti tempo fa dalla sala
stampa vaticana. Nel bilancio 2007 c'è un attivo di 6,7 milioni di euro, ma nel
2008 siamo a un passivo di 15 milioni di euro. E' bene sapere che l'entrata
maggiore dello stato sono i Musei Vaticani. Poi c'è il bilancio dell'Obolo di
San Pietro, cioè le offerte che personalmente riceve il papa ogni anno. Nel
2007 sono arrivate a 94 milioni di dollari, nel 2008 sono calate a 75 milioni
di dollari. Come sono andate le cose nel 2009?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Fino all’anno scorso teneva bene, con qualche primo cenno di fatica,
dipende molto dal quadro generale.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Mentre le offerte volontarie calano aumentano quelle legate alla
dichiarazione dei redditi. Parliamo dell'otto per mille. Legge varata nel 1985
poco dopo la firma della revisione del concordato tra la Santa Sede e lo Stato
italiano. Da una parte il Presidente del Consiglio Bettino Craxi, dall'altra il
segretario di stato Vaticano Agostino Casaroli. I due uomini che scrissero
materialmente il concordato e la legge furono il cardinale Attilio Nicora e il
professor Francesco Margiotta Broglio.
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO – PRES.
COMMISSIONE GOVERNATIVA OTTO PER MILLE
Quando facevamo le trattative, io feci fare proiezione da cui si vedeva che
nel 2015, il clero Italiano sarebbe stato la metà di quello che era nel 1983. In
un primo momento la chiesa voleva il finanziamento sulle teste dei preti. Fu lo
Stato a farla ragionare: ma guardate che se a voi, vi diminuiscono i preti,
come è possibile, se manteniamo un sistema di finanziamento del clero, voi nel
2015… invece il sistema è un sistema di finanziamento della Chiesa.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Fino all'84 lo stato pagava alla chiesa la congrua, ovvero uno stipendio
fisso ai preti. Con il nuovo sistema invece le entrate crescono anche se il
numero dei preti in 30 anni è dimezzato.
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO – PRES.
COMMISSIONE GOVERNATIVA OTTO PER MILLE
L’otto per mille venne fuori da un complicato calcolo che Giulio Tremonti,
membro della commissione che io presiedevo, fece fare dall’anagrafe tributaria,
dall’Agenzia delle Entrate.
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Noi potevamo agganciare il tutto al reddito e all’imposta personale,
abbiamo preferito mantenerlo collegato all’imposta… l’Irpef, l’imposta sul
reddito della persona fisica, ma riferirsi al gettito complessivo. Perché? Lo
si disse nella commissione paritetica, perché non volevamo spingere la chiesa o
le altre confessioni a correre dietro ai ricchi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Anche perché a correre dietro ai ricchi spesso si fa fatica e magari si
incassa meno visto che evadono le tasse. Mentre il gettito Irpef proviene
all'82%da pensioni e redditi da lavoro dipendente, tutta gente che il prelievo
ce l'ha in busta paga. Del resto, che Giulio Tremonti sia un grande
professionista non è in dubbio. Ma forse qualche dubbio era venuto gia' a
Bettino Craxi.
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO – PRES.
COMMISSIONE GOVERNATIVA OTTO PER MILLE
Quando portiamo il testo definitivo del concordato al Presidente del Consiglio
io e l’allora sottosegretario Amato, gli consegniamo questo documento, Craxi
che aveva messo un enorme ritratto di Garibaldi dietro la sua scrivania, si
gira, guarda Garibaldi, poi guarda noi e dice “ce lo perdonerà?!”
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Farsi perdonare non è mai semplice. Ne sa qualcosa anche il papa, che ha
subito forti critiche dopo la scoperta dello scandalo pedofilia. Tanto che il
16 maggio scorso, in piazza San Pietro, i movimenti cattolici hanno deciso di
portargli la loro solidarietà. Ma siamo anche in periodo di dichiarazione dei
redditi. Chi è venuto a San Pietro sa come la Chiesa usa il suo otto per mille?
UOMO
Sono figlio di una famiglia di 9 persone, io sono l’ultimo. Quando arrivavo
a casa a fine mese, davo i soldi a mia mamma e sono stato educato a non
chiedere che cosa ne faceva, io ero certo che ne faceva qualcosa di bene per
me!
UOMO 1
La Chiesa sa come gestire i soldi!
DONNA
E’ chiaro che dopo uno si fida! Cioè io della Chiesa Cattolica mi fido
proprio!
DONNA 1
Come mi fido della mia mamma che non mi avvelena, mi fido della Chiesa!
PAOLO MONDANI
Sa come lo usa la Chiesa l’otto per mille?
DONNA 2
Beh, lo usa facendo delle opere penso e spero sane!
RAGAZZA
Io mi fido del papa!
RAGAZZA 1
Idem!
DONNA 3
Siamo certi che lo usa bene!
DONNA 4
Lo usa per i poveri!
PAOLO MONDANI
Lei lo sa?
DONNA 5
Si!
PAOLO MONDANI
E a chi lo da?
DONNA 5 E DONNA 4
Ai poveri!
DONNA 6
Darei tutto quello che ho, i miei averi li darei tutti al Santo Padre ed
alla Chiesa!
PAOLO MONDANI
E lo Stato come lo usa l’otto per mille lo sapete?
UOMO 2
No, non lo sappiamo come lo usa! Lo stato non lo so!
UOMO 3
Penso che vadano nel calderone insieme al resto!
UOMO 4
Lo stato ha già troppi soldi!
PAOLO MONDANI
E quindi?
UOMO 4
Infatti li spreca: quando uno ha troppo, spreca, quando uno ha poco sta
attento!
PAOLO MONDANI
Quindi è meglio darli alla Chiesa lei dice?
UOMO 4
Certamente!
PAOLO MONDANI
Voi non lo dareste mai allo Stato?
RAGAZZA 2
Io preferisco darlo alla Chiesa!
PAOLO MONDANI
E perché?
RAGAZZA 2
Perché appartengo alla Chiesa prima di tutto!
PAOLO MONDANI
Primo dello stato?
RAGAZZA 2
E certo!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Le certezze di questi fedeli a volte non le hanno nemmeno i parroci. Don
Paolo per esempio, Parroco di San Torpete a Genova. Che incontriamo mentre
celebra il funerale di Marietto Arcangeli, 78 anni. Da capo scout, Marietto ha
formato centinaia di lupetti e coccinelle. Mentre all'ospedale Gaslini faceva
il clown per i bambini ammalati e soprattutto per i
terminali.
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
“In un contesto in cui i bambini vengono violentati, nelle case, nelle
scuole, nelle Chiese purtroppo, una figura come Mario è veramente un miracolo
vivente.”
PAOLO MONDANI
Che
cosa ha provocato l’otto per mille negli ultimi 20 anni?
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
Ha provocato un arricchimento generalizzato e questo ha portato un
detrimento ed una rilassatezza dei costumi all’interno della Chiesa. Questa è
la raccolta del funerale di oggi che è quello che verrà dato ai poveri e questi
saranno più di 1500 euro, noi qui diamo aiuti di micro credito per esempio alle
persone ed impediamo alle persone di finire nell’usura. Io credo che sia più
importante l’offerta che il credente o la persona porta direttamente in Chiesa
e la mette nel cestino della messa, che non la firma dell’otto per mille. A
livello di valore, di peso.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
La chiesa italiana nel 2009 ha incassato dall'otto
per mille un miliardo e 9 milioni di euro. Nel 1990 era di 210 milioni di euro.
Le altre cinque confessioni prendono pochi spiccioli. Mentre lo Stato raccoglie
circa un dieci per cento del computo generale che spesso va per la
conservazione dei beni ecclesiastici. Ma che cosa accade dei soldi di chi non
esprime alcuna preferenza sulla dichiarazione dei redditi?
ALBERTO MELLONI – DIRETTORE FONDAZIONE
GIOVANNI XXIII BOLOGNA
In Italia c’è un meccanismo che viene chiamato proiettivo e cioè il numero
dei fedeli che fa un opzione decide per
tutti quelli che l’opzione non la fanno, e questo fa si che anche un numero
piccolo, tutto sommato, di firme, possa avere un grande valore.
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
Ogni cittadino dovrebbe essere libero di dare la
propria firma, una parte delle proprie tasse, di devolverle alla propria chiesa
di riferimento, mentre quelli che non… la dichiarano…
PAOLO MONDANI
Non fanno questa scelta...
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
Non dovrebbero essere computati. Perché se lei non
credente non ha dichiarato nulla perché non gli interessa, quei soldi devono
andare alla fiscalità generale e cioè devono andare alle pensioni, devono
andare al sostegno della scuola, devono andare alla sanità pubblica, devono
andare alla ricerca, devono andare alle casse integrazione, non possono
andare... essere distribuiti tra coloro che non c’entrano niente.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il dato è stabile: circa il 60 per cento degli italiani non compie alcuna
scelta. Ma questa parte di otto per mille viene lo stesso redistribuita
proporzionalmente tra tutti i soggetti. Così la Cei, alla fine, si trova a
ricevere quasi il 90 per cento del totale. Come li usa questi soldi?
PUBBLICITA’
“In Uganda c’è un Ospedale con una storia bella e terribile, una storia
che ha conosciuto il sangue delle guerre, ed il terrore delle epidemie…
Volontario – l’ebola non ci ha sconfitti!”
PAOLO MONDANI
Guardando gli spot e la pubblicità sui giornali capiamo che il
nostro 8 per mille va in aiuti agli sfortunati della terra. E' così?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Oggi le ripartizioni sono pressappoco 20% per la carità, in Italia e nel
terzo mondo, 35% per il sostentamento del clero, e 45% per le esigenze di
culto.
PAOLO MONDANI
Come cambierebbe lei queste percentuali?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Io credo che una spinta ulteriore sul discorso soprattutto della carità
varrebbe la pena venisse fatto…
PAOLO MONDANI
Insomma questo 20% deve salire?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Dovrebbe almeno un poco salire!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
I Cardinali Ruini e Bagnasco dovrebbero riconoscere la sproporzione tra le
attese che nascono guardando lo spot e la realtà, la chiesa italiana spende per
la pubblicità 9 milioni di euro l'anno. Nel 2009 per i terremotati de l'Aquila
ha destinato 5 milioni e nel 2010 per quello ad Haiti ha stanziato 2 milioni.
Le cifre generali su dove va a finire il miliardo di euro sono rendicontate sul
sito www.sovvenire.it ma di molte spese dice poco o nulla.
ROBERTO BERETTA – GIORNALISTA AVVENIRE
Poi ci sono dei fondi che sono attribuiti a discrezione della presidenza
della Cei. Per esempio: iniziative di rilievo nazionale che nel 2008 hanno
portato via ben 80 milioni.
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
Dovrebbe essere un momento talmente alto,
spirituale, in cui il vescovo in cattedrale convoca tutta la sua comunità e
dice, “quest’anno dell’otto per mille abbiamo ricevuto questo e abbiamo fatto
questo!”
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Nella dichiarazione dei redditi il 10% dei cittadini dona l'8 per mille
allo Stato. La legge dice che questi soldi devono essere usati contro la fame
nel mondo e le calamità naturali. Invece, nel 2004, per esempio, sono serviti a
finanziare la missione militare in Iraq. Comunque allo Stato quei soldi
servono, perché non fa spot per il suo otto per mille?
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO – PRES.
COMMISSIONE GOVERNATIVA OTTO PER MILLE
Perché lo Stato italiano non sa fare il suo mestiere…
PAOLO MONDANI
O non vuole fare concorrenza alla Chiesa che poi usufruisce dei fondi anche
del cittadino che non esprime una scelta?
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO – PRES. COMMISSIONE GOVERNATIVA OTTO PER MILLE
Il cittadino che non firma lo sa benissimo che va a finire cosi! E’ una
cosa stranota, colpa del cittadino, il quale non esprime, perché non esprime?
Eh!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Non esprime perché è disinformato o perché non si fida dello Stato. E non
sa per esempio che la chiesa può usufruire dell'esenzione dell'Ici sulle sue
attività commerciali.
PAOLO MONDANI
Vorrei prenotare delle stanze è possibile?
SUORE CANOSSIANE AL CITOFONO
E’ occupato, tutto è occupato!
PAOLO MONDANI
Quante stanze avete qua?
SUORA CANOSSIANA
32, 33. Ogni notte ogni persona 35 euri.
PAOLO MONDANI
E questa è tutta un’area vostra?
SUORA CANOSSIANA
Si, si, questa si!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Dopo le suore Canossiane andiamo all'Aventino, dalle monache Camaldolesi. Il
numero delle religiose si abbassa e così nel posto più esclusivo di Roma hanno
fatto un albergo. Si mangia bene, c'è persino l'orto dove crescono fagiolini,
carciofi e fave. 64 euro a notte la doppia, poco più in là c'è la chiesa di Sant'Alessio
dove per 270 euro ci si sposa: fiori, fotografo e organista a parte. Albergo
religioso Casa tra noi, camera doppia 104 euro a notte. Residenza Madri Pie, camera
doppia 100 euro a notte. Casa per ferie Santa Maria alle Fornaci, è tutto
occupato.
PAOLO MONDANI
Quante stanze avete?
RECEPTION SANTA MARIA ALLE FORNACI
Totale 54. i prezzi per la doppia 95 e la singola 70, con la prima
colazione.
RECEPTION DOMUS VITELLIA
La camera singola sono 59 euro.
PAOLO MONDANI
E la camera doppia?
RECEPTION DOMUS VITELLIA
La camera doppia sono 46 euro a persona.
PAOLO MONDANI
Qua di chi è?
RECEPTION DOMUS VITELLIA
Delle suore di clausura che sono di sopra.
PAOLO MONDANI
Pensavo che le Clarisse essendo… storicamente povere...
RECEPTION DOMUS VITELLIA
Si, beh, ma loro sono povere!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Quasi nessuno di questi alberghi religiosi paga l'Ici. Un alto funzionario
pubblico ci spiega perché e vuole rimanere anonimo perché parlare di queste
cose è rischioso.
DIRIGENTE PUBBLICO
Con una sentenza della Corte di Cassazione del 2004, si è stabilito un
principio molto semplice, l’esenzione vale soltanto nel caso che le attività
che si svolgono in questi immobili di enti ecclesiastici, siano di natura non
commerciale. Questo fatto ha scatenato una reazione che ha portato nel 2005 ad
una norma che diceva l’esatto opposto e cioè, che l’esenzione dall’Ici era
applicabile anche nel caso che in questi immobili si svolgesse un’ attività
commerciale.
PAOLO MONDANI
Governo?
DIRIGENTE PUBBLICO
Governo Berlusconi. Ciò naturalmente ha creato un ulteriore reazioni,
proteste degli enti locali, si viene quindi all’attuale norma, la norma dice
che quell’esenzione si può applicare anche se in quegli immobili si svolgono
attività non esclusivamente commerciale. Qui siamo Governo Prodi, e un decreto
Bersani, metà 2006.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Con il decreto Bersani, basta ad esempio dimostrare di celebrare la messa
in albergo, in clinica o nella libreria cattolica per giustificare il "non
esclusivamente commerciale". I comuni italiani sono però molto arrabbiati
perché ci perdono troppi soldi dal non pagamento dell'Ici e hanno aperto dei
contenziosi con alcune attività religiose che ritengono assolutamente
commerciali. E’ il caso dell'albergo delle suore Brigidine di Roma, in piena
piazza Farnese. Della clinica "Nostra Signora del Sacro Cuore", della
Libreria San Paolo a via della Conciliazione.
PAOLO MONDANI
Ma ad esempio il comune di Roma è mai riuscito a valutare complessivamente
quanto ci perde dagli enti religiosi che non pagano l’Ici?
DIRIGENTE PUBBLICO
Probabilmente 60 milioni di euro l’anno sono il valore credibile per Roma…
PAOLO MONDANI
E la stima della perdita a livello nazionale?
DIRIGENTE PUBBLICO
Almeno 400 milioni. E sulla base anche di stime di diverse parti siamo
forse al doppio se non di più!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Oltre l'Ici, la Chiesa usufruisce per esempio dello sconto sulla luce e
sull'acqua, ma ci sono ben altre esenzioni.
CARLO PONTESILLI – FISCALISTA
Penso allo sconto del 50% di cui beneficiano sempre gli enti ecclesiastici
che svolgono attività di sanità e istruzione, hanno quindi uno sconto del 50%
sulle imposte. L’esenzione da qualsiasi forma di imposizione per tutte le
donazioni, i lasciti testamentari. Inoltre abbiamo l’articolo 149 del Testo
unico sulle imposte dei redditi che ha stabilito che per sempre un ente
ecclesiastico rimane e rimarrà, qualsiasi sia l’attività che svolge, un ente
non commerciale con vantaggi di tipo civilistico e fiscale che questa cosa
comporta.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La chiesa non usufruisce solo di esenzioni, la finanziaria del 2004 per
esempio stanziava 50 milioni di euro per il Campus biomedico di Roma, fondato
dall'Opus Dei nel 2000. Si tratta di un policlinico universitario di
eccellenza. Nel '98, i fondatori andarono dall'allora Assessore alla Sanità
della Regione Lazio Lionello Cosentino a chiedere di consentirne la
costruzione.
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Io risposi che non ero d’accordo in verità…
PAOLO MONDANI
Perché?
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Perché Roma non poteva sopportare altri Policlinici Universitari, altri grandi
ospedali costosi se prima non riorganizzava la propria rete e non rendeva
eccellenti quelli che già c’erano.
PAOLO MONDANI
Che cosa le replicarono?
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Furono molto carini mi dissero che prendevano atto della mia decisione e
che potevano aspettare perché ero… i loro tempi erano lunghi e probabilmente io
non sarei più stato assessore.
PAOLO MONDANI
Ah si e però poi, come dire, il loro ospedale si è fatto?
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Poi ospedale si è fatto, in realtà, poi si iniziò a costruirlo, non come
ospedale, ma come struttura per il Giubileo, fu finanziata sui fondi del
Giubileo, una struttura di accoglienza dei pellegrini che poi sarebbe dovuta
diventare una residenza per anziani. In realtà poi era quella la base su cui
poi si è costruito il nuovo policlinico.
PAOLO MONDANI
Struttura per il Giubileo, che non fu mai pronta per il Giubileo perché fu
pronta molto dopo, se non ricordo male?
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Eh si!
PAOLO MONDANI
E quindi era semplicemente una scusa per fare la struttura insomma...
LIONELLO COSENTINO – SENATORE PD
Diciamo c’era una visione lungimirante!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Altrettanto lungimirante fu il comitato del Giubileo, diretto dall'allora
sindaco Rutelli e da Guido Bertolaso, che finanziò il campus. Nove anni dopo,
la relazione della corte dei conti sulla spesa sanitaria nel Lazio dà ragione a
Cosentino: l'aumento indiscriminato dei policlinici universitari ha
incrementato il debito e l'inefficienza del sistema. E quando nel 2008 la
regione provò a ridurre i budget sanitari per coprire il buco, il papa convocò
gli amministratori e ingiunse loro di non tagliare i fondi alla sanità
cattolica. La regione fece retromarcia e il budget del Campus venne rapidamente
aumentato.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Diminuiscono
le offerte, sarà per via della crisi, ma in crisi ci sono anche le vocazioni...
Aumenta invece il contributo dell’ otto per mille imposto per legge, a cui si
aggiungono vantaggi fiscali: ogni anno 500 milioni lo sconto di Ires e Irap,
600 milioni l’elusione fiscale legalizzata del turismo cattolico. 250 milioni per
il finanziamento dei grandi eventi. Inoltre il mancato incasso dell’Ici si può
stimare fra i 400 e 800 milioni di euro e4 in sede Europea ci sono cause per
concorrenza sleale. Certo è che impossibile fare i conti in tasca alla chiesa,
ed è un fatto che nessun popolo cattolico paga così tanto il costo di una
religione. C’è da dire però che la chiesa italiana supplisce alle carenze dello
stato nell’assistenza ai più poveri e più deboli, una funzione che svolgono soprattutto
le parrocchie, poi man mano si sale di grado e la carità si confonde con
l’impresa. L’anno scorso a l’Aquila c’è stato il terremoto, 308 i morti, oggi
14.500 persone stanno nelle nuove case costruite dal governo, 2.000 vivono ancora
nei moduli provvisori, 3.600 sono ancora negli alberghi e 26.000 gli sfollati.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
6
aprile 2010. Gli aquilani sfilano con le fiaccole per denunciare e ricordare la
notte di un anno fa, quando alle 3 e 32 arrivò il terremoto. Subito dopo la
Caritas e molti sacerdoti hanno reagito e lavorato con coraggio, su altri c'è
discussione.
ALDO ANTONELLI – PARROCO DI ANTROSANO
L’AQUILA
Fossi stato vescovo io, il giorno dopo il terremoto, mi sarei fatto una
tenda e mi sarei messo a dormire e a vivere in una delle tendopoli che
circondavano la città dell’Aquila. Invece no, il vescovo se ne è venuto ad
abitare qui, in un’altra diocesi vicino Carsoli, diocesi di Avezzano, in un
convento.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Oggi
l'Arcivescovo Molinari vive in una Villa di Coppito donata dall'Università del
Sacro Cuore. All'Aquila, il papa ha inviato un altro vescovo che vive nel
capannone della Curia: qualche giornale ha parlato di commissariamento. A causa
dei ritardi nei lavori per il centro storico i cittadini hanno simbolicamente
appeso qui le chiavi delle loro case e organizzato la rimozione delle macerie
con le carriole.
FEDERICO D’ORAZIO – STUDENTE
UNIVERSITARIO – GIORNALISTA
L’ultimo anno la Chiesa tramite la Curia aquilana si è distinta per la
costruzione con il contributo della Regione Lombardia, della Casa dello studente
che in realtà oggi si chiama Casa San Carlo Borromeo, Residenza Universitaria
San Carlo Borromeo, edificata su terreno di proprietà della Curia, costata 7
milioni di euro, che ha 120 posti letto.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Durante
la scossa di un anno fa la Casa dello Studente si era sbriciolata. La Regione
Lombardia ne costruì una nuova e la donò alla Curia a patto che la gestione
fosse affidata all'Azienda per il diritto allo studio. Invece è rimasta alla
Curia. Ma gli studenti che entrano qui sono quelli della graduatoria
dell'università?
GIUSI PITARI – DOCENTE UNIVERSITARIO
L’AQUILA
Avremmo sperato che la Curia, che si è imposta, come gestione di questa Casa
dello Studente, nonostante gli accordi erano stati completamente diversi, che
la Curia avesse attinto da quella graduatoria e invece ciò non è stato ora io…
PAOLO MONDANI
Quindi
hanno deciso loro chi mettere dentro?
GIUSI PITARI – DOCENTE UNIVERSITARIO
L’AQUILA
Si, hanno deciso loro!
ALDO ANTONELLI – PARROCO DI ANTROSANO
L’AQUILA
Il che io penso che più che un aiuto agli studenti è stato un regalo alla
Chiesa!
PAOLO MONDANI
La Regione Lombardia ha donato alla Curia, sul
terreno della Curia, la Casa dello studente, non poteva darla al Comune
dell’Aquila?
GIOVANNI D’ERCOLE – VESCOVO AUSILIARE L’AQUILA
Guardi lei fa una domanda sulla quale io, non è che non voglio rispondere,
però la situazione è talmente complessa cosi… com’è stata talmente semplificata
nel messaggio dell’opinione pubblica che secondo me rischiamo di giocare
bianchi e neri, cioè nel senso che cioè, che la… dice doveva darlo al Comune,
doveva darlo a… io da quello che… io non ero qui intanto!
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
E'
vero, c'era il vescovo Molinari. Ora però entrambi i vescovi devono gestire i
molti milioni di euro offerti dagli italiani. In che modo?
GIOVANNI D’ERCOLE –
VESCOVO AUSILIARE L’AQUILA
Gli
italiani attraverso delle collette hanno raccolto circa 35 milioni di euro che
sono finalizzati non a riparare le Chiese, non a costruire le Chiese ma a
interventi immediati di emergenza per le popolazioni terremotate. Cioè ad
assicurare dappertutto dei centri pastorali di raccordo, cioè dove la gente
possa incontrarsi, dove possano stare insieme.
GIUSI PITARI – DOCENTE UNIVERSITARIO
L’AQUILA
In questi nuovi, chiamiamoli quartieri, quello che viene fuori è che il 30%
di questa aree che doveva essere destinato ad opere di socializzazione, molto
probabilmente verrà utilizzato tutto dalla Curia. Quindi nel progetto case non
c’è la possibilità per esempio di passeggiare, non c’è un’edicola, non ci sono
bar, caffè e cose di questo genere… e allora in questo 30% noi cittadini,
vorremmo che fosse incluso tutto!
PAOLO MONDANI
Parliamo
di 35 milioni per realizzare da quel che ho capito, centri pastorali in aree
pubbliche. Chi le realizzerà e che tipo di centri pastorali?
GIOVANNI D’ERCOLE – VESCOVO AUSILIARE L’AQUILA
Beh intanto non sono tutte aree pubbliche, sono
quasi tutte aree private perché le abbiamo comperate.
PAOLO MONDANI
Ah, ho capito, con questi 35 milioni?
GIOVANNI D’ERCOLE – VESCOVO AUSILIARE
L’AQUILA
Con questi 35 milioni, certo, perché proprio non avendo terreni, siamo
stati obbligati a comperarli.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
La
Curia, coi 35 milioni di offerte per i terremotati, avrebbe dovuto costruire
dentro ai 19 quartieri realizzati dal Governo dei servizi alla collettività. Invece
si compra dei terreni per realizzare solo degli oratori.
FEDERICO D’ORAZIO – STUDENTE
UNIVERSITARIO – GIORNALISTA
La stortura è che se sono fondi destinati alle popolazioni terremotate, non
è la Curia che può farsi interprete di tutta quanta la necessità della
popolazione terremotata, perché evidentemente deve esserci una volontà da parte
della Curia di gestire e di ampliare il suo patrimonio, il suo investimento sul
territorio utilizzando l’occasione del terremoto.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Mentre
la Curia compra terreni, Don Ramon che ha la sua chiesa distrutta ha vissuto
per mesi nei campi degli sfollati. Ora abita in un container e dice messa in
questo prefabbricato.
RAMON MANGILI – PARROCO DI SAN GIOVANNI
BATTISTA A PILE - L’AQUILA
Tenga presente che il peggio arriva adesso, si fa sentire in tanti modi che
possono essere, depressioni, esaurimenti, sensi di solitudine profonde, crisi
di panico.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Dal febbraio scorso sono nel panico anche i protagonisti degli appalti
del G8 alla Maddalena e a l'Aquila, gestiti con le procedure straordinarie
della protezione civile di Guido Bertolaso. L'ingegner Angelo Balducci, Presidente
del consiglio superiore dei lavori pubblici e Gentiluomo di Sua Santità è
finito in carcere con l'accusa di corruzione. Insieme a lui, l'imprenditore
romano Diego Anemone, che secondo i magistrati teneva i soldi delle tangenti
nella cassaforte di Don Evaldo Biasini, che nel 2007, versa sul conto
IOR della Congregazione intestato a lui 200 mila euro.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Dentro la Chiesa
convivono due anime, una che si preoccupa della salvezza delle nostre e un’altra
più commerciale, che nella scelta dei soci in affari non discerne. Quando entra
in scena Balducci e cosa costruisce insieme a lui il Vaticano lo vediamo fra
breve.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Allora 9 anni fa il Vaticano incarica il Gentiluomo Angelo Balducci di amministrare
il suo patrimonio immobiliare. Per i
lavori si fidano del costruttore Anemone, che aveva il nulla osta segretezza,
ed era quindi autorizzato a fare lavori per i servizi di sicurezza e le forze
dell’ordine. Si ipotizza che i suoi datori di lavoro siano stati oliati. Le
indagini sono in corso, e quello che si sa è che è stato lui ha pagare una
parte dell’appartamento dell’ex Ministro
Scajola e che teneva un pò di soldi dentro alla cassaforte di Don
Biasini economo della congregazione del preziosissimo sangue, che a sua volta
aveva un conto allo IOR. Saldi anche i legami con un altro Gentiluomo di sua santità
Gianni Letta, e con il numero uno della protezione civile Bertolaso.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Bertolaso
e Balducci entrano in scena alla fine degli anni '90, responsabili dei lavori
per il grande Giubileo del 2000. Costati circa 2 miliardi di euro.
PAOLO BERDINI – URBANISTA
Sono due le opere su cui si concentra l’azione di Bertolaso e di Balducci,
la realizzazione del tunnel sotto Castel Sant’Angelo, che avrebbe dovuto
portare un grande flusso di automobili dal nord di Roma verso il parcheggio di
Propaganda Fide, che è la seconda grande opera che loro individuano. Il
parcheggio sotto la collina di Propaganda Fide, cioè a due passi dal Vaticano è
di mille automobili e di un numero molto elevato di pullman, e per fare questo
parcheggio viene addirittura distrutta una villa romana.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Il
parcheggio sui terreni di Propaganda Fide costò 90 miliardi di lire, 40 dello
stato italiano e 50 della Santa Sede. Ma e' poco frequentato perché i pullman
dei pellegrini preferiscono la sosta selvaggia. Siamo nel dicembre del 1999: prima
dell'inizio del Giubileo Giovanni Paolo II visita i cantieri. E con il sindaco
Rutelli c'è sempre Angelo Balducci.
PAOLO MONDANI
Angelo
Balducci che fa dopo il 2000?
PAOLO BERDINI – URBANISTA
Nel 2001, lo stesso vescovo Sepe lo nomina come responsabile per i beni
immobiliari di Propaganda Fide, che sono diffusi in tutto il mondo, ma in
particolare a Roma formano un patrimonio di grande pregio.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Passato
il Giubileo, il cardinale Crescenzio Sepe viene eletto prefetto
della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, detta 'De
Propaganda Fide'. Il cardinale affida alla gestione di Balducci l'immenso
patrimonio immobiliare e Balducci, dopo aver aperto un proprio conto allo IOR,
porta il costruttore Diego Anemone in Vaticano presentandolo nientemeno che al
cerimoniere pontificio monsignor Francesco Camaldo. Cominciano gli affari
immobiliari. L'ex ministro Pietro Lunardi compra un palazzo di Propaganda Fide
in via dei Prefetti, a cinquanta metri dal Parlamento, 42 vani pagati molto
meno del loro valore.
PAOLO MONDANI
Quella
zona dal punto di vista del valore immobiliare, nel 2004, valeva circa 8000
euro al mq. 700 mq, lei mi ha detto 738 per 8000, fanno 5 milioni e 6 ma in
realtà paga 3 milioni. Come mai cosi poco?
GAETANO PECORELLA – DEPUTATAO PDL –
LEGALE PIETRO LUNARDI
Perché dal 2005 al 2010 vengono effettuati i lavori di ristrutturazione,
quindi vuol dire che l’immobile è in uno stato di decozione e perché vi erano 8
inquilini che occupavano e quindi era praticamente una casa occupata, di cui a
tutt’ora 4 la stanno ancora occupando.
PAOLO MONDANI
Quanto
ha pagato Lunardi ad Anemone i lavori? C’è una cifra?
GAETANO PECORELLA – DEPUTATAO PDL –
LEGALE PIETRO LUNARDI
Ho il dato che i lavori di restauro sono costati circa 325 mila euro.
PAOLO MONDANI FUORI
CAMPO
Lunardi
paga il palazzo 3 milioni e 325 mila euro, lavori compresi. Un immobile che nel
2004 ne valeva quasi il doppio. E ad i valori attuali è stimato 8 milioni di
euro, un bingo. Grazie ai rapporti con il Cardinale Sepe, Angelo Balducci e Gianni
Letta.
PAOLO MONDANI
Parliamo
di Angelo Balducci che si occupava di gestire il patrimonio di Propaganda Fide.
Mi chiedo era una persona sbagliata? Non poteva essere vigilato meglio
quell’immenso patrimonio che tra l’altro è una delle voci più importanti
vostre?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Spero di non scandalizzare dicendo che in fondo a ben vedere già la
comunità degli apostoli all’inizio sbagliò a scegliere l’amministratore, si
chiamava Giuda Iscariota. Allora, mi capisca… non è che io dico che va bene
cosi…
PAOLO MONDANI
Direi
che l’ha pagata, direi che l’ha pagata cara no?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Si!
PAOLO MONDANI
Spesso
e volentieri molti non hanno pagato, insomma?
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Dico semplicemente che il rischio è incombente… la possibilità della
fallibilità esiste, perché siamo in cose umane, c’è un rigoroso dovere di
vigilanza e poi alla fine io credo che nel giudizio complessivo verso la Chiesa
bisogna anche essere molto leali e molto oggettivi. La Chiesa alla fin fine è
oggetto della nostra fede.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Chissà qual è
l’oggetto della fede di Enrico Nicoletti che tra gli anni ‘70 e ‘80 è stato il re
di Roma. Uno che ha costruito di tutto, dalle università alle cliniche. Poi i
processi che lo indicano come il cassiere della banda della Magliana. L'ultimo
arresto è del 2006 e tutto il suo patrimonio miliardario è stato confiscato.
Oggi Nicoletti ha ancora due processi per concorso in bancarotta e vive in una
villetta sulla via Casilina.
PAOLO MONDANI
È noto il suo rapporto
con Giulio Andreotti o mi sbaglio?
ENRICO NICOLETTI
Prima di tutto è una persona appostissimo in tutto e per tutto e mai
nessuno ha potuto dire niente.
PAOLO MONDANI
Diciamo che c’è stata una frequentazione da qualche punto di vista, no?
ENRICO NICOLETTI
No, io l’ho visto diverse volte, non è che gli avevo... che mi serviva
qualcosa o perché... perché mi sentivo democristiano… avevo lo scudo crociato
nel petto.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Chissà perché il
figlio di Nicoletti invita il padre a non parlare di Andreotti. Eppure quel
rapporto è noto. Uno dei pochi potenti a cui Nicoletti deve qualcosa... Insieme
a qualcun altro.
ENRICO NICOLETTI
Conoscevo cardinali, conoscevo tutti, tutto il Vaticano praticamente,
quando andavo io, ero sempre ricevuto da tutti…
PAOLO MONDANI
Nella Banca Vaticana l’ha mai avuto un conto?
ENRICO NICOLETTI
Nella Banca Vaticana non l’ho avuto il conto. C’è stato monsignor Casini,
che aveva questo rapporto, nei primi tempi, prima che morisse, quello che mi
serviva, andavo da lui, poi non è che era una cosa ricorrente, sono stati due
tre casi, diciamo così.
PAOLO MONDANI
Importante prestito?
ENRICO NICOLETTI
Un miliardo e mezzo, due miliardi.
PAOLO MONDANI
Ho capito.
ENRICO NICOLETTI
Che io gli ho restituito regolarmente. C’era il direttore generale, il
dottor Mennini, dove praticamente sono rimasto... ho dato tutto, sono
rimasto...
PAOLO MONDANI
Contento, soddisfatto.
ENRICO NICOLETTI
Bonariamente! Lui poi mi ha fatto conoscere monsignor Carbone, sempre nel Vaticano,
poi mi ha portato in udienza dal papa...
PAOLO MONDANI
Quando è che ha conosciuto Giovanni Paolo II?
ENRICO NICOLETTI
All’inizio, quando è stato eletto. Perché io ero amico di Mani, Mani era il
fotografo del Vaticano, conoscevo monsignor Casini, e loro mi hanno fatto... mi
hanno portato li in udienza privata.
PAOLO MONDANI
So che con Giovanni Paolo II vi siete incontrati per un’importante
funzione...
ENRICO NICOLETTI
Certo! Alla penultima figlia, gli ha fatto la comunione, e poi, lui da lì
dopo ha fatto altre comunioni successive, però diciamo che il primo evento è
stato mia figlia.
PAOLO MONDANI
Nel 2009 lei festeggia il cinquantesimo di matrimonio?
ENRICO NICOLETTI
Sì, agosto 2009, 9 agosto.
PAOLO MONDANI
E che succede? Lei riceve un importante... da quel che so...
ENRICO NICOLETTI
No. Mi mandano… prima mi mandano una pergamena mi manda il papa, in chiesa,
l’ha letta un vescovo che sarebbe il vice capo della Penitenzieria Vaticana…
PAOLO MONDANI
E la messa chi l’ha fatta?
ENRICO NICOLETTI
L’ha fatta il vescovo.
PAOLO MONDANI
Lei ha avuto rapporti imprenditoriali anche con Don Verzè mi pare no?
ENRICO NICOLETTI
Si, Don Verzè è venuto da me perché voleva che io gli facessi personalmente
la costruzione di un residence di tutti i prelati.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Don Verzè, il prete manager della sanità italiana, non realizzerà con
Nicoletti il residence per i prelati ma gli comprerà una
tenuta agricola e tramite lui acquisterà l'edificio nel quale sarà
costruito l'ospedale San Raffaele a Roma, poi passato ai fratelli Angelucci e
quindi alla Regione Lazio. A qualche chilometro da qui, a viale
di Porta Ardeatina, c'è la Casa del Jazz. Nel 1994 l'area e la villa vennero
confiscate a Nicoletti che l'aveva comprate dalla Pia Unione degli Oblati della
Madonna. Siamo nei primi anni ‘80, partono le trattative per la vendita e in
molti vogliono comprare questo gioiello al centro di Roma.
DON DOMENICO CELANO – ECONOMO OBLATI
DELLA MADONNA
In particolare ricordo il signor Lodigiani, aveva una grande ditta…
PAOLO MONDANI
Che
è un imprenditore famoso..
DON DOMENICO CELANO – ECONOMO OBLATI
DELLA MADONNA
Si, un famoso imprenditore Lodigiani e aveva fatto un’offerta che sembrava
la più fattibile, la più concreta perché pagava subito quello che doveva
pagare, circa 800 milioni e si accollava il mutuo e allora Nicoletti si
appoggiava molti all’interno ecco degli uffici legali del Vicariato per
ottenere che si facesse a lui la vendita, il signor Nicoletti.
PAOLO MONDANI
E
ci riuscì?
DON DOMENICO CELANO – ECONOMO OBLATI
DELLA MADONNA
Noi abbiamo resistito, dimostrammo opponendoci, anche al Vicariato,
all’autorità che era l’ufficio legale che questo Nicoletti non ci dava tanta
fiducia, ce lo dimostrava anche il nostro avvocato, il quale ricevette una
telefonata da questo Nicoletti che prometteva al nostro avvocato una tangente,
non so, sottobanco, dei soldi se favoriva la vendita a lui e qui poi si è
rivelato chi era Nicoletti, doveva pagare circa 800 milioni ce ne diede 390,
questo lo ricordo bene, in contanti! Abbiamo perso i 400 milioni circa, mai
avuti, qualcuno ci ha detto: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, basta,
pensate ad essere sacerdoti e alla vostra vita, noi l’abbiamo sempre fatto
ecco.
PAOLO MONDANI
Quanto
complessivamente l’ha pagata la villa?
ENRICO NICOLETTI
Un miliardo e 100 milioni, un miliardo e 2.
PAOLO MONDANI
Perché
una parte degli Oblati dice che l’ha pagata molto meno...
ENRICO NICOLETTI
Ma chi glielo dice? Nessuno, non è vero niente!
PAOLO MONDANI
Poi
negli anni successivi siete riusciti a sapere se Nicoletti avesse avuto qualche
rapporto più in alto all’interno del Vicariato? O nella Chiesa in generale?
DON DOMENICO CELANO – ECONOMO OBLATI
DELLA MADONNA
Facciamo un break! Facciamo un break o no?!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Facciamolo
questo break! Per ricordare che il Vicariato di Roma, che impose agli Oblati di
vendere a Nicoletti, era retto dal cardinal Ugo Poletti, lo stesso che nel 1990
firma il nulla osta per la sepoltura di Enrico De Pedis, ultimo capo della
banda della Magliana, nella basilica di Sant'Apollinare a Roma. Oggi,
nonostante i processi, Nicoletti trova ancora solidarietà in Vaticano mentre
l'ex capo della Popolare di Lodi Giampiero Fiorani nonostante avesse finanziato
in nero molti prelati e versato 15 milioni di euro su un conto svizzero del Vaticano,
da quando e' inseguito dalle inchieste, non ha più trovato nemmeno un prete a
consolarlo.
GIAMPIERO FIORANI – EX A.D. BANCA POPOLARE DI LODI
Non c’è nessuno che abbia suonato al campanello di casa mia nei momenti di
difficoltà. Eppure spetterebbe di diritto oltre che di obbligo per vocazione.
PAOLO MONDANI
Lei
cardinali, vescovi, ne conosceva suppongo…
GIAMPIERO FIORANI – EX A.D. BANCA
POPOLARE DI LODI
Si, si, li frequentavo, li vedevo, li incontravo, li aiutavo.
PAOLO MONDANI
Nessuno
si è fatto sentire?
GIAMPIERO FIORANI – EX A.D. BANCA
POPOLARE DI LODI
No assolutamente. Ma vede la Chiesa ha delle logiche di sfruttamento
economico anche lei.
PAOLO MONDANI
Che
cos’è lei, un cattolico ormai non praticante?
GIAMPIERO FIORANI – EX A.D. BANCA
POPOLARE DI LODI
Io sono… ho un rapporto contraddittorio.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Fiorani
era stato travolto insieme ad Antonio Fazio, però con lui i rapporti sono
continuati, tanto da candidarlo alla presidenza dello IOR. Ma torniamo alla
Roma democristiana e palazzinara. Il parco dell'Appia Antica si estende per
3500 ettari, è il più grande parco archeologico del mondo. Era in gran parte di
proprietà del marchese Alessandro Gerini, soprannominato il costruttore di Dio,
scomparso nel 1990 lasciando 1500 miliardi di vecchie lire di eredità fatta di
terre e palazzi. Annamaria Gerini è nipote del marchese. Le chiediamo: lo zio
Sandro come ha fatto a fare tutti quei soldi?
MARIA GERINI
Convinse mio padre di fare una permuta. I terreni agricoli in Toscana col
cambio di tutti i terreni dell’Appia Antica, Cecilia Metella eccetera, cosa che
papà non poteva fare perché aveva una paralisi e non adoperava la mano destra
quindi non poteva firmare, non poteva fare niente.
PAOLO MONDANI
E
chi ha firmato?
MARIA GERINI
Io ero stata autorizzata a fare tutti gli assegni e a firmare per papà, se
non che quel giorno stranamente mi fu detto di andare a fare una commissione.
Quando io sono tornata ho trovato sia Zio Sandro che il commendator Filibek,
che era l’amministratore, che stavano uscendo dalla porta, che avevano fatto
firmare a papà questa permuta.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Lo
svelto zio Alessandro, con tutti quei terreni, si mette a fare lo speculatore
nella capitale. Tanto bravo da diventare senatore democristiano con l'appoggio
di Giulio Andreotti. Prima di morire dà vita alla fondazione Gerini e la cede
all'ordine dei Salesiani. Quando nel 1990 il marchese muore intesta tutto alla
fondazione. Agli eredi non lascia nulla. Perché?
MARIA GERINI
Sa vivendo dalla mattina alla sera in Vaticano e con i preti credo che sia
più che logico non avendo figli, ha pensato bene… cioè loro hanno pensato bene
di farsi lasciare la roba!
PAOLO MONDANI
I
testamenti quanti sono stati?
MARIA GERINI
Mio zio, pare che cambiasse testamento... ne ha fatti 30, quindi!
PAOLO MONDANI
30
testamenti!?
MARIA GERINI
Si.
PAOLO MONDANI
E
l’ultimo testamento?
MARIA GERINI
L’ultimo testamento è quello li che lascia tutto alla Fondazione.
PAOLO MONDANI
Ha
qualche dubbio sull’ultimo testamento?
MARIA GERINI
Beh! Direi di si!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Dopo
il testamento, una parte degli eredi ha fatto causa alla fondazione e nel marzo
scorso il tribunale di Milano ha sequestrato ai Salesiani beni per 130 milioni
di euro. In Italia una cosa simile non era mai successa. Ma tra gli eredi e i
salesiani si infila un terzo pretendente: il papa. Gianluigi Nuzzi, nel suo
libro "Vaticano Spa", documenta come il cardinale Castillo Lara, che
gestiva il portafoglio di Giovanni Paolo II, avanzò pretese sull'eredità.
Ultimo mistero: gli eredi si chiedono ancora quanti soldi abbia lasciato lo zio
nei conti presso lo IOR.
ATTILIO NICORA – CARDINALE PRESIDENTE
AMMINISTRAZIONE SANTA SEDE
Lo
IOR non è una banca per la semplicissima ragione che non esercita l’attività di
credito.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Lo IOR è un istituto e come nasce? Poco
dopo l’Unità d’Italia buona parte delle proprietà dello Stato Pontificio, sono
state espropriate e nel 1929 con i Patti Lateranensi firmati da Mussolini si sono
messi d’accordo sul risarcimento. Lo Stato versò alla Santa Sede 750 milioni di
lire in contanti e un miliardo in titoli, e con quegli ingenti capitali lo IOR cominciò
a lavorare. Poi i tempi cambiano e la finanza diventa sempre più sofisticata.
Lo Ior è sempre stato considerato dal nostro sistema bancario come il
corrispondente estero di una banca italiana. Ma essendo dentro ad uno stato
sovrano, come San Marino o le Cayman, di fatto fino ad oggi non ha mai
rispettato le leggi internazionali antiriciclaggio e tantomeno risposto alle
rogatorie.
PAOLO MONDANI
Possiamo definire lo IOR come una banca offshore?
DONATO MASCIANDARO – DIRETTORE DOP.
ECONOMIA UNIVERSITA’ BOCCONI
Si. Se per offshore definiamo una banca che è stata inserita nelle liste
nere dagli organismi internazionali, lo IOR, non è mai stato inserito in queste
liste. Prendiamo Macao, Macao stranamente non viene mai inserita nelle ultime
liste nere, ma semplicemente perché è evidente che c’è un patronato, la Cina
che evita che Macao venga inserita in queste, però…
PAOLO MONDANI
In realtà è un paradiso insomma...
DONATO MASCIANDARO – DIRETTORE DOP.
ECONOMIA UNIVERSITA’ BOCCONI
Certo!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Lo IOR ha la sua sede nel Torrione di Niccolò V. Ha
circa 100 dipendenti e un patrimonio stimato di 5 miliardi di euro. I conti
correnti sono riservati a dipendenti vaticani, enti religiosi e ad una
ristretta cerchia di privati. Lo statuto dice che deve amministrare opere di
religione e carità. Ma non disdegna gli investimenti esteri in azioni e titoli,
sopratutto negli Stati Uniti. E due mesi fa ha impegnato 100 milioni di euro
nel bond emesso dalla cassa di risparmio di Genova.
ALBERTO MELLONI – DIRETTORE FONDAZIONE
GIOVANNI XXIII BOLOGNA
Esiste nei confronti del denaro ecclesiastico una forma di attenzione in
base a quella vecchia regola che diceva un diplomatico Vaticano, che diceva che
bisogna stare sempre attenti quando i chierici usano dei soldi, perché i
chierici delinquenti si fidano solo dei delinquenti dato che sono delinquenti e
i chierici buoni si fidano dei delinquenti perché sono buoni.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La procura della capitale, nel 2009, inizia ad
indagare sulla filiale di Banca di Roma di via della Conciliazione. A 150m da
San Pietro. L'ipotesi investigativa è che soggetti "valutariamente
residenti in Italia abbiano usato lo IOR come schermo per transazioni che
nascondevano reati quali la truffa, l'evasione fiscale, il riciclaggio”. Ad un
alto dirigente di quella banca chiediamo: mai nessuno se
n'era accorto prima?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Guardi che nel 2006, l’ispettorato interno di Banca di Roma, fece un
ispezione presso quella filiale ed emersero molti fatti gravi, si scopri
l’esistenza di un conto calderone dello IOR nel quale finivano assegni e
bonifici senza nome e fu ricostruita tutta la storia di quel conto.
PAOLO MONDANI
Quando nasce il rapporto IOR?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Il conto fu aperto nel 1974. Quando nel 2006 emerse tutto su quel conto
c’era un fido aperto di 10 milioni di euro e non era applicata alcuna ritenuta
fiscale.
PAOLO MONDANI
Ma cosa c’era di strano?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
C’era di strano che nonostante le norme nulla era trasparente e che si era
instaurata una prassi imbarazzante, per esempio gli accrediti costituiti da
bonifici e da assegni bancari negoziati presso lo IOR, venivano registrati su
un tabulato non firmato che un dipendete di Banca di Roma andava a ritirare
ogni giorno in Vaticano.
PAOLO MONDANI
E per Banca di Roma era tutto normale?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Certo che si, era diventata nei fatti una filiale italiana dello IOR.
PAOLO MONDANI
Mi ha detto degli accrediti, e per gli addebiti
come funzionava?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Era Banca di Roma a consegnare allo IOR una dotazione di fogli in bianco
già firmati dalla banca stessa, anche gli assegni della clientela IOR venivano
giornalmente ritirati in Vaticano da un dipendente della Banca di Roma.
PAOLO MONDANI
Quindi possiamo immaginare questo dipendente della
Banca di Roma di via della Conciliazione che tutte le mattine andava verso lo
IOR in Vaticano, saranno 300m, a ritirare il tabulato e gli effetti di chi
versava i suoi effetti allo IOR, cioè gli accrediti.
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Mentre la sera lo stesso dipendente rifaceva gli stessi 300m per ritirare
allo IOR assegni circolari e assegni emessi dai clienti IOR, cioè gli addebiti.
Il tutto confluiva nella contabilità di questo unico conto di cui Banca di Roma
non vedeva nulla.
PAOLO MONDANI
E il giro di denaro qual’era?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Il saldo mensile del conto nel 2006 è stato sempre superiore ad i 50, 60
milioni di euro.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Questi sono i documenti degli estratti del conto
dello IOR presso Banca di Roma. Sono i movimenti del 2007. Il saldo mensile
oscilla tra i 32 e gli 80 milioni di euro. La maggior parte dei movimenti è in
chiaro, si conosce cioè chi fa versamenti o preleva se si tratta di piccole
cifre. Singoli donatori, diocesi, parrocchie, congregazioni religiose, enti
missionari. Ma quando le cifre si alzano i nomi spariscono. E per esempio c'è
il continuo incasso di assegni che non vengono identificati né registrati. Di
che assegni si tratta?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Sono quelli segnalati come assegni stanze IOR. Vede come è scritto qui, gli
assegni stanze IOR sono le uscite per lo IOR. Non c’è l’analisi dei movimenti,
ne i nomi: questo è totalmente irregolare.
PAOLO MONDANI
E poi vengono depositati assegni per milioni di
euro classificati come non trattabili, questo che cosa vuol dire?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Queste sono invece le entrate per lo IOR. Non c’è traccia documentale delle
operazioni, quindi è tutto irregolare.
PAOLO MONDANI
Ma nel 2006, dopo l’ispezione di Capitalia che cosa
succede?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Succede che vengono informati i dirigenti di Banca di Roma che contattano
Marco Simeon, il referente di Cesare Geronzi per i rapporti con il Vaticano.
Simeon era nella sua segreteria particolare e li tutto si ferma per altri due
anni. Quando per effetto di una segnalazione di operazione sospetta su quel
conto inizia ad indagare l’Unità di Informazione Finanziaria di Banca
d’Italia.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Siamo nel 2008, Banca d'Italia riceve una segnalazione
di operazione sospetta da una banca siciliana che emette un assegno verso un monsignore
che lo deposita sul conto IOR presso Banca di Roma. L'assegno per il monsignore
parte dal conto di un soggetto condannato per mafia. Il monsignore è indagato
per riciclaggio e le indagini sono ancora sotto segreto. Banca d'Italia invia
così i suoi ispettori a Banca di Roma che dall'autunno del 2007 è diventata
Unicredit. E gli ispettori scoprono che nel rapporto con lo IOR niente era
cambiato. Eppure la legge antiriciclaggio del 2007 imponeva già procedure molto
diverse.
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
La legge ci impone di identificare ogni soggetto coinvolto in una
transazione, di registrare i relativi dati nell’archivio unico informatico e di
segnalare le operazioni sospette. Nel caso del conto dello IOR presso Banco di
Roma venivano elusi tutti e tre gli obblighi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Le indagini, nel frattempo, si allargano. Perché la
Guardia di Finanza ha accertato che almeno altre quattro banche hanno conti IOR
con le stesse caratteristiche di quello della Banca di Roma. La BNL, il Credito
artigiano, la banca del Fucino e Intesa San Paolo. Con filiali a due passi dal Vaticano.
DONATO MASCIANDARO – DIRETTORE DOP.
ECONOMIA UNIVERSITA’ BOCCONI
Col cambio di normativa tutte le banche del mondo o meglio, tutti i paesi
del mondo sono stati classificati in due grandi categorie: equivalenti alla
normativa italiana, non equivalenti alla normativa italiana. Lo IOR non essendo
membro dell’Unione Europea è stato valutato non equivalente, per cui la Banca
d’Italia ha chiesto di uniformare il loro schema d’informazioni a quello
italiano per essere considerato equivalente.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
E sei mesi fa Bankitalia, con questa lettera
riservata, chiede agli istituti italiani di rivedere i loro rapporti con lo
IOR. Il 21 dicembre del 2009, per Unicredit lo IOR diventa banca estera. Che
cosa vuol dire?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Vuol dire che fino al 21 dicembre del 2009 gli assegni provenienti dallo
IOR non venivano negoziati come assegni di una banca estera, ma come
provenissero da una filiale italiana. Perché se avessero usato le procedure
imposte dalle norme sulle banche estere, non potevano certo negoziarli cosi
quegli assegni.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A Unicredit abbiamo chiesto se dopo l'accordo con
lo IOR avranno in chiaro, come prevede la legge, tutti i nominativi di chi
emette un assegno, fa un bonifico o è titolare di un conto. E la risposta è no.
Lo IOR renderà noto il nominativo a Unicredit solo su richiesta. Cioè, solo se
su quel conto ci sono movimenti ritenuti sospetti.
PAOLO MONDANI
Lei di questa procedura che cosa pensa?
EX DIRIGENTE BANCA DI ROMA
Mi sembra un artifizio per aggirare la legge e continuare nella sostanza a
mantenere l’anonimato dei conti IOR che si appoggiano ad Unicredit.
PAOLO MONDANI
Con un paese terzo di solito una banca italiana
come dovrebbe comportarsi?
DONATO MASCIANDARO – DIRETTORE DOP.
ECONOMIA UNIVERSITA’ BOCCONI
Operazione per operazione bisogna decidere se riesci ad ottemperare agli
obblighi di segnalazione, registrazione e identificazione. Se non si riesce a
ottemperare a questi obblighi, prudenza vorrebbe che il rapporto deve essere
quantomeno sospeso.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Unicredit e le banche italiane non sospendono e si
mettono quindi sulle spalle il rischio IOR, che a breve però sarà costretto ad
adeguarsi, la domanda è: a quel punto potrà mantenere comunque la segretezza
sui suoi conti, come fanno alcuni paradisi finanziari?
DONATO MASCIANDARO – DIRETTORE DOP.
ECONOMIA UNIVERSITA’ BOCCONI
Se una banca, che è una banca internazionale come lo IOR, legata ad uno
stato con cosi alta reputazione vuol far parte a tutti gli effetti alla
comunità internazionale, non deve cercare terze vie, deve seguire la via
maestra.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Sono 35 anni che non segue la via maestra.
Il nuovo presidente Ettore Gotti Tedeschi, esponente dell’Opus Dei e banchiere
d’esperienza ha detto che entro quest’anno lo IOR recepirà le leggi
antiricilaggio, quelle che bisogna rispettare dagli anni ‘90, vale a dire
sapere a che nome corrisponde un conto e da dove provengono i soldi. Adesso
l’Unione Europea ci impone di non tollerare più questo andazzo, diversamente
ogni singola operazione fra IOR e banca italiana deve essere segnalata come
sospetta. Inoltre dovrà dotarsi di una struttura indipendente di vigilanza.
Perché, il malaffare, iniziato alla metà degli anni ‘70, come abbiamo visto in
qualche modo è continuato.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Parliamo dello IOR, una banca gestita in modo opaco almeno fino adesso,
speriamo meglio in futuro, con molti conti cifrati sui quali può transitare
denaro nero o denaro sporco. Ma soltanto per il fatto di essere la banca del Vaticano,
per anni le ha conferito una sorta di immunità, perfino dal sospetto. Quando
poi sono cominciati a crollare interi sistemi, si è trincerata dietro lo status
di paese estero e protetto i suoi malfattori. Parliamo degli anni in cui lo IOR
partecipa al fallimento della Rizzoli, dell’Ambrosiano e affida a Michele Sindona
la gestione dei suoi affari.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Michele Sindona, insieme allo IOR diretto da
Monsignor Marcinkus, mandò in fallimento le comuni attività bancarie ed
immobiliari e nel 1974 il Ministero del Tesoro nominò Giorgio Ambrosoli commissario
liquidatore della banca privata italiana di Sindona. Lo IOR chiese di essere
ammesso fra i creditori ma Ambrosoli invece lo escluse.
PAOLO MONDANI
Quando suo padre tocca con mano l’atteggiamento che
ha lo IOR nel rapporto con Sindona si trova in imbarazzo.
UMBERTO AMBROSOLI – AVVOCATO
Dunque papà era un conservatore, era un conservatore anche per quello che
riguarda la fede religiosa, nel momento in cui operando come commissario
liquidatore della banca privata italiana si accorge di quella che è stata
l’operatività dello IOR, con e per conto di Sindona vive un discreto
turbamento, che nella dimensione familiare io lo ricordo da piccolo si
estrinsecava in un accompagnarci in chiesa alla messa della domenica mattina
per poi fermarsi sulla porta. E diceva sto fuori, fumo una sigaretta, voi
intanto andate avanti e lo ritrovavamo all’uscita nello stesso identico punto.
PAOLO MONDANI
Giorgio Ambrosoli verrà ucciso l'11 luglio del 1979 da un killer di mafia
inviato da Michele Sindona. Alla fine lo IOR perderà alcune decine di miliardi
di lire e Sindona pochi anni dopo morirà in carcere per un caffè al cianuro. Anche
Roberto Calvi applica al Banco Ambrosiano il modello Sindona e anche in questo
caso è lo IOR che muove le pedine.
CARLO CALVI – FIGLIO DI ROBERTO CALVI
La Banca del Vaticano svolgeva un ruolo fondamentale di partner in tutte le
operazioni dell’ambrosiano, in parte in quelle italiane, ma soprattutto in
quelle estere, alla fine l’elemento decisivo è il fatto che il controllo legale
della società attraverso cui viene la scomparsa dei fondi è contestabilmente
controllati dal Vaticano.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Calvi era diventato potente in virtù dei buoni
rapporti col Vaticano e faceva affari con Cosa Nostra tramite Don Vito
Ciancimino, condannato in via definitiva per associazione mafiosa. E' il figlio
Massimo a raccontarlo, a Roma, lo scorso 9 marzo, durante il processo d'appello
per l'omicidio di Roberto Calvi.
LUCA TESCAROLI - MAGISTRATO
Lei sa se suo padre si sia servito dello IOR?
MASSIMO CIANCIMINO
Mio padre aveva sia due conti che due cassette.
LUCA TESCAROLI - MAGISTRATO
Lei sa se vi sia stata una riunione a Sirmione?
MASSIMO CIANCIMINO
Si, quella fu una delle prime occasioni in cui mio padre assieme appunto al
Buscemi, al Cinà e a Liggio ebbe modo di incontrare Calvi.
LUCA TESCAROLI - MAGISTRATO
Per quale motivo era presente anche il banchiere Roberto Calvi?
MASSIMO CIANCIMINO
Per le movimentazioni di denaro legate agli amici del Liggio e agli amici
del Buscemi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Massimo Ciancimino parla di una riunione del 1970
fra Liggio, allora ai vertice di Cosa Nostra e Calvi che si occupava dei soldi
della mafia. 11 anni dopo, Calvi è nel carcere di Lodi accusato di illecita
esportazione di valuta. E' un uomo disperato e i suoi alleati sono terrorizzati
dalle sue possibili rivelazioni.
CARLO CALVI – FIGLIO DI ROBERTO CALVI
Mio papà si trovava a Lodi con pochissime persone di cui fidarsi in una
situazione drammatica in cui era preso fra evidentemente il Vaticano che non
voleva che rivelasse queste operazioni estere, i socialisti che non volevano
che rivelasse i finanziamenti a Craxi. Lui da questa situazione non sapeva come
venirne fuori. L’unico modo per comunicare con il mondo esterno erano le visite
di mia mamma e fu in quella occasione che mia madre uscì dalla prigione di
Lodi, con quel pezzo di carta su cui aveva scritto “questo processo si chiama
IOR” e quando uscì dalla prigione c’era il figlio di Mennini che cercò di
strappargli questo pezzo di carta dicendogli la frase famosa: “questo nome non
bisogna farlo nemmeno in confessione”.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Luigi Mennini, tesoriere dello IOR, verrà arrestato
di lì a poco. Calvi sarà suicidato da cosa nostra, a Londra, nel 1982, mentre Marcinkus
non potrà mai essere perseguito dalla autorità giudiziaria perché tutelato
dalla cittadinanza vaticana. Lo IOR non ammetterà mai alcuna responsabilità. Eppure,
verserà ai creditori 240 milioni di dollari. Nello stesso periodo va in onda
una bancarotta gemella, quella della Rizzoli, l'editore del Corriere della Sera
che si era alleato con Roberto Calvi e lo IOR. Perché uomini tanto ricchi
avevano cercato soci tanto chiacchierati?
ANGELO RIZZOLI – EX PRESIDENTE RIZZOLI
EDITORE
Quando mio padre acquistò il Corriere della Sera aveva promesso all’allora
segretario della Democrazia Cristiana Amintore Fanfani che avrebbe rapidamente
liquidato Piero Ottone direttore del Corriere della Sera che si era battuto per
la legge per il divorzio e l’aborto e che aveva provocato una sonora sconfitta
per la Democrazia Cristiana. Mio padre convoca Ottone ad un pranzo a cui io
stesso ho partecipato e quando vede le tirature e la diffusione del Corriere
anziché licenziarlo, lo conferma per 3 anni. E mio padre non ebbe il coraggio
di andare a parlare con Fanfani, ma mandò me che avevo 30 anni e non ero mai
stato di fronte ad un personaggio politico. Lui stava seduto su una specie di
divano a dondolo che si muoveva appoggiandosi con i piedi per terra, ma Fanfani
era cosi piccolo che non arrivava a toccare con i piedi la terra, per cui la
moglie doveva spingerlo come si spinge una culla. Ricevetti una sequela di
insulti e soprattutto una minaccia: voi non avrete un soldo, voi non avrete un
aiuto, voi siete inaffidabili e noi vi faremo sparire.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
L'unica banca disposta ad aiutare Angelo Rizzoli e'
l'Ambrosiano di Roberto Calvi. Li fa incontrare Umberto Ortolani: imprenditore
e Gentiluomo di Sua Santità. La vera mente della Loggia P2.
ANGELO RIZZOLI – EX PRESIDENTE RIZZOLI
EDITORE
Questo Umberto Ortolani, al primo o al secondo incontro mi fa incontrare i
più grandi banchieri d’Italia, Guidi del Banco di Roma, Ferrari direttore
Generale della Banca Nazionale del Lavoro, Stammati, presidente della Banca
Commerciale, Crespi provveditore generale del Monte dei Paschi di Siena, Calvi
presidente del Banco Ambrosiano…
PAOLO MONDANI
Tutti piduisti.
ANGELO RIZZOLI – EX PRESIDENTE RIZZOLI
EDITORE
Tutti con un regalino per Licio Gelli… che vanno a portare un regalo a
Licio Gelli come i Re Magi al bambinello appena nato.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Piero
Ottone dà le dimissioni da direttore e gli uomini della P2 entrano stabilmente
nel Corriere della Sera. Bruno Tassan Din, Direttore Generale del Gruppo
editoriale, insieme a Licio Gelli e Umberto Ortolani fanno sparire all'estero
140 miliardi di lire della Rizzoli, che va in bancarotta dopo la morte di
Calvi. Per il crack Angelo Rizzoli verrà arrestato e subirà alcuni processi
conclusi, 26 anni dopo, con l'assoluzione. Il principale reato societario del
quale era accusato è stato infatti recentemente abolito. Che ruolo ha avuto lo
IOR nel buco della Rizzoli?
ANGELO
RIZZOLI – EX PRESIDENTE RIZZOLI EDITORE
E’ stato una sorta di… come dire, compagno di merende, se posso
usare questo termine, di Calvi, di Gelli e di Ortolani in questa vicenda anche
di spoliazione della mia famiglia perché sono tutte operazione che avvengono
tramite lo IOR.
PAOLO MONDANI
Ha mai conosciuto persone che hanno o hanno avuto il conto allo IOR?
ANGELO
RIZZOLI – EX PRESIDENTE RIZZOLI EDITORE
In passato ho conosciuto persone che avevano il conto allo IOR e che
lo utilizzavano essenzialmente per non pagare le imposte o per esportare
illegalmente i capitali perché lo IOR non era sottoposto ad alcun
controllo.
PAOLO FARINELLA – PARROCO SAN TORPETE
GENOVA
Non
si può servire a dio e a questo tipo di economia e il papa queste cose le sa e
se le sa deve metterci mano altrimenti rinnega il suo mandato perché viene meno
a quello che è il suo compito perché non è stato mandato né lui, né il
segretario di stato, né il presidente della Cei a mettere su banche per fare
soldi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il
bancomat dello IOR è in latino. Ti accoglie con "Carus exspectatusque
venisti", tradotto: siete i benvenuti. La videata successiva dice: "Inserito
scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem". Tradotto:
"inserisci per favore la scheda, per accedere alle operazioni
consentite". Seguono quattro opzioni: "deductio ex pecunia", il
prelievo, "rationum aexequatio", il saldo attuale, "negotium
argentarium", l'elenco dei movimenti e infine, ad operazione completata si
legge: "retrahe scidulam deposita", per riavere la tessera bancomat.
A quel punto non escono "sesterzi", ma euro.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Non è un latino per puristi ma molto
efficace. Allora a ottobre del 2008 il papa ha dichiarato: “vediamo nel crollo
delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente e tutte queste cose che
sembrano vere in realtà sono di secondo ordine”. A febbraio di quest’anno: “anche
fra gli uomini di chiesa, specialmente tra chi è investito di responsabilità,
allignano i mali del carrierismo e della ricerca del potere personale”. Forse
anche per questo che i preti di frontiera sono sempre meno e sempre più soli
nelle loro parrocchie. E’ urgente che alle parole seguano i fatti perché già
noi abbiamo perso il senso del limite e smarrito il confine tra ciò che è
lecito e ciò che non lo è, se lo perde anche la chiesa non resta più niente.
Una richiesta: abolite il titolo di “gentiluomo di sua santità”, perché viene
subito in mente un furbo, con rispetto per chi non lo è.