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2013 02 21 * l’Espresso * Ior, l'uomo che venne da Torino * Denise Pardo

Nel consiglio di sovrintendenza dell'Istituto per le Opere di Religione, in questo momento di terremoto alla corte vaticana, c'è un notaio torinese amato da Bertone. E' Antonio Maria Marocco, consigliere dell'editoriale La Stampa e di Unicredit

Nella storia più appassionante del secolo - dimissioni papali, terremoto nella corte vaticana, oscurante, vivaddio, la campagna elettorale - per non parlare del paranormale - fulmini a San Pietro, meteoriti in Russia - ci sono altri uomini e dettagli, antropologici o divini, da segnalare.

OPERE. Prima di tutto, nel supremo Consiglio di sovrintendenza dello Ior, acronimo dell'Istituto per le Opere di Religione, banca assai scanzonata nonostante il nome poiché coinvolta nei peggiori scandali della nostra vita, c'è un italiano, Antonio Maria Marocco, persino confermato. Che Bruxelles registri: a noi italiani ci vogliono ancora nei piani alti. E quanto alti, e mica perché la sede dello Ior è nel Torrione Niccolò V!

CAVALIERI BANCARI. A parte un banchiere dal nome di prosciutto, Manuel Soto Serrano, pro console del Banco Santander, nel cuore l'Opus Dei, il Consiglio Ior è affollato di cavalieri stranieri. Come si sa, c'è il neo-presidente dell'Istituto Ernst Von Freyberg, barone tedesco e Cavaliere di Malta. C'è l'americano Carl A. Anderson, Cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo. Ma anche Marocco tra tanti titoli è un cavaliere visto che presiede i Cavalieri di Gran croce al merito, nomina del Quirinale, vecchio palazzo dei papi, tra l'altro. Che sia un segno provvidenziale per far capire al Cavaliere che non è più l'unico del ramo?

GRAN TORINO. Detto questo, l'avvocato Marocco, a Torino è il Notaio con la enne maiuscola per averlo fatto per più di 45 anni e per 64 mila e 361 atti, le operazioni più importanti della città di cui alcune rilevanti sul piano nazionale. Infatti nel Consiglio non conta quanto il due di picche, come si potrebbe pensare viste le altre potenze rappresentate, Germania e America, ma invece molto di più. Per il sommo gaudio nei suoi confronti del segretario di Stato Tarcisio Bertone - il cardinale suo coetaneo, entrambi del '34, piemontese come lui, si racconta che si conoscano dai tempi della scuola - che l'avrebbe sognato presidente dello Ior. Ma anche per la benevolenza di Giuseppe Versaldi piemontese e cardinale solo dal 18 febbraio, importante figura di prefetto degli Affari economici della Santa Sede e neo-commissario dell'Idi. 

VOTA ANTONIO. Defilatissimo, pronto al calvario piuttosto che al coming out, Marocco sposato a Gabriella Cerruti (rotative) poetessa e sorella di Giancarlo, presidente del Gruppo Sole 24Ore, è il croce-via di tanti italici poteri forti. Nel cda, prima di Ifil poi di Exor, società della famiglia Agnelli fino a due anni fa, Marocco è consigliere dell'editoriale La Stampa e di UniCredit. Che ha lasciato a novembre da neo presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Torino (secondo alcuni sostenuto, ma per allontanarlo, dal piemontese Fabrizio Palenzona, devoto a Bertone e vice presidente Unicredit indicato proprio da Crt; secondo altri rabbuiato dalla nomina del notaio) e di lì a poco eletto presidente delle Associazioni delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Per acclamazione però, altro che conclave.

MOGLI PROFETICHE. Senza dimenticare che l'ultimo libro della moglie del notaio secolarizzato e nell'ombra, uno e altro che trino, allo Ior incarna pure l'Arma da presidente d'onore dell'Associazione nazionale Carabinieri di Torino, è "La devozione e lo smarrimento", più profetico dei Maya o di Nostradamus o con gli agganci giusti in Vaticano.