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1999 11 30 * droghe * D'Alema incapace di fare ciò in cui crede. Berlusconi capace di credere persino nell'ideologia illiberale e proibizionista.

Perché tanta meraviglia sulle posizioni personali di D'Alema ? Tutti sanno, e D'Alema lo rivendica, che sin dall'inizio degli anni settanta è favorevole a una politica più tollerante sulle droghe leggere. L'unica notizia è che D'Alema, pur avendo una idea, non è riuscito in trent'anni ad iscriverla nell'agenda politica : né dall' "opposizione" né da Presidente del Consiglio. Berlusconi invece si lancia in un moralismo populista con il quale puo' anche darsi che tolga qualche voto ad AN e alla destra estrema di cui sposa e rilancia le tesi, ma di certo non fornisce una seria risposta di governo del problema. Dubitiamo persino che abbia idea di cosa si parli, quando fa l'equazione tra tossicodipendenti e consumatori di sostanze illecite, e dice che il problema droga lo risolvera' lui mandando "tutti" I tossicodipendenti in comunità. E i consumatori di sostanze illegali che non danno tossicodipendenza ? Che ne facciamo, onorevole Berlusconi , dei diversi milioni di consumatori occasionali o abituali di hashisc e marijuana o di ecstasy, o di altre droghe chimiche rispetto alle quali non è scientificamente provato in alcun modo che provochino dipendenza? E gli alcolizzati e i tabagisti, invece? In ricovero coatto anche loro, visto che sono tossicodipendenti ? il moralismo proibizionista di cui oggi Berlusconi si fa portavoce e la crisi di coscienza di D'Alema (Capo di Governo proibizionista) sono cocktail micidiale che impedisce al nostro paese una vera politica di governo del problema droghe. E' evidente che un'alternativa alle politiche attuali puo' sempre di meno venire dalle aule parlamentari e sempre di piu' dalle aule di giustizia o dalle carceri, grazie a coloro che, come Marco Pannella e gli altri dirigenti e militanti radicali, ha deciso di disobbedire a una legge ingiusta e criminogena.