Roma, 24 dicembre
1999 - Ancora una volta Polo e Ulivo hanno trovato un luogo di confronto,
dibattito e scontro altro dalle riforme indispensabili e urgenti.
Riforme incardinate con i 20 referendum e che - se la Corte sarà Costituzionale
anziché Partitocratica come l'abbiamo conosciuta - fra 150 giorni i cittadini
potranno votare ed imporre a queste false maggioranza-e-opposizione.
Alla fine di questa falsa crisi ciò che emerge con forza e prepotenza
è l'ammucchiata di regime che trova in Mastella il suo leader naturale.
Si nominano i sottosegretari con l'intento dichiarato di vincere le elezioni
regionali. E non è difficile immaginare i danni che arrecheranno nei
prossimi 90 giorni costoro, altro che governo del paese, altro che riforme.
Distoglieranno l'attenzione dai referendum con il balletto sulla Commissione
d'inchiesta su tangentopoli, che né gli uni né gli altri vogliono.
Lo scenario è scontato e collaudato. O si farà come per la bicamerale,
per cui non si sa più chi la voleva e chi l'ha fatta saltare ma soprattutto
non si saprà mai il vero scopo per cui è stata costituita. O
si farà come per la Commissione d'inchiesta sulle attività di
Nomisma, con addirittura una procedura d'urgenza votata dalla Camera all'unanimità
e d'urgenza e all'unanimità chiusa nel cassetto.
Fra 150 giorni si voterà per quei 20 referendum che il Presidente del
Consiglio e il capogruppo alla Camera dei DS hanno definito un programma di
governo, ma non il loro. E i leader del Polo si prendono un trimestre sabbatico,
decideranno dopo le regionali, giusto in tempo per rendersi inutili.
Sul programma di governo referendario non si vogliono confrontare, sono impegnati
nell'opera di archeologia politica di restaurazione delle pratiche partitocratiche
ed illiberali. Polo e Ulivo oggi non sono altro che due fazioni della Banda
Bassotti contro il diritto, le istituzioni, la democrazia.