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2001 03 06 * droghe * Gli Usa smentiscono i dati dell'Onu. Che ne pensano Governo italiano e Presidente della Commissione europea?

Dopo i memorandum interni che hanno messo a nudo i reali risultati delle politiche Arlacchiane di eradicazione delle colture, la fanfara propagandistica di Arlacchi è ulteriormente ridimensionata da un documento reso pubblico la settimana scorsa dal dipartimento di stato americano. Nello studio, gli USA affermano che, contrariamente a quanto annunciato da Arlacchi in occasione della presentazione del Rapporto Mondiale Droga 2000, la produzione e il traffico di stupefacenti in Asia centrale e' in costante aumento. Secondo gli USA infatti, avendo aumentato del 25% la produzione di semi di papavero arrivando ad una quantita' totale pari a 3.656 tonnellate, l'Afghanistan da solo produce il 72% dell'oppio mondiale. Per gli americani, oltre 7.541 dei villaggi che sono attualmente sotto il controllo dei talebani sono dediti alla produzione di semi di papavero e l'Afghanistan resta LA VIA per il traffico di droghe attraverso la quale vengono finanziate le milizie talibane.


"Mentre attendiamo il risultato delle indagini interne che hanno dovranno far luce sulle gravi e precise accuse fatte dal Sig. Van de Schulmberg, nel suo memorandum, chiediamo al Senatore Arlacchi di produrre i documenti in sui possesso relaviti alla situazione afghana, così da capire una volta per tutte il reale impegno - anche economico - dell'UNDCP in Asia centrale, visto che recentemente e' stato chiuso l'ufficio afghano per mancanza di fondi, e sull'efficacia delle politiche proibizioniste dell'agenzia viennese.

Al governo italiano e al Presidente della Commissione europea, al quale abbiamo formalmente posto questioni relative alla gestione arlacchiana dei soldi dell'UNDCP, rinnoviamo la richiesta di chiarimenti circa l'intenzione, alla scadenza del mandato, di rinnovare la fiducia all'architetto di 3 anni di fallimenti internazionali e di grave danno per la cosiddetta "immagine paese" che faticosamente i diplomatici italiani cercano di costruire contro la realpolitik di Dini e compagni."