Il dibattito sul "finanziamento pubblico ai partiti"
è uno dei paradigmi di uno stato criminale e di una classe dirigente inqualificabile.
Il finanziamento pubblico dei partiti è stato abrogato dai cittadini attraverso
un referendum promosso dal Partito radicale, decisione popolare tradita dal Parlamento
Chi tra gli eletti è contro il finanziamento pubblico dei partiti chiede il rispetto
della volontà popolare limitata a questo caso specifico dimenticando che i cittadini
hanno deliberato anche sulle modalità di elezione dei componenti togati del CSM,
la separazione delle carriere e l'abolizione degli incarichi extragiudiziali. Si
continua inoltre a limitare il dibattito al finanziamento pubblico quando il problema
è quello dei partiti, di questi partiti che da sessantacinque anni si guardano bene
di emanare una legge di applicazione dell'articolo 49 della Costituzione sulla democrazia
interna ai partiti e... sull'articolo 39 relativo alla democrazia interna ai partiti.
Sull'articolo 49 sino a poche settimane fa il PD si è
distinto per aver ostacolato l'iter in Commissione oggi, per convenienza, lo indica
tra le priorità legislative. Del 39 il silenzio è di tomba. Di questi partiti che
usano il dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti come foglia di fico per
coprire il fatto oggettivo che hanno occupato lo Stato: Cassa Depositi e Prestiti,
ENI, Finmeccanica, Fondazioni bancarie e banche, 7000 partecipate delle quali non
poche inutili, migliaia di incompetenti nominati perché appartenenti a qualche partito
la cui incompetenza causa danni inimmaginabili e il furto del gettone di presenza
è misera cosa, come il finanziamento pubblico ai partiti. Ma è indicativo di una
concezione del partito che si fa Stato e lo saccheggia.