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1997 12 16 * XIII legislatura * Camera, Interrogazione a risposta scritta - concluso * MATACENA Amedeo - Forza Italia

Ramo: Camera

Tipo Atto: INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Numero atto: 4/14520

Data presentazione: 16-12-1997

Seduta di presentazione: 288

PRESENTATORE : MATACENA Amedeo (FORZA ITALIA)

STATO ITER : Iter concluso

DESTINATARI : PRESIDENZA DEL CONSIGLIO 16-12-1997, MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA 16-12-1997

INTERLOCUTORIE : da PRES. CONSIGLIO a GIUSTIZIA il 09/01/98 tramite lettera

SOLLECITATO DAL PARLAMENTARE : 02-04-1998 07-07-1998

RISPOSTA DEL GOVERNO : 08-09-1998

ITER CONCLUSO : 25-09-1998

RISPOSTA GOVERNO : FLICK Giovanni Maria GIUSTIZIA (MIN.)

Testo dell'Atto

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro di grazia e giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

negli ultimi giorni di novembre 1997, e per oltre dieci giorni, i detenuti del carcere di Reggio Calabria hanno posto in essere una civile e ferma protesta, rifiutando il cibo somministrato dall'amministrazione penitenziaria, per denunciare sovraffollamento e carenze di strutture;

in precedenti interrogazioni l'interrogante aveva evidenziato i gravi ed inumani inconvenienti riscontrati in detta struttura carceraria;

in particolare, nel corso dell'ultima visita alle carceri reggine avvenuta il 10 agosto 1997 l'interrogante ha avuto modo di riscontrare:

a) intanto, che, per accedere alla sezione riservata ai detenuti sottoposti a regime previsto dall'articolo 41-bis, il direttore ha ravvisato la necessità di farlo "visitare" con il metal detector;

b) la scadente qualità del vitto e del sopravvitto, nonché il persistente sovraffollamento della struttura rappresentata dai detenuti;

c) a fronte di alcune piccole celle sovraffollate con 8/9 detenuti, alcune grandi celle erano completamente vuote;

d) le drammatiche condizioni di alcuni detenuti ammalati (uno, addirittura, affetto da sclerosi a placche);

e) persiste, per esempio, rispetto alla precedente visita del 25 luglio 1996, l'assoluta inagibilità di un'ala "cellulari", dell'ala camerotti e della sala colloqui, veramente inumana, del settore del "41-bis";

f) la pulizia nei vari reparti e nell'infermeria è cosa sconosciuta;

g) la strumentazione medica e le attrezzature odontoiatriche in dotazione all'infermeria sono alquanto obsolete ed inefficienti;

h) solo il dieci per cento dei reclusi è ammesso ad attività lavorativa -: se non si ritenga indispensabile procedere, con ogni urgenza, alla programmazione di lavori ordinari e straordinari al fine di eliminare gli inconvenienti strutturali evidenziati;

quali iniziative si intendano assumere per garantire condizioni di normale igiene ai reparti ed all'infermeria;

se non si ritenga opportuno dotare l'infermeria d'idonee strumentazioni ed attrezzature;

quali disposizioni si intendano impartire acché gli ammalati gravi vengano ricoverati a norma di legge in idonee strutture;

quali provvedimenti si intendano adottare per rendere per lo meno accettabile il vitto ed il sovravvitto e per eliminare il sovraffollamento;

se sia "normale" che un deputato al Parlamento, nell'esercizio di una sua funzione ispettiva, venga "visitato" con il metal detector e, in caso negativo, quali provvedimenti s'intendano adottare nei confronti dei responsabili. (4-14520)

RISPOSTA DEL GOVERNO

La protesta cui fa riferimento l'on.le interrogante si ricollega a tutta quella serie di manifestazioni che, nel periodo ottobre-novembre 1997, vennero messe in atto, con modalità pacifiche e senza sostanziali problemi per l'ordine e la sicurezza, in molti istituti italiani, quale forma di sollecito da parte della popolazione detenuta per l'approvazione della c.d. "Legge Simeone". Per quanto riguarda "i gravi ed inumani inconvenienti" evidenziati in precedenti interrogazioni, correlate ad una precedente visita all'istituto reggino, dalle risposte fornite a tale documenti sembrerebbe di poter escludere la sussistenza di siffatte condizioni. Con riferimento allo specifico contenuto dell'odierno documento, anche sulla scorta di quanto relazionato dalla direzione dell'istituto, si precisa che alla data dell'8.1997, giorno in cui l'interrogante ha visitato la casa circondariale di Reggio Calabria, erano presenti n. 274 detenuti. In particolare, per quel che concerne le due maggiori sezioni detentive, n. 95 risultavano allocati nel reparto cellulare e n. 84 erano ospitati nel reparto camerotti. In quest'ultimo reparto n. 5-6 celle erano in effetti momentaneamente inagibili in quanto all'epoca si stava provvedendo alla realizzazione di alcuni lavori di manutenzione straordinaria (rifacimento intonaco e tinteggiatura delle pareti) programmati appositamente per il periodo estivo, coincidente con un sensibile calo del numero dei detenuti presenti, in analogia a quanto avvenuto nell'anno precedente nel reparto cellulare. La temporanea indisponibilità delle celle interessate dei lavori ha causato la precaria concentrazione dei detenuti nelle altre celle, nessuna delle quali, peraltro, di superficie inferiore ai 15 mq. Nel I semestre del 1997 presso la casa circondariale di Reggio Calabria sono stati realizzati e completati tutta una serie di interventi di significativo miglioramento della struttura, quale imbiancatura di tutti i locali detentivi, smaltatura degli infissi, rifacimento docce, ristrutturazione passeggi a campo sportivo, parcheggio, mensa e bar nuovi, nonché il nuovo ed autonomo ingresso della caserma agenti. In buona sostanza, diversamente da qualche inerzia e ristagno riscontrati in passato, con l'attuale gestione dell'istituto si è dato un forte impulso per il rinnovamento della vita e dell'andamento del complesso, che ha portato ad una situazione ottimale relativamente alla pulizia di tutti i locali, l'igiene e l'ordine dell'infermeria e degli ambulatori. Per quanto attiene agli assenti inconvenienti sanitari, la direzione della casa circondariale ha formalmente assicurato che nessuno dei detenuti presenti in istituto nel giorno della visita versava in condizioni definibili "drammatiche". Ha altresì fornito assicurazione circa il grado di efficienza e di rispondenza del servizio sanitario interno, con tempestiva segnalazione delle situazioni cliniche più gravi, non gestibili in ambito penitenziario. In ordine alla situazione del detenuto, al quale si fa specifico riferimento nell'atto parlamentare si fa presente che egli condannato definitivamente all'ergastolo per reati di cui agli artt. 575 e 416 bis c.p. nonché imputato per concorso in omicidio e violazione legge armi, è solo provvisoriamente ristretto nella casa circondariale di Reggio Calabria in ragione dei suoi rilevanti impegni giudiziari in detta città essendo imputato nel maxi processo c.d. "Olimpia 2", e che la sua effettiva sede penitenziaria di assegnazione è il Centro Diagnostico Terapeutico presso la casa di reclusione di Parma. Comunque, anche presso l'istituto reggino le sue condizioni vengono attentamente seguite e gli vengono assicurate le terapie e l'assistenza richiesta dal suo stato di salute. Relativamente poi alle dotazioni della locale infermeria si segnala che nel corso del 1997 la direzione della casa circondariale di Reggio Calabria è stata autorizzata al reperimento di preventivi ed all'acquisto di ortopantomografo per il gabinetto odontoiatrico e di sonde ed accessori per le necessità del gabinetto urologico, al fine di integrare la dotazione delle apparecchiatura sanitarie funzionanti. In merito alla segnalata rilevante presenza di detenuti colà ristretti (al 30.6.1998 erano in totale n. 322 di cui n. 13 semiliberi) occorre far rilevare come la situazione di Reggio Calabria, al di là dei problemi correlati alla vetustà ed alla carenza di spazi della struttura, è purtroppo, come per il passato, fortemente condizionata dalla celebrazione in detta città di numerosi maxi processi con rilevante numero di imputati detenuti. E comunque, sul piano generale, non può che confermarsi che il problema del sovraffollamento rappresenta un fenomeno ormai costante e che da tempo incide in maniera non lieve sull'andamento e sulla gestione delle carceri italiane. Peraltro si è recentemente registrato un preoccupante picco in ascesa (al 31.5.1998 n. 51.139 detenuti) mai toccato negli ultimi anni; il che ovviamente rende sempre più difficoltosi gli sforzi e gli interventi costantemente operati dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria per tenere sotto controllo l'entità del fenomeno e tentare di limitarne al minimo gli effetti negativi, avuto anche riguardo alla generale carenza di posti globalmente disponibili. E' comunque auspicabile che a breve si possa usufruire degli effetti della recentissima entrata in vigore della legge Simeone-Saraceni nell'ottica di un alleggerimento della presenza detentiva a livello generale. Per quanto concerne il settore del lavoro penitenziario ed i problemi che da tempo lo affliggono, occorre sottolineare come le difficoltà e le carenze che si riscontrano per il collocamento della manodopera detenuta e per il reperimento di più numerosi posti di lavoro all'interno, siano inevitabilmente collegate alla riduzione delle risorse finanziarie disponibili oltre che alla crisi occupazionale presente nell'attuale contesto economico e sociale del Paese. Va comunque dato atto che l'Amministrazione penitenziaria, per la sua parte, è costantemente impegnata - sia a livello centrale che in sede locale - a sensibilizzare gli Enti, le imprese e il settore della cooperazione sociale sulla necessità di predisporre piani di intervento tesi a favorire l'avviamento al lavoro dei detenuti. Da ultimo, in ordine a quanto lamentato circa la visita con il metal detector, si precisa che le disposizioni in atto vigenti e le direttive emanate in materia prescrivono che tutte le persone che, a qualsiasi titolo, accedono in istituto debbono all'atto dell'ingresso essere sottoposte ad accurati controllo sulle persone e sulle cose in loro possesso. Tali controlli sono diretti anche ad evitare che una qualunque persona possa - anche involontariamente - essere portatrice di oggetti e cose di cui non siano consentiti l'introduzione o l'invio all'esterno. I tipi e le modalità dei controlli devono essere rapportati alle specifiche e concrete esigenze del caso, per commisurare su queste la necessità di ricorrere al congegno rilevatore di metalli e al controllo manuale pur nel rispetto della personalità dei soggetti. Pertanto, l'operato della direzione della casa circondariale di Reggio Calabria nella fattispecie appare essere stato corretto e conforme alle disposizioni in materia, considerato che, valutate evidentemente la situazione e le circostanze nonché con riguardo alla personalità in visita, il controllo è stato effettuato con il solo ausilio delle apparecchiature elettroniche in dotazione, senza il ricorso ad ulteriori diverse modalità.

Il Ministro di grazia e giustizia: Giovanni Maria Flick.