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2001 11 01 * Ideazione - "Arlacchi, dopo i talebani soldi anche al Laos", intervista a Maurizio Turco di Barbara Mennitti

La notizia è di questi giorni e, come ormai tutte le notizie che riguardano i finanziamenti elargiti dall’Onu, sta venendo fuori a spizzichi e bocconi. L’Undcp, l’agenzia antidroga delle Nazioni Unite guidata da Pino Arlacchi, ha elargito quindici milioni di dollari al Laos. E, secondo quanto riportato dal quotidiano laotiano, Vientiane Times, altri 35 milioni di dollari saranno erogati, sempre dallo stesso ente, nei prossimi cinque anni. "Stiamo parlando della Repubblica Popolare del Laos, uno dei tre maggiori produttori di oppio del mondo e regime comunista dove i diritti civili e le libertà individuali sono ridotte al minimo", ci spiega Maurizio Turco, capogruppo al Parlamento europeo della Lista Bonino, che ormai da anni segue e denuncia il sistema di finanziamenti a dir poco disinvolto dell’agenzia Onu.

La prima domanda che ci si pone è come mai le notizie che riguardano l’agenzia antidroga delle Nazioni Unite si vengono a sapere sempre per vie traverse, come se si trattasse di faccende dei servizi segreti?
Perché le politiche antidroga vengono usate come copertura per mantenere rapporti diplomatici informali con paesi come l’Afghanistan dei talebani, il Laos e la Birmania, che sono i tre principali produttori di oppio del mondo e tre regimi non democratici, dove, per la natura stessa di questi regimi, sono proprio i governi a coltivare e gestire la produzione della droga. E non è un caso che i finanziamenti a questi paesi passino per l’Undcp: nessuno può obiettare se si erogano finanziamenti per combattere le coltivazioni di droga. Oltretutto, prima dell’arrivo di Pino Arlacchi i progetti di spesa dell’Undcp erano pubblici; ora non lo sono più e quindi non esiste nessuna prova dell’utilizzo effettivo di questi soldi.

Ma che politica sta perseguendo l’Onu in questo modo?
Io credo che l’Onu abbia ormai perso un po’ di vista gli obiettivi. Vi è un enorme scollamento fra politici e funzionari, si tratta ormai di un meccanismo burocratico, autoreferenziale e privo di visione politica. Non credo però che l’Onu operi in contrasto con il mondo occidentale. Tanto è vero che anche l’amministrazione Bush, il 17 maggio del 2001, ha elargito 43 milioni di dollari ai talebani come premio per la loro collaborazione nella lotta alla droga. Permane questa cultura che si debbano comunque finanziare questi governi per azioni umanitarie, per prendersi cura dei cittadini. Noi radicali sosteniamo, invece, che gli aiuti vadano subordinati a delle "clausole tassative" che vincolino concretamente i governi beneficiari al rispetto dei diritti civili e democratici e senza accettare le "eccezioni culturali".

Vogliamo abolire l’Onu, allora?
Non dico questo. Noi, però, sosteniamo con forza la necessità di un’Organizzazione dei paesi democratici. Perché è questa cultura che noi vogliamo esportare, la democrazia e il rispetto dei diritti civili.

Proprio questa mattina Pino Arlacchi ha dichiarato in un’intervista a Radio24 che in Afghanistan è stato dimostrato che si possono eliminare le coltivazioni di oppio e coca in quattro anni. Dunque funzionano davvero questi incentivi dell’Undcp?
Arlacchi fa il gioco delle tre carte, tira fuori quella che gli conviene a seconda della situazione. Basta leggere l’ultimo studio dell’Undcp, Global Illicit Drug Trends 2001 (www.undcp.org/adhoc/report_2001-06-26_1/report_2001-06-26_1.pdf), che sicuramente Arlacchi non ha scritto ma mi sorge il dubbio che non lo abbia neanche letto, per rendersi conto di come stia davvero la situazione. Dallo studio dei dati si evince come la coltivazione dell’oppio dipenda totalmente dalle leggi del mercato, dalla domanda e dall’offerta e dalle condizioni meteorologiche. Nel 1995, per esempio, la produzione diminuì di un terzo perché nel 1994 c’era stata una raccolta record e i prezzi erano calati. Nel ’99 vi fu un aumento delle coltivazioni perché nel ’98 la raccolta era stata scarsa e i prezzi erano saliti. Lo stesso rapporto dice che gli stock accumulati nel 2000 avranno un forte impatto sul mercato e questa è la verità: i depositi di oppio grezzo sono pieni. Oltretutto questo è un periodo di semina, quindi è sicuro che, anche se vi sono delle piantagioni, in questo momento non sono visibili. L’unico vero cambiamento che si evince da questo rapporto è che ora i talebani producono direttamente eroina, cosa che prima non facevano. Ad Arlacchi consiglierei di tornare a fare il professore a Sassari.