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2002 05 06 * Il Velino - Turco (Radicali) su Chiesa e pedofilia: “Nessuno è al di sopra della legge”

Le conclusioni dell’incontro tra il Papa e i vescovi americani sono pericolose per la società ed espongono ulteriormente le potenziali vittime di violenze sessuali da parte di membri del clero. Non una parola è stata detta sul rapporto tra la ‘giustizia’ ecclesiastica e la giustizia degli Stati”. Così il presidente degli eurodeputati radicali, Maurizio Turco, ha commentato, all’indomani del summit tra Giovanni Paolo II e i cardinali americani chiamati a rendere conto dei casi di pedofilia verificatisi tra i sacerdoti degli Stati Uniti, l’esito dell’incontro. Un esito che Turco considera insufficiente, tanto da affermare che le gerarchie vaticane sono “ree di fatto di sottrarre alla giustizia sia i colpevoli che i complici (anche se con passaporto vaticano)”. Intervistato dal VeLino, l’europarlamentare radicale chiarisce il suo pensiero al riguardo: “Ritenevo e ritengo con sempre maggiore forza e convinzione che la Chiesa non deve, nel senso che gli Stati non devono consentirglielo, che di fronte a dei reati, che non confondo assolutamente con i peccati, il processo e la sanzione ecclesiastica possano di per sé sostituire il processo e la sanzione penale. Voglio anche chiarire”, aggiunge Turco, “che aborro i processi sommari, anche se di matrice vaticana”. Il tema dei reati addebitati a rappresentanti del clero è tanto delicato e controverso che lo stesso rappresentante radicale riconosce di avere, sulla necessità di un rapporto cogente tra giustizia ecclesiastica e giustizia degli Stati, pochi riferimenti laici da esibire. “Per la verità ho avuto invece delle critiche, anche in ambito radicale”, ammette Turco, che ricorda però di aver riscontrato convergenze - “sebbene ancora solo come manifestazione di un principio” - in un’autorevole voce vaticana. “Infatti, il 24 aprile Monsignor Amédée Grab, presidente dei vescovi europei, ha sostenuto che secondo lui è necessario ‘non far mancare la collaborazione con la legge e dare risposte adeguate sul piano penale e dei risarcimenti’. Se c’è scandalo su questo, per me è da scrivere al solito moralismo bacchettone che nulla ha a che vedere con un principio sacrosanto. È noto che le diocesi americane hanno cominciato a pagare i danni alle vittime”, prosegue Turco. “Sono somme rilevanti che, proiettate sul totale delle cause in corso e previste - il cui totale si stima in circa tremila - potrebbero causare grave danno alla presenza cattolica negli Stati Uniti”. LE PRIORITÀ PER LA CHIESA. Sono essenzialmente tre i problemi, di diversa natura, che il Vaticano dovrà affrontare: “Il primo, contingente, è relativo a quello che sinora è accaduto nella Chiesa, cioè ai silenzi e alle omissioni, di fronte a molestie e violenze sessuali a danno di infanti, giovani o adulti. Penso che sia interesse della Chiesa fare un’indagine approfondita, punire i peccatori e segnalare alla giustizia chi ha commesso reati. Il secondo è relativo alle misure da prendere per contenere la presenza di pedofili nel clero, o, per meglio dire, di molestatori e violentatori sessuali. Ho letto che negli Stati Uniti i cardinali hanno pensato di dare istruzioni ai vescovi perché dei loro rappresentanti vadano in giro per ripulire i seminari dai giovani con tendenze omosessuali. Spero che quest’idea balzana sia subito messa nel cassetto, giacché con quest’approccio dovrebbero poi occuparsi anche delle religiose con tendenze lesbiche. Inoltre, non si capirebbe perché bisogna ‘salvare’ preti e suore con tendenze eterosessuali, visto che la sessualità è bandita”. Il terzo problema, dice Turco, è di fondo, e verte su come la Chiesa cattolica affronta il problema della libertà e della responsabilità dell’individuo rispetto alla sessualità e alla famiglia. “A questo proposito vorrei appoggiarmi ancora una volta a Monsignor Grab, il quale ha ricordato che ‘la pedofilia è una malattia e non una piaga che affligge in modo particolare il clero: dalle statistiche risulta che le violazioni dei bambini avvengono anche nelle famiglie stesse’. È proprio così. In base ai dati forniti due anni fa dal Censis, su 100 violenze compiute ai danni di minori, 90 avvengono in famiglia, 8 da parte delle cosiddette ‘figure di riferimento’ (insegnanti, religiosi, eccetera), e solo 2 da parte di estranei”. Replicando a una tesi sostenuta da Gianni Baget Bozzo, secondo il quale gli scandali scoppiati in America sono il frutto di una campagna messa in atto dalle sette protestanti, molto potenti negli Stati Uniti, contro la chiesa cattolica, Turco dice che “la lettura di Baget Bozzo è parziale, anche se potrebbe essere fondata. Per il momento, però chi non versa più soldi alle diocesi americane sono i cattolici. A meno che non vogliamo pensare che erano i protestanti a versare quel danaro, e che oggi hanno smesso di farlo nell’ottica del complotto volto alla distruzione della presenza cattolica negli Usa”. Da rappresentante delle istituzioni europee, Turco ricorda che tutte le nazioni (non solo quelle che fanno parte dell’Ue) devono trovare uno snodo giuridico affinché i reati commessi da rappresentanti delle istituzioni religiose siano anch’essi perseguibili. “Penso anche che andrebbe configurata un’aggravante per i ministri religiosi, sulla falsariga di quella applicata ai pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni. Mi sembra innanzitutto una misura di tutela della Chiesa”. Infine, Turco avvisa che “la burocrazia vaticana, come tutte le burocrazie, tenta e tenterà in tutte le maniere di difendere i propri privilegi e le proprie immunità. Per quanto riguarda i privilegi, è fatto interno alla Chiesa e che questa, nel suo insieme, regolerà come meglio vorrà. Per quanto riguarda le immunità, è fatto che ci riguarda in quanto cittadini”. Certe figure di rilievo, più esposte del cittadino medio, vanno difese da provvedimenti frettolosi e pregiudiziali, precisa il presidente degli europarlamentari radicali, ma l’impunità, conclude, non deve essere garantita “nemmeno al Papa”.