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2007 06 27 * L'Indipendente * Tasse e fede - «Il Governo Prodi sarà costretto a eliminare il privilegio», dice il radicale Maurizio Turco - lci, la Chiesa rischia di pagare * Marco Palombi

Contestato da Bruxelles il decreto che estende l’esenzione a tutti gli immobili di proprietà del Vaticano destinati "non esclusivamente" a fini commerciali. In ballo 400 milioni

Alla fine il governo Prodi, nonostante stia provando in tutti i modi ad evitarlo, sarà costretto a far pagare l’Ici alla Chiesa. Il motivo è semplice: glielo imporrà l’Unione europea, che di recente ha riaperto la pratica per sospetti aiuti di Stato avviata ai tempi del governo Berlusconi. Dietro il risveglio di Bruxelles, come al solito, c’è una pattuglia di radicali guidata da Maurizio Turco, deputato della Rosa nel pugno ed ex europarlamentare.

È lui stesso a spiegarci l’intricata vicenda: «La storia della legge sull’Ici è nota: varata nel 1992 esentava gli immobili della Chiesa cattolica dal pagamento; venne poi bocciata dalla Consulta con una sentenza del 2004 che il governo Berlusconi aggirò per decreto nel 2005. E a questo punto che a Bruxelles cominciano a spazientirsi e chiedono notizie Nel frattempo arriva il centrosinistra che, col disegno di legge Bersani, risolve il problema. In teoria». In teoria perché a palazzo Chigi cominciano subito a fare "ammuina". Nel senso, dice Turco, «che il governo, col decreto attuativo di quella legge, tentò di salvare la Chiesa esentando tutti gli immobili destinati non esclusivamente a fini commerciali. Insomma non solo non si paga l’Ici sulle chiese, ma anche sugli alberghi di proprietà di enti religiosi, basta che dentro ci sia, che so, una cappella votiva».

Fumo negli occhi per i radicali che sono subito tornati alla carica con la Commissione europea, la quale a sua volta ha chiesto spiegazioni al govemo.

La risposta di Roma? Non c’è problema, è tutto a posto. «E invece non è così, tanto che il ministero dell’Economia ha messo in piedi una commissione che sta valutando caso per caso la situazione degli enti esentati dal pagamento. Nel frattempo noi abbiamo fatto un’ennesima segnalazione a Bruxelles, molto dettagliata, e loro hanno cominciato a premere». Monsignor Betori però, proprio ieri, ha sostenuto che è tutto a posto e L’Avvenire ha parlato addirittura di «maligne deformazioni» della questione Ici-Chiesa.

Nessun problema per Turco, per il quale battagliare con la Cei è una sorta di secondo lavoro: «La stessa cosa era già successa quando denunciammo alla Ue il Regno di Spagna per l’esenzione Iva alla Chiesa. Anche allora, secondo il Vaticano, eravamo una fonte livorosa e disinformata, ma poi la Spagna ha dovuto abolire quel privilegio. La macchina è partita e ora la stessa cosa succederà in Italia: la Commissione ci costringerà a cancellare l’esenzione Ici».

Quanto all’atteggiamento del "suo" governo, Turco appare sconsolato: «Sono mesi che chiedo spiegazioni e loro stanno zitti. Per avere qualche informazione alla fine dovrò rivolgermi direttamente a Betori, speriamo sia più comunicativo del Tesoro». E ciò «senza contare che è incredibile come, da una parte, si assiste da mesi a uno stillicidio di trattative su pensioni, spesa sodale e quant’altro, mentre dall’altra Prodi rinuncia ad almeno 400 milioni l’anno di introiti. Faccio una proposta di pace: quei soldi vengano destinati alle famiglie. Così dovrebbe essere contento anche Betori. O no?».