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2007 08 30 * Il riformista * Replica a Maurizio Turco - Ormai i radicali usano l’Europa per fare la guerra contro la Chiesa * Mario Mauro

vicepresidente del parlamento europeo

E’ sempre più chiaro il tentativo di stravolgere il senso del progetto europeo da parte di radicali e sinistra al fine di trasformarlo in una sorta di Unione delle repubbliche socialiste e anticlericali europee. L’onorevole Turco accusa Poettering, e il Ppe, di utilizzare due pesi e due misure quando si parla di Turchia. Sull’ingresso della Turchia nell’Unione europea, il presidente Poettering e il Ppe sono da sempre chiarissimi. La maggioranza del parlamento si è dichiarata favorevole, a condizione che rispetti tutte le condizioni previste. Poetterìng al Meeting di Rimini ha infatti ricordato come sia «molto importante, a questo riguardo, che vadano avanti e si concludano i negoziati. L’adesione, che non è un automatismo, verrà decisa alla fine del negoziato». Ritengo bizzarro che proprio un deputato della Rosa nel pugno, il partito che più di altri ha fatto della lotta alla pena di morte e della tutela dei diritti fondamentali una sua bandiera, chieda alle istituzioni Ue di abbassare la guardia su questi temi. Forse, come per la sua collega di partito Emma Bonino, il commercio (internazionale) è diventato più importante dei diritti umani? Passando al secondo concetto richiamato dall’onorevole Turco, quello delle radici cristiane dell’Europa, desidero sottolineare ciò che il presidente Poettering ha detto a Rimini in sede di conferenza stampa, distinguendo la sua posizione personale da quella del parlamento: «Personalmente mi ero sempre impegnato per il riferimento a Dio e alle radici giudaico-cristiane. Purtroppo non ce l’abbiamo fatta: la maggioranza del parlamento europeo non era favorevole a questo riferimento e c’è stata la resistenza, in particolare, della Francia e del Belgio. Però i valori affermati della persona umana, che ogni persona è unica, anche anziani e bambini, sono valori fondamentalmente cristiani. E su questo terreno il nostro impegno deve continuare nella quotidianità». Il riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel preambolo del trattato costituzionale non avrebbe certo potuto significare, come erroneamente afferma l’onorevole Turco, il riconoscimento di una confessione religiosa sul piano istituzionale, quanto il dare atto di una realtà che nessuno può negare e che concorre a costituire l’identità stessa dell’Europa. Siamo poi sicuri che, come afferma l’onorevole Turco in chiusura del suo articolo, il Vaticano stia conducendo una vera e propria battaglia di religione combattuta usando la politica? Consideriamo la richiesta di chiarimenti avanzata al governo italiano dal commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, in merito a presunti vantaggi fiscali goduti dal Vaticano. Come ammesso dal portavoce del Commissario, Jonathan Todd, l’azione dalla Commissione ha preso il via a seguito di segnalazioni giunte dall’Italia. La stampa italiana ha dato grande risalto al coinvolgimento in questa azione dell’onorevole Turco e di altri esponenti della Rosa nel pugno, diretti dal ministro Emma Bonino. Proprio la complicità fra il commissario Neelie Kroes e la Rosa nel pugno, i cui rispettivi partiti all’interno del parlamento europeo fanno parte dei gruppo Alde, comporta una grave perdita di credibilità dell’azione dell’esecutivo comunitario. Sono ormai innumerevoli i tentativi con cui i radicali, attraverso il gruppo Alde, portano duri attacchi alla Santa Sede in seno al parlamento europeo. Basti ricordare il tentativo di censura nei confronti di monsignor Bagnasco riguardante il voto sull’omofobia promosso proprio dall’Alde e sventato dal Ppe. La Commissione non deve cadere ostaggio di chi usa l’Unione europea e le sue istituzioni come avamposto per attaccare la Chiesa. La natura prettamente ideologica dell’azione in questione è resa ancor più evidente dal fatto che le azioni della Chiesa sono a beneficio della società. La Chiesa è infatti esentata dal pagamento delle tasse solo sugli immobili dove si fa un’attività sociale e non commerciale. Il provvedimento italiano vede la Chiesa tra i suoi beneficiari alla pari dì altre religioni e di organizzazioni che operano nel non profit, senza scopo di lucro, in applicazione di quel principio di sussidiarietà che anche l’Ue riconosce. A questo punto sembra che siano i radicali a usare l’Europa per una vera e propria guerra di religione contro la Chiesa.