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2008 03 10 * La Provincia di Cremona e Crema * Malvezzi su politica e cattolici «Servono libertà e coerenza»

Sul rapporto tra politica e cattolici - uno dei temi più delicati degli ultimi tempi e che, a livello locale, ha visto anche l’accesa polemica tra monsignor Rini, direttore di Vita Cattolica, e i radicali - interviene anche Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia in Comune. «Rosy Bindi ha chiesto alla senatrice Binetti di stare nel Partito Democratico ‘non da cattolica’ e ad Emma Bonino ‘non da radicale’, cioè per poter stare in quel partito uno si dovrebbe dimenticare chi è. Questa posizione documenta come alcuni cattolici antepongono a tutto la scelta partitica, accettando, anche se in alcuni casi con un certo imbarazzo, di convivere in un contesto caratterizzato da visioni antropologiche opposte e ostili alla loro e, soprattutto, dominanti». Malvezzi fa anche un breve excursus sui vari punti della questione. «A questo proposito non si possono dimenticare l’iniziativa legislativa sui Dico, l’attivismo dei dirigenti DS per l’abrogazione della legge 40, le proposte di legge sul testamento biologico, la candidatura di Umberto Veronesi (capolista Pd al Senato in Lombardia), notoriamente a favore di eugenetica ed eutanasia, l’ accelerazione impressa dal Ministro Turco sull’immissione in commercio della pillola abortiva RU486, la candidatura di Maurizio Turco, che ha costruito la sua immagine pubblica cavalcando l’anticlericalismo più sfrenato». Malvezzi pone l’accento anche su un’altra riflesisone: «Questa settimana monsignor Crepaldi, Segretario del Pontificio consiglio Iustitia et Pax, ha splendidamente colto una novità in ambito politico: ‘La nascita di nuovi laici e nuovi cattolici che vogliono dialogare e intendersi non al ribasso ma al rialzo, non per mediare ma per fare proposte culturali positive alla società, non per trovare il compromesso e adattarsi a quanto avviene, ma il coraggio della ragione e della fede che si sanno incontrare per proporre cosa dovrebbe avvenire». Infine, una considerazione di carattere ‘quasi’ personale. «L’esperienza mia e di tanti altri amici di questi anni di impegno politico è quella di uomini liberi che non hanno dovuto censurare nulla della propria identità per far parte a pieno titolo di un soggetto politico ricco di sensibilità e storie diverse, e che in questo modo hanno potuto tradurre in azione legislativa e amministrativa i propri convincimenti. Come ci ricorda Benedetto XVI la democrazia non è sinonimo di compromesso e il bene comune non è il minor male possibile. E’ confronto di idee e lotta culturale».