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2009 09 18 * Left * La laicità non è una bestemmia * Federico Tulli

“Ci dovrebbero pagare perché celebriamo il 20 settembre. E invece è una festa nazionale cancelata. Oramai a febbraio, a “Palazzo”, si festeggia il Concordato…”. L’indignazione di Maurizio Turco, deputato Radicale del Pd, è palpabile. L’associazione anticlericale.net, di cui è presidente, non ha ottenuto dalla questura di Roma il permesso per la "Marcia anticlericale", organizzata sabato 19 per celebrare i 139 anni dalla liberazione di Roma e contestuale fine del potere temporale dei papi. «Le motivazioni - spiega Turco a left - sono nel decreto Maroni sull’ordine pubblico. Varato in tutta fretta, dopo la famosa preghiera collettiva islamica di fronte al Duomo di Milano, per preservare le chiese da eventuali rischi... Ma sanno bene che il rischio della marcia è zero, per questofino all’ultimo speriamo in un ripensamento. Ciò non toglie che viviamo in uno Stato strano che ignora il principio di laicità posto alla radice della nostra Costituzione». E lo fa in maniera manifesta, con le concessioni al Vaticano che "controlla" ogni norma che dovrebbe tutelare il libero arbitrio, di fatto stroncandolo (fecondazione assistita e testamento biologico, per dire), oppure calpestando l’articolo 8 della Carta che sancisce pari dignità per qualsiasi credo. E in modo più latente, quando politici, media e opinione pubblica non rifiutano i diktat che giungono da oltretevere per sopprimere qualsiasi sussulto di sessualità umana.

Ci sono voluti 20 anni per l’autorizzazione al commercio della pillola abortiva Ru486, mentre quella "del giorno dopo" viene ancora negata dai farmacisti "obiettori" i quali, mentendo, la definiscono un farmaco abortivo. Per non dire poi dell’inerzia di fronte all’ultimo attacco di papa Ratzinger contro qualsivoglia anticoncezionale sulla scia del suo predecessore. E i milioni di morti per Aids? Neppure questi risvegliano la "pancia" degli italiani. Tornando agli intrecci politici Stato-Vaticano, non c’è nemmeno il pudore di celarli con il 20 settembre alle porte. Ecco il passaggio di un’intervista al Corriere di lunedì 14 del ministro Gelmini: «Sugli insegnanti di religione sono assolutamente d’accordo con il Vaticano - dice il ministro della Repubblica -. A loro vanno garantite le stesse condizioni degli altri insegnanti, e credo che l’ora di religione debba avere pari dignità rispetto alle altre materie». «L’uscita della Gelmini non ha né capo né coda», osserva Turco. «È chiaro che a destra, lei come la Carfagna e Berlusconi, sono in una fase delicata della loro vita politica. Ma non possono utilizzare la propria eventuale fede andando al mercato delle anime per vendere una cosa che appartiene a tutti: la libertà di scelta, quindi anche, semmai, di credo religioso. Dopo di che con Prodi, il ministro Fioroni ha ripetuto più volte lo stesso concetto. È una classica intervista conformista nel conformismo del regime italiano. Io – conclude Turco - continuo a indignarmi del fatto che questo Paese anziché festeggiare la sua liberazione faccia finta che non ci sia mai stata. Oggi la laicità è una bestemmia e sarà così finché non arriverà una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo a obbligare l’Italia al rispetto della libertà di pensiero».

Sempre sabato 19, a Roma, anche la Uaar ha in programma un meeting per celebrare la Breccia di Porta Pia, "Liberi di non credere" (info: www.uaar.it). Chiediamo al segretario Raffaele Carcano perché degli atei festeggiano il 20 settembre 1870. «Per noi è la "vera" festa dell’Unità d’Italia. Quel giorno non venne meno solo una religione di Stato ma fu abbattuto un regime teocratico. Molti ritennero a portata di mano la realizzazione di una società, in cui una libera Chiesa costituisse solo una parte, non privilegiata, di un libero Stato. Un progetto poi bloccato dal ventennio fascista, dal cinquantennio democristiano e da un quindicennio di confessionalismo bipartisan. Emblematico in questo senso Berlusconi che invita i giovani del Pdl a leggere Risorgimento da riscrivere, in cui Angela Pellicciari, collaboratrice di Radio Maria, sostiene che il Risorgimento è stato una guerra massonica, condotta contro la Chiesa cattolica. Bisognerebbe ricordare in ogni occasione che l’Unità d’Italia fu conseguita contro la Chiesa che per più di mille anni si è opposta all’unificazione. Penso che un presidente del Consiglio che si mette contro la tradizione risorgimentale sia veramente senza precedenti nella storia».