Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

2012 01 11 * Il Riformista * Tutti responsabili
 Nessuna responsabilità 
* Emanuele Macaluso

Le dimissioni del sottosegretario Malinconico pongono un problema non tanto a Monti, che ha agito con prontezza e fermezza, ma alle forze politiche e soprattutto al Pdl. Il governo dei tecnici ha infatti compiuto un atto politico significativo nel giorno in cui il partito di Berlusconi e Alfano difendeva, ancora una volta, un suo esponente, Nicola Cosentino, accusato dai magistrati di Napoli di convivenza con la camorra. Malinconico non era nemmeno indagato.


Sul Foglio, ho letto una intervista al deputato radicale Maurizio Turco, il quale ha votato contro l’arresto perché ritiene che nella richiesta dei magistrati non ci sia «alcun fatto specifico dimostrato come reato» e che ci sia, invece, un chiaro “fumus persecutionis”.


Io non ho letto le carte e quindi non mi esprimo sul voto di Turco e di chi invece ha votato per l’arresto perché ritiene che i fatti contestati sianono tali da giustificare l’arresto e un processo. Voglio però sollevare una questione politica. Turco ha votato a favore della richiesta di arresto per i deputati Papa e Milanese ritenendo che i fatti contestati fossero ben evidenziati dai magistrati. Anche su questi processi non mi pronuncio perché non ho letto le carte. Tuttavia, il Pdl ha difeso a spada tratta i tre imputati. I quali sono ancora esponenti del partito di Berlusconi e Alfano. Il problema che pongo è questo: i comportamenti dei tre, e i fatti accertati, anche se si nega l’arresto, sono compatibili con l’incarico politico che mantengono?


Turco, nell’intervista al Foglio, ci informa che dieci giornalisti campani hanno scritto un libro con un titolo significativo, “Il Casalese”, sulla cui copertina campeggia la foto di Cosentino. Anche questi giornalisti vogliono perseguitare Cosentino? Turco dice che il filo conduttore del racconto del libro sul casalese Cosentino «è il racconto del consociativismo in Campania, della sua resa a una gestione politica del territorio nel cui spazio la criminalità comune prospera, ma è un fatto di sistema, riguarda tutti». Se riguarda tutti (anche i radicali?), il Pdl può difendere Cosentino dalla “persecuzione dei magistrati” e può averlo ancora come massimo esponente del partito in Campania. Tutti responsabili, niente responsabilità individuali: nemmeno sul piano politico. Con questa logica non si capisce perché Malinconico, che non è nemmeno indagato, è stato costretto a dimettersi.

Infine, si sappia che non sono favorevole agli arresti, se non per fatti gravi ed evidenti, per tutti i cittadini: senza distinzione alcuna. Si facciano i processi anche, senza carcere preventivo, perché le ragioni che motivano l’arresto - fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato - sono quasi sempre opinabili. Però è grave, e intollerabile, che persone coinvolte in vicende come quelle che riguardano alcuni parlamentari, mantengano incarichi politici. È una vergogna, anche perché l’immagine delle istituzioni viene insudiciata. Inutile fare chiacchiere sul rinnovamento della politica, come fa l’Alfano, se poi i comportamenti su fatti che qualificano la politica sono quelli che vediamo. Dai giornali apprendiamo che, se la Camera vota per l’arresto di Cosentino, il Pdl potrebbe far cadere il governo. Sono curioso di leggere la motivazione di una mozione di sfiducia sul caso.