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Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3044)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, affrontiamo questa discussione, osservando che sono stati presentati più di cento emendamenti ad un provvedimento che si compone di sei articoli. Già questo aspetto merita una certa riflessione, perché, come ben sappiamo, stiamo affrontando una tematica che discutiamo ormai da mesi. Vorrei ricordare a tutti che nel mese di aprile - e precisamente il 18 di aprile - in occasione della settimana mondiale per la sicurezza stradale indetta dalle Nazioni Unite, la nostra Assemblea è stata impegnata nella discussione di mozioni parlamentari sull'argomento che ha portato all'approvazione di un testo unitario molto preciso e puntuale, che delineava le strategie da seguire per garantire, attraverso una chiara azione di Governo, a tutti i livelli, le migliori condizioni per la sicurezza e la circolazione stradale dei nostri cittadini.
Dopo la discussione svolta in quell'occasione, il Governo ha presentato il disegno di legge n. 2480, concernente disposizioni in materia di autotrasporto merci e circolazione stradale, il cui iter parlamentare è iniziato presso quest'Assemblea e ci ha visti impegnati in più sedute nel corso del mese di luglio per arrivare ad una conclusione che - lo voglio ricordare - è stata sostanzialmente e largamente condivisa, anche se in sede di votazione finale non si è registrata unanimità di consensi, ma, in parte l'astensione ed in parte la condivisione dei gruppi di minoranza. Pertanto, direi che, su tale materia, la posizione del Governo e della maggioranza parlamentare è stata fin dall'inizio molto chiara, perché si è deciso di affrontare tali argomenti con una posizione di larga apertura, nella convinzione che, per arrivare a provvedimenti efficaci, fosse necessario avere una condivisione più ampia possibile.
Su tale linea si è proseguito il dibattito nell'altro ramo del Parlamento (al Senato) anche se, in quella sede, per ragioni di tempo (avvicinandosi la pausa estiva), non è stato possibile portare a termine l'approvazione del disegno di legge n. 2480 e si è, peraltro, arrivati ad una conclusione politica. Leggendo il resoconto dei lavori del Senato, infatti, è possibile rilevare che, ad un certo punto della discussione, si è esplicitamente deciso (in sede di Commissione parlamentare competente e poi in Assemblea) di circoscriverla a sei articoli del disegno di legge in discussione, i quali sono stati successivamente portati sul tavolo del Governo che avrebbe potuto varare un decreto d'urgenza al riguardo. Voglio, altresì, ricordare che ciò è accaduto nei giorni in cui - come ben ricordiamo - le cronache delle settimane del pre-esodo e dell'esodo estivo erano fitte di notizie riguardanti incidenti stradali seri e gravi, causati soprattutto da comportamenti irresponsabili di automobilisti, sotto l'effetto, in particolare, di droghe o di alcol.
Quindi, vi era anche un comune sentire sulla materia che spingeva a dare un segnale chiaro all'opinione pubblica. Ciò è avvenuto nella discussione parlamentare al Senato; potremmo dire, rispetto alla farraginosità del nostro iter legislativo, che bisognerebbe svolgere altre considerazioni, ma questa non è oggi la sede, tanto meno la sede decisionale. Dovremo certamente intervenire sul processo legislativo, sulle sue lungaggini e sull'impossibilità, a volte,Pag. 10di giungere a decisioni in tempi brevi, ma ciò è quanto accaduto in relazione a questo provvedimento.
Con il provvedimento assunto dal Governo il 3 agosto, già approvato in sede di dibattito al Senato, si è seguita tale impostazione, ossia un'impostazione logica, condivisa, molto chiara, che ha portato ad un accordo politico in questo senso. Ora ci troviamo nell'aula della Camera a dare seguito a tale indirizzo e ad adottare una decisione definitiva.
Ritengo che sarebbe un segno di grande responsabilità se l'Assemblea arrivasse a concludere - possibilmente con una valutazione il più condivisa possibile - entro il 3 ottobre, data entro la quale scadono i termini di conversione del provvedimento. Se tale termine non fosse rispettato, infatti, si avrebbero conseguenze sul piano giuridico in merito agli effetti già prodotti dal decreto-legge (conseguenze che auspichiamo non si debbano verificare).
Pertanto, invito a compiere questa riflessione fino in fondo: oggi dobbiamo votare e approvare la conversione in legge di un decreto-legge circoscritto, mirato e che dà risultati immediati (in parte, li ha già dati) e, subito dopo, dovremo affrontare la discussione parlamentare sul disegno di legge A.C. 2480, in materia di autotrasporto merci e circolazione stradale, che, a sua volta, il Senato ha modificato.
Tale disegno di legge, tra l'altro, contiene la delega per la riforma del codice della strada e quello sarà il terreno privilegiato su cui intervenire per tutte le questioni che ancora, questa mattina, sono state sollevate. Sarebbe pretestuoso, oggi, esprimere un giudizio negativo sul decreto-legge in esame per l'assenza di misure che tale tipo di provvedimento non può contenere. Dobbiamo affrontare la questione con il calendario dei lavori parlamentari che ci siamo proposti e che può, alla fine, risultare positivo e portarci ad avere una legislazione finalmente organica in materia di sicurezza della circolazione stradale di cui vi è effettivamente bisogno.
Ricorderete tutti che, dalla riforma del codice della strada del 1992, questo testo ha avuto una rielaborazione continua attraverso provvedimenti specifici o mediante interventi contenuti in altri disegni di legge o leggi di altra natura. Oggi vi è bisogno di mettervi mano e di farlo in modo chiaro ed organico. Pertanto, è utile che quest'Assemblea svolga un ragionamento di tipo politico e giuridico nel merito del contenuto di questo pacchetto di norme per poi proseguire, sapendo che il dibattito sulla materia è aperto e possiamo andare avanti.
Tra l'altro, voglio anche ricordare che, in materia di sicurezza in generale, quest'Assemblea non è stata solo interessata dal dibattito sulla sicurezza della circolazione stradale, ma ha affrontato un provvedimento importante come quello della sicurezza sul lavoro.
Come sapete, le statistiche sull'incidentalità sul lavoro testimoniano che una parte degli incidenti è determinata dagli spostamenti casa-lavoro e quindi, dalla stessa incidentalità stradale. Si tratta di un argomento che il Parlamento ha affrontato e sul quale ha fornito delle risposte. Ciò è da valutare in modo positivo.
In conclusione, posso svolgere tale considerazione: per quanto riguarda gli indirizzi che la Camera dei deputati ha già dato con l'approvazione della mozione parlamentare nel mese di aprile, vi sono dati che testimoniano un'inversione di tendenza.
A chi ha sollevato il problema dei controlli sulle strade, vorrei ricordare due dati già emersi in Commissione trasporti. In primo luogo, nei mesi di luglio ed agosto 2007 vi è stata una riduzione dei decessi per incidenti stradali pari al 23 per cento.
Tale dato è già stato ricordato da alcuni colleghi, i quali hanno affermato che ciò che è necessario non è tanto un decreto-legge, bensì un'attività di controllo. A mio avviso, è necessario il decreto-legge e lo sono stati anche i controlli che il Governo ha incrementato sulla base degli indirizzi del Parlamento.
Altro dato in materia di controlli riguarda, ad esempio, quelli disposti sui mezzi pesanti. In base ai dati forniti dallaPag. 11consulta generale dell'autotrasporto, nei due mesi estivi sono raddoppiati i controlli svolti attraverso i centri mobili di revisione e ciò ha consentito di appurare sia le irregolarità, sia i passi in avanti compiuti sulla gestione dei mezzi di trasporto. Tale dato può essere considerato confortante.
Infine, nel corso dell'audizione del Viceministro Minniti in Commissione trasporti, sono stati riassunti i dati complessivi della situazione e si è ricordato che l'obiettivo del Ministro dell'interno è quello di realizzare almeno un milione di controlli nel corso di quest'anno mediante i fondi già stanziati dal Governo.
Pertanto, ci troviamo in presenza di una situazione che vede un impegno determinato da parte del Governo e, naturalmente, del Ministro dei trasporti in particolare, di cui si segnala l'attenzione con cui segue i lavori parlamentari, così come il Ministero dell'interno e il Ministero delle politiche giovanili. Infatti, bisogna sottolineare che, attraverso tale collaborazione interministeriale, è stato possibile attuare protocolli di accordo, ad esempio, nel settore delle discoteche ed in relazione alla problematica delle stragi del sabato sera, rispetto alle quali questo provvedimento introduce la novità dell'obbligo dell'esposizione all'interno dei locali di intrattenimento dell'informazione puntuale sul consumo di bevande alcoliche.
Inoltre, vorrei ricordare a chi ha voluto sollevare la questione dell'inutilità del provvedimento in funzione dei tanti provvedimenti che, invece, bisognerebbe adottare che, in realtà, questo Governo e questa maggioranza, con l'approvazione della legge finanziaria, hanno già superato un gap che in questi anni si era verificato in ordine agli stanziamenti in questa direzione.
È grazie alla previsione contenuta nella legge finanziaria per l'anno 2007, dopo che la materia era stata definanziata negli ultimi anni, che oggi vi è una disponibilità di 53 milioni annui per i prossimi tre anni per il piano nazionale della sicurezza stradale. Analogamente, vi è stata un'inversione di tendenza nel finanziamento del trasporto pubblico locale e ferroviario, nonché nel campo delle infrastrutture.
Concludo, signor Presidente e signor Ministro dicendo che è importante che oggi licenziamo il provvedimento al nostro esame e che passiamo alla fase successiva che, anche grazie all'appuntamento della legge finanziaria, ci consentirà di mettere a fuoco misure più ampie e concrete, con risorse adeguate per rispondere in modo appropriato alle esigenze di sicurezza che i cittadini italiani pongono alla nostra attenzione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è noto, il decreto-legge che il Parlamento si accinge a convertire origina da una vicenda che abbiamo ricordato nel dibattito che ha investito la questione sollevata dall'opposizione circa l'ipotesi di non votarlo perché non sussistevano le condizioni di straordinaria necessità e urgenza. Tale vicenda inizia il 27 giugno 2007, quando la Camera ha approvato il disegno di legge recante disposizioni in materia di circolazione e sicurezza stradale - atto Camera 2480 - trasmettendolo poi al Senato che, come è noto, non ha potuto completare l'esame dello stesso prima dell'inizio della sospensione estiva dei lavori.
Il Governo, con senso di responsabilità e necessità, quindi assolvendo all'esigenza dell'urgenza, il 3 agosto 2007 ha emanato un decreto-legge che consente l'immediata entrata in vigore delle disposizioni già contenute nel disegno di legge il cui iter si era bloccato al Senato a causa della sospensione estiva, inserendovi quelle disposizioni che ha ritenuto più idonee a fronteggiare la questione dell'incidentalità stradale proprio alla vigilia del periodo estivo e in considerazione dell'aumento di tali problematiche nei mesi estivi, data la grande congestione del traffico dovuta alle ferie di gran parte della popolazione italiana. Vale la pena, però, al di là dei casi straordinari di necessità e urgenza chePag. 12hanno giustamente spinto il Governo a proporre al Parlamento il decreto-legge che oggi lo stesso è chiamato a convertire, esaminare nel dettaglio le importanti norme che sono in esso previste.
Questo decreto-legge, come è noto, è composto di otto articoli, compresa la disposizione della sua entrata in vigore, ma forse, ancora prima di citarne l'articolato, va fatto presente che le uniche disposizioni previste che non erano state oggetto di esame da parte della Camera nell'ambito del disegno di legge atto Camera 2480 sono contenute nell'articolo 2, comma 3 (che concerne il divieto di trasporto dei minori di anni quattro su veicoli a due ruote); all'articolo 6, comma 1 (che interviene in materia di educazione stradale); all'articolo 6, comma 3 (che introduce le sanzioni per l'inosservanza degli obblighi informativi a carico dei gestori dei locali pubblici), e all'articolo 7 (che esplicita, con riguardo a tale provvedimento, il principio generale della retroattività delle norme sanzionatorie più favorevoli).
Dico ciò perché anche i colleghi dell'opposizione, che hanno espresso pareri diversi, dovrebbero soffermarsi anche su quelle norme già previste nell'atto Camera 2480, che sono certamente significative e tra le quali alcune incontrano il parere favorevole di tutti. Riteniamo ovvio che nel corso dell'esame del disegno di legge atto Camera 2480 - in terza lettura in questo ramo del Parlamento, o di nuovo al Senato - si potrà entrare nel dettaglio di alcune questioni che rimangono ancora aperte. In particolare, all'articolo 1 del decreto-legge, che novella il comma 13 dell'articolo 116 del codice della strada, è previsto un inasprimento della sanzione per le ipotesi di reiterazione nell'ambito di un biennio del reato di guida senza patente (anche nel caso di patente revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti). Tale fattispecie di inosservanza è ora punita infatti oltre che con l'ammenda da 2.257 euro a 9.032 euro anche con l'arresto fino ad un anno.
Resta peraltro invariata l'applicazione anche del fermo amministrativo del veicolo per tre mesi e della confisca in caso di reiterazione del reato, ai sensi del comma 18 dello stesso articolo 116. Molti sono i punti significativi del decreto in esame, che credo sia giusto ricordare: ovviamente non li ricorderò tutti, solo alcuni di quelli più significativi, perché non vorrei che il dibattito di questi giorni in questo ramo del Parlamento si restringesse alla questione del rapporto tra il disegno di legge e il decreto-legge. Cito l'articolo 2, comma 3, che innova l'articolo 170 del codice della strada e introduce il divieto di trasportare su motocicli e ciclomotori a due ruote bambini di età inferiore a quattro anni, innovazione significativa e importante, credo anche attesa. Cito l'articolo 3, comma 1, che interviene sull'articolo 142 del codice della strada, novellando il comma 6, prevedendo che anche le risultanze di apparecchiature omologate per il calcolo della velocità di percorrenza su tratti determinati sono considerate fonti di prova per la determinazione dell'osservanza dei limiti di velocità. Cito l'articolo 3, comma 1, lettera c), che interviene sulle violazioni conseguenti al superamento dei limiti di velocità, sostituendo la terza fascia precedentemente prevista relativa al superamento del limite di oltre 40 chilometri con due fasce, e non entro nel dettaglio. Cito l'articolo 4, comma 1, che interviene sull'articolo 173 del codice della strada, inasprendo la sanzione pecuniaria prevista per chi circola facendo uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di cuffie sonore, prevedendo inoltre la fattispecie della reiterazione di tale violazione, articolo secondo me importante. Voglio citare inoltre, all'articolo 5, comma 1, la novellazione dell'articolo 186 del codice della strada, cui sono aggiunti tre nuovi commi: il comma 2-bis, che stabilisce che se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale le pene sono raddoppiate, ed è inoltre applicato il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni, salvo che il veicolo stesso appartenga a persona estranea al reato; il comma 2-ter, che introduce per i reati in questione la competenza del tribunale di composizionePag. 13monocratica, in luogo di quella del giudice di pace; il comma 2-quater, che dispone che le sanzioni accessorie si applichino anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti.
Il nuovo comma 7 dell'articolo 186 del codice della strada dispone poi una depenalizzazione della fattispecie consistente nel rifiuto di sottoporsi agli accertamenti sul tasso alcolemico, anche questo è un passaggio importante. Il decreto-legge prevede invece la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.500 a 10 mila euro, ovvero da 3.000 a 12 mila euro qualora il rifiuto sia avvenuto in occasione di un incidente stradale, la sospensione della patente da sei mesi a due anni con ordine del prefetto al conducente di sottoporsi a visita medica, il fermo amministrativo del veicolo per centottanta giorni, una serie di provvedimenti che riguardano la fattispecie del superamento del tasso alcolemico. Sempre all'articolo 187 - mi avvio a concludere, signor Presidente - viene inoltre introdotto il comma 5-bis, che trova applicazione anche per la guida in stato di ebbrezza e che prevede che, nel caso in cui il conducente sia stato sottoposto ad accertamenti non invasivi, anche effettuati con apparecchi portatili, con esito positivo, gli organi di polizia, ove abbiano fondato motivo di ritenere che il conducente stesso si trovi in stato di alterazione psicofisica, possono procedere al ritiro della patente fino all'esito degli accertamenti medici, e comunque per un periodo massimo di dieci giorni. Cito inoltre l'articolo 6 comma 1, che novella l'articolo 230 del codice della strada e che prevede che tra gli obiettivi dei programmi per l'educazione stradale sia compresa anche l'informazione sui rischi connessi all'assunzione di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti, e che non si interessa quindi solo della parte repressiva, ma anche della parte costruttiva, educativa e formativa.
Infine, come ho ricordato all'inizio del mio intervento, l'articolo 6, comma 2, obbliga il titolare e i gestori di locali ove si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento - ed è contestualmente prevista la somministrazione di bevande alcoliche - ad esporre nei locali stessi apposite tabelle recanti la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica nell'aria espirata, e la quantità delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico dello 0,5 per cento.
Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, come si è constatato nel pur rapido esame di alcuni dei punti più significativi del decreto-legge che ci apprestiamo a convertire, il Governo nelle more della scelta di uno strumento - quello del decreto-legge, dovuto all'andamento dei lavori parlamentari - ha ricercato ed ha trovato, secondo noi, che certamente esprimeremo un voto favorevole sul provvedimento, una risposta ad alcuni dei temi più drammatici ed emergenti riguardanti gli incidenti nel nostro sistema stradale, il tasso di incidentalità, il numero di morti che giornalmente ed annualmente si moltiplicano sulle nostre strade; e lo ha fatto incidendo sull'attuale articolato delle disposizioni recate dal codice della strada e lasciando poi al Parlamento, nel prosieguo dell'iter dell'esame del disegno di legge, la possibilità di approfondire alcuni di tali argomenti. Questo decreto-legge, motivato da ragioni di urgenza e necessità, è pieno di misure necessarie per il Paese, per la sicurezza delle proprie strade e per la vita dei propri concittadini, ed è quindi un provvedimento che approviamo fortemente e che chiediamo alla Camera di convertire in legge.

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sul complesso degli emendamenti. Invito pertanto la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative presentate.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere delPag. 14Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Chiedo, però, di poter svolgere alcune considerazioni aggiuntive.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, Ministro Bianchi.

ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, desidero solo ricordare che la discussione di stamattina ed il voto che seguirà riguardano il decreto-legge sulla sicurezza stradale e, quindi, un segmento - nemmeno il più importante - di un percorso che abbiamo avviato a partire dallo scorso gennaio con un atto di indirizzo governativo, e che si è tradotto in un disegno di legge che - lo ricordo - la Camera ha approvato alla fine di giugno ed il Senato il 19 settembre. Il Governo considera tale percorso effettivo e si augura di poterlo proseguire con il successivo incardinamento della discussione in terza lettura da parte dell'Assemblea, perché ritiene che la portata del provvedimento al nostro esame corrisponda alle intenzioni precedenti, ossia dare una risposta organica - non episodica, né puramente legata all'emergenza - al problema della sicurezza stradale.
Ricordo che con l'approvazione del disegno di legge si delega il Governo alla modifica del codice della strada, intervenendo a distanza di quindici anni su una materia che nel frattempo è stata progressivamente emendata e, vorrei dire, spezzettata: abbiamo ora la possibilità di ricostruire organicamente la materia della sicurezza stradale e la presente è l'occasione giusta per farlo. Il decreto-legge al nostro esame ha rappresentato un passaggio - per così dire di percorso - legato alla volontà, espressa alla fine di luglio, di non lasciare un vuoto nel momento più delicato dell'anno in materia di circolazione stradale, riprendendo esattamente alcuni contenuti del disegno di legge che la Camera aveva approvato. Il filo da riprendere - lo ripeto - è quello del disegno di legge, e gli emendamenti che sono stati presentati al decreto-legge di cui si tratta sono facilmente trasferibili nel disegno di legge, il quale rappresenta la sede propria, a mio avviso, per arrivare al provvedimento definitivo. In tal senso, ho già espresso - e ripeto nuovamente in questa sede - l'impegno del Governo a farsi carico di portare in discussione gli emendamenti presentati a questo decreto-legge sotto forma di emendamenti al disegno di legge. Credo, tra l'altro, si tratti di un lavoro che potrà essere svolto in maniera congiunta anche con il Senato, in modo tale da arrivare ad un testo finale condiviso che possa essere approvato in via definitiva ed entrare in vigore - si spera - entro il mese di ottobre.
Credo che in tal modo renderemmo un grande servizio ai cittadini del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ove, dunque, i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Ceroni 01.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
159
Hanno votato
no 225).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Moffa 1.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.

Pag. 15

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, la proposta emendativa in esame risponde ad un'esigenza assolutamente da soddisfare nell'ambito della riforma del codice della strada. In precedenza ho ascoltato le dichiarazioni del Ministro e ne prendo atto. Tuttavia, signor Ministro, abbiamo una norma nel codice della strada, l'articolo 116, che introduce gli elementi e i requisiti necessari ai fini dell'idoneità fisica del conducente di ciclomotori. In quell'articolo c'è un riferimento all'entrata in vigore dei nuovi sistemi in base ai quali deve essere poi prodotto il relativo certificato e non si tiene conto del fatto che la Comunità europea ha già fornito, in tale materia, un indirizzo molto chiaro e ha modificato il quadro normativo precedente. Ora, abbiamo detto un po' tutti - anche perché è nella natura delle cose - che la legislazione italiana deve adeguarsi necessariamente alle indicazioni che provengono dalla Corte di giustizia delle comunità europee. Voglio ricordare che siamo in presenza di una direttiva abrogata recentemente dalla Unione europea e che riguarda il modo e le tipologie delle patenti, l'età e i requisiti per la guida e stabilisce, tra l'altro, che per poter guidare i motocicli di potenza superiore occorre la patente di categoria A, un'età minima di venti anni e un'autorizzazione subordinata all'acquisizione di un'esperienza di almeno due anni su motocicli con patenti di guida della categoria A2. Inoltre, il termine di recepimento di tale direttiva, entrata in vigore il 19 gennaio di quest'anno, è fissato al 19 gennaio 2011. Quindi, c'è una sostanziale incongruenza tra tale termine di recepimento e quanto, invece, è riportato nell'articolo 116 e, precisamente, nel comma 1-quater. Ecco perché proponiamo di adeguare tale previsione di entrata in vigore definitiva della modifica legislativa, in conformità al quadro europeo, alla scadenza fissata dall'indirizzo dell'Unione europea.
Si tratta di una proposta emendativa estremamente ragionevole, che deve essere approvata per uniformare la nostra legislazione a quella dell'Unione europea e ci sembra che il decreto-legge in esame ne avrebbe dovuto tenere assolutamente conto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo ad affrontare questo dibattito sulle proposte emendative presentate, sapendo che il Governo ha già dichiarato di non voler emendare in alcun modo il decreto stesso. Questo sarà un leit motiv che si ripeterà per tutte le proposte emendative, pure con questa che, come diceva il collega Moffa, è razionale e cerca di recepire una normativa europea in tema di sicurezza. Siamo all'assurdo, eppure ci rifacciamo spesso e volentieri alle indicazioni che provengono in sede comunitaria.
Noi sottolineiamo la necessità che, per realizzare un clima favorevole a determinare condizioni di maggiore sicurezza sulle strade, vi siano norme sempre più omogenee non solo a livello nazionale, ma soprattutto europeo.
Nell'emendamento Moffa 1.8 ne troviamo subito un primo esempio; non si tratta, infatti, di un emendamento che va contro un'impostazione ideologica o che stravolge l'impianto e il senso che il Governo ha voluto dare al provvedimento, ma di una proposta emendativa, che tende ad allineare alle norme europee la legge nazionale che regolamenta le questioni legate alla sicurezza sulle strade, ai comportamenti dei conducenti e alla vita dei nostri cittadini.
Quindi, capisco le perplessità, ma se esiste la volontà di apportare dei correttivi che tendano finalmente a creare un codice della strada condiviso, funzionante, funzionale, serio, applicabile e che trovi rispondenza a livello comunitario, ritengo che l'emendamento in esame abbia tutte le ragioni per essere valutato positivamente dal Governo e anche, ovviamente, dai colleghi che siedono in quest'aula.

Pag. 16

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moffa 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
184
Hanno votato
no 228).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, nell'ambito dei quali ritengo che quello che stiamo esaminando abbia una sua particolare importanza e delicatezza.
Signor Ministro, il disegno di legge n. 2480, che ritorna dal Senato, limita l'azione emendativa della Camera dei deputati, che si riferisce soltanto alle modifiche intervenute nell'altro ramo del Parlamento; perciò il nostro contributo dovrebbe essere valutato con attenzione.
A mio avviso, con l'emendamento da me presentato si normerebbe in termini molto più puntuali e specifici la guida dei motocicli leggeri per i quattordicenni e di quelli pesanti per i sedicenni, con una serie di limitazioni e di standard di sicurezza. Nell'emendamento si fa riferimento anche all'esigenza di costruire un percorso di formazione pratica per i ragazzi che conseguono il patentino - che altro non è se non un attestato - considerato che spesso manca il riscontro della pratica alla guida. Lascio immaginare, perciò, quanto sia pericoloso in molti casi affidare motocicli a ragazzi, che non hanno un minimo di esperienza perché non hanno fatto pratica sulle strade.
Con la nostra proposta emendativa cerchiamo di sollevare tale questione. Invito pertanto il Governo a considerarla con molta attenzione e l'Assemblea ad accoglierla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
191
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che i deputati Bandoli, Fiano, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Dato e Poletti hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, intervengo brevemente sull'emendamento in esame, che si riferisce ad ogni disposizione del decreto-legge che identifica le sanzioni e con il quale abbiamo cercato di rendere le sanzioni stesse più attuabili, comprensibili e facilmente realizzabili, effettuando solo degli arrotondamenti.
Ci sembra un modo anche questo per eliminare inutili guai per i cittadini, che devono pagare ad esempio una sanzione di 2.257 euro, quindi abbiamo cercato diPag. 17arrotondare in eccesso o in difetto, a seconda del caso, le sanzioni che ci sembrano prive di senso.
Mi chiedo che senso ha, infatti, stabilire una sanzione di 2.257 euro e non di 2.250 o di 2.300 euro; oppure di 9.032 euro anziché 10 mila o 9 mila euro.
Questo è il senso degli emendamenti che ho presentato insieme al collega Sanza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
188
Hanno votato
no 241).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
187
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 429
Maggioranza 215
Hanno votato
202
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato
207
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Razzi e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 441
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato
185
Hanno votato
no 256).Pag. 18

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Uggè 1.6 e Tassone 1.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, gli emendamenti in esame nascono da una constatazione, che avevamo già illustrato allorquando abbiamo affrontato il tema dell'urgenza, che a nostro avviso i contenuti del decreto-legge dimostrano di non contenere.
In questo articolo sostanzialmente si introduce il principio secondo cui chi non ha la patente, non perché l'abbia dimenticata a casa, ma perché non ha i requisiti o perché gli è stata revocata, può essere punito solo se nel biennio compie la medesima infrazione.
A nostro avviso tale disposizione non sembra seria. Stiamo assistendo, infatti, sempre più ad incidenti che si determinano sulle strade, dove conducenti non in possesso del permesso di condurre veicoli (perché è stato loro ritirato o perché, addirittura, non lo hanno mai conseguito) compiono manovre spericolate, determinando stati di difficoltà, talvolta provocando feriti e, purtroppo, anche decessi.
A nostro avviso, dunque, la disposizione non sembra giusta, se vogliamo effettivamente intervenire per creare un sistema basato su regole serie e applicabili, volte a far sapere a tutti coloro che circolano sulle strade che non può verificarsi una situazione per cui un soggetto, al quale è stato ritirato il permesso di condurre i veicoli, possa mettersi alla guida sulle nostre strade.
Quindi, proponiamo di eliminare il riferimento al biennio, in quanto non si tratta di una dimenticanza (che potrebbe essere comprensibile), ma di soggetti che si mettono alla guida non essendo in possesso del titolo di condurre, perché è stato loro ritirato, perché hanno commesso un'infrazione o perché non hanno mai sostenuto le prove per dimostrare la propria capacità condurre. Credo che l'intervento debba essere immediato. Raccomandiamo, quindi, l'approvazione di questi emendamenti.

ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, intervengo solo per dare un chiarimento di natura tecnica, affinché non vi sia un fraintendimento in ordine al biennio. Prevedere che nell'arco di un biennio possa verificarsi la duplice infrazione che comporta la revoca non significa allungare i tempi. Se, infatti, si commette un'infrazione oggi, viene segnata e se ne commette un'altra domani, si è già nelle condizioni per il ritiro della patente: non è necessario aspettare il decorrere del biennio. Se limitassimo la sanzione ad un anno, sarebbe meno restrittiva, perché sarebbe necessario un tempo maggiore. Non so se sono stato chiaro.
Sarebbe una norma più restrittiva estendere il periodo di controllo a un biennio: la previsione normativa vale anche da un giorno al giorno successivo, non fino al 31 dicembre dell'anno successivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato il chiarimento tecnico del Ministro, ma le nostre perplessità - almeno quelle mie - rimangono interamente.
Quando si parla di biennio, ovviamente, vi è una limitazione temporale. Cosa succede dopo il biennio per chi cammina con un'autovettura senza patente non avendone titolo, quindi commettendo un reato enorme, ma soprattutto mettendo a rischio e in pericolo se stesso e gli altri? Il mio emendamento 1.7 e l'identico emendamento Uggè 1.6 meritano, da parte del Governo, una diversa valutazione e unPag. 19diverso approfondimento. Si tratta di una cautela che poniamo in essere, a mio avviso necessaria e importante.
Capisco il ragionamento del Ministro, ma il mio è diverso: non vi è dubbio che, se la reiterazione avviene al di fuori o al di là del biennio, vi è un'area di impunità e soprattutto di non rilievo di una sanzione così caratterizzata e così forte! Invito l'Assemblea, pertanto, a valutare attentamente gli emendamenti in esame: se non vogliamo, non apportiamo modifiche, ma non diciamo che le nostre proposte non hanno riscontro nella realtà, soprattutto per gli interessi e le esigenze che oggi manifestiamo e avvertiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Uggè 1.6 e Tassone 1.7, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato
193
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Pedica ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, su questo aspetto avevamo discusso in modo approfondito durante la discussione sul disegno di legge in materia di circolazione stradale, ossia quando il Governo aveva illustrato la necessità e l'importanza di una norma, che nei primi tre anni introducesse limitazioni per i neopatentati.
L'articolo 2, in particolare, interveniva a normare anche la guida di motocicli per i titolari di patente A e con l'emendamento in esame si era voluto aggiungere, con la condivisione dell'Assemblea, la necessità che si intervenisse anche a modificare, riducendolo, il limite di velocità massima consentita a coloro, che avevano ottenuto la patente entro un periodo di tre anni.
Ebbene, la nostra sorpresa è stata grande nel constatare che questo, se mi si consente, è stato uno dei casi di incomprensione: abbiamo affrontato un dibattito, approfondendolo e spiegando le ragioni; il Governo è intervenuto per condividerlo non in Cina, ma in quest'aula, sottolineando l'importanza di un intervento che riducesse la velocità massima per i soggetti menzionati. Non si capisce, dunque, per quale motivo tale aspetto non sia stato inserito nel decreto-legge.
Questa è la ragione della nostra sorpresa e della nostra volontà di rappresentare a tutti i colleghi - e al Governo, evidentemente - la necessità di reintrodurre questa previsione. O abbiamo sbagliato (ma non credo) quando, nei ragionamenti sviluppati tutti insieme, abbiamo condiviso e votato la proposta sia in Commissione, sia in aula, sia con il Governo (che l'ha accettata), oppure è un caso di dimenticanza.
Probabilmente coloro i quali hanno redatto il testo del decreto-legge si sono dimenticati o, forse, hanno ricevuto qualche segnalazione esterna, estranea agli interessi della sicurezza e al Parlamento, evidentemente da realtà che magari volevano difendere con forza qualche loro prodotto.
Però, colleghi, stiamo esaminando un provvedimento che detta norme per la sicurezza stradale per i cittadini italiani. Quindi, reintrodurre questa riduzione del limite di velocità ci sembra che risponda a tutte le valutazioni che abbiamo fatto insieme. Per questo motivo, non posso che raccomandare al Governo di rivedere la propria posizione e ai colleghi di confermarePag. 20ciò che in quest'aula tutti insieme abbiamo votato, manifestando una precisa e chiara volontà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato
193
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Pedica ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, il mio emendamento riguarda la norma, che prevede il divieto per i neopatentati, per tre anni, di guidare automobili con rapporto peso/potenza superiore a 50 kw/t.
Già in sede di discussione del disegno di legge, avevamo ritenuto che tale misura, che allora faceva riferimento a 60 kW/t, fosse inutile per la sicurezza stradale, foriera di ingiustizie sociali considerevoli, perché non tutti possono permettersi di comprare una seconda automobile per i figli, e niente affatto positiva per la sicurezza.
Chiedo, però, all'Assemblea di votare per la soppressione di questo limite per i neopatentati per un'altra ragione, che precede quelle che ho descritto. Questo tipo di misura, come dispone il decreto-legge, si applicherà a far data dal centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto-legge, quindi dopo il 3 agosto.
Ebbene, continuo a chiedermi e a chiedere al signor Ministro che cosa ha a che fare questa misura con l'urgenza e la necessità di un decreto-legge. La sicurezza stradale non si aumenta certo annunciando ad agosto che coloro che prenderanno la patente, dopo centottanta giorni, saranno soggetti a limiti di guida di determinate vetture.
Questa era una misura del disegno di legge e avrebbe dovuto restare tale. Faccio altresì notare che nel decreto-legge il limite è stato addirittura abbassato da 60 kw/t, com'era stato approvato dalla Camera, a 50 kw/t.
C'è davvero da chiedersi cosa ha fatto diminuire il rapporto peso/potenza. Basti dire che, su circa un migliaio di vetture in listino in Italia, solo ventisette rispondono al criterio dei 50 kw/t.
È una misura che influenza il mercato dell'auto in senso distorsivo e va respinta anche per questa ragione. Mi auguro che sarà respinta anche nell'ambito del disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questo comma è emblematico della confusione che regna in questo Governo e, soprattutto, dell'assenza di una politica organica in materia di sicurezza stradale. Abbiamo già denunciato, in sede di discussione generale, come il decreto-legge in esame sia un provvedimento «manifesto», che ha cannibalizzato il lavoro delle Camere.
In particolare, la misura che prevede la limitazione della guida per i neopatentati di veicoli con una potenza superiore ai 50 chilowatt per tonnellata è stata ampiamente dibattuta e sviscerata all'interno della Commissione e aveva portato a conclusioni del tutto diverse, per quanto riguarda i limiti, essendo i componenti della Commissione ben consci del fatto che unaPag. 21misura di tale portata avrebbe pesantemente inciso sul mercato dell'automobile, sugli usi e sui consumi delle famiglie e avrebbe avuto anche una portata rilevante sull'economia delle famiglie e del Paese.
Quindi, il rapporto determinato era stato ponderato e teneva conto di tutti questi fattori. Invece, la decisione adottata dal Consiglio dei Ministri ci ha evidentemente spiazzato: dal Governo vorremmo capire come si è arrivati alla definizione di questo valore di rapporto e soprattutto se ha valutato appieno le conseguenze, che tale misura implicherebbe e il conseguente impatto che comporterebbe per l'economia del Paese.
Inoltre, va mossa una critica di metodo, in quanto il decreto-legge non è certo lo strumento idoneo ad affrontare tale tema, soprattutto allorché - lo ha ben segnalato ed evidenziato il collega che mi ha preceduto - tale misura verrà applicata centottanta giorni dopo l'approvazione della conversione del decreto-legge.
Quindi, non ci spieghiamo come sia possibile farlo rientrare nei canoni dell'urgenza, tant'è vero che la critica alla firma del decreto-legge in esame - per lo meno al punto che è ora in discussione - è stata sviscerata ieri, in sede di votazione delle questioni pregiudiziali.
Pertanto, l'invito che formuliamo è nel senso di votare a favore degli emendamenti proposti dal gruppo Lega Nord Padania e anche di quelli a firma dei colleghi della maggioranza e tengo a sottolineare anche questo aspetto, che avvalora le nostre tesi.
Da questo momento si esamineranno una serie di emendamenti, proposti anche dal gruppo Lega Nord Padania, che in seguito illustrerò, tesi ad arginare gli aspetti negativi del decreto-legge in esame e a riportarlo nell'ambito secondo noi più consono, cioè quello del disegno di legge che è stato discusso e che - ce lo auguriamo - verrà presto calendarizzato, dove riportare le misure che troviamo indispensabili per garantire la sicurezza stradale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.

VALTER ZANETTA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Gibelli 2.30 e per evidenziare anch'io che - lo abbiamo già sostenuto in sede di discussione generale e sul complesso degli emendamenti - all'interno del provvedimento in esame vi sono norme che non avevano assolutamente il requisito dell'urgenza, come è stato sottolineato dagli interventi precedenti.
Quindi ancora una volta con questa indicazione si dimostra che il provvedimento del Governo è assolutamente confuso e inopportuno, ma soprattutto che il fatto di avere introdotto ed emanato tale decreto-legge mentre si trovava all'esame delle Camere un provvedimento riguardante la medesima materia, si è rivelata una scorrettezza nei confronti del Parlamento e della Commissione, che intelligentemente se ne stava occupando anche alla luce della giornata mondiale sulla sicurezza.
Pertanto, ritengo che assecondare la coralità delle indicazioni che si levano a favore della soppressione del comma in esame sia un dovere dell'Assemblea. Quindi, credo che il gruppo Forza Italia asseconderà gli emendamenti che sono stati presentati dai colleghi Zeller, Beltrandi e Gibelli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere gli identici emendamenti Zeller 2.2, Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30, che propongono la soppressione del comma 2. Non si capisce per quale curiosa ragione - come affermava il collega Beltrandi - una tale materia sia stata inserita all'interno di un decreto-legge, visto che riguarda una normativa che ha ben poco a che fare con la necessità e l'urgenza ed ha invece attinenza a un problema di natura sociale. Molte famiglie,Pag. 22infatti, non possono permettersi l'acquisto di una seconda macchina, che risponda ai canoni stabiliti per il rapporto tra kilowatt e tonnellata.
È presente, inoltre, anche un'incoerenza rispetto alla norma precedentemente approvata, che aveva una sua completezza e ragionevolezza e prevedeva che i neopatentati per i primi tre anni avessero delle limitazioni, ma anche che fosse possibile la guida assistita ovvero un percorso formativo per permettere la guida di autoveicoli con accanto una persona maggiorenne con una esperienza maggiore di guida.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, mi voglio riferire all'intervento svolto ieri per affermare che farsi male con un veicolo a 130 chilometri orari, che esso abbia 40 kilowatt o più, il risultato non cambia. Non è quello il problema! Il problema consiste nel dare fiducia ai giovani e nella loro educazione. Il Governo deve fare fronte all'educazione dei giovani utenti stradali, non tanto alla repressione.
È chiaro che costringere le famiglie ad intervenire per acquistare nuovi veicoli perché il neopatentato non può utilizzare i modelli non a norma è causa di un ulteriore investimento economico, che molto famiglie non si possono permettere. Evitiamo di colpevolizzare una classe di giovani che in realtà non lo merita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, voglio sottolineare che quando abbiamo sollevato la questione pregiudiziale abbiamo elencato le questioni, per le quali si dimostrava che il decreto-legge non aveva i presupposti dell'urgenza. Ora abbiamo la prima prova: si dà attuazione ad una norma centottanta giorni dopo l'emanazione del decreto-legge. Allora, se tale è il lasso di tempo intercorso, mi domando dove sia il presupposto dell'urgenza.
Sembra una contraddizione il fatto che noi chiediamo la soppressione del comma 2, ma non è così. I contenuti del comma in esame erano stati già previsti nel disegno di legge precedentemente approvato, che discuteremo, secondo quanto annunciato dallo stesso Ministro, nelle prossime settimane. Alla luce di ciò, è meglio eliminare questo comma tecnicamente sbagliato per reinserirlo, discutendolo ampiamente, quando andremo a ridefinire i contenuti del disegno di legge approvato e modificato dal Senato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti, Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
223
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Burgio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale,Pag. 23UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania) (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
234
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Fugatti e Palomba hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Amendola avrebbe voluto esprimere voto contrario.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. A casa! A casa!

LUCA VOLONTÈ. Ritiratevi!

PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se intenda esprimere valutazioni sulla base dell'ultima votazione, altrimenti per la Presidenza possiamo proseguire.

SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, chiedo che il Comitato dei nove possa riunirsi.

PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,45.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il presidente della IX Commissione ha chiesto un ulteriore differimento dei tempi per poter completare il lavoro, quindi dobbiamo sospendere la seduta...

LUCA VOLONTÈ. Presidente, chieda al Presidente del Consiglio di prendere atto della situazione!

ANDREA GIBELLI. Andate a casa!

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ciò che è avvenuto non è un fatto irrilevante o di poco conto. La maggioranza, che pure alla Camera dispone di una vasta preponderanza numerica, ha visto approvare un emendamento cui non era favorevole. Ora la prego di garantire che non inizi una fase avvilente in cui si cerca di trattare e di tenere i deputati in attesa nei corridoi e in Transatlantico. La pregherei di evitare che questo accada e di dirci...

PRESIDENTE. Stavo per farlo!

TEODORO BUONTEMPO. ...che a una certa ora sarà comunicato come si vuole proseguire con i lavori. Non è accettabile che noi restiamo qui in attesa di «inciuci» inconfessabili!

OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, vorrei intervenire sia sull'aspetto evidenziato, sia su un altro, visto che la seduta è finita.

PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, se si tratta anche di un altro tema...

OSVALDO NAPOLI. Sempre riguardante il settore, signor Presidente.

PRESIDENTE. Non è questione di settore.

OSVALDO NAPOLI. Poi mi dirà lei, signor Presidente, se devo interrompermi, e nel caso riprenderò la questione dopo. Il primo motivo del mio intervento è l'esigenza di sottolineare la situazione anomala di una maggioranza così forte che non riesce ad approvare un provvedimento di così grande importanza.
La seconda questione di cui vorrei parlare per un attimo riguarda Trenitalia.

PRESIDENTE. No, non è possibile, onorevole Napoli.

Pag. 24

OSVALDO NAPOLI. Va bene, parlerò in seguito.

PRESIDENTE. Le darò la parola alla fine della seduta.

ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, attendo chiaramente le indicazioni che lei darà, però vorrei che l'Assemblea tenesse conto di un dato. Al di là della considerazione numerica, che non consente alla maggioranza, anche alla Camera dei deputati, di governare, vorrei che si tenesse conto di un fatto tecnico. Da parte nostra non accetteremo, e lo diremo in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo, nessuna forzatura che consenta la conversione del decreto-legge in esame, in scadenza mercoledì 3 ottobre, una situazione a cui si è giunti solo per inadempienze politiche della maggioranza negli ultimi due mesi.
Deve essere chiara la nostra posizione rispetto al tatticismo che ci aspettiamo e che non tarderà. Questo è un elemento assolutamente immodificabile (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).

MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, come hanno detto i colleghi di altri gruppi di opposizione, non si può non prendere atto di un dato evidente: mentre al Senato sono abituali problemi di questo tipo, per la situazione politica e numerica che caratterizza quell'Assemblea, alla Camera la maggioranza ha un tale divario nei numeri, una tale possibilità di prevalenza che quanto accaduto ha un'assoluta rilevanza politica.
Abbiamo assistito nella notte allo svolgimento di vertici, con dissensi e ricomposizioni. Assistiamo intorno al ministro Visco a balletti, anche di Ministri del Governo, che vorrebbero sfiduciarlo. Non possiamo accettare - chiamiamo in causa anche la Presidenza della Camera - forzature, artifizi e trucchetti. Chiediamo che il Governo prenda atto che non vi sono più le condizioni per proseguire e apra la strada alla democrazia nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per tranquillizzare l'onorevole Gasparri ed altri che già si infervorano di fronte a quanto è capitato. Siamo in presenza di un errore tecnico da parte nostra E, per la parte che ci riguarda, ne assumiamo la responsabilità. È stato un errore di comunicazione tra il collega che seguiva il provvedimento in aula e il resto del gruppo, che, unito a tante assenze nelle file della maggioranza e ad altro ancora, ha portato al verificarsi di questa situazione.
Quindi, colleghi, si è trattato di un errore di cui ci assumiamo la responsabilità, ma esclusivamente di un errore di comunicazione tra chi seguiva il provvedimento per conto del gruppo e il gruppo stesso. Tutto il resto sono valutazioni che, almeno per quanto riguarda la valenza politica espressa da chi mi ha preceduto, non trovano riscontro nell'atteggiamento e nelle scelte che il nostro gruppo sta facendo.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Confidiamo nella correttezza - non abbiamo dubbi da questo punto di vista - della Presidenza per l'andamento futuro anche rispetto al decreto-legge.
Non ho nulla da obiettare rispetto a quanto afferma l'onorevole Fabris. I fatti sono noti sui quotidiani nazionali da giorni ed i problemi all'interno della maggioranzaPag. 25non sono dovuti esclusivamente a questo voto. Basta leggere i giornali italiani dell'ultima settimana e il resoconto, ad esempio, di ciò che è accaduto nella prima riunione di ieri sul disegno di legge finanziaria.
Il buonsenso vorrebbe che il Governo prendesse atto che, anche su questo provvedimento - su cui a lungo la Camera ha lavorato nei mesi estivi e che tutti abbiamo ritenuto urgente per alcuni suoi aspetti - è stato affossato, certamente non dall'attuale opposizione...

TEODORO BUONTEMPO. Ma non c'è il Governo!

LUCA VOLONTÈ. Se non c'è il Governo, è un problema che riguarda il Governo. Non era presente nemmeno alla votazione di prima...

PRESIDENTE. Il Governo è alla riunione del Comitato dei nove.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. E questo cosa c'entra?

LUCA VOLONTÈ. Onorevole Presidente, confido nella correttezza - come sempre è stata - della Presidenza. Confido, altresì, nei colleghi della maggioranza che, al di là della riunione che è in corso al Comitato dei nove...

GIUSEPPE CONSOLO. Ma il Governo dov'è?

LUCA VOLONTÈ. Come dicevo, confido che i colleghi presidenti dei gruppi di maggioranza possano svolgere una riflessione anche con gli esponenti del Governo, in vista anche dei lavori dei prossimi giorni e delle prossime settimane.

LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, lo evidenziamo anche noi: non è possibile parlare di errore tecnico. Gli italiani che seguono i nostri lavori possono pensare che legiferiamo, convertiamo decreti-legge per poi sbagliare tecnicamente nel voto? L'errore è politico e, forse, è tecnico fin dall'inizio, quando si sbagliava a scrivere sulle schede per l'elezione del Presidente del Senato tra Franco e Francesco. Il peccato originale è iniziato in quel momento e ora deve cessare, perché questo Parlamento non può andare avanti in questo modo, con queste difficoltà e con l'assenza del Governo. Noi stiamo parlando, ma il Governo non c'è più! Dovrebbe sedere nei banchi...

PRESIDENTE. Onorevole Barani, il Governo è alla riunione del Comitato dei nove, come è d'obbligo. Non era prevista questa discussione, ma solo una comunicazione all'Assemblea.

MARINA SERENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, credo che nessuno di noi possa sottovalutare il voto di poco fa; tuttavia, la spiegazione che il presidente di gruppo Fabris ha fornito rende evidente che si è trattato, prima di tutto, di un errore tecnico. Resta il fatto che spetta innanzitutto alla maggioranza... (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale)... lo dico pacatamente, colleghi, nessuno di noi vuole sottovalutare la discussione che c'è nella maggioranza, che è di altro genere. Non ritengo che il voto di poco fa abbia un significato politico, stando alle parole - di cui prendo atto - del presidente del gruppo dell'UDEUR, onorevole Fabris. Naturalmente, spetta alla maggioranza garantire con i numeri e con la compattezza necessaria che i provvedimenti vengano approvati.
Voglio segnalare, tuttavia, che stiamo parlando di un provvedimento su cui vi era una larga convergenza e che tutti abbiamo sollecitato, data la gravità dei fatti che riguardano gli incidenti e le morti sulle strade. Se - come sembra - il Comitato dei nove sta cercando una soluzionePag. 26condivisa, affinché questo decreto-legge possa essere approvato entro la mattinata in quest'Assemblea, per poi ottenere la conversione necessaria nei tempi dovuti al Senato, mi permetto di chiedere all'Assemblea e a tutti i gruppi la disponibilità a procedere in tale modo. Ciò, fermo restando - lo ripeto - che spetta alla maggioranza, con la sua compattezza e la sua presenza in aula - garantire che i provvedimenti del Governo ottengano la necessaria approvazione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Rossi Gasparrini, è già intervenuto il suo capogruppo: non posso concedere la parola anche a lei.

TANA DE ZULUETA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, la mia dichiarazione non cambierà l'esito del voto - ahimè - ma voglio segnalare che ho votato a favore dell'emendamento Beltrandi 2.4 per errore. Poiché sono l'unico membro del mio gruppo a cui è accaduto, voglio che rimanga agli atti.

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non sarei intervenuto, perché i colleghi hanno colto egregiamente la natura politica di quanto accaduto in merito a questo provvedimento. Non è possibile, tuttavia, fare il gioco delle tre carte: mi riferisco al collega Fabris e alla collega Sereni.
Scusate, di cosa stiamo parlando? Si dice che si è trattato di un errore tecnico, che non c'è stata una comunicazione. Stiamo parlando di un emendamento della maggioranza! La firma era di Beltrandi! Il primo firmatario appartiene al gruppo La Rosa nel Pugno! Stanno con voi, non con noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Quindi, perché dite che si tratta di un errore di comunicazione? È stato un fatto politico e come tale questo atteggiamento deve essere considerato! È inutile tentare di salvarsi, dicendo - come afferma l'onorevole Fabris - che vi è stato un errore di comunicazione. Non è il primo errore di comunicazione: è dall'inizio che comunicate tra di voi in maniera errata. Prendetene atto e dite agli italiani che non state più insieme! Vi dividete ogni giorno anche su emendamenti come questo, che non è di grande rilevanza, ma che ha una rilevanza politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, non vorremmo entrare nel gioco delle parti. L'emendamento era nostro ed aveva una sua ragione. Nella scorsa legislatura non eravamo in questo Parlamento, ma su un provvedimento simile presentato dal Governo Berlusconi l'attuale maggioranza votò contro, motivando il proprio voto con il fatto che le pene non servivano a risolvere il problema. Oggi che le pene vengono...

PRESIDENTE. Non apriamo nuovamente una discussione di merito sul provvedimento, questo non è possibile.

MAURIZIO TURCO. No, non intervengo nel merito. Non ci siamo sbagliati: abbiamo continuato a tenere la stessa posizione politica che era stata tenuta nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Colleghi, come stavo per comunicare, la seduta...

Pag. 27

SALVATORE BUGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Buglio, poiché è già intervenuto un collega del suo gruppo, non le posso concedere la parola, come ho fatto con gli altri suoi colleghi. In questi casi, secondo il Regolamento, il Presidente, se vuole, può concedere la parola ad un oratore per gruppo; poiché è intervenuto il collega Turco, non le posso concedere la parola.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,15.

La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12,20.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole relatrice quali indicazioni voglia dare all'Assemblea circa il prosieguo dei nostri lavori.

SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, l'indicazione che mi sento di dare all'Assemblea è quella di proseguire nella nostra discussione e nel nostro lavoro. La materia di cui ci occupiamo è di grande interesse per il Paese ed è una materia su cui la Commissione trasporti, della quale faccio parte, ha lavorato seriamente fin dall'inizio della legislatura, in particolare negli ultimi quattro, cinque mesi, con un impegno che ha visto trasversalmente impegnati tutti i gruppi rappresentati alla Camera.
La conversione del decreto-legge in discussione - come è stato più volte detto - non risponde all'esigenza di una revisione organica della materia della sicurezza stradale, bensì ad un'emergenza estiva. Ribadisco non solo la nostra volontà ma anche la necessità e la volontà condivisa da tutti di intervenire organicamente sulla materia con un contributo che tutte le forze politiche e tutti i gruppi parlamentari hanno già manifestato e possono continuare a manifestare per definire, in maniera utile per il Paese, una materia così importante che non ha connotazioni di maggioranza e opposizione.
Per far questo, riteniamo utile che il decreto-legge in discussione venga convertito e che si inizi a lavorare con la serietà, l'impegno e la disponibilità che il ministro ed il Governo hanno più volte espresso, esigenza avvertita più volte da questi banchi, dalla Commissione, dal Comitato dei nove, dalla maggioranza e dall'opposizione. Tuttavia, si tratta di un lavoro che, a mio avviso, si può realizzare in maniera più utile e proficua con riferimento al prossimo disegno di legge che mi auguro oggi verrà calendarizzato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
Pertanto, con tali motivazioni facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuno rispetto alla conversione di un decreto-legge sul quale già il Senato ha lavorato in maniera coesa e senza modifiche. Chiediamo che anche in questo ramo del Parlamento si possa addivenire ad un decisione utile su una materia così importante come la sicurezza stradale.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la proposta della relatrice è chiara ed è quella di andare avanti. Ricordo che alle ore 14,30 è prevista la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo e in quella sede potrà esservi una valutazione complessiva sul prosieguo dell'iter.

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, proprio perché la relatrice ha avanzato tale proposta e lei stesso, signor Presidente, ha ricordato che alle 14,30 è prevista la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, non mi sembra che si possa scindere la decisione di procedere o meno con i nostri lavori da quella che può determinarsi in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo che si terrà alle 14,30. C'è sicuramente un nesso, perché tutto quello che è accaduto sino ad ora con questo provvedimento è di natura politica e non tecnica.
La relatrice chiede di proseguire la discussione del provvedimento, ma nonPag. 28deve chiederlo a noi. Noi stiamo svolgendo il nostro lavoro tranquillamente. Evidentemente, l'invito era rivolto alla sua stessa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Se questo è vero, vuol dire che i nodi all'interno della maggioranza sono stati risolti. Tuttavia, a mio avviso non è così; vorrei ascoltare al riguardo il parere del collega Beltrandi o chi rappresenta il gruppo della Rosa nel Pugno, perché, signor Presidente, non è finita! Con l'approvazione dell'emendamento Beltrandi 2.4 non è finita! Sul provvedimento in discussione vi sono una serie di altri dissensi all'interno della maggioranza. Se questi nodi sono stati sciolti, ben venga, noi proseguiamo! Siamo stati chiamati a portare avanti e condurre a termine il provvedimento in discussione.
Si possono sollevare ogni genere di critiche, come ad esempio il fatto che è stato trasmesso tardi alla Camera dal Senato, tutto quello che volete! Tuttavia, prima di dare l'assenso - anche se non c'è bisogno di farlo perché se si vuol proseguire, si prosegua! - vogliamo capire, poiché ci spetta, se i nodi politici che vi sono su questo provvedimento, all'interno della maggioranza siano stati risolti.
Colgo l'occasione - visto che si parla sempre di trasporti e considerata la presenza del Ministro Bianchi (non vedo né Diliberto né Di Pietro) - per ricordare ai colleghi che si sta verificando qualche piccola anomalia in materia di trasporti. Sta succedendo qualcosa che va contro il clima politico all'esterno e anche all'interno dei palazzi. Un anno fa, per esempio, il consiglio di amministrazione di Trenitalia è stato ridotto da cinque a tre componenti; è di ieri la notizia che inopinatamente questo stesso consiglio di amministrazione è nuovamente composto di cinque membri, perché - magari il Ministro Bianchi smentisce - all'interno del consiglio di amministrazione è stato nominato un tal Macchiati, un dirigente dell'interno, e l'ex collega del PdCI - caro Diliberto - Eduardo Bruno, consulente del Ministro Bianchi.
Allora, se Diliberto intende recarsi in televisione a bacchettare Mastella benvenga, ma non può consentire che avvengano tali cose! Ci si riempie la bocca sui costi della politica e poi si nominano altri due componenti all'interno del consiglio di amministrazione di Trenitalia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)! Questo è il clima politico in cui si inserisce anche il provvedimento in esame che - guarda caso - parla di trasporti, ma anche di politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sto per dare la parola ad altri deputati che l'hanno chiesta, ma vorrei precisare che la Presidenza ha il dovere di disciplinare il prosieguo dei nostri lavori.
Siamo di fronte ad una proposta concreta della relatrice di proseguire. Chiedo, pertanto, ai colleghi che stanno per intervenire se, rispetto a ciò, hanno proposte alternative e nel caso la Presidenza le valuterà per sciogliere eventuali nodi con votazioni o meno. Dobbiamo «stringere» su una fase procedurale.

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, lei ha ragione ed è il motivo per il quale propongo che si svolga subito la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. In casi come questi sono i presidenti di gruppo, infatti, nell'ambito di tale organo, che decidono l'andamento dei lavori e come proseguire perché non si può far finta di nulla dopo che il collega de La Rosa nel Pugno ha fatto una dichiarazione precisa. Egli ha affermato: noi siamo contrari alla filosofia di tutto il provvedimento perché - diceva il collega - nella scorsa legislatura il centrosinistra si è battuto contro, in quanto non riteneva che tali problemi potessero essere risolti solo con norme punitive.
Quindi, un parte della maggioranza è contraria - e concludo - alla filosofiaPag. 29stessa del provvedimento. Sono quattordici i voti di differenza, altro che errore! Quattordici voti hanno fatto la differenza tra la maggioranza nel voto e la minoranza che ha perso per l'emendamento in questione.
Pertanto, ritengo che si debba convocare subito la riunione dei presidenti di gruppo, altrimenti rischiamo di andare avanti e di dare una brutta immagine del Parlamento che lavorerà a zig zag e non è detto che altri emendamenti non possano essere messi «in minoranza» dalla maggioranza.

DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, credo che i richiami alle responsabilità da parte della relatrice vadano diretti altrove, in particolar modo al Governo, in quanto è stato quest'ultimo ad avere emanato un decreto-legge «manifesto», che ha utilizzato - anzi mal utilizzato - il lavoro del Parlamento senza produrre alcun effetto in termini di miglioramento della sicurezza stradale; ha provocato...

PRESIDENTE. Onorevole Caparini, le chiedo scusa, ma non possiamo adesso svolgere una discussione sul merito del provvedimento. Siamo in una fase procedurale; è una preghiera che le rivolgo.

DAVIDE CAPARINI. Sto formulando la mia proposta; se me lo concede, lo vorrei fare. Esso ha inoltre provocato una marea di contenziosi. Abbiamo formulato le nostre proposte di modifica, che sono state rigettate tout court, senza alcuna disponibilità ad affrontarle, in sede sia di decreto-legge, sia di disegno di legge. Di fronte a questa totale chiusura da parte del Governo non si può certo fare appello all'opposizione, che è stata responsabile, lo ha dimostrato nei fatti, presentando emendamenti nella vana speranza di migliorare il decreto-legge in esame. Tra breve, signor Presidente, si riunirà la Conferenza dei presidenti di gruppo: è la sede idonea per poter discutere sull'ordine dei lavori: in tale organo saranno tirate le somme della situazione in cui versa questa maggioranza, che viceversa non ha la responsabilità di portare avanti il suo provvedimento. La relatrice può, quindi, tranquillamente dirigere altrove i ricordati appelli.

MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, per il nostro gruppo sarebbe molto più saggio procedere con immediatezza alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, perché riteniamo che sia necessario procedere ad una valutazione non solo tecnica.
Sul merito del provvedimento in esame non manifestiamo certamente indisponibilità ad assicurare una maggiore sicurezza nelle strade. Dai gruppi parlamentari dell'opposizione - e dal Governo di cui anch'io ho fatto parte - sono state varate, in passato, norme sulla patente a punti, interventi per una reale sicurezza nelle strade, che purtroppo abbiamo dovuto constatare essere stati in buona parte vanificati da una scarsa azione di questo Governo. Però, non si può negare la natura politica del contrasto, a proposito del quale i colleghi dei gruppi del centrodestra hanno già sottolineato, con i loro interventi, la nostra attenzione. C'è un dissidio di natura politica, che si inquadra in un contesto più ampio. Sono stati fatti riferimenti alle lottizzazioni in corso e mi associo a quanto affermato dal collega Leone, nel senso che si fanno i moralisti a Ballarò e si dà il posto al consulente di partito la mattina dopo: che miseria umana! Non so se siano prassi cubane o apprese dal Ministro da altre parti, ma c'è anche un problema generale: ieri nella Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è stato espresso un voto rilevante, in cui si sono realizzate convergenze della maggioranza, che aveva plaudito a episodi di epurazione ed ha invece convenuto sullaPag. 30necessità di avere chiarimenti. Non aggiungo altri casi che si verificano altrove, o dissidi sulla finanziaria, sulla presenza di Visco nel Governo, su mille e mille argomenti. Noi non possiamo quindi non rilevare in termini politici quanto sta accadendo. La Camera è un organo politico, non si tratta di un fatto tecnico: andiamo avanti o ci dividiamo in buoni o cattivi, anche perché, nel merito, le eccezioni vengono sollevate da gruppi che fanno parte della maggioranza, che contestano la filosofia del provvedimento. Non siamo quindi disponibili a fare la battaglia in termini di chi vuole la sicurezza sulle strade e di chi invece non la vuole: noi la vogliamo ancora più di voi, ma la prima sicurezza è avere un Governo per il nostro Paese, che sia in grado di far applicare le leggi. Poiché tale dato oggi non è affatto certo, avendo il dovere di considerare il contesto in cui operiamo e non potendoci permettere il lusso di ignorarlo, facciamo appello alla Presidenza perché si riunisca immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo ed esprima le valutazioni che tale organo, così autorevole, può fare sull'ordine dei lavori, sul contesto generale della situazione. È impossibile invece fare finta di niente! Che succederà poi al Senato? Ci sono tutta una serie di questioni che non si possono certamente sottacere. Andare avanti in questa maniera sarebbe un atto di irresponsabilità.
Sarebbe quindi saggio sospendere ora la seduta, convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo e in tale sede valutare ciò che è opportuno fare. A noi appare evidente lo stato di crisi complessiva del Governo, perché in quest'aula, dove i numeri sono a netto vantaggio della maggioranza, si verificano fatti quali quello avvenuto poc'anzi. Non siamo affatto d'accordo su questo atto di ipocrisia e credo che anche voi sappiate benissimo come stanno le cose. Non prenderne atto non salverà certamente il Governo, rendersene invece conto è una dimostrazione di realismo. Si sospendano quindi i lavori e si riunisca la Conferenza dei presidenti di gruppo, senza pagliacciate come andare avanti senza prendere atto che non è un fatto tecnico, ma di natura politica quello che si è verificato in quest'aula e in tutti gli altri luoghi del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, abbiamo detto in precedenza che si tratta di un fatto di natura politica, quindi mi fa piacere che ciò sia stato ripetuto. Sarò irresponsabile, secondo la definizione dell'onorevole Gasparri, ma non capisco perché mi debba mettere a chiedere la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che tra l'altro è convocata tra due ore.
La maggioranza ha svolto ora un peana nei confronti, immagino, di molti colleghi alla stessa appartenenti e spero che rispondano - più che i componenti dell'opposizione - i medesimi colleghi della maggioranza, che hanno presentato emendamenti e che dovrebbero intervenire annunciando il ritiro di essi (mi riferisco ai suoi colleghi, onorevole relatrice). Per quanto ci riguarda, prendiamo atto della decisione della maggioranza del Comitato dei nove di voler proseguire. Proseguiamo allora, non abbiamo pregiudizi nei confronti della sicurezza dei cittadini e dei trasporti: constateremo come proseguiranno i lavori nelle prossime due ore.
Certamente, è francamente poco comprensibile immaginare che dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata alle 14,30, possa emergere uno stravolgimento dei lavori della giornata di oggi o di domani. Sappiamo, infatti, che sono previste importanti votazioni del Parlamento in seduta comune dalle 14 in poi e che nel tardo pomeriggio di oggi è prevista una comunicazione urgente del Governo sui fatti internazionali. Quindi, non è pensabile che la maggioranza pretenda, o immagini di pretendere, che dalla Conferenza dei presidenti di gruppo venga stabilito un percorso, che faccia finta di niente, cancelli le divisioni e non tengaPag. 31conto del fatto che vi sono copiosi emendamenti della stessa maggioranza che mettono in pericolo il provvedimento in discussione, chiedendo alle opposizioni un senso di responsabilità tale, per cui si proceda al voto anche qualora vi siano divisioni interne alla compagine, che oggi è temporaneamente - dato quanto è accaduto oggi in questa sede - al Governo.
C'è un fatto politico, ma la maggioranza pensa che mettendo la testa sotto la sabbia possa proseguire: prosegua fino a dove vuole! Alle 14,30 è fissata una Conferenza dei presidenti di gruppo che deciderà il programma del trimestre successivo, non delle prossime tre ore. Resa chiara questa premessa, si può proseguire.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Signor Presidente, non posso non nascondere l'amarezza e la delusione rispetto alle dinamiche ed ai confronti svoltisi in Commissione e in Assemblea questa mattina, perché su un tema delicato e bipartisan - lo dicemmo a luglio, è stato detto al Senato e lo si è ribadito in quest'Aula - rischiamo di gettare alle ortiche un patrimonio di elaborazione, con il quale le istituzioni si erano messe in sintonia con il Paese, gli enti locali, le forze di polizia, le associazioni delle vittime.
Mi pare che ancora una volta il tentativo di far prevalere altri calcoli sostituisca il confronto di merito. Mi permetto di avvisare tutti i colleghi che questo è un terreno sul quale ci facciamo tutti male.

LUCA VOLONTÈ. Deve girarsi dall'altra parte!

TEODORO BUONTEMPO. C'è un disegno di legge!

PRESIDENTE. Prego colleghi, lasciate proseguire.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. C'è un decreto-legge che è stato concordato all'unanimità al Senato e scade il 3 ottobre (Commenti del deputato Buontempo). Contestualmente, caro collega, gli impegni assunti dalla maggioranza vivono all'interno di un disegno di legge, che sarà calendarizzato nelle prossime ore e ci vedrà impegnati ad affrontare le questioni, che in modo non giusto qualcuno vuole inserire all'interno di decreti-legge.
Non voglio fare strumentalizzazioni, né sottolineare alcuni cambiamenti di posizione di esponenti del centrodestra rispetto alle questioni sostenute nel mese di luglio. L'emendamento Beltrandi 2.4 ha ricevuto una serie di sostegni da parte dei settori del centrodestra, circostanza che non si è verificata al Senato né in questo ramo del Parlamento a luglio. Voglio avanzare una proposta, restando alle sollecitazioni del collega Volontè (Commenti del deputato Buontempo)...

PRESIDENTE. La prego, onorevole Buontempo, tutti hanno potuto svolgere considerazioni generali prima di arrivare alla proposta, anche lei.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Stavo dicendo che voglio avanzare una proposta, accogliendo le riflessioni poste dall'onorevole Volontè: la maggioranza è in grado di ritirare tutti gli emendamenti, perché vuole «portare a casa» questo provvedimento. Con la sicurezza stradale non si scherza: non è un tema né di destra né di sinistra, e secondo me con essa non si fanno le fortune né dei Governi, né delle maggioranze, né delle opposizioni.
Mi viene da riflettere seriamente sullo spettacolo che stiamo dando all'esterno rispetto ad un tema drammatico. Voglio ricordare gli interventi dei colleghi Giovanardi, Volontè ed altri in quest'aula (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia,Pag. 32Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))...

PRESIDENTE. Per cortesia colleghi... Prosegua, onorevole Meta.

MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Voglio chiedere al collega Beltrandi di ritirare i propri emendamenti, garantendo la discussione che inizierà sul disegno di legge. Quest'ultima sarà in grado, così come sugli emendamenti presentati dal centrodestra, di fornire risposte positive e costruttive. Ci sono emendamenti di merito, del centrodestra e del centrosinistra e si è già riscontrato l'impegno del Governo e della maggioranza ad affrontarli rigorosamente e seriamente. Nessuno rinuncia alle proprie posizioni, che stiamo strumentalizzando politicamente in quest'aula. Maggioranza e opposizione convergono però sul merito delle questioni affrontate. Ritorniamo al merito! Chiedo al collega Beltrandi, che rispetto a tali questioni ha manifestato coerenza sin dall'inizio, di ritirare gli emendamenti presentati e discutere quel merito nei prossimi giorni, quando avremo l'occasione di iniziare la discussione sul disegno di legge. Quest'ultima sarà il luogo dove le questioni si affronteranno e si risolveranno con grande disponibilità reciproca.

PRESIDENTE. Gli onorevoli Volontè e Beltrandi hanno chiesto la parola. Tuttavia, devo sospendere ora la seduta perché è convocata immediatamente la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, al piano aula. La seduta riprenderà subito dopo il termine di tale riunione, probabilmente con votazioni, quindi invito i colleghi a non allontanarsi. Rimane confermata anche la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo delle 14.30.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13,20.



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