ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00918

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 266 del 15/01/2008
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: SOCIALISTI E RADICALI-RNP
Data firma: 15/01/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
BELTRANDI MARCOSOCIALISTI E RADICALI-RNP28/01/2008
D'ELIA SERGIOSOCIALISTI E RADICALI-RNP28/01/2008
MELLANO BRUNOSOCIALISTI E RADICALI-RNP28/01/2008
PORETTI DONATELLASOCIALISTI E RADICALI-RNP28/01/2008
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/01/2008
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 28/01/2008

Atto Camera

Interpellanza 2-00918
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 15 gennaio 2008 nella seduta n.266

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nel bimestrale di Legambiente «QualEnergia» Gianni Silvestrini conduce una lucida e condivisibile analisi sui rischi dei mega impianti fotovoltaici, con riferimento all'annunciata costruzione in Sicilia di un impianto che si presenta come la più grande centrale solare fotovoltaica d'Europa, grazie ad un investimento di 200 milioni di euro;
su tale vicenda il direttore di QualEnergia esprime più di una perplessità. Secondo lui la taglia della centrale rappresenta il punto negativo della proposta. È noto infatti che il decreto governativo del febbraio 2007 sul fotovoltaico premia gli impianti di piccola scala integrati negli edifici. Gli elementi di critica di maggior rilievo sono: i prezzi elevatissimi delle celle, causati dall'elevata domanda mondiale; la maggiore efficienza, in ambito di impianti solari di decine di MW, degli impianti termodinamici, come la centrale Archimede di Rubbia a Priolo; gli impatti sul paesaggio che rischiano di alimentare un'opposizione locale gettando una luce negativa sul solare; l'utilizzo in un settore ad elevata intensità di capitale di ingenti risorse europee, nazionali e regionali, che potrebbero essere meglio utilizzate per investimenti ad alta intensità di lavoro;
dunque, secondo Silvestrini, «questi megaimpianti proposti - perché altri progetti sono in via di definizione - sembrano fuori tempo e fuori scala ... gli stessi incentivi potrebbero invece essere impiegati in tutt'altra direzione. Ad esempio, per favorire l'installazione di un'industria fotovoltaica di punta, con una capacità produttiva annua di celle pari a 150-200 MW, un fatturato di 4-500 milioni, ricadute occupazionali qualificate, un'interazione con le Università locali, insomma una realtà in grado di competere a livello internazionale. Non c'è paragone tra le due opzioni!...»;
aggiunge l'interpellante che i mega impianti occupano ulteriori spazi in un Paese già stretto ed affollato, che già ha gravi problemi di gestione del territorio; viceversa gli impianti integrati negli edifici occupano spazi già occupati; è stato calcolato che, in linea teorica, se tutti i tetti civili ed industriali d'Italia avessero i pannelli fotovoltaici, non avremmo bisogno di importare energia;
ciò premesso resta incomprensibile come questo genere di critiche non sia stato rivolto anche ai mega impianti eolici, cioè quelli che in questa fase stanno avendo uno sviluppo tumultuoso in Italia, con richieste di installazione per oltre 22.000 MW;
l'eolico industriale, con le sue torri alte oltre 100 metri, è assai più invasivo dal punto di vista paesaggistico e di occupazione del territorio; come i mega impianti fotovoltaici è ad alta concentrazione di capitale invece che di lavoro, ma al contrario di questo non è in grado di sviluppare una industria nazionale, in quanto essa si è già sviluppata da altri Paesi europei; inoltre appare tecnologicamente maturo cioè non sembra in grado di svilupparsi se non in altezza, mentre il solare ha ampi margini per accrescere sia la propria efficienza, sia le capacità di inserimento negli edifici e nell'ambiente;
peraltro gli elevati incentivi, sia nel fotovoltaico che nell'eolico, sembrano solleticare i peggiori intenti speculativi, per cui, grazie ai contributi in conto capitale, ai certificati verdi ed ai sovrapprezzi pagati per l'energia prodotta si rischia che sorgano impianti inefficienti; non per niente una delle accuse rivolte all'eolico è che si consentano impianti in aree poco ventose e che il limite di 2000 ore di vento per anno, un tempo ritenuto il livello minimo per garantire l'efficienza dell'impianto, oggi è stato ridotto di almeno un terzo;
nel libro «l'economia dell'idrogeno» Jeremy Ritkin sostiene che quella energetica sarà una delle libertà del futuro: ognuno tenderà a prodursi da solo la propria energia da fonte rinnovabile, in quella Rifkin chiama «microgenerazione diffusa»; la UE ha accolto questa visione;
se non ritenga opportuno individuare a livello nazionale:
a) criteri uniformi di efficienza (ventosità, insolazione, uso del territorio) che consentano il corretto inserimento degli impianti da fonte solare ed eolica di grande taglia, fatta salva la necessità di linee guida per il loro corretto inserimento nel paesaggio;
b) norme di coordinamento, se non un vero e proprio piano nazionale per la produzione di energia da fonte rinnovabile, per il corretto sviluppo di queste fonti energetiche e dell'industria ad esse legata.
(2-00918) «Turco, Beltrandi, D'Elia, Mellano, Poretti».
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
CENTRALI ELETTRICHE, ENERGIA EOLICA, ENERGIA SOLARE, FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA, PROGRAMMI E PIANI