ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04228

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 181 del 02/07/2007
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: LA ROSA NEL PUGNO
Data firma: 02/07/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
BELTRANDI MARCOLA ROSA NEL PUGNO02/07/2007
PORETTI DONATELLALA ROSA NEL PUGNO02/07/2007
MELLANO BRUNOLA ROSA NEL PUGNO02/07/2007
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 02/07/2007
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
SOLLECITO IL 25/07/2007
SOLLECITO IL 10/09/2007
SOLLECITO IL 01/10/2007
SOLLECITO IL 22/10/2007
SOLLECITO IL 12/11/2007
SOLLECITO IL 03/12/2007
SOLLECITO IL 04/01/2008
SOLLECITO IL 28/01/2008
SOLLECITO IL 13/02/2008
SOLLECITO IL 19/03/2008
SOLLECITO IL 08/04/2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04228
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 2 luglio 2007 nella seduta n.181

TURCO, BELTRANDI, PORETTI e MELLANO. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

la sera del 1o novembre 1998, verso le ore 21, in Lastra a Signa (Firenze), presso il villino di proprietà dei coniugi Manetti, nella sottostante tavernetta-garage, i Carabinieri della locale stazione rinvenivano, all'ingresso della stessa, il corpo agonizzante del collega Carabiniere Paolo Galardo di 21 anni, in servizio presso la medesima stazione, il corpo senza vita di Palumbo Gemma, di 18 anni e Lucia Manetti, di 17 anni, figlia del signor Manetti, in fin di vita tra le braccia del padre, nel cortiletto di pertinenza del detto villino;

tutti e tre risultavano essere stati attinti da diversi colpi esplosi da arma da fuoco;

Lucia Manetti decedeva quasi subito dopo l'arrivo dei soccorsi mentre Paolo Galardo decedeva in ospedale, intorno alle 22,30 del 1o novembre 1998;

gli operanti giunti sul luogo del delitto - appartenenti alla stessa stazione di Lastra a Signa ove il Galardo prestava servizio - nell'immediatezza dei fatti e a quel che pare agli interroganti sulla base degli sviluppi della vicenda senza esperire alcun serio accertamento, predisponevano ed inviavano al Comando Provinciale dei Carabinieri - Nucleo Operativo Provinciale di Firenze - la seguente e testuale segnalazione: alle ore 21 circa del 1o novembre 2001 «dopo violento alterco scaturito da precedente legame sentimentale con Manetti Lucia, colto improvviso raptus esplodeva n. 5 colpi pistola ordinanza modello 92/S calibro 9 parabellum avente matricola U31657Z at indirizzo predetta et contro di lei amica Palumbo Gemma (...) ferendole mortalmente. Militare infine rivolgeva suddetta arma contro propria tempia esplodendo sesto colpo», a firma del Capitano Ruocco;

la segnalazione così come riportata veniva girata - in data 2 novembre 1998 - dal Capitano del Comando Nucleo Operativo Provinciale, Maggiore Luigi Grisoli, al PM di Firenze dottor Francesco Pappalardo, al quale veniva assegnato il fascicolo;

sempre il 2 novembre 1998, a fronte della segnalazione pervenuta dai Carabinieri, il dottor Pappalardo iscriveva la notizia di reato (duplice omicidio) al n. di R.G. 3863/98 n.r. a carico del già deceduto Paolo Galardo, ed il fatto veniva catalogato come duplice omicidio/suicidio;

lo stesso giorno, infine, 2 novembre 1998, a meno di ventiquattro ore dai tragici accadimenti, in termini davvero inusuali ed inspiegabili, veniva disposto il dissequestro dell'arma rinvenuta sul posto - pistola Beretta 92/S Parabellum U31657Z - dei bossoli ed ogive repertati, nonché dell'immobile, così consentendo secondo l'interrogante la irreparabile manomissione della scena del crimine, con la conseguente dispersione di fondamentali elementi di prova determinanti per l'esatta ricostruzione della dinamica dei fatti;

nei giorni successivi veniva disposta la sola ispezione esterna dei cadaveri, non veniva effettuata alcuna autopsia, non veniva eseguita alcuna prova volta a verificare se ad esplodere i colpi fosse effettivamente stata la mano del giovanissimo carabiniere e dopo soli 9 giorni, il PM procedente dottor Pappalardo, chiedeva, in data 12 novembre, l'archiviazione del procedimento per morte del reo;

alla richiesta di archiviazione si opponeva il padre del giovane Paolo, anch'egli Brigadiere nell'Arma signor Edipo Galardo, il quale evidenziava la superficialità e la lacunosità delle indagini che a soli nove giorni dal fatto avevano portato il PM a chiedere l'archiviazione di un episodio tanto grave e riferiva che, solo qualche settimana prima dell'omicidio, il figlio Paolo gli aveva rappresentato di aver ricevuto delle minacce e di essere molto preoccupato per la sua incolumità in ragione di alcune indagini - per le quali aveva raccolto del materiale probatorio custodito all'interno di una valigetta ventiquattr'ore conservata presso la Stazione e successivamente rinvenuta forzata e priva di contenuto - che stava conducendo personalmente in ordine ad un traffico di sostanze stupefacenti, in Lastra a Signa, e che avrebbe visto coinvolto anche il figlio del comandante di quella Caserma maresciallo Franceschini;

tale racconto veniva successivamente riscontrato dalla testimonianza resa, ai sensi dell'articolo 391-bis codice di procedura penale al difensore dell'Edipo Galardo, dal migliore amico di Paolo, signor Enrico Federici;

inoltre, il padre di Paolo Galardo riferiva che, a seguito del furto del portafoglio subito dal figlio presso la Caserma poco tempo prima del tragico episodio, Paolo gli forniva tutti i numeri di matricola della sua dotazione personale oltre che i numeri dei vari documenti di identificazione al fine di poter agevolmente proporre una denuncia in caso di ulteriori sottrazioni;

tra i numeri di matricola forniti, Edipo Galardo annotava anche quello - U 16499Z - relativo alla pistola in dotazione al figlio che risultava essere ancora quella assegnatagli nel 1996 allorquando il giovane faceva il suo ingresso nell'arma dei Carabinieri con l'evidente conseguenza della non coincidenza con l'arma rinvenuta sul luogo del delitto;

a seguito dell'opposizione veniva fissata una prima udienza in camera di consiglio in data 13 aprile 1999, all'esito della quale il GIP, dottor Silvio De Luca, disponeva ulteriori indagini «anche alla luce della dettagliata investigazione suppletiva richiesta da Galardo Edipo» e fissava nuovamente l'udienza camerale in data 15 giugno 1999 all'esito della quale, nonostante fosse stata audita solamente un'altra persona, disponeva l'archiviazione del procedimento per «morte del reo» - con ciò logicamente contraddicendo e dunque disattendendo la propria iniziale ordinanza - e così accogliendo la conforme richiesta del P.M. dottor Pappalardo;

un esposto del luglio del 2000 presentato dal signor Edipo Galardo portava un nuovo P.M., dottor Rosario Minna a richiedere al GIP di Firenze la riapertura delle indagini per il proc. n. 3863/98 R.G. n.r. che infatti venivano riaperte con provvedimento del 27 dicembre 2000 del GIP dottor Silvio De Luca;

a seguito della riapertura del fascicolo le indagini venivano, secondo l'interrogante inspiegabilmente, delegate dal PM procedente ai Carabinieri di Lastra a Signa oggetto dell'esposto del signor Edipo Galardo;

venivano altresì effettuati una serie di accertamenti, veniva esperita una consulenza medico-legale, una consulenza balistica ed una consulenza grafologica sulla firma di Paolo Galardo presente nel registro delle Armi; all'esito di tali ulteriori accertamenti, in data 19 settembre 2001, veniva formulata una nuova richiesta di archiviazione ex articolo 411 codice di procedura penale per morte del reo;

detta richiesta veniva nuovamente opposta dal signor Edipo Galardo e veniva fissata un'ulteriore udienza camerale in data 3 ottobre 2002 all'esito della quale il GIP, dottoressa Elisabetta Improta, con ordinanza del 7 ottobre 2002 disponeva ulteriori accertamenti tra i quali l'autopsia sui cadaveri delle tre vittime, previa esumazione degli stessi; anche se nel corso delle indagini il PM, dottor Francesco Fleury, chiedeva al GIP, che lo autorizzava, di effettuare soltanto la esumazione del cadavere di Lucia Manetti;

all'esito di dette indagini il PM dottor Fleury presentava una nuova richiesta di archiviazione sempre ai sensi dell'articolo 411 codice di procedura penale, nuovamente opposta dalla p.o. Edipo Galardo; veniva fissata l'udienza camerale per il giorno 8 aprile 2004 all'esito della quale il GIP, dottoressa Elisabetta Improta disponeva l'archiviazione del procedimento per morte del reo;

nel corso delle due riaperture del procedimento il signor Edipo Galardo depositava consulenze di parte redatte da noti e stimatissimi professionisti: quella medico-legale del professor Angelo Fiori; quella grafologica del professor Alberto Bravo; quella criminologica del professor Francesco Bruno che comprovavano - oltre che la sconcertante superficialità e lacunosità delle indagini dovuta alla irrimediabile alterazione della scena del crimine, all'inspiegabile repentino dissequestro della pistola, dei bossoli e delle ogive rinvenute sul luogo del delitto, alla assenza di una tempestiva autopsia sui cadaveri, alla assenza di una prova da sparo - l'inattendibilità delle conclusioni dei consulenti del P.M.;

ed infatti, la consulenza medico-legale metteva in evidenza l'assoluta impossibilità di affermare l'ipotizzato suicidio di Paolo Galardo a causa dell'indiscutibile carenza delle indagini medico-legali (autopsia, descrizione delle mani, indagini istochimica, chimica e chimico-fisica sui contorni delle due lesioni da arma da fuoco, analisi di tracce di polvere sulle mani ed esame della volta cranica) e per Lucia Manetti si interrogava sul come fosse possibile affermare - come fatto invece dai CT del PM - che quattro eventuali proiettili, di cui uno ritenuto nel corpo della povera ragazza e quindi senza foro di uscita, potessero aver prodotto ben 13 fori;

la consulenza grafologica effettuata dal professor Bravo sul registro delle armi conservato presso la Caserma di Lastra a Signa, mette in evidenza la presenza di manomissioni e cancellature, ed afferma che la firma di Paolo Galardo apposta sul registro per avvenuta consegna dell'arma del delitto, già sconosciuta dai suoi congiunti, non sarebbe stata apposta dallo stesso, ma da qualcuno che si sarebbe allenato prima di riprodurla;

a sostenere la falsità della firma intervengono, inoltre, sia la palese irregolarità dell'annotazione presente sul libretto personale del Carabiniere Paolo Galardo e relativa alla data di presa in carico della pistola Beretta 92/S Parabellum U31657Z, sia le contrastanti dichiarazioni rese dal maresciallo Remo Franceschini, il quale sentito a sommarie informazioni il 12 dicembre 2000 affermava di non sapere nulla del cambio di arma da parte del Galardo per poi mutare radicalmente versione nel corso delle sommarie informazioni rese il 27 marzo 2001 allorquando riferiva di aver eseguito lui stesso l'annotazione nel registro delle armi dell'avvenuta consegna a Paolo Galardo della pistola rinvenuta sul luogo del delitto;

alla luce dei fatti esposti, risulta evidente che a fronte di un fatto di sangue gravissimo, per motivi mai seriamente accertati, i magistrati della procura della Repubblica di Firenze aderirono secondo gli interroganti acriticamente alla prima versione dei fatti fornita nell'immediatezza dai Carabinieri intervenuti e che, segnatamente il maresciallo Franceschini, in base a quanto più volte denunciato dal signor Galardo Edipo, potevano avere un interesse nella rapida chiusura del caso, così consentendo la dispersione di preziosi elementi di prova determinanti per la ricostruzione del fatto;

inoltre i predetti magistrati della procura di Firenze, dopo aver proceduto alla iscrizione nel registro delle notizie di reato del nominativo di una persona deceduta, a fronte delle denunce del padre del Paolo Galardo hanno ripetutamente delegato per le indagini gli stessi soggetti denunciati che, da parte loro, non hanno mai sentito neppure la necessità di astenersi dalle stesse;

ciò nonostante nel corso delle indagini, per lo più grazie all'attività del signor Edipo Galardo, è emerso: - che effettivamente il figlio del maresciallo Franceschini era pregiudicato per delitti contro il patrimonio; - che il predetto maresciallo effettivamente aveva frequenti rapporti telefonici con un noto spacciatore della zona (circostanza giustificata con il rapporto sentimentale che legava quest'ultimo alla figlia del maresciallo); - che gravi irregolarità contraddistinguono il libretto personale del carabiniere Paolo Galardo nella annotazione relativa alla presa in carico dell'arma rinvenuta sul luogo del delitto; - che tali irregolarità risultano supportate dai forti sospetti di falsificazione della grafia di Paolo Galardo (C.T. professor Bravo) sull'annotazione relativa alla presa in carico della pistola Beretta 92/S Parabellum U31657Z presente nel registro delle Armi custodito presso la Stazione di Lastra a Signa; - che tali forti sospetti risultano corroborati dalle contrastanti dichiarazioni rese sul punto dal maresciallo Franceschini; - che all'esito dell'ultima archiviazione disposta dal GIP dottoressa Improta, sono pervenuti nel fascicolo processuale tabulati telefonici che smentiscono quanto ritenuto appurato (per mezzo di dichiarazioni di altri Carabinieri) in ordine alla circostanza, anch'essa oscura, relativa al momento nel quale il maresciallo Franceschini fu informato del fatto di sangue (fu il primo a recarsi sul luogo del delitto e a tutt'oggi non è emerso con chiarezza da chi sia stato avvertito); - che sulla base della consulenza medico legale del professor Fiori ben difficilmente quattro proiettili potevano determinare i 13 fori rinvenuti sul cadavere di Lucia Manetti; - che sulla base della consulenza del professor Bruno ben altra e diversa potrebbe essere stata la dinamica dei fatti con la presenza di una quarta persona sul luogo del delitto ed autore di un triplice omicidio;

nonostante tutto ciò, all'esito delle indagini, la procura di Firenze, mantenendo immutata la prima indicazione fornita in assenza di qualsiasi significativa indagine e nell'immediatezza del fatto dai Carabinieri di Lastra a Signa intervenuti sul luogo del delitto, dopo aver iscritto nel registro delle notizie di reato una persona già deceduta, richiedeva ed otteneva dal GIP dottoressa Improta, ancora nel 2004, l'archiviazione del procedimento ex articolo 408 codice di procedura penale, così confermando la precedente statuizione -:

se siano state avviate ispezioni da parte del Ministro della giustizia in ordine alle gravissime lacune investigative (dissequestro del luogo del delitto, della pistola, dei bossoli e delle ogive rinvenuti sul luogo del delitto, mancanza di esami autoptici sui cadaveri, mancanza di prove volte a verificare se la mano di Paolo Galardo avesse effettivamente esploso colpi di pistola) alle palesi irregolarità delle indagini (delega di indagine conferita agli stessi «indagabili», iscrizione di un morto nel registro delle notizie di reato) e in caso negativo se non intenda avviarle;

se il Ministro della difesa, sia a conoscenza di eventuali determinazioni assunte dal comandante della Regione Carabinieri Toscana dell'epoca in relazione al comportamento di cui si sono resi responsabili i Carabinieri della Stazione di Lastra a Signa e del Nucleo Operativo Provinciale di Firenze che hanno consentito la dispersione di preziose fonti di prova determinanti per la esatta ricostruzione della dinamica dei gravissimi fatti di sangue e, in caso contrario, se non intenda fornire spiegazioni a riguardo;

se il Ministro dell'interno ritenga che le procedure adottate dai militari dell'Arma nell'espletamento del servizio istituzionale cui sono preposti siano conformi alla prassi, ai regolamenti ed alle leggi vigenti in materia. (4-04228)
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
ARCHIVIAZIONE DI ATTI E PROCEDIMENTI, ARMA DEI CARABINIERI, CARABINIERI, INDAGINI GIUDIZIARIE, ISPEZIONI, OMICIDIO, PRODUZIONE E SPACCIO DI DROGA, SUICIDIO
SIGLA O DENOMINAZIONE:
PROCURA DELLA REPUBBLICA
GEO-POLITICO:
FIRENZE, FIRENZE - Prov, TOSCANA, LASTRA A SIGNA, FIRENZE - Prov, TOSCANA