TURCO. -
Al Ministro della solidarietà sociale.
- Per sapere - premesso che:
l'11 luglio è stata presentata la relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2006;
più di metà della relazione si basa sui dati di due indagini campionarie di popolazione (generale e scolarizzata) condotte dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr nel 2005, già peraltro utilizzati per la relazione dell'anno precedente (oltre metà della relazione è «vecchia»), ed entrambi i campioni rilevati non sono rappresentativi delle rispettive popolazioni;
a prima indagine sulla popolazione generale, denominata Ipsad, si basa esclusivamente sulle risposte a un questionario postale, in cui la percentuale di rispondenti autoselezionati non supera il 34 per cento e non è omogenea neppure nelle diverse fasce d'età e per sesso (più in particolare sono sottorappresentati soprattutto i giovani e i maschi). A queste condizioni non ha senso estendere i risultati campionari (ogni inferenza è pura fantasia) alla popolazione generale, fare confronti con le statistiche degli anni precedenti (analogamente distorte e non rappresentative) e, ancor meno, fare analisi multivariate correlando i cosiddetti fattori di rischio o protettivi all'uso delle sostanze (si veda il punto «Fattori associati all'uso di sostanze psicoattive» a pagina 36 della relazione). Basti pensare a come possa essere distorto quanto affermato in merito alla condizione socio-economica o alla scolarità che favorirebbe l'uso non problematico di certe sostanze, essendo plausibile che abbiano risposto correttamente al questionario prevalentemente proprio soggetti di condizione socio-economica più elevata e meno problematici, come anche il buon senso, oltre che l'esperienza statistica, suggerisce. Per fare solo un esempio estremo, immaginiamo che l'uso di cocaina sia un problema legato soprattutto alla popolazione maschile ma che, tra i rispondenti al questionario, siano presenti soprattutto donne utilizzatrici, mentre nessun uomo utilizzatore abbia deciso di rispondere. In questo caso risulterebbe come fattore di rischio l'essere donna che, invece, nella popolazione non autoselezionata è in realtà un fattore di protezione;
per quanto riguarda l'indagine sulla popolazione scolarizzata, denominata Espad, la situazione è ancora più inquietante perché già il campione di scuole su cui è stata condotta non è rappresentativo delle scuole italiane. Se si visita il sito italiano (http://www.epid.ifc.cnr.it/Espad/doc/) si comprende che il metodo di campionamento è stratificato per tipo di Istituto e per capoluogo e altri comuni di ogni provincia e evidentemente non rappresentativo, perché le province e comuni grandi sono sottorappresentati rispetto a quelli piccoli (basti considerare che in provincia di Roma (circa 4 milioni di abitanti) fanno parte del campione undici scuole e in provincia di Campobasso 230.000 abitanti) ben 8 scuole, anche considerando la possibilità che si tratti di scuole più piccole, la provincia di Campobasso è sovrarappresentata rispetto alla provincia di Roma, ma c'è anche da considerare che a Roma (non sono presenti altri comuni della provincia che pure contano circa quattro volte la provincia di Campobasso) sono presenti nel campione ben tre istituti d'arte e un solo liceo scientifico. È istruttivo andare a verificare le altre evidenti distorsioni (si confronti Rimini con Milano...e così via), esaminando in dettaglio il campione di scuole disponibile sul sito citato, ma ora anche sul sito del Coraold, ma è sufficiente il piccolo commento riportato sopra per dimostrare la non rappresentatività del campione Espad. Ne segue che tutto quanto riportato nella relazione, e in quelle precedenti, derivante da tale indagine risulta inutile, anzi dannoso perché sicuramente fuorviante e costoso;
data l'importanza di monitorare la popolazione scolarizzata, questa carenza è particolarmente grave -:
chi abbia definito i contenuti della relazione presentata il giorno 11 luglio 2007 dal Ministro Ferrero;
chi abbia svolto le analisi statistiche sui dati non rappresentativi come se, invece, lo fossero;
con quale criterio si sia deciso di includere tali analisi errate e fuorvianti nella relazione;
quanto sia stato pagato il gruppo di lavoro che ha svolto e interpretato tali analisi sbagliate e redatto i relativi testi;
come si intenda provvedere nel futuro per evitare queste situazioni di pianificazione e utilizzo scorretto di rilevazioni statistiche costose;
da quali archivi e con quale criterio siano stati rilevati gli indirizzi postali per l'indagine denominata Ipsad;
se siano stati utilizzati gli stessi campioni per le indagini del 2001, 2003 e 2005;
quale sia stata la percentuale di rispondenti sia stata registrata tra i destinatari del questionario;
quale sia stata la percentuale di rispondenti per ogni «strato» del campione;
quale sia stata la percentuale di questionari completamente compilati;
quale sia stata la percentuale percentuale di questionari completamente compilati per ogni «strato» del campione;
da quali archivi e con quale criterio siano state estratte le scuole da inserire nel campione relativo all'indagine denominata Espad;
se siano state utilizzate le stesse scuole per le indagini del 2001, 2003 e 2005;
con quale criterio siano stati scelti gli alunni di dette scuole da inserire nel campione;
con quali modalità sia stato somministrato il questionario agli alunni;
che percentuale di rispondenti sia stata registrata tra gli alunni;
che percentuale di rispondenti sia stata registrata tra gli alunni per zona territoriale;
che percentuale di rispondenti sia stata registrata tra gli alunni per tipo di scuola.(4-04710)