ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04737

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 201 del 10/09/2007
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: LA ROSA NEL PUGNO
Data firma: 10/09/2007
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/09/2007
Stato iter:
CONCLUSO il 28/01/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO28/01/2008
PINZA ROBERTO VICE MINISTRO ECONOMIA E FINANZE
Fasi iter:
SOLLECITO IL 01/10/2007
SOLLECITO IL 22/10/2007
SOLLECITO IL 12/11/2007
SOLLECITO IL 03/12/2007
SOLLECITO IL 04/01/2008
RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/01/2008
CONCLUSO IL 28/01/2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04737
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 10 settembre 2007 nella seduta n.201

TURCO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il debito complessivo delle pubbliche amministrazioni italiane alla fine del 2006 è risultato pari al 106,8 per cento del PIL;

l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2006 è stato pari al 4,4 per cento del PIL con un deficit pari al 2,4 per cento del PIL;

il debito pubblico italiano, come detto pari al 106,8 per cento del PIL, è costituito per circa il 99,4 per cento da passività delle amministrazioni centrali, mentre la restante quota, pari al 7,2 per cento è da attribuire alle amministrazioni
locali, che ne curano la gestione nell'ambito della loro sfera di autonomia;

circa l'85 per cento del debito delle amministrazioni centrali è rappresentato da strumenti finanziari negoziabili, i titoli di Stato, di cui la Direzione II del Dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze è responsabile per la politica di emissione e gestione;

nel corso del 2006 si è interrotto il trend decrescente dei tassi di interesse di mercato che aveva caratterizzato gli ultimi anni, che la politica di emissione ha stabilizzato la spesa per interessi complessiva del settore pubblica amministrazione in rapporto al PIL lasciandola sostanzialmente invariata rispetto al 2005, attestandosi intorno al 4,6 per cento;

nel 2006 gli strumenti di debito offerti al mercato e le relative procedure di collocamento hanno garantito una penetrazione diffusa nei portafogli degli investitori, con un incremento di quelli internazionali, consentendo una presenza presso un numero sempre più ampio e diversificato di tipologie di investitori;

l'asta è stato lo strumento più utilizzato per il collocamento dei titoli domestici in virtù delle proprie tipiche caratteristiche di trasparenza ed efficienza, divenendo strumento principale per il perseguimento degli obiettivi della gestione del debito consolidato, utilizzando tale procedura anche per le emissioni dei titoli indicizzati all'inflazione;

il significativo sviluppo del mercato secondario di questi prodotti nell'area europea, con le conseguenze che ne derivano in termini di contenuto informativo delle quotazioni e degli scambi, ha reso possibile un uso sempre più efficiente dello strumento d'asta;

vi è stato ruolo crescente del risparmio intermediato, con la quota detenuta direttamente dalle famiglie e dalle imprese non finanziarie che è scesa dal 16 per cento di fine 2004 all'11 per cento di fine 2005, segnalando un sempre maggiore ricorso all'investimento tramite l'intermediazione di istituzioni finanziarie;

più specificamente, la quota di titoli di Stato direttamente detenuta dalle famiglie italiane è notevolmente diminuita, tra il 1997 ad oggi, passando dal 40 per cento al 16 per cento del totale;

in base ai dati forniti dagli operatori specialisti in titoli di Stato emerge che, negli ultimi anni, la base degli investitori, limitatamente alla distribuzione per area geografica e categoria di detentori, ha visto un notevole accrescimento di investitori stranieri attratti dall'investimento in titoli di Stato italiani. La quota in loro possesso è decisamente aumentata, passando dal 22 per cento nel 1997 al 56 per cento nel 2005;

sempre in base ai dati forniti dagli operatori specialisti in titoli di Stato si evince come, tra gli investitori non residenti, la quota detenuta al di fuori dell'Europa, in particolare nell'area asiatica, sia andata progressivamente crescendo;

è auspicabile che, date queste condizioni, il debito italiano possa essere meno vulnerabile da shock finanziari locali o relativi a singole tipologie di investitori. Di converso non può tacersi il fatto che una grossa fetta di debito pubblico detenuto da soggetti residenti all'estero espone maggiormente il nostro Paese alle insidie derivanti dalle scelte degli investitori stranieri, più sensibili ai rating, alle politiche fiscali e all'andamento degli spread (premio a rischio) rispetto ai risparmiatori domestici;

la consistenza del debito delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2006 è stata pari a 1.575.447 milioni di euro totali, costituito per 156.737 milioni di euro da monete e depositi, per 122.327 milioni di euro da titoli a breve termine, per 1.163.956 milioni di euro a titoli a medio e lungo termine e per 132.427 milioni di euro da altre passività;

il possesso di titoli a breve termine è così suddiviso:

29.615 milioni di euro detenuti dalle IFM (istituzioni finanziarie monetarie);

12.713 milioni di euro detenuti da istituzioni finanziarie;

11.668 milioni di euro detenuti da operatori residenti;

68.331 milioni di euro detenuti da operatori non residenti;

il possesso di titoli a medio e lungo termine è così suddiviso:

62.760 milioni di euro detenuti dalla Banca d'Italia;

126.753 milioni di euro detenuti dalle IFM;

195.528 milioni di euro detenuti da istituzioni finanziarie;

168.755 milioni di euro detenuti da operatori residenti;

610.160 milioni di euro detenuti da operatori non residenti;

il possesso di titoli del debito pubblico nella sua integrità è così suddiviso:

62.760 milioni di euro detenuti dalla Banca d'Italia;

353.146 milioni di euro detenuti dalle IFM;

216.903 milioni di euro detenuti da istituzioni finanziarie;

259.901 milioni di euro detenuti da operatori residenti;

682.656 milioni di euro detenuti da operatori non residenti;


ciò significa che l'Italia ha un debito pubblico che è il più grande tra i paesi dell'area UE e che l'entità del debito pubblico è direttamente proporzionale alle oscillazioni dei tassi d'interesse;

per effetto degli aumenti dei tassi di interesse avvenuti dall'inizio dell'anno, la spesa per interessi aumenterà, secondo le ultime stime, di un importo non inferiore ai 2,5 miliardi di euro;

nel corso degli anni l'ammontare totale del debito pubblico ha registrato un notevole accrescimento della somma monetaria dovuta a titolo di interesse, così come evidenziato in tabella (in milioni di euro):


anno 1980: uscite correnti: 75.030, uscite c/capitale: 9.076, totale uscite assoluto: 84.106, totale uscite al netto di interessi: 75.103, entrate correnti: 69.464, entrate c/capitale: 474, totale: 69.938, saldo corrente: -5.566, saldo in conto capitale: -8.602, saldo primario: -5.165, indebitamento netto -14.168, interessi 9.003;


anno 1981: uscite correnti: 98.248, uscite c/capitale: 12.120, totale uscite assoluto: 110.368, totale uscite al netto di interessi: 97.959, entrate correnti: 83.057, entrate c/capitale: 823, totale: 83.880, saldo corrente: -15.191, saldo in conto capitale: -11.297, saldo primario: -14.079, indebitamento netto -26.488, interessi 12.409;


anno 1982: uscite correnti: 121.623, uscite c/capitale: 14.389, totale uscite assoluto: 136.012, totale uscite al netto di interessi: 117.121, entrate correnti: 104.830, entrate c/capitale: 2.398, totale: 107.228, saldo corrente: -16.793, saldo in conto capitale: -11.991, saldo primario: -9.893, indebitamento netto -28.784, interessi 18.891;


anno 1983: uscite correnti: 149.660, uscite c/capitale: 16.061, totale uscite assoluto: 165.721, totale uscite al netto di interessi: 139.568, entrate correnti: 127.840, entrate c/capitale: 4.026, totale: 131.866, saldo corrente: -21.820, saldo in conto capitale: -12.035, saldo primario: -7.702, indebitamento netto -33.855, interessi 26.153;


anno 1984: uscite correnti: 171.336, uscite c/capitale: 18.374, totale uscite assoluto: 189.710, totale uscite al netto di interessi: 157.615, entrate correnti: 143.840, entrate c/capitale: 1.913, totale: 145.753, saldo corrente: -27.496, saldo in conto capitale: -16.461, saldo primario: -11.862, indebitamento netto -43.957, interessi 32.095;


anno 1985: uscite correnti: 193.956, uscite c/capitale: 22.040, totale uscite assoluto: 215.996, totale uscite al netto di interessi: 179.796, entrate correnti: 161.562, entrate c/capitale: 1.224, totale: 162.786, saldo corrente: -32.394, saldo in conto capitale: -20.816, saldo primario: -17.010, indebitamento netto -53.210, interessi 36.200;


anno 1986: uscite correnti: 216.343, uscite c/capitale: 25.056, totale uscite assoluto: 241.399, totale uscite al netto di interessi: 199.689, entrate correnti: 183.190, entrate c/capitale: 1.408, totale: 184.598, saldo corrente: -33.153, saldo in conto capitale: -23.648, saldo primario: -15.091, indebitamento netto -56.801, interessi 41.710;


anno 1987: uscite correnti: 232.932, uscite c/capitale: 27.554, totale uscite assoluto: 260.486, totale uscite al netto di interessi: 219.428, entrate correnti: 199.437, entrate c/capitale: 1.216, totale: 200.653, saldo corrente: -33.495, saldo in conto capitale: -26.338, saldo primario: -18.775, indebitamento netto -59.833, interessi 41.058;


anno 1988: uscite correnti: 262.539, uscite c/capitale: 30.653, totale uscite assoluto: 293.192, totale uscite al netto di interessi: 245.301, entrate correnti: 227.880, entrate c/capitale: 1.527, totale: 229.407, saldo corrente: -34.659, saldo in conto capitale: -29.126, saldo primario: -15.894, indebitamento netto -63.785, interessi 47.891;


anno 1989: uscite correnti: 296.928, uscite c/capitale: 32.376, totale uscite assoluto: 329.304, totale uscite al netto di interessi: 271.205, entrate correnti: 254.658, entrate c/capitale: 2.184, totale: 256.842, saldo corrente: -42.270, saldo in conto capitale: -30.192, saldo primario: -14.363, indebitamento netto -72.462, interessi 58.099;


anno 1990: uscite correnti: 336.478, uscite c/capitale: 37.025, totale uscite assoluto: 373.503, totale uscite al netto di interessi: 302.776, entrate correnti: 291.659, entrate c/capitale: 1.596, totale: 293.255, saldo corrente: -44.819, saldo in conto capitale: -35.429, saldo primario: -9.521, indebitamento netto -80.248, interessi 70.727;


anno 1991: uscite correnti: 379.761, uscite c/capitale: 36.448, totale uscite assoluto: 416.209, totale uscite al netto di interessi: 329.296, entrate correnti: 326.443, entrate c/capitale: 2.598, totale: 329.041, saldo corrente: -53.318, saldo in conto capitale: -33.850, saldo primario: -255, indebitamento netto -87.168, interessi 86.913;


anno 1992: uscite correnti: 412.775, uscite c/capitale: 35.390, totale uscite assoluto: 448.165, totale uscite al netto di interessi: 349.631, entrate correnti: 347.487, entrate c/capitale: 17.047, totale: 364.534, saldo corrente: -65.288, saldo in conto capitale: -18.343, saldo primario: 14.903, indebitamento netto -83.631, interessi 98.534;


anno 1993: uscite correnti: 435.572, uscite c/capitale: 34.370, totale uscite assoluto: 469.942, totale uscite al netto di interessi: 364.902, entrate correnti: 379.392, entrate c/capitale: 7.220, totale: 386.612, saldo corrente: -56.180, saldo in conto capitale: -27.150, saldo primario: 21.710, indebitamento netto -83.330, interessi 105.040;


anno 1994: uscite correnti: 440.774, uscite c/capitale: 31.422, totale uscite assoluto: 472.166, totale uscite al netto di interessi: 372.462, entrate correnti: 388.871, entrate c/capitale: 3.502, totale: 392.373, saldo corrente: -51.873, saldo in conto capitale: -27.920, saldo primario: 19.911, indebitamento netto -79.793, interessi 99.704;


anno 1995: uscite correnti: 457.130, uscite c/capitale: 42.583, totale uscite assoluto: 499.713, totale uscite al netto di interessi: 389.919, entrate correnti: 421.557, entrate c/capitale: 7.922, totale: 429.479, saldo corrente: -35.573, saldo in conto capitale: -34.661, saldo primario: 39.560, indebitamento netto -70.234, interessi 109.794;


anno 1996: uscite correnti: 491.096, uscite c/capitale: 37.095, totale uscite assoluto: 528.191, totale uscite al netto di interessi: 412.580, entrate correnti: 454.078, entrate c/capitale: 4.283, totale: 458.361, saldo corrente: -37.018, saldo in conto capitale: -32.812, saldo primario: 45.781, indebitamento netto -69.830, interessi 115.611;


anno 1997: uscite correnti: 492.407, uscite c/capitale: 35.563, totale uscite assoluto: 527.970, totale uscite al netto di interessi: 430.522, entrate correnti: 489.815, entrate c/capitale: 10.105, totale: 499.920, saldo corrente: -2.592, saldo in conto capitale: -25.458, saldo primario: 69.398, indebitamento netto -28.050, interessi 97.448;


anno 1998: uscite correnti: 493.735, uscite c/capitale: 41.072, totale uscite assoluto: 534.807, totale uscite al netto di interessi: 448.525, entrate correnti: 496.829, entrate c/capitale: 7.497, totale: 504.326, saldo corrente: 3.094, saldo in conto capitale: -33.575, saldo primario: 55.801, indebitamento netto -30.481, interessi 86.282;


anno 1999: uscite correnti: 498.171, uscite c/capitale: 44.335, totale uscite assoluto: 542.506, totale uscite al netto di interessi: 468.139, entrate correnti: 517.334, entrate c/capitale: 5.622, totale: 522.956, saldo corrente: 19.163, saldo in conto capitale: -38.713, saldo primario: 54.817, indebitamento netto -19.550, interessi 74.367;


anno 2000: uscite correnti: 519.569, uscite c/capitale: 30.814, totale uscite assoluto: 550.383, totale uscite al netto di interessi: 474.822, entrate correnti: 535.377, entrate c/capitale: 5.044, totale: 540.421, saldo corrente: 15.808, saldo in conto capitale: -25.770, saldo primario: 65.599, indebitamento netto -9.962, interessi 75.561;


anno 2001: uscite correnti: 548.765, uscite c/capitale: 52.077, totale uscite assoluto: 600.842, totale uscite al netto di interessi: 522.078, entrate correnti: 558.872, entrate c/capitale: 3.469, totale: 562.341, saldo corrente: 10.107, saldo in conto capitale: -48.608, saldo primario: 40.263, indebitamento netto -38.501, interessi 78.764;


anno 2002: uscite correnti: 567.051, uscite c/capitale: 46.932, totale uscite assoluto: 613.983, totale uscite al netto di interessi: 542.464, entrate correnti: 571.231, entrate c/capitale: 5.667, totale: 576.898, saldo corrente: 4.180, saldo in conto capitale: -41.265, saldo primario: 34.434, indebitamento netto -37.085, interessi 71.519;


anno 2003: uscite correnti: 590.664, uscite c/capitale: 57.809, totale uscite assoluto: 648.473, totale uscite al netto di interessi: 580.123, entrate correnti: 579.569, entrate c/capitale: 22.290, totale: 601.859, saldo corrente: -11.095, saldo in conto capitale: -35.519, saldo primario: 21.736, indebitamento netto -46.614, interessi 68.350;


anno 2004: uscite correnti: 612.741, uscite c/capitale: 54.449, totale uscite assoluto: 667.190, totale uscite al netto di interessi: 601.496, entrate correnti: 606.944, entrate c/capitale: 12.180, totale: 619.124, saldo corrente: -5.797, saldo in conto capitale: -42.269, saldo primario: 17.628, indebitamento netto -48.066, interessi 65.694;


anno 2005: uscite correnti: 633.038, uscite c/capitale: 58.029, totale uscite assoluto: 691.067, totale uscite al netto di interessi: 626.854, entrate correnti: 625.695, entrate c/capitale: 5.849, totale: 631.544, saldo corrente: -7.343, saldo in conto capitale: -52.180, saldo primario: 4.690, indebitamento netto -59.523, interessi 64.213;


anno 2006: uscite correnti: 656.577, uscite c/capitale: 88.981, totale uscite assoluto: 745.558, totale uscite al netto di interessi: 678.006, entrate correnti: 675.582, entrate c/capitale: 4.472, totale: 680.054, saldo corrente: 19.005, saldo in conto capitale: -84.509, saldo primario: 2.048, indebitamento netto -65.504, interessi 67.552;

i criteri che ispirano la politica di emissione mirano a soddisfare le esigenze di finanziamento dello Stato perseguendo l'obiettivo di contenere il costo del debito in un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Ciò è necessario, e perché la finalità sia perseguita si deve tenere sotto controllo il livello di esposizione ai diversi tipi di rischio, quali principalmente il rischio di interesse (nominale e reale) e quello di rifinanziamento;

il debito pubblico e le manovre di politica economica necessarie alla sua riduzione comportano effetti distributivi del reddito;

il vantaggio proveniente dal possesso di titoli del debito pubblico è rappresentato dal diritto al pagamento di interessi e al rimborso del capitale;

i fondi per il pagamento degli interessi ed il rimborso del capitale possono essere reperiti, alternativamente o cumulativamente, riducendo altre poste della spesa pubblica o aumentando l'imposizione fiscale;

se i sottoscrittori del debito pubblico hanno diritto a un flusso di pagamenti a loro favore maggiore del flusso di pagamenti dovuto per tasse ed imposte che devono effettuare per ottemperare al servizio del debito, ciò significa che essi beneficeranno di un guadagno netto proveniente dall'investimento in titoli del debito pubblico. Analogamente, altri cittadini dovranno effettuare pagamenti a favore dei proprietari dei titoli del debito pubblico. Per questo secondo gruppo sussisterà un obbligo al pagamento per il servizio del debito pubblico maggiore ai trasferimenti in loro favore, subendo una perdita netta a causa dell'esistenza del debito stesso;

l'espansione del debito pubblico può tradursi sia in un aumento delle rendite finanziarie che ogni singolo sottoscrittore ottiene sia in benefici indiretti imputabili ai maggiori trasferimenti determinati dall'espansione della spesa pubblica;

nel caso vi siano soggetti titolari di ammontari significativi di titoli del debito pubblico, i vantaggi economici di cui beneficiano possono superare significativamente gli oneri derivanti dalla contribuzione corrispondente dovuta;

questa situazione è potenzialmente in grado di generare un conflitto distributivo. Tale evenienza sarà tanto più probabile quanto più eterogeneamente è distribuita la ricchezza finanziaria del Paese;

in tale contesto, l'azione di gruppi rappresentativi di interessi settoriali, può esercitare un condizionamento reale sul funzionamento del sistema economico e sociale;

la Bancaentrale europea il 6 dicembre 2001 ha rilasciato un comunicato stampa, «Decisioni sull'emissione delle banconote in euro e sulla distribuzione del reddito monetario». Nella seconda parte del comunicato «Decisione relativa alla distribuzione del reddito monetario a decorrere dall'esercizio finanziario 2002», si legge che:

«L'esercizio delle funzioni di politica monetaria genera un reddito monetario denominato "reddito da signoraggio". Conformemente allo Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, tale reddito, generato nell'area dell'euro, viene accentrato e ripartito tra le BCN in proporzione alle quote versate di capitale della BCE, in maniera tale da assicurare che la posizione di reddito relativa delle BCN non risenta in futuro di spostamenti nella circolazione delle banconote.
Nei tre anni compresi fra il 1999 e il 2001 il reddito da signoraggio derivante dalle banconote nazionali in circolazione non è stato accentrato e redistribuito. Secondo la decisione del Consiglio direttivo della BCE che definisce il regime applicabile a partire dal 2002, tutte le banconote saranno incluse fra le passività monetarie delle BCN ai fini del calcolo del reddito monetario. Per attenuare l'impatto di tale inclusione sull'attuale posizione di reddito relativa delle BCN, essa sarà realizzata in maniera graduale attraverso un regime transitorio. Durante il periodo di transizione, che terminerà alla fine del 2007, il reddito monetario da ripartire fra le BCN sarà corretto tenendo conto delle differenze, nel periodo compreso tra luglio 1999 e giugno 2001, fra l'ammontare medio delle banconote in circolazione di ciascuna BCN e quello che sarebbe stato attribuito a ciascuna di esse in base allo schema di sottoscrizione del capitale della BCE. Questo aggiustamento sarà ridotto gradualmente, anno per anno, fino al termine del 2007; in seguito, il reddito monetario sarà integralmente distribuito in proporzione alle quote versate del capitale della BCE»;

sono soci della Banca centrale europea le seguenti banche centrali dell'area euro:


Banche centrali nazionali dell'area euro: Nationale Bank van België/Banque National de Belgique, capitale quota per cento: 2.4708, capitale versato euro: 142,334,199.56;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Deutsche Bundesbank, capitale quota per cento: 20.5211, capitale versato euro: 1,182,149,240.19;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Bank of Greece, capitale quota per cento: 1.8168, capitale versato euro: 104,659,532.85;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banco de España, capitale quota per cento: 7.5498, capitale versato euro: 434,917,735.09;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banque de France, capitale quota per cento: 14.3875, capitale versato euro: 828,813,864.42;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Central Bank and Financial Services Authority of Ireland, capitale quota per cento: 0.8885, capitale versato euro: 51,183,396.60;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banca d'Italia, capitale quota per cento: 12.5297, capitale versato euro: 721,792,464.09;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banque centrale du Luxembourg, capitale quota per cento: 0.1575, capitale versato euro: 9,073,027.53;



Banche centrali nazionali dell'area euro: De Nederlandsche Bank, capitale quota per cento: 3.8937, capitale versato euro: 224,302,522.60;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Osterreische NationalBank, capitale quota per cento: 2.0159, capitale versato euro: 116,128,991.78;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banco de Portugal, capitale quota per cento: 1.7137, capitale versato euro: 98,720,300.22;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Banka Slovenije, capitale quota per cento: 0.3194, capitale versato euro: 18,399,523.77;


Banche centrali nazionali dell'area euro: Suomen Pankki - Finlands Bank, capitale quota per cento: 1.2448, capitale versato euro: 71,708,601.11;

Totale: 69.5092, capitale versato euro: 4,004,183,399.81 -:

quali siano i soggetti partecipanti al mercato dei titoli del debito pubblico, quali quantità e tipologie di titoli e per quali importi o, se è il caso, con quali sconti gli stessi li abbiano acquistati;

quali siano le ragioni per le quali la Banca centrale europea, a partire dal 2002, ha incluso tutte le banconote «fra le passività monetarie delle Banche Centrali Nazionali ai fini del calcolo del reddito monetario»;

a quanto ammonti il reddito dei «diritti di signoraggio» realizzato dalla Banca centrale europea e quanto di questo reddito sia stato redistribuito tra le Banche centrali nazionali;

quali quote di capitale detengano e chi siano i soci della Banca d'Italia e delle Banche centrali nazionali che hanno diritto a partecipare alla ripartizione degli utili della BCE.(4-04737)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 28 gennaio 2008
nell'allegato B della seduta n. 273
All'Interrogazione 4-04737 presentata da
TURCO

Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, con la quale vengono posti quesiti in ordine al mercato dei titoli di Stato.
Al riguardo, si fa presente che il Ministero dell'economia e delle finanze dispone regolarmente l'emissione sul mercato interno di cinque categorie di titoli di Stato disponibili sia per gli investitori privati, che per quelli istituzionali:

buoni ordinari del tesoro (BOT) a 3, 6, 12 mesi;

certificati del tesoro zero coupon (CTZ) a 24 mesi;

buoni del tesoro poliennali (BTP) in tagli da 3, 5, 10, 15 e 30 anni;

buoni del tesoro poliennali indicizzati all'inflazione dell'area euro (BTP€i) a 5, 10, 30 anni;

certificati di credito del tesoro (CCT) a 7 anni.
Il collocamento dei titoli di Stato può avvenire per asta pubblica, al fine di garantire l'accesso ad una vasta platea di investitori e mantenere un elevato grado di competizione e trasparenza, o tramite il consorzio di collocamento, dove l'emittente concorda le condizioni di emissione con un gruppo di banche.
Da molti anni è stato privilegiato il metodo dell'asta pubblica per le emissioni sul mercato interno. Si utilizzano due tipi di aste: l'asta competitiva senza prezzo base per i BOT e l'asta marginale senza prezzo base per i titoli a medio-lungo termine (BTP, CCT, CTZ).
Le emissioni sono disposte mediante appositi decreti ministeriali che stabiliscono i quantitativi da offrire, le caratteristiche dei titoli e le modalità di svolgimento delle aste.
Per i titoli diversi dai BOT, l'esecuzione delle operazioni relative al collocamento dei titoli di Stato è affidata alla Banca d'Italia.
Sempre nell'ambito dei citati decreti, è stabilito che, come rimborso delle spese sostenute e come compenso del servizio reso, agli operatori che partecipano alle aste venga corrisposta, per il tramite della Banca d'Italia, una provvigione di collocamento calcolata sull'ammontare nominale sottoscritto - computata come sconto sul prezzo di aggiudicazione dell'asta - in modo che non venga applicato alcun onere di intermediazione sulle sottoscrizioni della clientela (in ottemperanza alle norme sulla trasparenza bancaria).
Tale obbligo, previsto dal decreto ministeriale del 12 febbraio 2004, riguardante la trasparenza nel collocamento dei titoli pubblici, vale solo in fase di sottoscrizione dei titoli in asta e non per gli acquisti sul mercato secondario.
Nel corso degli anni, la misura delle provvigioni è stata ridotta; in particolare, dal 2001 è pari allo 0,40 per cento per i BTP a 10, 15 e 30 anni, allo 0,30 per cento per i CCT e i BTP a 5 anni, allo 0,20 per cento per i BTP a 3 anni e per i CTZ; per i BTP€i la remunerazione viene stabilita di volta in volta, a seconda se l'emissione viene effettuata tramite asta o sindacato di collocamento, ed in base alla durata del titolo (5, 10 o 30 anni).
Nel caso dei BOT, invece, gli intermediari possono applicare ai propri clienti commissioni che variano secondo la durata del titolo; tuttavia, per contenerne il livello, il citato decreto ha fissato un tetto a tali commissioni: esse non possono superare lo 0,05 per cento per i titoli con durata residua uguale o inferiore agli 80 giorni; lo 0,10 per cento per i titoli con durata residua compresa tra gli 81 ed i 170 giorni; lo 0,20 per cento per quelli con durata residua tra i 171 ed i 330 giorni e lo 0,30 per cento per i titoli con durata residua pari o superiore a 331 giorni. Tali commissioni si aggiungono al prezzo applicato dagli intermediari ai richiedenti, che è quello medio ponderato d'asta.
L'asta viene effettuata presso la Banca d'Italia, alla presenza di un funzionario del Ministero dell'economia (ufficiale rogante), che è responsabile della regolarità dell'asta, e di un funzionario della Banca medesima.
Le domande degli operatori abilitati vengono inviate per via telematica, utilizzando la Rete nazionale interbancaria.
Sono operatori abilitati le banche e le imprese di investimento registrate presso la Banca d'Italia. In particolare, possono partecipare all'asta i soggetti sottoindicati, purché abilitati allo svolgimento di almeno uno dei servizi di investimento, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria):

le banche italiane comunitarie ed extracomunitarie di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b) e c) del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 (testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), iscritte nell'albo istituito presso la Banca d'Italia, di cui all'articolo 13, comma 1, del medesimo decreto legislativo.
Le banche comunitarie possono partecipare all'asta, anche se esercitino le attività di cui all'articolo 16 del citato decreto legislativo n. 385 del 1993 senza stabilimento di succursali nel territorio della Repubblica, purché risultino curati gli adempimenti previsti dal comma 3 del predetto articolo 16.
Le banche extracomunitarie possono partecipare all'asta, anche se esercitino le attività di intermediazione mobiliare senza stabilimento di succursali, purché con autorizzazione della Banca d'Italia rilasciata d'intesa con la CONSOB, ai sensi dell'articolo 16, comma 4, del menzionato decreto legislativo n. 385 del 1993;

le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento extracomunitarie di cui all'articolo 1, comma 1, lettere e) e g) del citato decreto legislativo n. 58 del 1998, iscritte nell'albo istituito presso la CONSOB ai sensi dell'articolo 20, comma 1 del medesimo decreto legislativo, ovvero le imprese di investimento comunitarie di cui alla lettera f) del citato articolo 1, comma 1, iscritte nell'apposito elenco allegato a detto albo.
Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi.
Tra tutti questi soggetti, nel corso degli ultimi anni, il ruolo degli specialisti in titoli di Stato è divenuto sempre più rilevante.
Gli specialisti in titoli di Stato sono operatori principali attivi sui mercati regolamentari all'ingrosso dei titoli di Stato selezionati da questa Amministrazione, ai sensi del decreto ministeriale n. 219 del 13 maggio 1999, che abbiano determinati requisiti di patrimonio, di organizzazione, di operatività, al fine di garantire un elevato livello di efficienza e trasparenza al mercato regolamentato all'ingrosso.
Attualmente, 21 banche appartengono all'elenco degli Specialisti in titoli di Stato: ABN Amro Bank N.V, Banca Imi S.p.A., Barclays Bank PLC, Bayerische Hypo und Vereinsbank AG, BNP Paribas, Calyon - Corp. Inv. Bank, Citigroup Global Markets Ltd., Credit Suisse Europe Securities Ltd, Deutsche Bank A.G., Dresdner Bank A.G., Goldman Sachs International Bank, HSBC France, ING Bank N.V., JP Morgan Securities Ltd, Lehman Brothers International Europe, Merrill Lynch International, Morgan Stanley & Co. Int. PLC, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A., Nomura International PLC, Société Générale Inv. Banking, UBS Ltd.
Condizione necessaria per il mantenimento della qualifica di specialista è l'aggiudicazione, su base annua, di una quota di mercato primario in asta non inferiore al 3 per cento del volume emesso dal tesoro.
Gli specialisti hanno alcuni privilegi quali l'accesso esclusivo ai collocamenti supplementari dei titoli e quello alle operazioni di riacquisto titoli.
Per i titoli di Stato a medio e lungo termine, e per i BOT a sei mesi è prevista una riapertura supplementare dell'asta riservata agli Specialisti, per un importo massimo pari al 25 per cento del quantitativo offerto per la prima tranche di ogni nuovo titolo e del 10 per cento per le tranche successive. Tali percentuali, ormai standard, sono fissate nel decreto di emissione e, ove si manifestassero particolari ragioni di opportunità, potrebbero variare.
Come stabilito dai decreti di emissione, ciascuno specialista ha diritto ad acquisire una quota del capitale nominale offerto nella tranche supplementare, che è pari al rapporto fra il valore dei titoli di cui lo specialista è risultato aggiudicatario nelle ultime tre aste «ordinarie» dello stesso titolo, ed il totale complessivamente assegnato agli operatori nelle tre medesime aste.
Nel 2006 sul mercato domestico sono stati collocati titoli di Stato per un ammontare pari a 386 miliardi di euro, così suddivisi: 211 miliardi di BOT; 25 miliardi di CTZ, 22 miliardi di CCT, 116 miliardi di BTP, 12 miliardi di BTP indicizzati all'inflazione dell'area euro.
Per quanto riguarda le ragioni per le quali la Banca Centrale Europea, a partire dal 2002, ha incluso tutte le banconote «fra le passività monetarie delle Banche Centrali Nazionali ai fini del calcolo del reddito monetario», va richiamato in via preliminare l'articolo 32 (comma 2) dello Statuto del SEBC e della BCE, nel quale il reddito monetario oggetto di distribuzione all'interno dell'Eurosistema, ai sensi dell'articolo 32, comma 1, è definito come il reddito annuo ottenuto dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote e dei depositi costituiti dagli enti creditizi; questi attivi devono essere accantonati dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) secondo gli indirizzi stabiliti dal Consiglio direttivo. Il medesimo articolo (comma 3) autorizza il Consiglio direttivo ad adottare un metodo alternativo per un periodo non superiore a cinque anni dall'introduzione dell'euro, qualora ciò fosse ritenuto necessario a causa della disomogeneità nella struttura di bilancio delle Banche centrali nazionali.
Con decisione del 3 novembre 1998 (ECB/1998/NP12), il Consiglio direttivo decise di adottare per gli anni 1999, 2000 e 2001 un metodo semplificato di calcolo del reddito monetario, che non prevedeva l'inclusione delle banconote nell'aggregato delle passività monetarie, tenendo conto del fatto che l'introduzione dell'euro come moneta legale era stata posticipata di tre anni.
Nel 2001 il Consiglio direttivo della BCE tornò in materia (Decisione ECB/2001/16), stabilendo che a partire dal 2002 tutte le banconote dovessero essere incluse fra le passività monetarie; nel solo anno 2002, nel quale ebbe luogo il changeover dalle valute nazionali all'euro, sono state considerate nell'aggregato sia le banconote in euro, che quelle nazionali; dal 2003 queste ultime non sono più entrate nel calcolo del reddito monetario.
Per quanto concerne il quesito relativo al reddito dei «diritti di signoraggio» realizzato dalla Banca Centrale Europea e quanto di questo reddito sia stato redistribuito tra le Banche Centrali Nazionali, si precisa che con Decisione ECB/2001/15, la BCE ha regolamentato l'allocazione all'interno dell'Eurosistema delle banconote in euro in circolazione. Essa attribuisce alla BCE una quota pari all'8 per cento delle banconote in euro messe in circolazione dalle Banche centrali Nazionali; il restante 92 per cento viene ripartito fra le Banche centrali nazionali in proporzioni pari alle rispettive quote di partecipazione al capitale della BCE capital key.
Sulla propria quota di banconote in euro, la BCE ricava un reddito da signoraggio le cui modalità di redistribuzione sono ora contenute nella Decisione ECB/2005/11. Essa prevede che il signoraggio della BCE debba essere redistribuito alle BCN in proporzione al rispettivo capital key, a meno che il Consiglio direttivo decida di trattenerne (in tutto o in parte) il relativo ammontare a causa di: a) una perdita d'esercizio della BCE o un utile netto inferiore all'importo del signoraggio; b) una assegnazione al Fondo di accantonamento a fronte dei rischi di cambio, di tasso d'interesse e di prezzo sull'oro.
Nel seguente prospetto sono riportati i dati relativi al reddito da signoraggio percepito dalla BCE e la relativa redistribuzione.
Signoraggio BCE 2002-727, 2003-698, 2004-733, 2005-868, 2006-1.319.
Redistribuzione alle BCN 2002-6061, 2003-, 2004-, 2005-, 2006-.


1) Una parte del signoraggio fu trattenuta dalla BCE per coprire i costi sostenuti per la costituzione di una riserva di banconote in euro.
Per quanto riguarda le quote di capitale detenute e i nominativi dei soci della Banca
d'Italia e delle Banche centrali nazionali che hanno diritto a partecipare alla ripartizione degli utili della BCE, si fa presente che la partecipazione al capitale della Banca d'Italia è disciplinata dagli articoli 3 e 49 dello Statuto. Il capitale, di ammontare pari a 156.000 euro, è rappresentato da 300.000 quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna. La disciplina della titolarità delle quote di partecipazione fa rinvio alle disposizioni legislative. È, altresì, stabilito che la cessione di quote del capitale avviene solo previo consenso del Consiglio Superiore e su proposta del Direttore «nel rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Istituto e di una equilibrata distribuzione».
Le informazioni concernenti i partecipanti al capitale della Banca d'Italia e le rispettive quote di partecipazione sono pubblicate sul sito www.bancaditalia.it.
Si segnala, infine che, tranne limitate eccezioni, il capitale delle Banche centrali nazionali dell'Eurosistema è interamente pubblico.

Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Roberto Pinza.
Classificazione TESEO:
CONCETTUALE:
BANCA D' ITALIA E BANCHE CENTRALI, BIGLIETTI DI BANCA, DEBITO PUBBLICO, MERCATO FINANZIARIO
SIGLA O DENOMINAZIONE:
BANCA CENTRALE EUROPEA ( BCE )