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1984 10 04 * La Repubblica * Ecco come riciclavamo i soldi sporchi * Franco Scottoni

"E' una pentola in ebollizione, con Buscetta forse abbiamo tolto il coperchio e pian piano riusciremo a scoprire che c' è dentro". I magistrati romani, titolari di numerose inchieste collegate al fenomeno mafioso, stanno ristudiando tutti gli atti istruttori accumulati da alcuni anni. Il più soddisfatto è il giudice istruttore Ferdinando Imposimato. Indagando sulle attività di Flavio Carboni era riuscito a scoprire i legami del faccendiere con la mafia, con la P2, con il terrorismo nero. Il magistrato romano è volato nei giorni scorsi a Losanna. La sua visita forse da collegarsi alla posizione di Carboni dopo che la Cassazione ha annullato il suo mandato di cattura internazionale. Le indagini di Imposimato che nei mesi scorsi sono state inviate a Palermo sono diventate ora, dopo le confessioni di Tommaso Buscetta, molto importanti. E' quanto dichiarano i magistrati siciliani; in particolare affermano che i risultati ottenuti dal giudice romano sul riciclaggio dei capitali mafiosi avvalorano la ricostruzione della piramide mafiosa. Il giudice romano è riuscito a scoprire il ruolo che il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi aveva nel riciclaggio del denaro sporco, gli ingenti capitali che la mafia destinava alle speculazioni edilizie fuori della Sicilia. L' impronta della mafia balzò in primo piano durante le indagini su alcune società di Flavio Carboni. Una società fondata a Roma e denominata "Costa della Ginestra" ha costruito in Sardegna un villaggio turistico. Nella società, oltre Carboni, figuravano come consiglieri Domenico Balducci e Danilo Abbruciati. Balducci era un mafioso della "famiglia" di Di Cristina, il "boss" amico di Bontade, entrambi poi sono stati uccisi dalle cosche rivali. Anche Balducci viene assassinato a Roma da due killer. Gli inquirenti sospettano che sia stato Danilo Abbruciati, l' attentatore di Roberto Rosone, Abbruciati fu colpito a morte dopo l' attentato da una guardia giurata mentre tentava di fuggire. Imposimato ha anche scoperto che nel consiglio d' amministrazione un' altra società di Carboni, la "Vulcanizza", sedeva un altro personaggio in odore di mafia, Ernesto Diotallevi, colui che fornì il passaporto falso a Roberto Calvi. In una terza società, la "Mediterranea", oltre ai personaggi elencati, come consigliere c' era Luigi Faldetta, costruttore edile palermitano. Le centìnaia di miliardi che sono passati attraverso Carboni e poi riciclati dalle tre società sono una piccolissima parte del denaro sporco. C' è infatti una società, la "Sofint", con sede a Roma in via Panama 12, che era capogruppo di altre 140 società fantasma, alcune delle quali nascondono sospettosi passaggi di proprietà. La "Sofint" infine è stata ceduta a Silvio Berlusconi, il potente industriale di "Canale 5" iscritto alla P2. Sono infine emersi i nomi di alcuni terroristi neri che avrebbero avuto a che fare con Diotallevi: Abbruciati e Giuseppucci, quest' ultimo, ucciso a Roma, era stato incriminato per aver fornito armi ai neofascisti. In questo quadro c' è un altro nome, quello di Francesco Pazienza, attualmente latitante dopo che nei suoi confronti sono stati emessi mandati di cattura per associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli inquirenti romani guardano con particolare interesse ai suoi legami con Pippo Calò, uno dei capi mafiosi operante a Roma.