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1990 07 26 * La Repubblica * Andreatta contro il Sabato

Scontro durissimo fra Nino Andreatta e il settimanale cattolico Il Sabato. Al centro, il crack Ambrosiano, quando Andreatta, allora ministro del Tesoro, avviò la liquidazione della banca di Calvi. Ieri il senatore democristiano ha annunciato una querela per diffamazione e la richiesta di due miliardi di danni morali (da girare ad un periodico della sinistra dc) per un articolo pubblicato dal settimanale nel numero del 16 giugno e che Andreatta sostiene ispirato a notizie volutamente false. La tesi del Sabato è che l' allora ministro sapeva tutto sul dissesto del Banco, ma tacque al Parlamento e, d' accordo con la Banca d' Italia, non avrebbe fatto nulla per evitare il crack. Questa tesi si appoggia sulla ricostruzione di un colloquio, avvenuto nel 1981, fra il cardinale segretario di Stato Agostino Casaroli e Andreatta. Traccia della ricostruzione è la deposizione resa ai giudici. In quella sede, riferisce il settimanale, rinviando al verbale giudiziario, Andreatta espresse a Casaroli preoccupazioni sul collegamento Ior-Ambrosiano, aggiungendo di essere in possesso di precisi elementi di valutazione. E' vero il contrario, replica Andreatta. Dal verbale risulta che il ministro espresse a Casaroli il timore che si potesse pervenire a situazioni analoghe a quelle registrate a suo tempo tra Sindona e lo Ior. Aggiunsi dice Andreatta che non avevo precisi elementi di valutazione e ci lasciammo con l' impegno di una informazione reciproca. Questo non che risulta a pagina 4 del verbale giudiziario è invece scomparso dalla ricostruzione del Sabato, consentendo il successivo attacco al suo operato di ministro. Un' omissione voluta, secondo Andreatta, che ha avuto parole durissime con il settimanale vicino a Vittorio Sbardella, accusandolo di ispirarsi al machiavellismo tipico del filone limaccioso della destra cattolica per cui i mezzi sono giustificati dal fine. Il settimanale ha replicato in serata, sorvolando sul problema dell' omissione del non e sulle conseguenze che ne derivano nell' articolo e contestando, un po' contradditoriamente all' ex ministro di essere andato a parlare con Casaroli, pur non avendo elementi di valutazione, ma rimproverandolo perchè, nonostante non avesse questi elementi di valutazioni, non ha denunciato in Parlamento i rischi dell'alleanza Ior-Ambrosiano.