Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

2002 07 18 * Corriere della Sera (Sette) * Il risveglio della massoneria. Nel mondo dei "fratelli". *Claudio Lindner

Dopo lo scandalo P2 e dopo l'inchiesta sui presunti legami con la mafia, sembrava che avesse perso influenza. Ora si assiste a un'inversione di tendenza: gli iscritti aumentano, e perfino Gelli pare "riabilitato". Un potere occulto? Le logge rispondono con un'operazione di trasparenza. Ma gli espelli avvertono: i "migliori" restano coperti dal segreto.

La massoneria in Italia resta un tabù. Pochi ne parlano, molti la temono. Per gli esperti ha perso influenza, per la stragrande maggioranza è sinonimo di potere occulto e complotti. Loro, i massoni ufficiali, rispondono con due parole: glasnost e marketing, vale a dire eliminare quell'alone di mistero che circonda l'istituzione. E quindi scendere in piazza per commemorare Giordano Bruno a Campo dei Fiori, festeggiare il Fratello Wolfgang Amadeus Mozart e il ritorno del Flauto magica all'Opera di Roma con uno sconto del 50 per cento a chi presenta il tesserino del Grande Oriente d'Italia, ricordare Hugo Pratt con un convegno il prossimo novembre sul percorso "iniziatico" di Corto Maltese. E ancora: dibattiti culturali aperti ai "profani", filantropia, riviste, siti Internet.

Poi bastano cinque righe di agenzia Ansa (21 novembre 2001) per far tremare di nuovo le Obbedienze e riportare a galla vecchi fantasmi: "Licio Gelli è stato nominato Gran Maestro onorarlo della Serenissima Gran Loggia nazionale d'Italia. Giorgio Paternò è stato eletto Sovrano Gran Maestro". Ma come, il capo della Propaganda 2 al centro di uno dei maxiscandali italiani torna a intorbidire le acque? Il Goi di Palazzo Giustiniani si affretta a smentire ogni coinvolgimento: "L'associazione che ha teatralmen- riesumato Gelli non c'entra nulla con le Obbedienze storiche presenti in Italia e ha cambiato denominazione dopo le nostre reiterate diffide". Negli ambienti ufficiali la .loggia del principe Paternò di Catania . viene ignorata, considerata "spuria". Tina Anselmi, all'epoca presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2 ma che sull'argomento ora non vuole più intervenire, si limita a dire "che Geni diventa furioso quando viene negata la sua appartenenza alla massoneria". Insomma, gran confusione. "Manca una legge che tuteli, oltre la libertà di associazione anche la denominazione corretta", sottolinea Gustavo Raffi, Gran Maestro del Goi "chiunque può costituire e definire "massoneria" un gruppo senza che ci sia un riconoscimento dalle grandi logge regolari del mondo".

Una vita molto tormentata quella liberomuratoria, che ha oscillato tra l'esaltazione laica, il grande tema della libertà di associazione e le crociate contro le trame occulte e le logge riservate. Rialzatasi dopo le batoste subite durante il fascismo, l'istituzione ha dovuto fare sempre i conti con gli ostacoli frapposti dal Vaticano che solo nel 1983 ha tolto la scomunica all'iniziazione. Un compromesso, quello raggiunto dalla Chiesa, forse anche imposto. dalla realtà dei fatti, a giùdicare dalle rivelazioni del sacerdote lombardo don Luigi Villa, riportate dal quotidiano La Padania, sulle infiltrazioni in San Pietro. Tra i Figli delle Vedove, secondo don Villa, figurano molti collaboratori di Paolo VI, due potenti segretari di Stato come Fean Villot e Agostino Casaroli, l'ex presidente dello Ior, Paul Marcinkus, coinvolto nello scandalo Sindona. Nonché monsignor Francesco Marchisano, recentemente nominato Vicario generale dello Stato Vaticano e arciprete della Basilica.

C'è poi il capitolo della ricostruzione economica del dopoguerra, con le divisioni tra finanza cattolica e finanza laica, quest'ultima con rapporti talvolta provati talvolta no con la massoneria. Erano affiliati Gino Olivetti e Vittorio Valletta, fonti romane assicurano che lo fosse il senatore Gasare Merzagora, per qualche tempo presidente delle Assicurazioni Generali. Su Enrico Cuccia, fondatore assieme a Raffaele Mattioli di Mediobanca e protagonista di uno scontro frontale con Sindona, le voci sono invece discordanti. Di sicuro era un dichiarato e importante massone 'il suocero Alberto Beneduce. Lo è stato Carlo De Benedetti, che ha poi abbandonato "per la delusione provata dal livello delle riunioni alle quali ebbe ad assistere" (Storia della Massoneria italiana dello studioso Aldo Mola). E lo erano molti manager di Stato.

La massoneria sta ora cercando un secondo rilancio per uscire da una crisi ventennale iniziata con il trauma della P2 (che coinvolse anche il vertice della Rizzali e del Corriere della Sera) e proseguita nel 1993 con la bufera Cordova, quando (allora procuratore di Palmi avviò un'indagine in Sicilia su presunti legami con la mafia arrivando a sequestrare le liste degli iscritti in tutta Italia (l'inchiesta fu poi archiviata). La commissione parlamentare arrivò alla conclusione che la P2 voleva scolpire la sovranità dei cittadini" mentre la magistratura assolse tutti dall'accusa di finalità cospirative insistendo invece sulle trame finanziarle, fiscali e sul depistaggio nelle stragi: A mettere fuori legge la P2 fu Giovanni Spadolini, massimo storico e amante del Risorgimento (al quale proprio i massoni fanno riferimento).

E Licio Galli che fine ha fatto? Ha 83 anni ed è agli arresti domiciliare nella sua Villa Wanda di Arezzo dove sconta la pena di 12 anni per la bancarotta dell'Ambrosiano. Negli anni Ottanta e Novanta la ritirata è inevitabile. Spariscono le logge coperte, il Consiglio supremo della magistratura e la Corte di cassazione definiscono "inopportuna" l'adesione dei giudici. Gran parte dei vip abbandonano. "Oggi i migliori sono "in sonno"", dice Mola, forse il maggior conoscitore della massoneria, "alcuni si sono iscritti a logge in altri Paesi, ma è difficile saperlo, perché le liste sono segrete".

UN BOOM DI ADESIONI

Non esiste un censimento dei Fratelli, anche perché a fare outing sono in pochissimi. Le fonti, quindi, non possono che essere interne. Il Goi, l'istituzione più grossa, ha da poco superato i 14 mila iscritti (tutti uomini, per statuto e tradizione) e le 556 logge. La Gran Loggia d'Italia (Gldi), la seconda per importanza staccatasi dal Goi nel 190$ dopo la battaglia parlamentare sull'insegnamento della religione a scuola, ne ha 8.500 (1.500 sono donne). Terza per dimensione è la Gran Loggia Regolare, frutto di una scissione dal Goi a opera dell'allora Gran Maestro Giuliano Di Bernardo che provocò forti polemiche ma riuscì a farsi riconoscere dalla Gran Loggia d'Inghilterra. Completa il quadro una giungla di qualche decina di sigle, tutte simili una all'altra, da far venire il mal di testa.

A sentire i Gran Maestri delle due principali istituzioni negli ultimi mesi c'è stata un'esplosione di domande in Italia. "Questa settimana" (venerdì 28 giugno, ndr), racconta Luigi Danesin (Gldi), veneziano, 70 anni, consulente di diritto del lavoro (nel suo studio lavora anche il nipote Alessandro, parlamentare europeo di Forza Italia), "ha firmato una cinquantina di nuove richieste, molte sono di giovani, anche ventenni". "Nel 1999 abbiamo ricevuto 2.075 domande", incalza Gustavo Raffi (Gol), 58 anni, avvocato di Ravenna, che vanta di essere stato uno dei grandi accusatori interni di Gelli, "nel 2001 erano già 1.351, e continuano a crescere". La regione leader è da sempre la Toscana, seguono Piemonte; Calabria e Lombardia. L'Umbria ha la densità più alta di massoni: nove ogni 10 mila abitanti. Ma logge "italiane" esistono anche a Londra, New York, Miami, Praga.

E l'identik? L'età media è scesa a 42 anni per il Goi e a 50 per la Gldi, il 58 per cento ha un titolo universitario (dati Goi), sono liberi professionisti, imprenditori, manager pubblici e privati, direttori d'orchestra, pensionati "di alto profilo". "Abbiamo circa 700 medici", spiega Danesin, "e 370 avvocati, molti capitani d'industria, tutti preoccupati che si sappia...". Vige l'autofinanziamento, ognuno versa circa un milione di vecchie lire all'anno. Serietà e controllo sulle "iniziazioni" vengono garantiti. "Dalla richiesta all'ammissione definitiva passano sei mesi", dichiara il capo della Gldi, "una lunga "tegolatura" (la relazione stesa da due Fratelli, diversi da quelli che hanno presentato l'amico aspirante alla loggia) e tre votazioni segrete. Il Gran Maestro ha comunque l'ultima parola. La nostra è una struttura piramidale, qui non possono esistere P2". Anche Raffi sposta l'attenzione sul lato intimistico: "Il massone ha molta curiosità intellettuale, è un uomo che cerca soprattutto se stesso. Io mi sono occupato tanto di storia, filosofia e politica (è stato segretario regionale del Partito repubblicano, ndr), ma solo qui ho trovato delle risposte. E così succede oggi a tanti giovani".

QUEL SEGRETO CHE RESISTE

Ciò che divide nettamente i massoni dal resto del mondo è il segreto ("riservatezza" precisano i Gran Maestri), incomprensibile ai più nell'epoca della democrazia occidentale, di Internet, dei satelliti e via dicendo. "Non aderirei mai a un club se sapessi che gli iscritti sono persone come me", diceva una celebre battuta di Groucho, uno dei quattro fratelli Marx. Per i "fratelli" è esattamente l'opposto. Ancora oggi il "segreto iniziatico" è una regola d'oro sulla quale non si transige. Io posso dire di essere un massone, ma non rivelare i nomi degli altri appartenenti alla loggia. Lo si sa dunque dei morti illustri, da Garibaldi a Cavour, da Fermi a Carducci e Pascoli, da Totò a Gino Cervi e Amedeo Nazzari. Lo si ignora dei viventi, tranne qualche eccezione come Alessandro Meluz- Fabio Roversi Monaco, Valerio Zanone, lo scrittore Paolo Maurensig.

La segretezza è sempre stata un punto di forza. Nel Settecento e nell'Ottocento per aiutare la battaglia dell'opposizione ai totalitarismi e nella seconda metà del Novecento soprattutto per favorire le reti di affari politici e finanziari. I massoni ufficiali negano di essere un'associazione segreta: "Siamo sull'elenco telefonico, tutti possono visitare le nostre sedi". La Gldi ha recentemente avviato. una campagna di sensibilizzazione politica per chiedere l'abolizione di quelle norme presenti in alcuni statuti regionali che pongono veti nell'amministrazione pubblica (Toscana, Emilia, Liguria, Piemonte, Lazio e Friuli). Danesin è stato ricevuto dall'ex ministro degli Interni, Claudio Scajola, e due mesi fa ha scritto una lettera a Gianfranco Fini, come vicepresidente del Consiglio e soprattutto come leader di Alleanza nazionale, "un partito che prevede discriminazioni nello statuto". Tenterà, dice, anche con il vertice della Lega, la più ostile nei fora confronti.

PIÙ TOLLERANZA ALL'ESTERO

I Gran Maestri puntano tutto sulle due sentenze emesse nel 2001 dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo. La prima, su ricorso del Goi, va contro una legge della Regione Marche che obbliga i concorrenti a cariche pubbliche a una dichiarazione di non appartenenza a logge. La seconda dà ragione a un magistrato di Monza, sottoposto a procedura disciplinare nel 1994 perché ex Fratello.

La Corte di Strasburgo riflette forse l'atteggiamento più tollerante che c'è negli altri Paesi, dove la massoneria resta molto radicata e influente pur se insidiata da altri poteri forti come le lobby o le grandi élite che si raccolgono nella Commissione Trilaterale e nel gruppo Bilderberg.

I liberomuratori nel mondo sono circa sette milioni, dei quali due milioni e mezzo negli Stati Uniti. Si racconta che solo quattro presidenti americani non siano stati Fratelli (tra questi il cattolico John Kennedy e che lo stesso George Bush abbia giurato sulla Bibbia massone custodita nel Tempio di Washington. Molto potente resta nel Regno Unito (250 mila gli affiliati), dove è nata nel 1717, anche se il laburista Tony Blair ha duramente attaccato la segretezza delle logge che ritiene siano un grande serbatoio per la classe dirigente conservatrice. I "freemasons" hanno risposto con una campagna di immagine studiata da una società di pubbliche relazioni. A fine giugno hanno organizzato una raccolta fondi per beneficenza distribuendo T-shirt con la scritta: "Io sono un massone".

In Francia gli iscritti sono 130 mila, circa 5 mila quelli che contano nelle stanze del potere. Alcuni sono stati coinvolti nei recenti scandali politico-finanziari, ma ciò non ha impedito a Jacques Chirac, in vista delle elezioni presidenziali, di invitare all'Eliseo i Gran Maestri delle nove principali Obbedienza e al primo ministro dell'epoca, Lia nel Jospin, di andare ospite a colazione nella sede del Grande Oriente di Francia a Parigi. I massoni hanno ricambiato in maggio, alla vigilia della sfida Chirac-Le Pen, invitando con un comunicato a votare per il presidente uscente (il Fronte nazionale è da sempre considerato un acerrimo nemico).

In Italia tra i principali promotori di interpellanze e interrogazioni parlamentari a sostegno dei diritti dei massoni c'è sempre stato il se natore Marcello Pera, ora presidente di Palazzo Madama. "Lo vedrò a Lucca", annuncia Danesin, "il mio predecessore Franco Franchi lo conosceva molto bene".

SONO POCHI I "FRATELLI" DICHIARATI

Eccezioni: l'ex segretario del Pli Valerio Zanone, l'ex rettore dell'università di Bologna Fabio Roversi Monaco e lo psichiatra Alessandro Meluzzi.

INTERVISTA AD ANNA GIACOMINI

Sebben che siamo donne, andiamo al Tempio

A Giacomini (foto), scrittrice ed ex antiquaria "felicissima nonna" di 60 anni, è diventata massone nel 1992: "Nel tempio", racconta, "si impara ad ascoltare, è una scuola per tutti noi: ci si pub esprimere quanto si vuole, si pub intervenire sa quanto detto da altri, ma senza tare polemica. Esiste un dialogo vero, l'interlocutore viene rispettato".

Ma che utilità ha il segreto, regola d'oro della massoneria? "Chi partecipa", risponde, "acquisisce una ricchezza che si rischia di perdere se viene comunicata".

Paola Neuhaus, ex fotografa, à iscritta da sedici anni, ma ha cambiato

Obbedienza una volta per passare da una tutta al femminile a una mista "e avere un'esperienza di dialogo più ampia". "Ci si aiuta a vicenda", spiega, "quando un

"fratello" o una "sorella" sono indigenti o stanno male ferma restando che il mondo interno è come quello fuori. Non à detto che ci vogliamo tutti bene a ogni costo".

Le donne in massoneria sono 2.500-3.000 (ma anche qui non esiste art censimento), la maggioranza fa parte della Gran Loggia d'Italia, obbedienza mista, a differenza dei Grande-Oriente, più tradizionale e dogmatico. Esistono poi alcune logge solo femminili con qualche centinaio di affiliato. Il Gran Maestro, Giuseppe Garibaldi, attestano documenti dell'epoca, "inizia" una donna nell'Ottocento, quando in Francia e in Germania già esistevano società androgine.

In Italia è solo dalla metà degli anni Settanta che la massoneria femminile ha presa qualche consce; sulle tracce di Anita Garibaldi, Eleonora Duse, Marisa Bettola.

Il "maschilismo" del Grande Oriente ha salvato le donne dalla P2 e dall'onta della lista di Licio Galli. Anche se un rivolo dello scandalo è arrivato a una loggia femminile di Palermo costituita sotto la spinta di Giuseppe Miceli Crimi piduista, salito agli onori delle cronache come il medico dal quale il bancarottiere Michele Sindone si fece sparare al braccio per rafforzare la messa in scena del finto sequestro siciliano.

Maggioranza MENO OSTILE

In effetti il rilancio della massoneria esoterica trova il terreno fertile nell'establishment nuovo che governa il Paese.

"C'è in alcune persone che fanno parte della maggioranza minor ostilità", dice Mola, sottolineando comunque come in altri Paesi l'influenza sia ben più forte che da noi. In Parlamento, secondo i Gran Maestri, non ci sarebbero che una decina tra deputati e senatori. Ma Danesin non si lamenta di questo: "C'è una schiera di "amici", non iscritti, ma è meglio così altrimenti si rischia di ricreare una situazione tipo P2: perché mai dovrei vantarmi di quel parlamentare o ministro massone?".

L'attenzione di Pera ai temi delle libertà individuali dei "Fratelli" non può che essere condivido dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, massone in sonno quale iscritto alla P2, "non un titolo di demerito". Come disse a Telelombardia. "Iniziato" nel gennaio 1978, il Cavaliere sostenne durante il processo che "in quella loggia c'erano persone di fronte alle quali togliersi tanto di cappello". Fu assolto come tutti gli altri dall'accusa di cospirazione politica.

Certamente tollerante è Antonio Martino, ministro della Difesa: non figurava nella lista della P2, ma secondo quanto risulta nell'Archivio storico della Camera fece domanda di ammissione il 6 luglio 19$0 introdotto da tre professori. La procedura non venne perfezionata perché poco dopo scoppiò lo scandalo.

L'apparato militare è sempre stato uno dei più sensibili al richiamo delle logge soprattutto quando prevale il filoatlantismo incondizionato.

II curriculum del neoministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, presenta invece rapporti stretti con un altro sardo doc, Armando Corona, ritenuto l'epuratore di Gelli e guida del Goi dopo la P2. La carriera politica di Pisanu subì un arresto negli anni Ottanta, quando si dovette dimettere da sottosegretario al Tesoro a seguito delle polemiche scaturite dopo la sua deposizione sui rapporti con Flavio Carboni e Roberto Calvi.

Più risorgimentale e ideale è la sintonia del livornese Carlo Azelio Crampi con la massoneria. Sul presidente della Repubblica sano girate molte voci, mai suffragate da dati certi, e lui ha sempre categoricamente smentito di essere stato iscritto. Certo è che la decisa campagna di rivalutazione dei simboli patriottici, la bandiera italiana e l'inno di Mameli (massone doc), trova il plauso sincero del Gran Maestro Raffi (Gol). E l'Associazione mazziniana presieduta da Maurizio Viroli ("Circa il 30 per cento dei nostri 3 mila soci sono massoni, come Giuseppe Mazzini"), ha nominato Ciampi socio onoraria.

Non mancano dunque i presupposti per un risveglia della massoneria nei quartieri alti dell'establishment italiano. Se non appare molto coerente con le ambizioni del governo Berlusconi la battaglia promossa dal Grande Oriente d'Italia per rafforzare la scuola pubblica, piacciono certamente alla massoneria internazionale la spinta fi- e la politica liberista in economia.

Forte è da sempre nelle università, dove le cordate di Fratelli dominano i concorsi pubblici e le promozioni in cattedra soprattutto nelle facoltà di Medicina (i "si dice> sono tanti, ma nessuno si arrischia di fare i nomi in pubblica). Le voci corrono tuttora nei settori militari, dei servizi segreti, nell'amministrazione pubblica in generale, si stemperano nel mondo "spaventato" della Giustizia.

E l'ultimo tam tam riguarda niente meno che le nomine della Rai, dove presidente e direttore generale "non sarebbero malvisti" dalla massoneria.

I "NON OSTILI" DEL NUOVO GOVERNO

II presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: era iscritto alla loggia P2, attualmente è "in sonno".

Ex aspirante
ll ministro dalia Difesa Adonio Martino: chiese l'iscrizione alla P2, ma non fece in tempo a entrarvi.

Buoni rapporti.
II neoministro degli Interni Giuseppe Pisanu: aveva rapporti stretti con Armando Corona, ritenuto l'epuratore di Gelli e guida del Goi dopo la P2.