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2008 03 06 * Il Sole 24 Ore * Fu Bankitalia la vera mente della scalata * Giuseppe Oddo, Beatrice Rioda

I burattinai della scalata su Bnl vanno ricercati in Banca d'Italia.«Risulta infatti che precisamente a partire dal 18 marzo 2005 si ritenne plausibile da chi era interessato a promuovere una cordata italiana che contendesse Bnl al patto guidato dal Bbva coinvolgere l'Unipol quale capofila».

Esordisce così il documento della Guardia di Finanza allegato agli atti della Procura di Milano depositati al termine delle indagini condotte dal sostituto Luigi Orsi.

«Quando ancora il tema della scalata Bnl non era neppure sfiorato dagli uomini di Unipol, esso costituiva già una preoccupazione per il governatore della Banca d'Italia Fazio».

Secondo le Fiamme Gialle, è l'ex Governatore l'eminenza grigia dell'Offerta su Bnl che sarà annunciata dall'Unipol di Giovanni Consorte il 18 luglio 2005.

Conferma Gianfranco Boni, ex direttore generale della Bpi di Gianpiero Fiorani: «La prima volta che ho incontrato il Governatore è stato nella seconda metà di febbraio (2005, ndr); l'argomento di discussione era Bnl in quanto il Governatore pensava che AntonVeneta fosse stata comunque posta in mani italiane mentre su Bnl non era ancora chiaro quale fosse il partner italiano di riferimento».

Altro elemento di prova. Fazio e il capo della Vigilanza di via Nazionale, Francesco Frasca, si guardano bene dal recarsi a un incontro tra banchieri che si svolge il 18 marzo 2005 a casa del cementiere- editore-immobiliarista Francesco Gaetano Caltagirone. La spiegazione di Boni: «Banca d'Italia (cioè Fazio e Frasca, ndr) preferiva mantenere una posizione coperta o defilata in quella circostanza».

Alla riunione aveva anche partecipato l'amministratore delegato di Popolare Italiana, Fiorani, che aveva ricevuto da Fazio il mandato di esplorare le intenzioni del "contropatto", ovvero del suo deus ex machina Caltagirone, cui faceva capo una quota determinante di Bnl (circa il 27%). Proprio il 18 marzo gli spagnoli del Bbva avevano annunciato un'Offerta di scambio su Bnl. La mossa, che aveva spinto il Banco di Verona e Novara a ritirare la sua offerta su Bnl, metteva in pericolo l'identità nazionale della banca romana e induceva Fazio a convocare Fiorani per preparare il terreno a una controffensiva tutta italiana.

Il 12 luglio 2005 mancano sei giorni all'annuncio dell'Opa da parte di Unipol. Consorte chiama Frasca: sono le 18,21 e i due vengono intercettati dalla Guardia di Finanza. Consorte: «Prima le do delle informazioni e poi le dico di un problemino...Con i signori immobiliaristi...chi compra sono Crédit Suisse, Nomura e Deutsche Bank che prendono il 4,99 a testa...Poi comprano le cooperative il 4%...e compra Hopa... Quindi noi abbiamo sostanzialmente collocato il 27% dell'ingegner Caltagirone e dei suoi soci... Le banche che fanno patto con noi (gli istituti italiani Bper, Bpi, Carige e Popolare di Vicenza, ndr) oggi detengono il 9,37%...noi abbiamo il 10% e siamo in attesa del 5%, quindi noi abbiamo il 51,7%, quindi avremmo raggiunto l'obiettivo». A questo punto il numero uno di Unipol chiede «conforto» a Frasca scrive la Finanza «perché si valuti l'operazione esclusivamente alla stregua dei parametri vigenti nell'estate 2005 e non in base a quelli che sarebbero entrati in vigore pochi mesi dopo, nel gennaio 2006, che avrebbero reso la scalata di Unipol «non autorizzabile ». Gli risponde Frasca: si attenga ai parametri del 2005.

Un'ultima stilettata gli investigatori la riservano alla Consob di Lamberto Cardìa. Il 12 luglio Consorte riceve una telefonata dal deputato bolognese dello Sdi, Angelo Piazza, ministro della Funzione pubblica durante il governo D'Alema.Piazza,che ha parlato con Cardia, rassicura Consorte che Consob «non gli sta addosso».

Conclusione della Finanza: «Il clima è collaborativo».