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2009 08 23 * CortinaIncontra * AL DI QUA E AL DI LÀ DEL TEVERE
Dalla storia Rizzoli-P2-Calvi-Marcinkus a quella dello Ior e della finanza vaticana, uno spaccato dell’Italia che fu. Che fu?

AL DI QUA E AL DI LÀ DEL TEVERE

Dalla storia Rizzoli-P2-Calvi-Marcinkus a quella dello Ior e della finanza vaticana, uno spaccato dell’Italia che fu. Che fu?
domenica, 23 agosto 2009 ore 18.00 - PalaInfiniti

Ne parlano
Gianluigi Nuzzi, giornalista Panorama, autore de “Vaticano S.p.A.” (Chiarelettere)
Angelo Rizzoli, produttore cine-tv, ex presidente Rizzoli
Massimo Teodori, editorialista, autore de “Storia dei laici nell’Italia clericale e comunista” (Marsilio)

Conduce: Enrico Cisnetto, editorialista, ideatore e responsabile “Cortina InConTra”

Cosa lega una delle più sfortunate vicende del capitalismo italiano, quella della Rizzoli degli anni Ottanta che fece esplodere il caso P2 e portò nelle mani di Gianni Agnelli il controllo del Corriere della Sera, alla storia degli intrecci tra Vaticano e grande finanza che hanno avuto nello Ior, la banca della Chiesa, lo strumento di tante spericolate operazioni, a cominciare da quelle del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi? Che ruolo hanno davvero avuto in Italia uomini come Licio Gelli e monsignor Marcinkus? Si tratta di vicende ormai passate, o che possono ancora riemergere? Per rispondere a domande così difficili nessuno è meglio di Angelo Rizzoli, che nel 1982 perse il controllo della casa editrice che porta il suo nome, fondata dal nonno, finendo per ben 13 mesi in carcere salvo essere assolto molti anni dopo, vittima della congiura di forze di cui gli chiederemo di raccontarci. E, oltre a lui, chi meglio può svelarci i segreti di molte storie ancora oscure se non il giornalista che con il libro “Vaticano S.p.A.” è in testa alle classifiche di vendita nel campo della saggistica? Senza contare che Teodori, da ex parlamentare radicale, può attingere alla memoria e al suo archivio per fornirci ulteriori spiegazioni. Senza paura di dire qualcosa di “scomodo”. Da non perdere.

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bozza di trascrizione

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IOLE CISNETTO. Benvenuti a questo secondo appuntamento domeni-cale di Cortina incontra, un benvenuto anche a chi ci continua a seguire dal canale 872 di Sky e dal sito wwwCortina incontra.it.
Vi ricordo ancora che questa sera alle 22 all'Hotel Miramonti ci sarà un altro incontro dal titolo: “Laici razza in estinzione”, i partiti che li rappresentavano non ci sono più e i cattolici si interrogano su questo tema e Massimo Teodori autore del volume “Storie dei laici nell'Italia clericale comunista, di Marsilio e Davide Giacalone editorialista di Libero e autore del volume “Good morning Italia” di Rubettino.
E adesso veniamo all'appuntamento di questo pomeriggio. Al di qua e al di là del Tevere è il titolo che abbiamo dato a questo incontro, dalla storia Rizzoli, P2, Calvi e Marcincus, a quella dello Ior e della finanza vaticana, e ne parliamo con l'autore del volume: Vaticano Spa, giornalista di Panorama Gian Luigi Nuzzi, buon giorno, benvenuto, grazie; con l’ex presidente Rizzoli, produttore cine Tv Angelo Rizzoli e con l’autore del volume “Storia dei laici nell'Italia clericale comunista di Marsilio” editorialista Massimo Deodori, buongiorno Massimo, ben tornato.
Federico Dalla Rosa, Fred, il nostro vignettista. E a condurre Enrico Cisnetto.
Vi ricordo anche che i libri sono, come di consueto, in vendita in fondo alla sala e gli autori saranno disponibili per gli autografi al termine della manife-stazione.
Buon ascolto.


ENRICO CISNETTO. Grazie Iole. Allora questa sera abbiamo messo insieme due argomenti che, apparentemente possono sembrare diversi e sepa-rati, ma che in realtà troverete poi che confluiscono in un unico grande ragionamento, ricordo, rievocazione di vicende che con un punto interrogativo noi ci siamo chiesti se sono cose che furono o che sono, nel senso che la storia Rizzoli, P2, Calvi, Marcincus, Ior sono uno spaccato sicuramente di un'Italia che fu, ma ci domandiamo se appartengono solo al passato o se, in qualche modo, sono ancora presenti magari sotto forme diverse, con personaggi diversi e in situazioni diverse.

Da un lato c'è questo libro che ha venduto 130 mila copie in tre mesi, che è stato primo o secondo in queste settimane, nella classifica dei libri più venduti in Italia per la parte saggistica, è un libro che Gian Luigi Nuzzi che io conosco bene perchè ho avuto il torto di non convincerlo a non fare il giornalista quando era piccolo, perchè ha lavorato con me alle sue prime armi, giornalista di quelli che vanno a scavare e in questo caso più che a scavare ha preso un paio di valigie e adesso ci racconterai che cosa è successo esattamente, piene di documenti, documenti che riguardano la storia dell'istituto opere religiose altrimenti detto Ior più famoso perchè un monsignore, un certo Marcincus né è stato a capo per diversi anni e diciamo che ha calcato le scene della cronaca italiana per molto tempo e per diversi motivi.

Questo libro nasce dal fatto che un esponente importante del Vaticano, un esponente che si chiamava Monsignor Renato Dardozzi nato nel 1922 e morto nel 2003 diventato prete soltanto più che cinquantenne, ma con una carriera vaticana fulminante, carriera che ha fatto a ridosso di Monsignor Casaroli prima e di Monsignor Sodano dopo, questo Dardozzi era il possessore di tutta la documentazione, non quello che aveva visto ma la documentazione cartacea, con le pezze d'appoggio contabili di tutte le attività finanziarie dello Ior, l'istituto finanziario del Vaticano. Questo signore è morto ma alcuni anni dopo, per sua volontà testamentaria, questi documenti sono venuti fuori.

Allora chiedo subito a Nuzzi perchè questo signore ha deciso, prima di morire, che post mortem avrebbero dovuto venire fuori queste carte, perchè ci sono voluti sei anni prima che questo accadesse, perchè sei stato tu il prescelto, sei tu che sei andato a cercartele o sono loro che sono venute da te, e poi che cosa, poi entriamo successivamente nel merito ma nel primo impatto vorrei che tu ci spiegassi cosa complessivamente contengono, quali sono gli elementi importanti che contengono.

Partiamo però con ordine. Chi era Dardozzi e perchè ha deciso di lasciare questa indicazione testamentaria?


GIAN LUIGI NUZZI. Innanzitutto buonasera a tutti e grazie a Cortina incontra di aver avuto l'attenzione di invitarmi a raccontare questo libro del quale si parla poco, pochissimo.

Dardozzi era una figura centrale in quelle che sono state le finanze occulte del Vaticano dopo gli scandali a tutti noi un po' noti che erano quelli di Marcincus, di Roberto Calvi, di Michele Sindona, cioè l'orologio della nostra coscienza si fermava al crac dell'Ambrosiano.

Renato Dardozzi conquista posti, come ha detto giustamente Cisnetto, di rilievo nella Santa Sede, collaborando proprio a gomito prima con il Segretario di Stato il Cardinale Casaroli poi con Sodano, e si occupa di raddrizzare le vicende finanziarie peggiori, i soldi peggiori che transitano nello Ior, la banca del Papa. Lo fa in assoluta discrezione, non troverete mai una dichiarazione, una intervista, una fotografia di Renato Dardozzi, eppure è stato l'unico sacerdote a far parte di quella commissione che nel 1984 definì, liquidò, commissione mista tra Italia e Vaticano, tre membri per l'Italia, tre membri per il Vaticano, e come dire si definì in 242 milioni di dollari il contributo volontario del Vaticano per sfilarsi dalla vicenda Ambrosiano.

Tre membri del Vaticano e l'unico sacerdote era Dardozzi. Questo gli permette di salire subito ai piani alti del Vaticano, Dardozzi è uno dei pochissimi italiani il giovedì a pranzo a mangiare con Papa Woityla, è l'unico che ha libero ingresso alle carte del Vaticano ma soprattutto alle carte dello Ior, tant’è che questo archivio non è un archivio di carte che lui sottrae, cioè non siamo di fronte a un Mitrokin per intenderci, un impiegato di bassa caratura, qui abbiamo un consulente stimatissimo all'interno del Vaticano e lo dimostra il silenzio totale, da parte del Vaticano, a tre mesi dall'uscita di questo libro, cioè il Vaticano ha deciso di non parlare.

Cosa racconta questo libro in grande sintesi? Racconta che il sistema Marcincus è continuato per anni, anni e anni dopo la vicenda Ambrosiano; non c'era più Marcincus, c'erano i sui eredi chiamiamoli così, cioè personaggi monsignori e laici che hanno mantenuto un sistema di potere intestato di conti correnti intestati a fondazioni dai nomi allucinanti, dai nomi rivoltanti per fedeli e non fedeli perchè, vedete, intestare un conto corrente fondazione lotta alla leucemia e poi su questo conto non transitano soldi per combattere la leucemia ma transita una tranche della tangente Enimont ecco ciò non è esattamente una cosa indifferente.

Questo è un conto come ce ne sono altri, fondazione fondo Madonna di Lourdes, fondazione aiuto bambini poveri, cioè De Bonis mentre Marcincus sta per uscire di scena, traccia come dire una costellazione di conti sui quali transitano 276 milioni di euro, con la rivalutazione del cambio, in pochissimi anni. E' un pezzo di storia italiana che continua e si inabissa per evitare mani pulite, poi lo vedremo insomma, tanto per dirne una, il primo conto che viene aperto si intitola Fondazione Cardinale Francis Pelman, questo conto a differenza di tutti noi, la banca gli riconosce al correntista un interesse del 9%, dall'archivio di Dardozzi emerge in maniera convergente che il potere di firma su questo conto è quello di Giulio Andreotti.

Avere un conto allo Ior non è cosa da tutti, su quel conto transitano 60 miliardi, su quel conto transita un pezzo anche lì della tangente Enimont e per tutta una serie di depistaggi che nel libro si raccontano, Andreotti non finirà coinvolto in mani pulite.

Come si arriva a Gian Luigi Nuzzi? E' molto semplice....


ENRICO CISNETTO. ma soprattutto perchè Dardozzi che vede tutte queste cose in vita poi decide, prima di morire, che queste carte che lui ha raccolto e custodito in uno strano posto nel Canton Ticino, poi devono essere consegnate a qualcuno? Perchè una cosa è certa: ognuno può pensare dopo aver letto questo libro e sentito parlare Nuzzi che questo sia giusto o sbagliato, ma tutto quello che dice Nuzzi è confortato da carte. Ora o qualcuno le ha fabbricate false o se no, evidentemente queste carte qualcosa vogliono dire. Peraltro al di là di quelle pubblicate nel libro, la casa editrice a chiare lettere ha aperto un sito che tra l'altro è super consultato, ho scoperto, dove c'è tutta questa documentazione.

Ci sono delle schede fotocopiate, ci sono diversi elementi, nel libro.


NUZZI. Allora io volevo fare una premessa ma veramente di venti secondi. Questo non è un libro contro la Chiesa, non è un libro contro i credenti, questo è un libro inchiesta, ho trovato un archivio, ho fatto un accordo con l'editore, mettiamo l'archivio su Internet dove chiunque lo può consultare gratuitamente, quindi non c'è nessun tipo di operazione commerciale, e cerco nel libro di ricostruire questa storia.

Perchè sono venuti da me? Ma più che da me sono venuti gli esecutori testamentari a Panorama, io ho lavorato al giornale, siamo alla fine del 2007, bussano questi esecutori testamentari a Panorama, vanno da Bel Pietro all'epoca direttore di Panorama, dicono che hanno documentazione riservata dello Ior, lettere inviate anche al Papa e poi le vedremo, cioè qui siamo ai piani veramente nobili dei sacri palazzi, nasce una consultazione, loro vogliono dare queste carte, si pensava a una copertina di Panorama, io poi dopo mesi ho accesso a questo archivio e mi accorgo che siamo di fronte a un materiale di cinque, seimila documenti, solo per vederli, leggerli e metterli insieme ho impiegato un anno, un anno e mezzo.


ENRICO CISNETTO. Chi sono questi eredi di Dardozzi? Che cosa fanno nella vita?


GIAN LUIGI NUZZI. Sono degli esecutori testamentari, persone che stavano a lui vicine e che ovviamente hanno chiesto l'assoluto anonimato, sono persone che hanno rischiato molto più di me prima nel mantenere questa documentazione; questa documentazione finisce nel Canton Ticino non che Dardozzi l'abbia mandata evidentemente nel Canton Ticino, finisce nel Canton Ticino perchè gli eredi, gli esecutori testamentari avevano cercato un posto che potesse sfuggire....

Cioè teniamo anche presente: perchè Dardozzi rende tutto noto, dopo la morte? Dopo la morte e non prima perchè sono gli anni segnati dal sangue e dai misteri, cioè sono anni in cui Sindona beve un caffè, sono gli anni in cui viene ritrovato Calvi sotto il ponte dei Frati Neri, sono anni in cui Papa Luciani che voleva cacciare dei monsignori tra i quali ci sono anche quelli del mio libro e quindi c'è una continuità, viene trovato morto seppur per morte naturale finora così dicono le autopsie, Papa Luciani, dopo trentatrè, trentadue giorni di pontificato viene trovato morto nel suo letto. Cioè Dardozzi non aveva la capacità e la possibilità di emergere prima.

Poi c'è un fatto particolare che io credo che lo abbia spinto perchè, vedi Enrico, in questo archivio ci sono due certificati medici: c'è il certificato medico di un attuale consigliere economico del Vaticano che rischiava di finire arrestato durante mani pulite e c'è l'agenzia dell'Ansa delle ore 14,23, dove si annuncia l'arresto e poi c'è un fax con questo certificato medico nel quale si certifica una metastasi diffusa sul corpo di questo consigliere economico del Vaticano tre ore dopo, stilata da un primario di un ospedale di Roma, era una metastasi talmente devastante che questo signore bontà sua, fortuna sua è ancora in vita. Questo è un certificato medico.

Poi c'è un altro certificato medico che riguarda una ragazza che si chiama Francesca Dardozzi, questa ragazza era stata adottata da Renato Dardozzi prima che Renato diventasse sacerdote, lui diventa sacerdote a 54 anni. Questa ragazza aveva dei problemi di deambulazione, aveva dei ritardi psichici e dei ritardi motori, questo c'è scritto su questo certificato.

Dardozzi nel 1999 per garantire le cure e l'assistenza, sentendo la morte che gli si avvicinava, morirà nel 2003, scrive a Sodano e chiede a Sodano, questo non lo troverete nel libro, chiede a Sodano di riconoscergli una intermediazione immobiliare, lui aveva venduto una proprietà del Vaticano allo Stato italiano, aveva venduto Villa Schifanoia che è una villa alle porte di Firenze, e l'aveva venduta allo Stato italiano.

Mi riconosci questa intermediazione immobiliare? I soldi mi servono per aiutare mia figlia adottiva che ha bisogno di assistenze, e solo qualcuno che ha un parente afflitto da questo tipo di problemi può capire l'angoscia che si ha in veneranda età da garantire allo stesso un'assistenza.

Manda la documentazione a Sodano, manda questo certificato medico, chiede a Franzo Grande Stivens, altro personaggio del libro di certificare lui che c'era stata questa intermediazione immobiliare con il ruolo chiave di Dardozzi, insomma per farla breve Sodano non risponde.

Io credo che questo sia stato uno dei fatti, il punto di rottura da parte di un uomo che ha cercato di far pulizia all'interno del Vaticano, anche lui ha occultato le prove, i documenti e le carte ai magistrati di Mani Pulite che sono stati presi per il naso e a un certo punto si è accorto che in Vaticano lo hanno preso e buttato via. Questo credo che sia stato, che non è un elemento di vendetta ma un elemento di grande sconforto.


ENRICO CISNETTO. Adesso abbiamo capito quali sono state le premesse di questo libro, quindi questo Dardozzi che aveva tutta questa documentazione ha sentito la necessità quanto meno dopo la sua morte, che questa documentazione venisse fuori, c'è voluto un bel po' anche perchè lui ci ha messo giustamente un anno e mezzo per guardare una montagna di carte e il libro dice due Samsonite da 40 chili piene di documenti quindi c'è voluto molto e tutto questo è riassunto nel libro.

Io vorrei che Teodori mi aiutasse a inquadrare più politicamente, più storicamente le vicende che sono state raccontate nel libro e fare la lieson con la storia della Rizzoli di cui domanderemo ad Angelo Rizzoli.


MASSIMO TEODORI. Ma, Nuzzi ha detto molto bene che ha cercato addirittura di minimizzare il valore di questo libro, il valore di questo libro è un valore straordinario perchè documenta, attraverso quattromila mi pare che siano i documenti, documenta qualcosa che solo in parte noi conoscevamo, chi come me ha fatto di parte di commissioni di inchiesta come la commissione Sindona e la commissione P2 in parte conosceva la natura dello Ior.

Che cosa si documenta? Vorrei essere molto schematico anche se questo può apparire abbastanza drastico, documenta due cose: la prima, che l'istituto Opere di Religione è stato uno dei grandi centri criminali di criminalità finanziaria, e non solo finanziaria, d'Italia certamente dagli anni 70 agli anni 90, non so che cosa sia oggi, un centro criminale.

Ma dico questa cosa non per acrimonia nei confronti dell'Istituto Opere di Religione o per l'istituzione che rappresenta, ma per il fatto che in quell'istituto si sono mescolati, hanno potuto agire risorse finanziarie ingentissime che provenivano sia dal nostro 8 per mille, dalle opere del bene di religione e dalle donazioni e via di seguito, sia anche i soldi della mafia, di cose nostre, delle grandi tangenti e delle grandi speculazioni.

Questa è una realtà, non è una supposizione e il libro documenta tutto questo. Quindi un grande centro di criminalità finanziaria e di criminalità organizzata, perchè attraverso lo Ior questo denaro proveniente da fonti lecite, opere di religione e suprattutto da fonti illecite di mafia, camorra, cosa nostra internazionali, tangenti e speculatori, si sono messi in circolo, attraverso un circuito che è stato un circuito internazionale, al riparo da qualsiasi sguardo perchè il punto fondamentale dello Ior è che è una entità mostruosa, e perchè voi direte è mostruosa? Perchè è l'unica banca al mondo la quale non è soggetta ad alcun controllo né di carattere nazionale né di carattere internazionale, quindi una banca al centro di Roma con l'accesso, tutti coloro che vogliono andare lì con la valigetta come viene raccontato anche nel libro, che Ciancimino e i suoi colleghi mafiosi andavano con la valigetta dei contanti a depositare in Vaticano, cioè di accesso pubblico; tutti coloro i quali con attività criminali dovevano riciclare del denaro possono andare in qualsiasi momento allo Ior e lo Ior può mandare, attraverso un sistema finanziario internazionale, questi capitali a giocare in giro per il mondo. Quindi un'attività criminale pura.

Ma la seconda questione è che tutto questo potrebbe riguardare diciamo la criminalità finanziaria, così non è perchè lo Ior ha giocato un ruolo fondamentale come entità finanziaria criminale nella politica italiana certamente dal 1970 al 1990 e passa e forse fino al 2000.

Voi dite ma perchè ha giocato un ruolo così fondamentale? Io voglio essere molto breve e molto schematico. 

1969, Paolo IV vuole sottrarre le proprietà azionarie italiane alla cedolare che allora venne introdotta e doveva colpire anche il Vaticano e chiama un banchiere siciliano molto abile, molto intelligente che è Sindona e dice a Sindona: per cortesia mi trasferisce le proprietà azionarie italiane me le trasferisce all'estero così non vengono tassate.

1971 a capo degli Ior viene messo Monsignor Marcincus e tra Monsignor Marcincus e Sindona si stabilisce sostanzialmente una co-partnership per cui non si sa dove finisce l'istituto opere di religione e dove comincia il sistema finanziario internazionale che fa capo alle due banche italiane: Banca Unione, Banca Privata Finanziaria e la banca americana che è la Franklin Bank.
Quindi Sindona che rappresenta a questo punto il Vaticano ed è per questo che Sindona diventa un personaggio centrale della storia italiana perchè ha dietro di se non lo Ior ma ha dietro di se il Vaticano, ha dietro di se Paolo IV e l’istituzione Chiesa italiana, 1971.

Arriviamo al 1974 e la irresistibile ascesa di Sindona crolla ma non perchè c'è un ministro italiano che non dà l'aumento di capitale della Finambro, Ugo La Malfa, che cosa succede a questo punto? Perchè Sindona giocava sempre al rialzo, aveva costruito un sistema complicatissimo internazionale, succede che a mettere sotto accusa l'attività finanziaria criminale di Sindona e Marcincus perchè in due sono dei partners stretti, cioè Ior e Sindona non sono dapprima gli italiani ma sono gli americani i quali dichiarano fallita la Franklin Bank nel 1974. A quel punto Sindona che era una potenza in Italia, per alcuni anni vuole le autorità politiche italiane, in particolare Giulio Andreotti, chiamiamo le cose con il loro nome. A proposito voi troverete su questo libro una chicca molto interessante, su questo libro troverete che fra le donazioni della fondazione Spelman, per trent'anni dove sono passati miliardi e miliardi di denari lo trovate qui tutto nei dettagli, questa fondazione che poi non era una fondazione, era un conto tranquillamente in nero, ci sono delle larghissime donazioni alle Orsoline di Cortina.

Voi dite che c'entrano le Orsoline di Cortina con questo conto in nero della fondazione Spelman di cui Nuzzi ci dice che in realtà la firma, l'unico che aveva la firma su questo conto su cui sono transitati per vent'anni miliardi e miliardi era Giulio Andreotti, il quale Giulio Andreotti poteva disporre di questo danaro in cui si mescolavano danari della mafia, di cosa nostra, delle tangenti e via di seguito, perchè proprio alle Orsoline di Cortina? Voi chiedetevelo e vi saprete dare una risposta.

Allora, nel 1974 crolla Sindona, sono gli americani che lo fanno crollare e quindi crolla anche in Italia, dal 1974 al 1979 c'è tutta una operazione che va avanti per cinque anni per il cosiddetto salvataggio di Sindona di cui Andreotti insieme a Gelli è il massimo artefice cioè si fanno degli affidavit e via di seguito.

Nel 1974/1975 il sistema Sindona Ior cambia volto e diventa il sistema Ior Calvi cioè è l'Ambrosiano di Calvi che subentra a questa rete internazionale di Sindona in copartnerchip assoluto con l'Istituto Opere di Religione.


ENRICO CISNETTO. E che c'entra la Rizzoli in tutto questo?


MASSIMO TEODORI. A questo punto l'Ambrosiano che ruolo ha in Italia dal 1975/76 in cui è subentrato a Sindona nella copartnership con lo Ior? In quegli anni Calvi, che nel frattempo era strettamente controllato, diciamo così, da Gelli, che diventò allora l'artefice di tutte queste operazioni, in quegli anni gioca un ruolo fondamentale perchè gioca il ruolo tutta l'operazione Corriere della Sera Rizzoli, 1977/1980 passa attraverso il canale Calvi, Gelli, Marcincus, e quindi c'è tutta la riorganizzazione della stampa italiana con una specie di divisione di compiti tra il Gruppo Rizzoli Corriere Della Sera,, ex Rizzoli Corriere della Sera e il gruppo Repubblica che fanno una specie di monopolio per dividersi la stampa italiana.

Poi non solo questo ma c'è tutta la grande distribuzione di denari a tutti i partiti italiani perchè dal 1977 al 1980 l'Ambrosiano, sia perchè c'era il problema del controllo del Corriere sia perchè c'era il controllo dell'altra stampa sia per tutto il resto, distribuisce danari a tutti i partiti italiani, dalla Democrazia Cristiana al Movimento Sociale al partito comunista, il quale partito comunista, mentre Calvi era in carcere gli va a estorcere un prestito per Paese Sera, e proprio nei giorni in cui Calvi tenta il suicidio, e tutto questo è fatto all'ombra dello Ior.

Quindi vedete lo Ior, centro criminale finanziario, ha un peso fondamen-tale nella vita italiana, perchè gli anni 70 che poi sono gli anni del terrorismo e sono gli anni di tutto il resto, sono gli anni in cui questa potenza finanziaria che allora si chiamava potere occulto ma poi che tanto occulto non era perchè era lo Ior, prima Sindona poi Calvi e poi Gelli. Il Corriere della Sera, poi Angelo ce lo racconterà per bene, alla fine venne controllato da chi aveva catturato il 12,5 % delle azioni che controllavano tutto il pacchetto azionario che erano Gelli, Calvi, Tassandin e Ortolani, cioè i quattro della P2, Angelo mi smentirà, che con il 12,5% si impadronirono di fatto del Corriere della Sera e di tutta un'altra serie di giornali che facevano capo al Corriere della Sera.

Andiamo avanti, nel 1982 muore Calvi, nel 1987 i capi dello Ior vengono incriminati, cioè Minnini, Destrebel e Marcincus hanno un mandato di cattura ma naturalmente il mandato di cattura non può essere eseguito perchè godono dell'immunità vaticana.

Insomma questa è stata una storia che ha inciso profondamente sulla nostra vita, non solo sulla nostra vita finanziaria ma sulla nostra vita politica e sulla nostra vita civile.

Allora tutta la documentazione importantissima che oggi ci presenta Nuzzi e che in parte, diciamo, è la continuazione di quella di Marcincus perchè De Bonis e Dardozzi vengono dopo Marcincus, ma sono la continuazione perchè questa storia è una storia in continuità anche se Nuzzi dice che esisteva uno Ior parallelo ma uno Ior parallelo non esisteva. Lo Ior era lo Ior ed era lo Ior in quanto aveva ed ha, perchè tutto questo è consentito dal Concordato, una posizione che è assolutamente unica in tutto il mondo perchè oggi perfino i sistemi finanziari off shore in una qualche maniera sono controllati perchè si sa da dove arrivano i soldi e c'è la possibilità di filtrarli. Il Vaticano non può essere controllato né nello Ior in quanto Ior, né dei fondi di accesso allo Ior. Questa è la mostruosità con la quale noi abbiamo a che fare.


ENRICO CISNETTO. Adesso lasciamo la parola ad Angelo Rizzoli, anzi ad Angelone perchè si porta dietro questa definizione che lo differenziava dal nonno anche lui Angelo di nome di battesimo.


ANGELO RIZZOLI. Per la verità mio padre aveva acquistato il Corriere della Sera.


ENRICO CISNETTO. La famiglia Rizzoli nel 1974 acquista il Corriere della Sera, nel 1981 scoppia lo scandalo P2 ed emerge la presenza dentro il Corriere della Sera della P2; dopo di che, il 4 febbraio del 1983 c'è la dichiarazione di amministrazione controllata per il Corriere della Sera, Angelo Rizzoli ha un mandato d'arresto, viene detenuto per tredici mesi in custodia cautelare, detenuto in attesa di giudizio come purtroppo è uso della giustizia malata fin da allora italiana, e si trova costretto poi a vendere un Gruppo editoriale, credo che allora fosse superiore ai 400 miliardi il valore del suo patrimonio aziendale e personale e se ne ritroverà successivamente molti ma molti di meno.

Angelo racconta tu la storia per come l'hai vissuta.


ANGELO RIZZOLI. Io intanto non intendo raccontare, se volete a latere vi racconterò come io l'ho vissuta sul piano personale, io qui intendo portare dei documenti perchè sulla vicenda Rizzoli sono stati fatti molti teoremi, molti teoremi anche astratti e molte ricostruzioni anche imprecise. Vale a dire quello che è certo è che nel 1977 per pagare la quota Fiat del Corriere della Sera una parte delle azioni della Rizzoli Corriere della Sera furono date in pegno, secondo gli accordi presi da noi, al Banco Ambrosiano ma in realtà allo Ior. Cioè quando io nel 1981 ho riscattato il pegno, perchè era un pegno a tempo, mi sono trovato nelle girate in cui era segnato il nome del creditore pignoratizio Ior Istituto Opere di Religione.


ENRICO CISNETTO. Scusa, facciamo un passo indietro, nel 74 quanto compraste del Corriere della Sera? Che quota?


ANGELO RIZZOLI. Il 100%


ENRICO CISNETTO. Da?


ANGELO RIZZOLI. Da Moratti, cioè in realtà erano tre società in accomandita...... i proprietari erano Moratti, in realtà in parte copriva l'Eni, la Fiat, Giulio e Maria Crespi. Mio padre comprò la quota di Moratti con la quale aveva un antico rapporto essendo stato lui, mio padre, presidente del Milan e Moratti presidente dell’Inter si misero d'accordo, poi acquistò la quota di Giulio e Maria Crespi, rimase Agnelli con questo cerino acceso, cioè il 67% era della Rizzoli e rimase il 33% della Fiat, quindi chiese a mio padre di acquistare anche quella e mio padre, commettendo a mio avviso un errore, lo acquistò sia pure dilazionando il pagamento a tre anni.

Nel 77 mio padre aveva detto: per pagare questa quota chiediamo i soldi alla banca e diamo in pegno gli alberghi di Ischia. In quel momento principal-mente era la Democrazia Cristiana che controllava le grandi banche, erano irritate con mio padre, con me, con la nostra famiglia, perché noi avevamo promesso che avremmo cambiato il direttore del Corriere della Sera Piero Ottone, inviso alla democrazia cristiana per le vicende del referendum sul divorzio, mentre in realtà quando mio padre vide la tiratura e le vendite del Corriere commise un errore, per chi ragiona diciamo esclusivamente in termini di opportunità politiche, ragionando da editore siccome il Corriere della Sera aveva aumentato le vendite confermò Ottone. Si giocò il rapporto con Fanfani allora segretario della Democrazia Cristiana che mise l'embargo a tutte le banche di finanziare la Rizzoli.

Quindi quando io andai a cercare un finanziamento e dando in pegno gli alberghi di Ischia e tutte le proprietà, mi trovai davanti ad un no da parte di l’IMI di Cappon, l’ICPU di Piga, l’Italcasse di Arcaini, Ferrari Bnl, tutti.

L'unico che trovammo disponibile ad aprire un discorso fu Calvi. Quindi Calvi propose un aumento di capitale, si prese una parte delle azioni in pegno, noi credevamo all'Ambrosiano come ho detto, in realtà il pegno andò a favore dello Ior...


MASSIMO TEODORI. Forse era interceduto anche Gelli...


ANGELO RIZZOLI. Certamente perchè in quel momento Gelli era il beniamino del sistema politico italiano, vale a dire se io andavo al Quirinale lo trovavo e se andavo a Palazzo Chigi lo trovavo, se andavo nei grandi ministeri lo trovavo, i segretari nei partiti ne parlavano tutti benissimo.
Allora Gelli, Calvi dissero proponiamo un aumento di capitale, in parte teniamo noi un pegno e in realtà il pegno andò allo Ior...


MASSIMO TEODORI. Ma c'era anche il 12,5% di Ortolani, Gelli e Tassandin....


ANGELO RIZZOLI. Non c'è nessun 12,5%. Questi sono documenti che fanno parte di un teorema, scusa Teodori, qui ci sono i documenti cioè lasciamo stare gli appunti, non ci sono nessun 12,5% di ....., come ha stabilito il tribunale civile di Milano nel 1981, il 50,2% della Rizzoli Corriere della Sera era di mia proprietà, il 40 e rotti per cento venne venduto alla Centrale per un controvalore di 115 miliardi.....


ENRICO CISNETTO. La Centrale era una finanziaria controllata dal Banco Ambrosiano....


ANGELO RIZZOLI. Si, dal Banco Ambrosiano e poi dal nuovo Banco Ambrosiano e qui è il punto dolente, la Centrale non pagò mai i soldi, erano 115 miliardi di cui 80 della quota del 50,2% più 60, quindi 140 miliardi dovevano andare ad aumento di capitale della Rizzoli. La Centrale sottoscrisse le azioni ma non versò mai il capitale, creando quel buco che ha provocato la crisi di liquidità dell'azienda e la portò poi all'amministrazione controllata...


ENRICO CISNETTO. Fermiamoci un secondo: tu hai detto nuovo Ambrosiano quindi vuol dire che questa cosa appare dopo l'uscita di scena di Calvi? O prima?


ANGELO RIZZOLI. No, io ho detto una cosa diversa. L'operazione fu fatta dal vecchio Ambrosiano, fu fatta esattamente il 29 aprile 1981, Calvi ancora vivo. Il 30 aprile i fondi destinati all'aumento di capitale che venivano dalla Bellatrix, società dell'Ambrosiano patrocinata dallo Ior, vennero in realtà dirottati su una società creata ad hoc di Monrovia in Liberia, la Zirca Corporation, Zirca è Zir e l'anagramma di Riz, Cineriz ...... quindi vuol dire capitale Rizzoli.
Da li anziché finire alla Centrale per andare poi all'aumento del capitale della Rizzoli questi soldi finiscono sui conti del Banco Ambrosiano andino.
E’ molto semplice, allora arrivano la Ro.... la ....bank Zurigo intestata al .....corporation società costruita per l'occasione in Liberia a Monrovia facente capo a funzionari bancari di Tassandin e di altri che provvedevano a dare disposizioni in ordine.............
Allora, che cosa succede? La Centrale non versa il capitale, 140 miliardi, 300 milioni di euro di oggi....


ENRICO CISNETTO. Scusa, domanda, questo lo ha fatto per dirottare quei soldi in altre attività o per mettere in difficoltà la Rizzoli e spolparsela.


ANGELO RIZZOLI. Questo non lo dovete chiedere a me perchè io di questo....


ENRICO CISNETTO. Non lo possiamo neanche chiedere a Calvi...


ANGELO RIZZOLI. Ci sono molti che sono vivi, cioè scusate non è che la Centrale è morta con Calvi, la Centrale è continuata anche dopo.


ENRICO CISNETTO. Allora possiamo chiederlo a Bazoli.


ANGELO RIZZOLI. Bisogna chiederlo a chi c'era nella Centrale, per esempio Rosone o l'avvocato Zanfagna membro del consiglio dell'amministra-zione, legale dell'Ambrosiano.
Io vi dico solo che l'avvocato Zanfagna legale dell'Ambrosiano, consi-gliere della Centrale l'11 luglio 1983 ai magistrati che indagano sulla bancarotta dell'Ambrosiano, quindi non a dei passanti, ricorda che la Centrale dilazionava ancora il versamento della contropartita dell'acquisto del 40% finalizzato alla ricapitalizzazione, appellandosi anche al fatto che il Ministero del Tesoro aveva manifestato delle riserve rispetto all'operazione; ricordo altresì, che Calvi aveva fatto credere al suo vice, Roberto Rosone, che il dirottamento di 95 milioni di dollari verso il Banco Ambrosiano andino operazione Zirca e successive società compiacenti, era avvenuto nell'interesse di Angelo Rizzoli.
Ovviamente lo stesso Rosone si rese ben presto conto che Rizzoli ignorava tutto e anzi era convinto che la Centrale avesse adempiuto all'obbligo di pagare e pregò lo stesso Zanfagna di non far parola con nessuno della operazione. Questo vi spiega perchè io non sono in grado di poterlo spiegare, perchè a me nessuno ha detto niente, io ho soltanto saputo, a posteriori, che l'aumento di capitale sottoscritto dalla Centrale non è stato versato, che i soldi sono finiti dirottati all'estero, che i magistrati che hanno indagato sulla banca-rotta del Banco Ambrosiano hanno ricostruito la strada fatta da questi soldi, che i beneficiari di questi soldi sono Tassandin, Gelli e Ortolani, che poi vengono condannati, ormai la sentenza è passata in giudicato, dal tribunale di Milano a 19, 18 e 15 anni di carcere. Io non sono stato nemmeno indagato quindi....


ENRICO CISNETTO. Però ti sei fatto tredici mesi di carcere...


ANGELO RIZZOLI. Ma vorrei aggiungere un'altra cosa per perchè qui bisogna parlare appunto di fatti. Questa stessa operazione è confermata dalla Corte Suprema della Repubblica d'Irlanda, nel senso che una parte di questi fondi dirottati, diciamo, da questi signori all'estero, finiscono sulla banca di Dublino, i magistrati dicono: questi soldi sono del gruppo Ambrosiano, la Suprema Corte della Repubblica d’Irlanda che e l’equivalente della nostra Corte di Cassazione stabilisce che quei fondi sono di pertinenza del capitale Rizzoli sentenza numero 171 del 1986.
Quindi dal 1986 si sa che la Rizzoli Corriere della Sera è andata in crisi di liquidità non per errore di gestione ma perchè la Centrale con responsabilità di Calvi, di Gelli, di Tassandin e di chi è venuto dopo, ha dirottato 140 miliardi su conti esteri una parte dei quali finiti in Irlanda, dove la Corte Suprema di Irlanda stabilisce che l'origine è la ricapitalizzazione della Rizzoli.
Il venir meno di quei fondi fa si che la Rizzoli vada in amministrazione controllata con un enorme buco e che poi misteriosamente un anno dopo questo buco non esista più. Perchè non esiste più? Perchè era dovuto principalmente al mancato versamento dell'aumento del capitale. Non so se sono stato chiaro.


ENRICO CISNETTO. Quindi vuol dire che quando tu vieni arrestato il 4 febbraio dell'83, sei costretto per quella situazione finanziaria e per evitare una bancarotta, di cedere il controllo del gruppo Rizzoli..


ANGELO RIZZOLI. No, non è esattamente così. E' successo che quan-do io ho cominciato a dire: ma, scusate, voi nuovo Banco Ambrosiano ci chie-dete indietro 70 miliardi, ma dove sono finiti i soldi dell'aumento di capitale? Io sono stato arrestato, mi hanno posto sotto sequestro le azioni.... nonostante la valutazione del professor Guatri commissario giudiziario che diceva la Rizzoli comunque, vale 275 miliardi. Quindi la mia quota che era di maggioranza poteva valere 140-150 miliardi. Decidono di vendere al gruppo Genina, Meta, Mittel Arvedi, per 10 miliardi, volente o nolente io, perchè in quell'epoca e fino al 1989 il sequestro cautelativo poteva portare alla vendita del bene anche in mancanza di una sentenza del tribunale e i custodi giudiziari così hanno fatto....


ENRICO CISNETTO. Durante quei tredici mesi...


ANGELO RIZZOLI. Alla fine di quei tredici mesi sono arrivati i cavalieri bianchi, gli azionisti, i salotti buoni, hanno detto: va bene, entriamo noi per il pacchetto Rizzoli di maggioranza, noi possiamo pagare 10 miliardi. I custodi giudiziari hanno detto: va bene e a quel punto i miei beni sono stati alienati.


ENRICO CISNETTO. Ma quanto valeva Rizzoli prima di quei tredici mesi e quanto valeva dopo? Rizzoli nel senso di gruppo...


ANGELO RIZZOLI. Io rimango alla valutazione di Guatri che era molto prudenziale e la mia quota forse valeva 150 miliardi ma fu venduta per 10.


ENRICO CISNETTO. Non c'era però solo la proprietà del Corriere c'erano anche altre...


ANGELO RIZZOLI. Loro hanno comprato la proprietà del Corriere, poi i miei beni sono stati posti sotto sequestro, venduti immobili a Roma, penso all’immobile lì davanti all'...... a Roma che valeva alcuni miliardi venduto per 300 milioni...


ENRICO CISNETTO. Insomma qualcuno ha fatto qualche affare in quel periodo.


ANGELO RIZZOLI. Si ha fatto qualche affare. Ma io voglio solo concludere la mia storia poi dopo sto zitto.
Io sono stato arrestato tre volte, ho fatto tredici mesi di carcere, ho avuto sei processi e sono sempre stato assolto. Quindi io lascio che il pubblico giudichi sulla correttezza di queste operazioni. Voglio anche dire a Massimo Teodori che sulla vicenda P2 io sono d'accordo con lui che il gruppo Gelli, Ortolani, Tassandin e Calvi era una associazione a delinquere di cui io sono vittima....


MASSIMO TEODORI. Angelo, posso dirti una cosa? Io ho l'impressione che nel primo periodo cioè quando eravate alla ricerca del denaro che nessuno vi dava danaro tu ti affidasti, voi vi affidaste al patrocinio di questo gruppo criminale e da lì nacque tutto il problema.....


ENRICO CISNETTO. Però ti ha spiegato che questo era un gruppo che allora godeva di grandi protezioni politiche e di grande accreditamento.


MASSIMO TEODORI. Si, ma quel gruppo li usava il metodo, noi abbia-mo le entrature giuste, e avevano le entrature giuste e dicevano ad Angelo Rizzoli, soprattutto Ortolani che era la mente finanziaria della P2, diceva se vi affidate a me voi trovate il denaro che serve. Perchè Angelo non ha raccontato una parte di questa storia che raccontò in una intervista molto bella che era il giro delle sette chiese. Angelo te la ricordi questa intervista, perchè diceva che per tutto il periodo in cui si cercavano i soldi da una parte c'era il gruppo Gelli, Ortolani e Tassandin che dicevano: ci pensiamo noi con le banche, contempo-raneamente andavano in giro nelle sette chiese che erano i sette partiti romani a oliare i partiti perchè pensavano che attraverso la P2 con le banche e attraverso i soldi dei partiti si potessero risolvere i problemi che erano insorti, soprattutto nel periodo 1977-78.


ANGELO RIZZOLI. Io ti posso dire solo questo che io la prima volta che ho visto Gelli in vita mia era forse tre giorni prima di Natale e Gelli riceveva i regali di Natale da Gaetano Stammati presidente della Comit, Ferrari direttore generale della Banca Nazionale del Lavoro, Gresti provveditore generale del Monte dei Paschi di Siena e Guglia, amministratore delegato della Banca di Roma, cioè tutti i maggiori banchieri. Quelli che a me non mi volevano nemmeno ricevere...


MASSIMO TEODORI. Ma appositamente, era il gioco delle parti, perchè quelli dicevano non ti riceviamo. E’ lì tutto il problema...


ANGELO RIZZOLI. Ma io sono d'accordo ma tutto questo ex post, cioè io oggi dico quelli erano dei criminali, un'associazione a delinquere, io sono stato derubato da loro quindi...


MASSIMO TEODORI. Che faceva capo al Vaticano non dimentichia-molo....


ENRICO CISNETTO. E’ questo che mi interessa sentire da Angelo Rizzoli.


ANGELO RIZZOLI. Quando io dico che quando io ho riscattato le azioni in pegno che io ritenevo in pegno al Banco Ambrosiano, mi sono trovato questa stampigliatura: in pegno allo Ior, Istituto Opere di Religione. Quindi sorridevo perché tutti quei democristiani che ci rompevano le scatole sul Corriere della Sera, sulla direzione eccetera, se avessero saputo che un rilevante pacchetto azionario era nelle mani del Vaticano forse avrebbero potuto agire direttamente sui creditori pignoratizi i quali quando il creditore pignoratizio rappresentato dalla commissionaria Giammei di Roma dovette indicare un rappresentante nel consiglio di amministrazione della Rizzoli a garanzia del creditore, indicarono per l'appunto, ed era lo Ior a indicarlo, l'avvocato Umberto Ortolani, quindi tutto torna.
Però, voglio dire io in tutta questa vicenda sono rimasto una vittima perchè io avevo trent’anni, ero arrivato giù da Milano e tutte queste trappole romane non le conoscevo, tutti questi personaggi romani non li conoscevo....


MASSIMO TEODORI. Fu fatto addirittura un quotidiano che si chiamava “l’Ostia”, diretto da Maurizio Costanzo, per conto della Rizzoli.


ENRICO CISNETTO. Angelo, mi interessa capire una cosa: quando tu hai avuto contatti con quelli della P2 e con Calvi, ti hanno mai portato da Marcincus, l'hai mai incontrato? Hai avuto contatti magari senza farti capire che finanziariamente intervenivano loro. Insomma ti hanno dato anche questa garanzia guarda che con noi c'è anche il Vaticano?


ANGELO RIZZOLI. Guarda io sono stato con Calvi da Marcincus, ho incontrato Casaroli, ho incontrato Marcincus, ho incontrato De Bonis, sentendo sia il discorso di Nuzzi, non certo leggendo il libro, sia il discorso di Teodori sembra che De Bonis fosse un personaggio nuovo, ma De Bonis era il Segretario generale dello Ior con Marcincus, egli era il più stretto collaboratore di Marcincus. Erano quattro gli uomini dello Ior, Marcincus, De Bonis, Pellegrino Destrobel, e Luigi Mennini.


ENRICO CISNETTO. Però è stato l'unico che è riuscito a sfilarsi, anzi quando Marcincus rischia l'arresto De Bonis fa interviste pubbliche, interviste dove dice: io sono sempre stato contro Marcincus...


 ANGELO RIZZOLI. Il mandato di cattura fu per Marcincus 87, Marcincus, Destrobel e Mannini.....

 

GIAN LUIGI NUZZI. Cioè Marcincus per 9 anni rimane all'interno delle mura vaticane e non tanto per paura di essere arrestato perchè la legge lì....e poi praticamente rimane a tenere i fili dei suoi uomini all'interno...
Ma quello che emerge anche è che De Bonis, quando anni dopo, ha paura di essere scoperto, quando rischia di finire sotto scacco da mani pulite, va a bussare ai piani alti del Vaticano, e chi lo protegge? Lo protegge Castillolara il Cardinale Castillolara era il Ministro plenipotenziario dell'econo-mia, era il presidente dell'Apsa, presidente governatorato, presidente del collegio del cardinalizio di controllo dello Ior cioè è troppo riduttivo e su questo ha ragione Teodori, considerare De Bonis e Marcincus come dei corpi estranei in Vaticano, cioè De Bonis si rivolge a Castillolara e Castillolara dagli atti degli archivi di Dardozzi emerge che è il cardinale che su incarico diretto di Giovanni Paolo II accompagna nelle segrete stanze dello Ior i cardinali dei paesi dell'Est per prendere i soldi per le minoranze cattoliche dei paesi dell'allora patto di Varsavia.
Queste cose sono documentali non è che sono dei personaggi caduti li.


ENRICO CISNETTO. Noi dedicheremo nei prossimi giorni un evento di Cortina incontra proprio alla figura di Carlo Woityla preso anche dal lato di alcune vicende che sono emerse, questa signora Vanda polacca che è emersa ultimamente sui giornali, noi l'abbiamo invitata ci ha detto di no però verranno due persone dalla Polonia che sono in grado di raccontarci molte cose.
Emerge dai contatti che io ho avuto e che poi spero emergeranno sul palco, sul fatto che Woityla da un lato avesse bisogno di denaro per le scelte politiche che ha fatto, voi sapete che io sono laico, però francamente mi sento qui di dire che le scelte politiche di Woityla sono state decisive ai fini della caduta del comunismo; quindi, tutto sommato, credo che se quei denari sono stati spesi in quella direzione è stata un'opera di bene sicuramente.
Dall'altro lato c'era comunque un clima dentro il Vaticano che toccava diverse persone che rese sospettoso Woityla e questa signora Vanda che era una sua amica di infanzia che lo ha sempre accompagnato e accudito e di cui lui aveva massima fiducia, fece delle scelte non indifferenti, cambiare tutte le suore che accudivano la casa papale, cioè li c'era qualche sospetto diciamo su alcune vicende e credo si intreccino anche con quelle....


GIAN LUIGI NUZZI. Quando Giovanni Paolo II si becca la pallottola in Piazza San Pietro non viene portato all'interno delle mura vaticane per provvedere, va al Gemelli perchè non si fidano, perchè pensano che questo cecchino, questo colpo di carabina, di pistola, quello che è stato, arrivi da qualcuno mandato dall'interno, e la regia di tutte queste vicende – poi questo appuntamento di Cortina incontri sarà sicuramente interessante – la regia delle protezioni di un papa che noi pensiamo, sono di questa Vanda, sono di questa amica che è una delle poche a possedere le chiavi dell'appartamento papale, questa Vanda che un giornalista della Stampa rintraccia.....


ENRICO CISNETTO. Ma torniamo alla vicenda di Rizzoli....


ANGELO RIZZOLI. Il momento cruciale della vicenda Rizzoli sta tutto li e ci sarà un momento in cui poi chiederò conto e lo farò in sede civile.


ENRICO CISNETTO. Ma tu non hai mai tentato una qualche azione…


ANGELO RIZZOLI. Io per 26 anni sono stato in qualche modo invischiato in una serie di processi penali per i quali la giustizia italiana ha impiegato 26 anni per assolvermi, vale a dire io ho avuto sei assoluzioni una dopo l'altra in 26 anni e l'ultima è della Cassazione a sezioni riunite del febbraio 2009, soltanto al termine di questa azione io ho potuto intraprendere un'azione civile nei confronti....


ENRICO CISNETTO. Hai potuto perchè l'hai già fatto?


ANGELO RIZZOLI. Troveranno i convenuti, come si dice, al ritorno delle vacanze appena riapre il tribunale civile di Milano.


ENRICO CISNETTO. Quindi hai già dato incarico ai legali di farla.


GIAN LUIGI NUZZI. Comunque posso dire una cosa? Scusate io sono giornalista e mi occupo di giudiziario da tanti anni, io non conosco nei dettagli la vicenda ma trovo indecente che la vita di un uomo, di un imprenditore per un quarto di secolo sia ostaggio della magistratura, per me è inaccettabile se un uomo deve abdicare le sue facoltà intellettive, la sua abilità di imprenditore e abdicare l'eredità anche morale, l'impegno che ha rispetto alla sua famiglia da dove arriva e le assicurazioni che deve dare ai suoi figli perchè c'è una magistratura che per fare chiarezza su questa vicenda ci impiega 26 anni.


ANGELO RIZZOLI. Ma soprattutto, come dice mia moglie, io me lo sono potuto permettere perchè sono un benestante, ho potuto permettermi la battaglia penale di ventisei anni lottando procura per procura, tribunale per tribunale, pagando miliardi in avvocati.
Un uomo diciamo che non avesse avuto le stesse possibilità sarebbe morto, sarebbe stato condannato ingiustamente, perchè la magistratura è un rullo compressore lentissimo che oramai gioca su questo, nel rinvio, nelle perizie. Io ho speso il mio patrimonio, oltre metà della mia vita, nel cercare di affermare la mia verità e ci ho messo 26 anni, un'altra persona che non avesse avuto la stessa pazienza e anche gli stessi mezzi perchè ho dovuto pagare decine di avvocati, non ce l'avrebbe potuta fare, è questa la vergogna.
Io sono stato arrestato, come ricordava Cisnetto, il 18 febbraio dell'83, il processo di primo grado l'ho avuto nel 94, l'appello nel 99, la Cassazione nel 2005 e poi è ritornata nel 2008, perchè era stata rinviata alla Corte d'Appello di Milano che ha sostenuto una sua tesi che poi è stata bocciata.
E io ci ho messo 26 anni per liberarmi dei lacci e laccioli di accuse che mi hanno fatto nel 1983. Quando io sono stato arrestato avevo 39 anni, quando sono stato prosciolto da tutte le accuse ne avevo 65, una vita distrutta, annientata.
Io vi ricordo che nelle more di queste vicende è morto mio padre di infarto quando io sono stato arrestato, mia sorella si è suicidata perchè anche lei è stata incriminata, i miei fratelli, cioè è stata una persecuzione come gli ebrei sotto il nazismo.


ENRICO CISNETTO. Senti, quale è la base sulla quale hai fatto, farai adesso, alla ripresa dopo le vacanze, la tua istanza?


ANGELO RIZZOLI. Ma diciamo che adesso non mi sembra corretto, anche perchè qui non sono presenti i miei avvocati, fare delle anticipazioni. Innanzitutto si basa sulla nullità della prima vendita, quella della Centrale, per un semplice fatto, la Centrale ha acquistato le azioni e non le ha pagate quindi il contratto di vendita era nullo. Poi la successiva vendita a Gemina per il fatto che tutto è avvenuto in una situazione di coercizione, vale a dire io non ho potuto prendere alcuna decisione per ciò che atteneva le mie azioni, le decisioni sono state prese esclusivamente dai magistrati e dai custodi giudiziari senza il mio consenso, quindi in una situazione in cui appunto, io avevo tali e tanti processi e tali e tanti condizionamenti che non ho potuto agire diciamo con quella libertà che normalmente si ha quando si gestiscono le proprie cose.
Comunque i miei avvocati che sono il professor Romano Vaccarella ordinario di Diritto Civile e giudice della Corte Costituzionale e il professor Achille Soletti ordinario di Diritto Civile a Milano fanno la loro azione, sono convinti che...


ENRICO CISNETTO. L'eventuale risarcimento avverrebbe da parte dell'attuale Banca Intesa? Risalendo per tutte le varie operazioni finanziarie si arriva alla Banca Intesa attuale, giusto?


ANGELO RIZZOLI. La Banca Intesa è in qualche modo l'erede della Centrale.


ENRICO CISNETTO. Penso che alla prossima occasione di Cortina Incontra ci verrai a raccontare a che punto è questa vicenda, considerato che dopo 26 anni credo che non ci sia risarcimento possibile tanto più sul terreno delle cose che hai ricordato, la tua famiglia, la tua salute.


ANGELO RIZZOLI. Per me la cosa importante è si stabilisca una verità, cioè su questa vicenda e anche su quello che è stato il mio ruolo sono state appunto costruite tutta una serie di false verità. Io voglio solo che emerga una verità chiara, che si raccontino le cose come sono andate. Poi i risarcimenti, i denari eccetera, per me la cosa importante è la mia immagine che per 26 anni è stata offuscata da vicende in cui io non credo di portare poi una grande responsabilità.


ENRICO CISNETTO. Per quanto è possibile l'occasione di essere qui è di avere non solo ascolto ma anche solidarietà....


ANGELO RIZZOLI. Io infatti vi ringrazio tutti. Grazie.


ENRICO CISNETTO. Torniamo un attimo a Nuzzi. Questo Ior che tu descrivi nel libro fino a quando arriva? Arriva fino a ieri, fino all'altro ieri, fino a oggi? Dove si tira un confine, ammesso che ci sia temporalmente parlando?


GIAN LUIGI NUZZI. Lo Ior della gestione De Bonis finisce nel 93/94....


ENRICO CISNETTO. Quando arriva Caloia...


GIAN LUIGI NUZZI. Caloia arriva nell'89 e ancora oggi è il presidente dello Ior e quindi per quattro anni non si avvede di quello che accade sotto la sua presidenza. Questo sistema di conti, che poi nel libro è sviscerato, si interrompe nel 93 quando si accorgono che i magistrati di Mani Pulite sono alle porte, De Bonis viene promosso vescovo, a Roma si fa in una chiesa, in un parterre di cardinali e in prima fila Andreotti, viene promesso vescovo, i magistrati di Mani Pulite bussano al Portone di Bronzo per conoscere i segreti della tangente Enimont, ma maxi tangente, e vengono depistati, depistati perchè dalle carte di Dardozzi si scopre in sintesi che la tangente Enimont era il doppio rispetto a quella conosciuta dai magistrati di Mani Pulite, ai magistrati in Vaticano arriva brevi manu una copia della rogatoria cioè dell'atto investigativo un mese prima che la stessa venga consegnata per via rogatoriale quindi qualcuno passa sottobanco questo documento importante sul quale l'avvocato Franzo Grande Stivens si esercita per definire una risposta che sia consona ai desiderata dei monsignori. I monsignori cosa cercano? Cercano di contenere i danni e di non far conoscere ai magistrati di Mani Pulite tante cose, la quantità vera, la somma vera della tangente Enimont, bisogna evitare di, scrivono testuale, di indurre in tentazione i magistrati di Milano, bisogna evitare e qui c'è un nome in codice che secondo me veramente è la sintesi del mio libro e anche di molti misteri italiani: Andreotti, io non ho nulla contro di lui, io faccio il cronista, ma Andreotti viene indicato in questa documentazione, nelle lettere di Caloia, nelle lettere di Dardozzi con il nome in codice di omissis, che non è una invenzione giornalistica, badate bene, cioè Caloia scrive bisogna evitare che omissis venga coinvolto nelle indagini di Mani Pulite.
Caloia è la persona che è meno responsabile, cioè non ha nessun tipo di responsabilità se non quella di non essersi accorto di come sotto ai suoi occhi fossero passati ancora di quei soldi.
Per rispondere alla tua domanda, il sistema va avanti fino al 93/94, però poi ci sono altre storie che nel libro affronto e che si vanno a sviluppare fino al 2006C'è la storia di Don Domenico Izzi leader del Movimento Lumen Cristi che io credo sia l'unico sacerdote al mondo che è riuscito a fregare lo Ior cioè nel 95-96 gli danno 8,6 milioni di dollari, testuale dai documenti, per organizzare una lotteria nazionale in Argentina e per creare un collegamento in elicotteri dall'aeroporto di Buenos Aires a una fattoria dove doveva occuparsi di prodotti zootecnici.
Ovviamente tutto ciò è solo sulla carta, questi soldi lui se li prende, non li ridà, non organizza la lotteria nazionale. Io vado a trovare il giudice che all'interno del tribunale c'è ovviamente il giudice, all'epoca il pubblico accusatore aveva 78 anni, adesso ne ha quasi 90, gli chiedo: ma scusi avete trovato questi soldi? Lui fa: no, non siamo riusciti a metterci le mani. E mi dice una cosa che mi ha lasciato interdetto, cioè come Marcincus non riusciamo noi italiani a eseguire un mandato di cattura così lui mi dice per trovare questi soldi mandai la Gendarmeria pontificia a fare una perquisizione all'appartamento di questo sacerdote, ma scusi, e dove abitava questo sacerdote? A borgo Pio. Quindi noi abbiamo una polizia straniera come è la Gendarmeria pontificia, che un giorno esce da Porta Sant'Anna, tira giù la porta di un appartamento romano, fa una perquisizione. Ci sono le ancelle della Divina Provvidenza di Bisceglie, se c’è qualche pugliese conosce Risceglie, c'è questo ex manicomio che negli anni 80 aveva 4000/5000 pazienti, .saldo dello Ior, delle ancelle della Divina Provvidenza 55 miliardi di lire...


ANGELO RIZZOLI. Pensa quei poveri malati di mente come sono stati trattati...


GIAN LUIGI NUZZI. Ho tirato fuori gli articoli e i reportage e questi malati di mente erano abbandonati in mezzo allo sterco, scrivevano i miei colleghi negli anni 80, e all'epoca si riceveva per ogni paziente circa 100 euro di finanziamenti pubblici.
Io non so queste ancelle, probabilmente li curavano però di certo una di loro a un certo punto racconta un magistrato di Trani, e dice il Commendator Leone che era un po' il dominus di questo ospedale psichiatrico che riempivano le scatole di scarpe di banconote, riempiva l'automobile e andava alla volta di Roma, poi molti sono morti quindi...
Però questo libro comunque ha aperto delle cose. C'è stato un direttore di un quotidiano che l'ha letto ed è un po' impallidito, io gli chiedevo una recensione, l'ha guardato e mi ha fatto la domanda peggiore che può fare a qualcuno che scrive un libro, mi fa: non mi hai messo tra i ringraziamenti vero?
Un altro mi ha detto: cosa vuoi che io possa recensire il tuo libro, tu hai scritto di tutti. Ho detto: come ho scritto di tutti. Dice: si, hai messo dentro Franzo Grande Stivens, Geronzi, il Vaticano, la politica, perchè poi c'è anche un tentativo di un mezzo golpe porpora; insomma c’è un’inchiesta della Procura di Roma, c'è una storia di Ciancimino, del figlio Massimo...

ENRICO CISNETTO. ecco questo mi interessava perchè io sto cercando di fare l'avvocato del diavolo, in questo caso l’avvocato dell'angelo, nel senso che ho detto prima: guarda che una parte dei denari sono stati utilizzati per fini buoni quindi non tutto quello che può apparire diciamo cattivo invece potrebbe non esserlo. Dico anche alcune operazioni finanziarie, adesso non dico che quella che ha subito Angelo sia commendevole, ma alcune operazioni di speculazione finanziaria non solo che leggo nel libro e che abbiamo sentito evocare da te, non sono particolarmente diverse da quelle fatte dalla cosiddetta finanzia laica mediobanchesca, tanto per essere chiari, cioè voglio dire qui il primo che è più pulito ha la rogna, dal punto di vista delle modalità.
Certo un conto è fare delle speculazioni finanziarie e prestarsi ad alcune operazioni eccetera, un altro conto è riciclare i soldi sporchi di attività criminali mafiose, sono due cose diverse.
Effettivamente del libro quello che mi ha colpito di più è questo discorso del rapporto con Ciancimino. Ce lo racconti in due minuti?


MASSIMO TEODORI. Si, però posso interloquire? Il rapporto di Ciancimino perchè lui ha fatto questa notazione, ma il rapporto non è con Ciancimino, il rapporto è Sindona il grande riciclatore di Cosa Nostra come ufficialmente è stato dichiarato, quindi è all'origine di tutto lo Ior....


ENRICO CISNETTO. Però poi tutto questo rimane, non è che con la morte di Sindona scompare...


MASSIMO TEODORI. Il Ciancimino che porta la borsetta con i contanti in Vaticano dicendo che va in farmacia, è un episodio così secondario rispetto al grande gioco del riciclaggio di Cosa Nostra avvenuto attraverso Sindona prima e attraverso Calvi poi, questo è il punto.


GIAN LUIGI NUZZI. Massimo Teodori, io lo ringrazio ogni volta che lo sento ma senza piaggeria, perchè veramente è una memoria storica e unisce....


ENRICO CISNETTO. Anche per il fatto che è vecchio come il cucco…


GIAN LUIGI NUZZI. Della vicenda di Ciancimino in sintesi si può dire questo. Massimo Ciancimino è il figlio di Vito Ciancimino, quindi è uno dei figli dell'allora Sindaco di Palermo condannato per mafia. Per quello che è un suo percorso personale a un certo punto fa una intervista su Panorama dove racconta delle cose che non aveva mai raccontato, cioè racconta come suo padre incontrasse, sia a Roma che a Palermo, questo ingegner Loverde che era Bernardo Provenzano latitante.
Da quel momento da quella intervista su Panorama viene ascoltato Ciancimino da molte procure, sei sette, ormai siamo a questi numeri, di recente gli hanno dato anche una scorta, credo che non stia a me valutare la bontà giuridica di quello che lui dice, di certo è da considerare che in questa intervista in Vaticano s.p.a., Ciancimino accusa il padre, accusa il padre e accusare il padre non è una cosa proprio così, accusa il padre e poi difatti che come tutto il resto del Vaticano s.p.a. sono stati assolutamente non oggetto né di rettifiche, smentite querele, nulla.
Ciancimino cosa racconta in sintesi? Che il padre, le tangenti che incassava sugli appalti di Palermo li versava su un sistema di conti e depositi allo Ior e il 20% di questa somma con un sistema di compensazioni andava a Bernardo Provenzano e a Totò Riina.
Questo si inserisce in una trama più corposa come giustamente ricordava Massimo, che non è solo le origini sindoniane ma che poi dalle origini sindoniane in poi, con Calvi che per alcuni è stato come dire, io non ci credo, ma per alcuni è stato ammazzato perchè non aveva fatto, io non ho mai visto la mafia ammazzare qualcuno perchè non ha dato indietro dei soldi, cioè prima si prende i soldi, li porta a casa e poi al limite dopo ti uccide non prima. Però, al di la di questo....


MASSIMOTEODORI. Ambrosoli è stato ammazzato perché…. è stato qui il figlio di Ambrosoli a luglio per raccontare questa cosa....


GIAN LUIGI NUZZI. Il contributo di Massimo Ciancimino spinge la verità dei fatti un po' più avanti rispetto a quello che avevano fatto i collaboratori di giustizia finora, che poi i magistrati avevano queste dichiarazioni dei collaboranti sui quali io ho più di una riserva in genere, comunque detto questo poi andavano a bussare in Vaticano e non essendoci assistenza giudiziaria venivano respinti. Nell'archivio di Dardozzi ci sono decine di rogatorie che vengono respinte perchè non sono tenuti a rispondere. E' per questo che invece il libro le graffia.
In estrema sintesi volevo chiudere e volevo farvi solo una preghiera. Su Chiare Lettere... come ha detto il direttore Cisnetto potete trovare tutti i documenti. Se questo libro vi piace vi chiedo solo di continuare quello che è fatto magari ad alcuni di venire anche qua è cioè il passaparola perchè è l’unico strumento, perchè di questo libro oggi non se ne parla proprio.


MASSIMO TEODORI. Senti ma qualcuno ha fatto la recensione di questo libro?


GIAN LUIGI NUZZI. Si, nelle pagine della cultura però. Questo bisogna dirlo.


ENRICO CISNETTO. Senti, a proposito di libri stasera al Miramonti per chi non si interessa di Jazz c'è la presentazione del libro di Teodori “Storia dei laici nell'Italia clericale comunista di Marsilio” ma al di là del contenuto di cui parleremo stasera del libro ti voglio chiedere: io ho fatto un cenno alla finanza laica cosiddetta, qui abbiamo parlato evidentemente della finanza vaticana, in un minuto perchè non abbiamo di più, che parallelo si può fare, che cosa ti senti di fare, Massimo?


MASSIMO TEODORI. Io non sono un esperto di finanza laica, io sono uno storico del mondo laico a cui è dedicato questo libro storia dei laici, purtroppo stasera qui non ne abbiamo potuto parlare perchè era troppo interessante la storia di Angelo che è stato veramente una vittima insieme a tante altre persone di tutto questo ingorgo.
La finanza laica credo che però non abbia nessun centro criminale come l'ha avuto la finanza cattolica con lo Ior perchè qui seguitiamo a parlare dello Ior come di una banca qualsiasi. No, dai documenti che abbiamo l'Ior non è una banca qualsiasi, l'Ior è un centro di attività criminale perchè chi ricicla miliardi e miliardi della mafia, di Cosa Nostra, che è il luogo privilegiato delle tangenti certamente non mi pare che al centro della cosiddetta finanza laica ci sia un elemento così criminale come lo Ior e questo è il punto.
Io spero che oggi lo Ior non sia quello che abbiamo descritto qui, lo spero vivamente per la Chiesa e per il Vaticano, però non lo sappiamo.


ENRICO CISNETTO. Aspettiamo il secondo libro di Nuzzi che va più avanti nel tempo.

Principe, a lei una battuta.


PRINCIPE RUSPOLI. Ho letto con interesse il libro di Nuzzi. Io credo che la Chiesa - sono stato abituato e tutti lo sanno e devono far così- si deve servire e non criticare. Il centro criminale di Massimo Teodori è uguale democrazia cristiana e i suoi complici di destra, di sinistra e di tutto quanto, che hanno tentato di infangare Santa Romana Chiesa. Questa è la verità, tutto il resto, Angelo Rizzoli, perchè l'ha detto a me e può confermarlo, oggi ha detto una parte della verità perchè l'altra verità è che poveretto dopo tredici mesi di carcere finché non gli hanno sfilato il Corriere della Sera lo tenevano in carcere e appena gli hanno sfilato il giornale lui è uscito dal carcere. E' vero Angelo o no questo?


ANGELO RIZZOLI. Io sono uscito prima, però sono stato più volte minacciato di un ritorno in carcere se non avessi acconsentito o se mi fossi opposto alle operazioni finanziarie che ho raccontato.


PRINCIPE RUSPOLI. Questa è la verità quindi i delinquenti sono stati i rappresentanti e continuano ad esserlo della democrazia cristiana e degli alleati di questo regime oligarchico e anche democratico. Viva il Papa.


ENRICO CISNETTO. Tutte le opinioni sono rispettabili e d'altra parte noi questa sera non volevamo fare un processo, volevamo semplicemente fare emergere tramite un libro e tramite una testimonianza, uno spaccato di tante storie e poi ognuno è ovviamente libero di trarne le conclusioni che vuole.
Prima di dare la conclusione ultima a Fred che come spesso è capitato in queste situazioni si troverà,non so come si è trovato, perchè il discorso non è facilmente vignetizzabile, volevo però se siete d'accordo, esprimere ancora una volta un sentimento di solidarietà nei confronti di un uomo che ha vissuto la storia che avete ascoltato, Angelo Rizzoli.


FEDERICO DELLA ROSA. Buonasera a tutti. Io ho disegnato un omino che chiede a un altro omino e dice: hai letto questo libro sugli scandali del Vaticano che ha tramato con logge massoniche per riciclare il denaro sporco? E l'altro omino gli risponde: No, non mi piace, sembra Dan Brown, aspetto il film. Perchè in qualche forma sembra una specie di Codice Da Vinci de noantri, e allora ci immaginiamo delle scene proprio quasi da triller. Ecco qua il prete che dice ai cardinali: mi raccomando quando andate a ritirare la tangente cercate di non dare nell'occhio. Poi dopo andiamo avanti: un agente segreto che va dal parroco e dice: è la valigia che contiene soldi e documenti? E il parroco: ringraziamo il santo protettore di queste valige e lo ringrazia San Sonite.
Un cardinale che dice a un suo collaboratore: è una missione rischiosa ma sarai seguito e protetto se qualcosa andasse storto. Chi mi copre le spalle, chiede quello. E il cardinale: nostro signore che vede e provvede. E quello: andiamo bene.
Ma addirittura c'è un crimine. Signori, Massimo Teodori. Uno arriva e dice: Teodori è stato investito da una macchina. Ma, hai visto che auto era? E quello ha visto che auto era e la descrive. Mi sembra una prinz verde guidata da due orsoline.
E giusto per concludere chiedono anche: parole in codice? E quello dice omissis. E' finita, andiamo in pace.