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2009 09 02 * dagospia * Lettera aperta a Silvio Berlusconi * Francesco Cossiga

Caro Presidente,

ti scrivo questa lettera aperta su giornale on-line edito dall'amico Roberto D'Agostino in quanto si tratta di un giornale a grande diffusione e che ha una linea di grande indipendenza politica e ideologica.

L'argomento di questa mia è il problema del mantenimento della pace religiosa, dell'incremento di una cultura civile rispettosa e tollerante, e una azione prudente e saggia per il ristabilimento di quei buoni rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede, e tramite quest'ultima con la Chiesa italiana che costituiscono elemento essenziale della pace civile e religiosa.

Credo che si tratti di problemi cui il Governo debba portare grande attenzione, in quanto governo democratico e liberale di uno Stato laico, ma non laicista, sorretto da un partito, quello del Popolo della Libertà, che superata con l'unificazione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, la sua ispirazione cattolicheggiante si può considerare un partito del tutto laico, ed anche con importanti componenti, quale quella "finiana" e quella "massonica" decisamente "laiciste".

E questa trasformazione è avvenuta anche a motivo del sostanziale mutamento intervenuto sul piano delle problematiche etiche del Partito Popolare Europeo e delle sua maggiori componenti, quali la Cristliche Demokratische Union, ormai in mano agli evangelici, al Partido Popular spagnolo, rigidamente laico e ai cristiano-sociali fiamminghi e belgi, partiti maggioritari, ormai assestati su posizioni calviniste, vecchio-cattoliche o cattolico "antiromane", come dimostrato dalla mozione approvata con il loro voto determinante anche perchè partiti maggioritari, dal Congresso dei Deputati belga in seguito alla quale il Governo del Re dei Belgi ha presentato una nota ufficiale di protesta in Vaticano contenente una espressa condanna delle posizioni espresse dal Santo Padre in materia di lotta all'AIDS e di procreazione responsabile.

La "laicizzazione", non nel senso della "laicità positiva", ma del "laicismo" non dei solo cristiani, come Angela Merkel, ma dei cattolici impegnati in politica, trova la sua dimostrazione che non solo il cristiano battista o metodista, non è ben chiaro! presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ma i tre politici cattolici di maggior rilievo nella vita politica americana:John Biden, Nancy Pelosi e John Kerry sono schierati su posizioni anti-papali in materie eticamente sensibili quali l'aborto, finanziato in America come contracettivo e lasciato alla libera scelta negli Stati Uniti, la coltivazione degli embrioni umani, l'inseminazione eterologa, l'"utero in affitto", l'eutanasia e così via.

E che questa deriva esista anche in Europa e perfino in Italia risulta chiaro dalla lettura della stampa così detta cattolica francese, irlandese, tedesca ed austriaca, molto più avanzata del settimanale della Casa Editrice San Paolo: "Famiglia Cristiana" e dello stesso bollettino on-line del gruppo ecclesiale "Noi siamo Chiesa", ed a livello o quasi della corrispondenza tenuta su un importante quotidiano da un porporato, grande biblista progressista.

Ormai, occorre che tu, il tuo Governo e la tua maggioranza occorre che prendiate atto che quell'atmosfera a voi favorevole che esisteva ai tempi della gestione della Conferenza Episcopale Italiana da parte dell'intelligente, prudente e avveduto Card.Ruini, si è ormai dissolta a causa dei quei "tsunami" che si chiamano: Card. Bagnasco, Don Sciortino e Mons. Crociata, sostenuti da organi di stampa importanti quali La Repubblica, La Stampa sotto la direzione di Mario Calabresi, L'Avvenire di Dino Boffo e la Famiglia Cristiana di Don Sciortino.

Il mio consiglio è che, dato anche che i rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati da accordi di diritto internazionale, voi abbandoniate il modulo partito-maggioranza-Vescovi-Conferenza Episcopale Italiana, che poteva valere quando esisteva un partito di ispirazione cristiano democratico, e come in tutti gli stati laici che abbiano relazioni diplomatiche con la Santa Sede, sia che le relazioni siano o no regolate da trattati, concordati o comunque patti aventi valore sul piano del diritto internazionale (con il Concilio Vaticano II il "diritto pubblico ecclesiastico" come diritto "proprio" dei rapporti tra Stati e Chiesa è stato cadere in desuetudine), i problemi, tutti i problemi vengano trattati a livello di Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede o di Nunziatura Apostolica presso la Repubblica o direttamente tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri o il Ministero degli Esteri e la Segreteria di Stato vaticana.

Secondo questo modulo, quando don Sciorino su "Famiglia Cristiana" o Dino Boffo "L'Avvenire" hanno coperto di insulti e contumelie il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli Esteri avrebbe dato mandato all'Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede di presentare una formale nota di proteste alla Segreteria di Stato vaticana, come già a suo tempo fecero due esponenti istituzionali democratico cristiani, entrambi provenienti dai movimenti d'azione cattolica rispettivamente trentino e sardo.

E ove si fosse continuato, si sarebbe potuto richiamare l'Ambasciatore "per consultazioni", nominando un "Incaricato d'affari", o dichiarare "persona non grata" la persona del Nunzio Apostolico, o per ritorsione inviare un reparto del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza all'Istituto per il Sostentamento del Clero ed anche alla Diocesi del Mons. Crociata a verificare l'uso dei fondi corrisposti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze dalle somme raccolte in base alla clausola dell' "8/000", somme che anche quando trasferite alla Chiesa italiana mantengono la natura di "pecunia pubblica" dello Stato italiano.

Solo nella chiarezza di rapporti pubblici regolati dal diritto internazionale, si può assicurare trasparenza e serenità non solo ai rapporti tra lo Stato e la Santa Sede ma anche ai rapporti tra le istituzioni e le forze politiche da un lato e le Chiese locali dall'altro.

Certo, vi è ormai da chiedersi del regime concordatario fondato sull'accordo Mussolini-Gasparri e rinnovato con l'accordo Craxi-Casaroli. Guardando agli avvenimenti di queste ultime settimane si può forse non indebitamente pensare che il Concordato che regola i rapporti tra Stato e Chiesa, con i limiti che pone reciprocamente a entrambi, non sia più idoneo a garantire piena libertà anche d'espressione e di giudizio ai vescovi italiani su partiti e soprattutto esponenti delle istituzioni dello Stato repubblicano.

Da giurista che si è occupato in particolare di diritto pubblico ecclesiastico e di diritto dei rapporti tra Stato e Chiesa e da cattolico "infante" (categoria che ai cardinali e vescovi "progressisti" non piace molto da quanto il Card.Ruini ha cessato dalla carica di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana!) debbo affermare infatti che S.Ecc.za Rev.ma Mons. Crociata ha "passato il segno" e che se io fossi stato o Capo dello Stato o Presidente del Consiglio dei Ministri avrei fatto presentare (come già mi è accaduto di fare a motivo di un editoriale de L'Avvenire ottendendo le scuse della Segreteria di Stato!) una nota di protesta in Vaticano.

Ma non credo che nè tu nè il tuo governo siate in grado di far ciò. Quello che, passata la "fase critica", credo il Governo debba fare e intavolare trattative riservate per sostituire il concordato mussolinian-craxiano con accordi "più leggeri" che disciplino settori specifici quale l' "8/000", l'esenzione dall'ICI, e così via.

Rimango a disposizione tua, del Ministro dell'Interno, quale responsabile degli affari del culto e del Ministro degli Esteri per quanto voi riteniate io possa essere utile al Governo della Repubblica che, pur non avendo io votato per la Casa della Libertà e cioè per la vostra maggioranza, è pur sempre i "mio" Governo.

Con solidarietà e amicizia

FRANCESCO COSSIGA