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2010 02 13 * La Stampa * Il gentiluomo del Papa e lo strano miracolo del "Giubileo 2000" * Giacomo Galeazzi

Il dirigente arrestato è da molti anni tra i privilegiati al servizio del Pontefice

Sono le grandi opere per l’Anno Santo la fucina da cui nasce il «sistema Balducci». All’epoca del Grande Giubileo del 2000 Angelo Balducci, Gentiluomo di Sua Santità e consultore del dicastero vaticano delle Missioni, è provveditore alle opere pubbliche del Lazio e lavora in stretto coordinamento con il commissario straordinario per il Giubileo, Guido Bertolaso. Entrambi hanno come riferimento il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, regista laico dell’Anno Santo e il suo «omologo» nei Sacri Palazzi, Crescenzio Sepe (oggi cardinale di Napoli) segretario generale del Comitato organizzatore del Giubileo. A completare la «task-force» rutelliana per l’Anno Santo sono gli attuali parlamentari Paolo Gentiloni e Luigi Zanda. Ma è Balducci l’uomo delle questioni più spinose. E’ lui che in vista dei raduni record di Tor Vergata risponde alle critiche dei mass media: «Finiremo in tempo le infrastrutture». E quando, alla vigilia dell’Anno Santo e con i lavori in pericoloso ritardo, viene scoperta una villa romana con preziosissimi affreschi poi fatta a pezzi dalle ruspe perché ostacola il megaparcheggio del Gianicolo, Balducci assicura:«Non c’era nessun affresco».

In realtà, si trattava di resti romani dal I al III secolo dopo Cristo con coloratissimi affreschi, rinvenuti durante la costruzione, in territorio italiano, della rampa d’accesso al «parking» del Gianicolo, nell’area degli «horti» di Agrippina e poi di Nerone. Dal ‘95, dieci anni prima di Gianni Letta, Balducci fa parte del circolo più esclusivo del mondo, quello dei gentiluomini di Sua Santità, segno di un legame di ferro con la Curia.

I piani urbanistici e gli interventi strutturali sulla viabilità finiscono sotto l’ombrello misto (italiano e vaticano) di Balducci che sugli appalti diventa «trait d’union» tra le due sponde del Tevere. Il suo peso cresce di pari passo alla stima conquistata in Vaticano con il suo «lord protettore» Sepe, che poi, incassato il successo giubilare, viene premiato con la porpora cardinalizia e la nomina a «Papa rosso».

Appena assiso al trono del dicastero pontificio che sovrintendente alle terre di missione, Sepe nel 2001 porta con sé Balducci a «Propaganda Fide» per assisterlo in un ruolo talmente importante da essere appunto equiparato nella saggezza popolare a quello del Pontefice. La Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, infatti, controlla centinaia di diocesi in Asia, Sud America, Africa, detta legge in tre quarti del mondo cattolico, ha un bilancio a parte rispetto a quello della Santa Sede e un colossale patrimonio immobiliare. Solo in Italia il valore delle sue proprietà supera i 50 milioni di euro. Per supervisionare ristrutturazioni, cantieri, manutenzioni, l’«uomo di fiducia» a «Propaganda Fide» come nelle maxiopere giubilari è sempre il presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Balducci, oggi accusato di corruzione, ma da sempre potente «anfibio» a cavallo tra Italia e Vaticano. Il lavoro di Balducci «fianco a fianco» con il commissario straordinario del Giubileo, Bertolaso precede quindi di un decennio l’incarico ricevuto dalla protezione civile per la ricostruzione dell’Aquila.

Significativamente, l’elenco di «grandi eventi» dell’ultimo decennio è un rosario impressionante di happening religiosi: dalle visite del Papa in giro per l’Italia all’Anno Paolino, dall’Ostensione del 2008 a San Giovanni Rotondo delle spoglie mortali di Padre Pio, dalle esequie di Giovanni Paolo II ed elezione del successore nel 2005 al pellegrinaggio dei giovani a Loreto nel 2006. E ancora: il congresso eucaristico di Bari nel 2004, la beatificazione di Madre Teresa nel 2003, il quarto centenario della nascita di San Giuseppe di Copertino nel 2003, le canonizzazioni nel 2002 di Padre Pio e del fondatore dell’Opus Dei Josemaria Escrivà nel 2002.

Inoltre, l’inchiesta sui lavori alla Maddalena coinvolge anche don Evaldo Biasini, economo per l’Italia dei missionari del Preziosissimo Sangue, pezzo da novanta nella raccolta di offerte per l’Africa. Come Gentiluomo di Sua Santità, Balducci fa parte della Famiglia pontificia, ma come consultore di «Propaganda Fide» ha un occhio sulle congregazioni religiose che operano nel Terzo mondo. E in queste ore gli uffici finanziari e missionari della Santa Sede vogliono vederci chiaro su quei giri di denaro e su chi fosse a conoscenza delle disponibilità di don Biasini.

«Il Vaticano non risponde di quanto compiuto nella vita lavorativa dai Gentiluomini di Sua Santità - spiegano fonti autorizzate della Santa Sede -.Si tratta di professionisti di indubbia moralità e qualora si dimostri il contrario le dimissioni dall’incarico sono doverose. La Prefettura della Casa Pontificia assegna loro di volta in volta le mansioni durante le visite di Stato dei governanti al Papa. E’ opportuno che finché non venga chiarita la sua posizione, il dottor Balducci si astenga dai turni di servizio in Curia». Una carica capace di aprire molte porte non si concilia con accuse gravi come quelle rivolte dai magistrati a Balducci. L’ombra del sospetto va tenuta lontana dal Soglio pontificio. «Le dimissioni possono essere spontanee o richieste, di certo non si può affiancare il Papa se l’innocenza non è provata», affermano in Curia.