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2010 05 07 * La Repubblica* Assolti Carboni, Calò e Diotallevi
 sentenza confermata in appello

Dichiarati innocenti i tre imputati per la morte del banchiere che fu trovato impiccato sotto il ponte londinese dei Frati Neri nel giugno del 1982. I difensori del faccendiere: “Assolto da un suicidio”. Il pm: “La vittima uccisa due volte”

ROMA - Confermate in appello le assoluzioni di Flavio Carboni, Pippo Calò ed Ernesto Diotallevi per l’omicidio del banchiere Roberto Calvi. La sentenza della Corte di assise di appello di Roma, emessa dopo due ore di camera di consiglio dal primo collegio presieduto da Guido Catenacci, conferma quella pronunciata in primo grado il 6 giugno 2007. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.


Il rappresentante dell’accusa, Luca Tescaroli, aveva chiesto la condanna all’ergastolo dei tre imputati per l’omicidio dell’ex presidente del Banco Ambrosiano trovato impiccato nel giugno del 1982 sotto il ponte londinese dei Frati Neri.  Il magistrato, che in questo processo d’appello aveva ottenuto l’audizione come testimone di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito, è da sempre convinto che Calvi sia stato ucciso per aver utilizzato soldi non suoi, ma appartenenti a Cosa Nostra e ad altre organizzazioni criminali. L’accusa per Carboni (uomo d’affari), Calò (ex cassiere della mafia) e Diotallevi (già coinvolto in indagini sulla banda della Magliana, unico tra gli imputati presente in aula oggi) era quella di aver organizzato la morte di Calvi, in concorso tra loro e con altri non ancora identificati, avvalendosi di strutture mafiose “per punirlo di essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti alle organizzazioni criminali”.


Dalla vicenda erano già usciti di scena, con sentenza di assoluzione passata in giudicato, il contrabbandiere Silvano Vittor e Manuela Kleinzing, ex compagna di Carboni. Per la donna lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione. Nei confronti di Vittor non era stato presentato appello. Su questo i difensori di Carboni, Calò e Diotallevi avevano molto insistito nel corso dei loro interventi. 


“Anche se fa un certo effetto essere assolti da un suicidio - hanno commentato gli avvocati Renato Borzone e Anselmo De Cataldo, legali di Carboni - siamo comunque molto contenti perché nei confronti di Carboni negli anni si sono scatenate una sorta di persecuzione giudiziaria elevando a rango di prove o d’indizi congetture e sospetti di carattere romanzesco”. “Due corti d’assise di grande rigore hanno fatto giustizia e ci auguriamo davvero che non si voglia continuare sulla strada dell’accusa perché errare è umano ma perseverare è diabolico”, ha continuato Borzone. 


Per il pm Tescaroli, invece, “la sentenza di oggi, pur assolvendo gli imputati, conferma che Roberto Calvi è stato assassinato”. Una sentenza, ha detto il magistrato, che “va rispettata in quanto espressione di democrazia” anche se “bisogna riflettere perché, nella prospettiva dei familiari del banchiere, questa pronuncia uccide due volte Calvi. Ricordiamo che i congiunti del banchiere hanno dovuto attendere 18 anni prima che venisse riconosciuto il reato di omicidio”. “Ora valuteremo se presentare ricorso in Cassazione: leggeremo le motivazioni di una sentenza  che comunque convalida il lavoro fatto”, ha concluso Tescaroli.