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2010 06 03 * L'Espresso * L'altolà del generale * Gianluca Di Feo

«Il rapporto difesa-industria va cambiato. Ci sono costi e appetiti che lo rendono non ottimale: non sempre le due realtà vanno a braccetto per realizzare interessi condivisi».

Il generale Maurizio Lodovisi, sottocapo di Stato maggiore dell'Aeronautica, davanti a un centinaio di alti ufficiali chiude i lavori dell'Air Power Congress di Firenze, il convegno in cui i vertici dell'Arma azzurra discutono le strategie per il futuro.

Non pronuncia il nome di Finmeccanica, ma è chiaro il bersaglio della sua sortita: «Finora il sistema paese ha protetto un settore per tutelare l'occupazione. Oggi questo non è più accettabile, bisogna seguire una logica di eticità. L'industria non può imporre alla forza armata quello che vuole, le scelte devono essere comuni».

E con “L'espresso” pone l'accento sui programmi europei varati dagli anni Ottanta in poi «che hanno forzato determinate regole e prodotto costi inaccettabili». L'incubo per l'Aeronautica è il caccia europeo Eurofighter, che ha raggiunto cifre astronomiche mentre oggi si vorrebbe investire sul futuristico Jsf made in Usa, progettato per conflitti come quello afghano e ostacolato da Finmeccanica.

L'Italia spenderà oltre 3 miliardi di euro solo tra il 2010 e il 2012 per degli aerei che alla fine potrebbero costare più di 120 milioni ad esemplare: «L'Eurofighter è nato negli anni Novanta e sarà in servizio pieno alle soglie del 2020: criteri di tutela del lavoro e di protezione sociale hanno creato un sistema che alla fine non ha retto».

Qual è la soluazione? Più mercato dove oggi c'è il monopolio di Finmeccanica? «Il mercato ha svantaggi e vantaggi per il sistema paese. Ma i processi devono essere sani con regole chiare fatte sul tavolo, altrimenti non va bene. E perché i processi siano sani ci deve essere un'analisi dei costi estremamente oculata oppure è meglio lasciare parlare il mercato».