1. VITA, OPERE E MIRACOLI (OPUS DEI) DI GOTTI-TEDESCHI IL CONQUISTATORES CATTOLICO CHE TENEVA IN PUGNO LE CHIAVI DI SAN PIETRO (EX IOR) E CONSERVA QUELLE DI PALAZZO CHIGI DOVE (S)GOVERNANO IL PAVIDO MONTI E I SUOI PALLIDI MINISTRI TENICI - 2. LE OPUS DEI (INFERNALI) DELL’EX BANCHIERE DI DIO: DALLO SCANDALO PARMALAT-FEDERCONSORZI ALLA “BANCA DI DIO” (IOR); DALL’AFFAIRE FINMECCANICA AL CRAC DEL MONTE - 3. IL PROCONSOLE DEL BANCO DI SANTANDER IN ITALIA CHE HA ARRICCHITO IL SUO PADRONE EMILIO BOTIN ANCHE CON LA VENDITA-‘’PACCO’’ DI RECOLETOS-“EL MUNDO” ALL’RCS-‘CORRIERE DELLA SERA’ (UN MILIARDO IN ROSSO) E’ AL CENTRO DI UN NETWORK DI POTERE CHE GODE DELL’IMMUNITA’ DEI MEDIA OLTRE A QUELLO DELLE RESIDUE FORZE POLITICHE - 4. NEL FRATTEMPO IL MANAGER PUBBLICO PUO’ FARSI BEFFE PURE DEL SUO AZIONISTA (IL MINISTRO GRILLI) RESTANDO AMMINISTRATORE DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI E DEL FONDO F2I -
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-vita-opere-e-miracoli-opus-dei-di-gotti-tedeschi-il-conquistatores-cattolico-che-50612.htm
Il suo nome, eccellente, non appare in
											nessuno dei libri da consumo prodotti dai Gabibbo alle vongole. Anzi. Nel
											giornalone dei Poteri marci dove la ditta Stella&Rizzo si occupa di caste,
											cricche e razze (straccione) - stiamo parlando del "Corriere della
											Sera" -, l'ex "banchiere di Dio", Ettore Gotti-Tedeschi, sembra
											godere invece di non poco prestigio e di una certa influenza sulla proprietà e
											sul suo direttore. Almeno a dare ascolto alle intercettazioni telefoniche, mai
											smentite, in cui il nostro dice all'indagato, Giuseppe Orsi, che Flebuccio de
											Bortoli ha "dato l'ordine di tutelarlo".
Tant'è che qualche giorno dopo quel
											colloquio in una trattoria romana, rendez-vous il cui contenuto doveva rimanere
											riservato, l'amministratore delegato di Finmeccanica può "dettare" la
											sua improbabile autodifesa (accusa di tangenti) proprio all'ammazza-cricche
											(altrui), il fanz-castista Sergio Rizzo. Il che non aiuta davvero ad
											allontanare i sospetti sulla vera natura dei rapporti esistenti tra l'ex presidente
											dello Ior (la banca vaticana) e il quotidiano di via Solferino.
Anche perché, merita di essere ricordato
											il famoso "pacco" spagnolo Recoletos-El Mundo (oltre un miliardo di
											euro che ora pesano sul debito del gruppo) che a suo tempo fu rifilato alla
											Rcs-Media Group dagli spagnoli. E chi aveva tra i suoi principali beneficiari
											dell'acquisizione-vendita (plusvalenze milionarie) se non quel'Emilio Botin,
											padrone del Santander? Anche lui prossimo all'Opus Dei, di cui l'ex
											"banchiere di Dio" da anni ne è il proconsole in Italia. 
Ma chi è, allora, il pio e potente Ettore
											Gotti Tedeschi. L'Intoccabile unto dal signore che negli ultimi anni è finito,
											a torto o a ragione, in alcune delle principali inchieste che hanno toccato il
											nostro sistema politico-finanziario? Dallo scandalo Parmalat di Callisto Tanzi,
											da cui è uscito giudiziariamente indenne, alla svendita delle Federconsorzi con
											la Akros di Gianmario Roveraro ("professionista" dell'Opus Dei); dalla sua emblematica
											"cacciata" dallo Ior ai tempi del "corvo" in San Pietro
											alla vergognosa vicenda, ancora in corso, che riguarda l'acquisizione di
											Antonveneta da parte del Monte dei Paschi, sempre via Banco Santander. Tanto
											per ricordarne le più clamorose. Tutti eventi politico-giudiziari in cui c'è
											stato il sospetto di un giro di mazzette e di conti segreti.
Uno che lo conosce da vicino, e da lungo
											tempo, è il gagliardo giornalista e saggista, Giancarlo Galli. Nel suo volume
											"Finanza bianca, i soldi, il potere" (Mondadori, 2004), l'autore ne
											fa un ritratto che sembra ben fotografare questo discusso personaggio che
											straparla di denaro in Paradiso e mette mano in ogni affare
											pubblico&privato, compreso l'affaire Finmeccanica. Annota Giorgio Galli nel
											suo libro: "... ho ricevuto la visita di Ettore Gotti-Tedeschi (3 luglio
											2002, nda), banchiere internazionale ed economista di fama, membro dell'Opus
											Dei, rappresentante per l'Italia del potente Banco Santander Central Hispano,
											controllato dalla famiglia Botin, e a un certo momento - aggiunge Galli - il
											discorso è finito sull'attualità. Per l'appunto, la Reconquista
											cattolica…".
E che cos'era la "Reconquista
											cattolica", partorita a mo' di provocazione all'inizio degli anni Novanta,
											cioè nei pieno della crisi dei partiti storici, dallo scomparso ex ministro del
											Tesoro Dc, Beniamino Andreatta? Che i cattolici e il Vaticano non sarebbero
											stati estromessi dalla finanza come pretendeva lo gnomo laico di Mediobanca,
											Enrico Cuccia.
Un'idea "geniale" e onesta che,
											osserva Giancarlo Galli, Ettore Gotti-Tedeschi sembra aver voluto tradurre a
											modo suo (o stravolgere). E, soprattutto, Ettore lo fusto la vuole mettere in
											pratica, alla stregua della presa Bastiglia del potere da parte della finanza
											bianca (o rossa). Facendo leva su un sistema Italia in crisi d'identità
											(politica).
"In futuro - sostiene Gotti-Tedeschi
											undici anni fa - saranno i rapporti di forza reali a contare nell'economia e
											nelle banche". E nelle vesti di king maker degli affari leciti (o meno) in
											quest'ultimo decennio il pio Ettore Gotti-Tedeschi sembra muoversi sottotraccia
											a tutto campo. Mettendo in piedi un fitto network di potere in nome dell'etica
											(e della grana).
Grazie alla benedizione dell'Opus Dei va
											così a sostituire il mite e onesto Angelo Caiola allo Ior, da cui ben presto
											sarà estromesso per mano del Papa; ha buoni rapporti con i presidenti del
											Consiglio che si alternano a palazzo Chigi: da Berlusconi a D'Alema. E ancora:
											il ministro Giulio Tremonti lo nomina consigliere per i problemi economici,
											finanziari ed etici nei sistemi internazionali" e diventa amministratore
											della Cassa depositi e prestiti, guidata da Vito Gamberale e Franco Bassanini,
											nonché presidente del Fondo italiano per le infrastrutture (F2i).
Ruoli pubblici che ancora oggi il pio
											(Re)conquistadores Gotti-Tedeschi occupa senza che il governo Monti possa (o
											voglia) metterci il becco. Ma come può il ‘'professore-pupo" manovrato dai
											suoi "pupari" contestare un "suo" manager che da quasi un
											anno tiene in scacco il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, per la vicenda
											delle presunte consulenze a sua moglie versate da Finmeccanica?
Così, nei ciclici momenti di amnesia che
											colpiscono i media pochi oggi - sempre a proposito dello scandalo Monte Paschi
											di Siena e del suo ex presidente Giuseppe Mussari-, ricordano che il ministro
											delle Attività Produttive, Corrado Passera, tirò un sospiro di sollievo quando
											nel marzo 2012 al Senato venne fatto ritirare un emendamento del Pd che avrebbe
											azzerato alcune commissioni sulle linee di credito.
A metterlo in luce è stato Gianni Dragoni
											nel suo libro profetico "Banchieri & Compari", edito da
											Chiarelettere. Un emendamento che aveva provocato le dimissioni dalla
											presidenza dell'Abi di Giuseppe Mussari, appena rieletto nell'incarico. Sì,
											proprio lui l'ex numero uno di Montepaschi ora finito sott'inchiesta dalla magistratura.
"L'importante è che l'emendamento
											salti. Le dimissioni (di Mussari) sono un sintomo del disagio delle banche che
											sono vicine all'economia del Paese", dichiarò spudoratamente l'ex
											banchiere Passera piegandosi ai poteri (extraparlamentari) dei vari Mussari e
											Gotti Tedeschi. 
Due mesi dopo la rivolta dei banchieri, il 26 giugno 2012, il
											governo di Rigor Mortis concesse allo stesso Monte-dei-pacchi strumenti
											finanziari pari a 4 miliardi di euro.
E sapete il terrificante paradosso
											contenuto nell'enorme versamento di denaro pubblico nelle casse di Rocca
											Salimbeni? Se il Monte dei Paschi non restituirà gli aiuti, come ha rilevato
											Riccardo Sabbatini sul "Sole 24 Ore" (Plus), il governo potrebbe
											tramutare il prestito in titoli diventando così, con circa l'80%, il primo
											azionista della banca. Ma il pacchetto di maggioranza non sarà sufficiente a
											governarla se non cambierà l'attuale statuto "che attribuisce il 50% dei
											posti disponibili in cda, indipendentemente dalla quota di
											partecipazione". Incredibile ma vero nell'Italia dei professori!
Ps. In un altro volume del già citato
											Giancarlo Galli ("Nella giungla degli Gnomi", Garzanti 2008),
											possiamo trovare molte risposte alle domande che oggi si rincorrono sui media a
											proposito dell'acquisizione di Antonveneta da parte del Mps. Un'operazione a
											dir poco spregiudicata che fruttò "sull'unghia" al Banco Santander di
											Botin e Gotti-Tedeschi 2,3 miliardi di plusvalenza.
Osserva puntuale Galli quattro anni fa:
											"Com'è spiegabile che una banca, già supervalutata e mediocremente gestita,
											possa nel volgere di pochi mesi valere un terzo di più? Evidentemente ‘dietro'
											o ‘sotto' i numeri, i bilanci, vi è qualcosa di ben più rilevante. Un interesse
											- prosegue Galli - appunto politico.
D'altra parte è ben noto: se le nostre
											carissime banche sono le più esose d'Europa nei confronti della clientela,
											hanno pure da rifarsi su qualcuno per i costi sopportatati nel vorticoso risiko
											di fusioni-acquisizioni. Fatto sta - conclude l'autore - che appena il sole
											cala su Rocca Salimbeni a Siena, quell'8 novembre, l'annuncio: Mps s'è
											comperata l'Antonveneta. Il mattino seguente, in Borsa, il titolo crolla di un
											abbondante 10%. I media preferiscono però celebrare la nascita del Terzo Polo
											italiano, che va a unirsi, seppure a distanza, ai giganti Unicredit-Capitalia e
											Intesa-San Paolo".