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2013 02 17 * Il Fatto Quotidiano * Vaticano - Ior, addio antiriciclaggio. C’è padre Mitra * Marco Lillo

Dopo il presidente armatore arriva il fuciliere, monsignor Domenico Calcagno, alla commissione di sorveglianza sullo Ior. Il giorno dopo la nomina a presidente della banca vaticana di Ernst von Freyberg, presidente della Blohm Voss, che produceva gli u-boot e che sta costruendo quattro fregate classe 125 da 7 mila e 400 tonnellate per la Marina tedesca, il papa ha piazzato alla commissione cardinalizia che controlla lo Ior un amante delle armi come monsignor Calcagno. Se dovessero insorgere liti tra Ior e commissione, nei prossimi mesi sarà il caso di girare al largo dal Torrione Niccolò V.

Ai cannoni tedeschi del presidente potrebbero rispondere il Nagant russo da cecchino o la Smith and Wesson di Callaghan o le altre numerose armi denunciate nel 2006 da Calcagno, noto collezionista di fucili e carabine, come ha raccontato Ferruccio Sansa sul Fatto ad aprile. Benedetto XVI ieri ha rinnovato, per un quinquennio, la commissione di vigilanza sullo Ior.

Bertone si è fatto confermare presidente per cinque anni, insieme al francese Jean-Louis Tauran, al brasiliano Odilo P. Scherer; all'indiano Telesphore P. Toppo e appunto al presidente Apsa dal luglio 2011 (ente che ha spostato come raccontato dal Fatto ben 229 milioni di euro all'estero in tre anni) Domenico Calcagno.

La nomina di Calcagno è l'ennesimo scandalo di un pontificato che si sta chiudendo nel segno della debolezza del papa dimissionario, incapace di resistere alla prepotenza del suo segretario di Stato, incurante dell'imminente sede vacante. Scandalosa è non tanto la nomina di un cardinale appassionato di armi ma il fatto che Calcagno abbia preso il posto del cardinale Attilio Nicora, presidente dell'Aif, e principale fautore della linea dura sul fronte antiriciclaggio.

Il Fatto ha pubblicato un anno fa i documenti che raccontano il braccio di ferro Bertone-Nicora. Dopo che la Procura di Roma aveva indagato i vertici dello Ior, il Papa aveva sposato la linea della trasparenza proposta da Nicora. Il 30 dicembre 2010 con un motu proprio Ratzinger crea l'Aif e nomina Nicora presidente dell'autorità antiriciclaggio dotata di poteri di ispezione sullo Ior che doveva dialogare con l'Uif italiano. L'Aif, presieduta da Nicora e composta da funzionari ex Uif inizia un percorso virtuoso interrotto da Bertone nel gennaio 2012 con un decreto che innesta la retromarcia ed elimina i poteri di ispezione sullo Ior.

Nicora tenta di resistere con una lettera del 12 gennaio 2012 a Bertone, pubblicata dal Fatto il 16 febbraio: "Va rilevato che la ridefinizione dei compiti dell'Aif - scrive Nicora - si traduce in una complessiva riduzione di competenze e funzioni, a scapito sia di un assetto razionale dei presidi antiriciclaggio all'interno, sia del ruolo fondamentale della neo istituita Autorità in ambito internazionale (...). Non va trascurato l'aspetto attinente ai profili di opportunità verso l'esterno e al rischio reputazionale a cui può andare incontro la Santa Sede". Bertone non la prende bene e nei mesi successivi porta a termine una "mattanza" degli uomini di Nicora, troppo "collaborazionisti" con le autorità italiane. A dicembre 2012 è stato rimosso il direttore generale dell'Aif, Francesco De Pasquale.

Al suo posto arriva Renè Brulhart, svizzero ed ex capo dell'autorità anti-riciclaggio del Liechtenstein. Poche settimane fa è stato promosso direttore vicario il genero dell'ex governatore Antonio Fazio, Tommaso Di Ruzza. Bertone voleva farlo addirittura vicedirettore generale, ma Nicora si era opposto. Ieri il cardinale ha pagato tutti i suoi no.