ROMA - Una guerra feroce tra alti prelati e personaggi vicini ai vertici della Chiesa per garantirsi il controllo dello Ior, l'Istituto per le opere religiose. Uno scambio di lettere e sms, anche minacciosi, del quale era stato informato Benedetto XVI. Eccolo il memoriale del banchiere Ettore Gotti Tedeschi consegnato un anno fa ai magistrati della Procura di Roma dopo la cacciata dal vertice della banca vaticana avvenuta il 24 maggio 2012. Il documento, rimasto finora segreto, rivela clamorosi retroscena degli ultimi due anni, svelando anche numerosi dettagli su quanto accaduto prima che il Pontefice decidesse di dare le dimissioni. Alcuni nomi sono indicati solo con le iniziali: TB è il cardinal Bertone; GG è monsignor Georg, segretario di papa Benedetto XVI.
In caso di «incidente»
Quattro
pagine dattiloscritte datate 26 marzo 2012 e consegnate alla sua segretaria
specificando che «questo memoriale deve uscire dal suo archivio solo in caso di
incidente di qualsiasi tipo, in qualsiasi circostanza o momento, e consegnato a
tre persone, nonché a don Georg», che poi lo dovrà affidare al Pontefice. Tra
gli allegati c'è una «memoria riservata per mons. Becciu», vicesegretario di
Stato, «per capire la mia posizione sulla modifica della Lex antiriciclaggio».
Gotti fa poi l'elenco delle persone che lo osteggiano e inserisce il direttore
generale dello Ior Paolo Cipriani e Marco Simeon, fedelissimo del cardinal
Bertone e all'epoca direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali
e internazionali di viale Mazzini.
Spiega di aver deciso di scrivere questo
memoriale «perché negli ultimi giorni sono stato oggetto di specifici attacchi
attraverso stampa, blog, sms e verbali e poiché in Vat si tende a sminuire il
tutto voglio ricordare che detti attacchi tendono a far crollare la mia
credibilità e reputazione presentandomi come un traditore: ho fatto uscire
documenti riservati (miei) - ho fatto la legge antiriciclaggio e costituito
l'Aif in accordo con Banca d'Italia (M. Draghi) per distruggere le finanze
vaticane (ricordo due avvertimenti in proposito di Simeon e Cipriani: "Lei
passerà alla storia come quello che ha distrutto lo Ior" ). Il tutto con
un progressivo processo di screditamento verso il Segr di Stato e persino un tentativo
(fallito) di screditarmi con mons GG (con SSantità)».
I conti laici
Gotti
parla di «più tentativi di intimidazione da parte di Simeon, da parte di
Cipriani e da parte dell'avvocato Lena». In particolare: «Quelli di Simeon sono
stati a seguito di un tentativo, non riuscito, di "cooptazione" con
lui e "ambiente" Cesare Geronzi». E poi allega «tre documenti di
indispensabile lettura per capire». Il primo è «il memo sui conti laici per
intendere quale potrebbe essere una delle origini dei problemi esposti». Il
banchiere, come poi ha riferito ai magistrati, ritiene che l'avversione nei
suoi confronti fosse legata proprio ai conti non intestati a prelati aperti
presso lo Ior. Invita a leggere «il documento allegato (Hotel Cipriani's story)
e poi cita un episodio specifico: «È bene ricordare che l'avv. Severino mi
riferì (chiedendomi la discrezione che ho sempre tenuto) di questo colloquio
con Briamonte nel quale lui confessava di essere lì per risolvere il problema
dei conti laici, soprattutto di Geronzi». Il riferimento riguarda l'avvocato
Michele Briamonte, indagato per riciclaggio dalla procura di Roma proprio
nell'ambito di alcuni soldi movimentati su conti dello Ior. Qualche settimana
fa era stato fermato dalla Guardia di Finanza alla frontiera ma aveva rifiutato
di mostrare il contenuto di una sua valigetta sostenendo di godere
dell'immunità diplomatica della Santa Sede. Il ministro della Giustizia Paola
Severino smentisce categoricamente: «Non ero in confidenza con Briamonte. E non
ho mai saputo nulla dei conti di Geronzi».
Le «calunnie» di Bertone
Gotti
specifica che la sua «maggiore preoccupazione sta nella totale indifferenza del
Segretario di Stato alla descrizione di questi fatti. Alla sua indifferenza al
processo adottato da Cipriani verso il sistema bancario che ha portato
l'Istituto a vedersi chiudere i conti. Alla fiducia data a questo avvocato
Lena, via di mezzo tra l'agente segreto e il commissario del film La pantera
rosa . Un gravissimo fatto (riferito da GG) sta nelle calunnie che il Segretario
di Stato ha riferito a GG. Dette calunnie si riferiscono a cose che io avrei
detto sul Papa. Solo l'intelligenza, la perspicacia e la buona fede di GG mi
hanno permesso di spiegare la calunnia. E di scrivere il cosiddetto dossier
(che scrissi tra Natale e Epifania e comprende i fatti con allegati tra fine
2009 e dicembre 2011).
Monsignori e spioni
Scrive
Gotti: «Un fatto marginale ma da non sottovalutare sta nella informazione che
mi diede il fratello di Emanuela Orlandi (giovedì 22 marzo alle 9.30): dopo che
TB ha scoperto che lei parla con GG, ha dato ordine di isolarla e controllarla.
Un altro fatto marginale ma utile a capire, sta nel comportamento di mons.
Balestrero. Mi tratta con stizza quando gli confermo, durante la visita degli
ispettori Moneyval, che mio compito era portare la Santa Sede nella white list
, dicendomi che questo era compito suo. Lo ribadisce al principe WGraetz.
Infatti non mi informa, invita e coinvolge nella revisione della lex. (TB se ne
stupì)».
Poi il banchiere evidenzia «i caratteri ambientali da considerare:
sono o mi sento spiato. Lena sa chi vedo. Sara riferisce tutte le visite a
Cipriani, le mie mail sono aperte e lette. A volte (2 volte) sono persino state
aperte lettere a me indirizzate, dalla Segreteria di Stato o dall'Aif».