A seguito dell'interrogazione di Gasparri e Giovanardi sulla gestione dell'Osservatorio permanente sulle droghe
Roma, 5 dicembre
1999 - Sino a quando il flagello delle droghe proibite sarà usato per
governare il proprio orticello sarà impossibile governare il flagello.
Vale tanto per gli interroganti che per gli interrogati.
Scagliare la Ronconi, Cancrini e il Gruppo Abele contro la Turco per sostenere
San Patrignano e Don Gelmini (e le altre comunità ed operatori?) non
ha senso alcuno. Né i primi né i secondi hanno bisogno di difensori
d'ufficio quanto di avere accesso, gli uni e gli altri, al tavolo di lavoro
essendo la loro opera convergente nell'aiutare chi ne ha bisogno. Con più
o meno efficacia, con necessità finanziarie più o meno giustificate,
con un apparato burocratico più o meno organizzato, ma con lo stesso
obiettivo.
Politicizzare coloro che hanno scelto di fare volontariamente gli infermieri
a favore delle vittime delle droghe proibite è scelta non solo sbagliata
ma che sottrae energie a questo meritorio lavoro.
Sarebbe il caso che Gasparri, Giovanardi, la Turco e tutti coloro che hanno
da dire qualcosa di politicamente più o meno rilevante lo facessero
senza sponsorizzare o escludere soggetti che per loro natura hanno scelto
di fare altro dall'azione politica.
Attaccare la Ronconi in quanto ex terrorista per infangare la Turco e sostenere
San Patrignano è invece consono allo stile politico, ma non solo, di
Gasparri e Giovanardi.