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2003-07-22_lib_religiosa

LIBERTA' RELIGIOSA
25 INTERROGAZIONI PARLAMENTARI PER DENUNCIARE LA VIOLAZIONE IN PAESI FINANZIATI DALL'UNIONE EUROPEA

Bruxelles, 22 luglio 2003 - Maurizio Turco, Presidente dei deputati radicali al Parlamento europeo, ha presentato 25 interrogazioni alla Commissione europea, relative a violazioni alla libertà religiosa in Armenia, Bielorussia, Cina, Georgia, Kazakistan, Kosovo, Laos, Russia, Slovacchia, Slovenia, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam. Nelle interrogazioni sono evidenziate violazioni ai danni di fedeli avventisti, battisti, buddisti, cattolici, evangelisti, induisti, musulmani, ortodossi di Serbia, pentecostali, protestanti, dei Testimoni di Geova e degli Hare Krishna.
Dichiarazione di Maurizio Turco, Presidente dei deputati radicali al Parlamento europeo:
"L'impegno per fermare i flussi finanziari dall'Unione europea verso i paesi dittatoriali, perché nemmeno un euro dei contribuenti contribuisca a mantenere in schiavitù milioni di persone, può e deve essere fermato. Non vi è accordo di cooperazione con i paesi terzi che non preveda la cosiddetta clausola democratica, in altre parole l'UE può bloccare i finanziamenti nei confronti di quei paesi che non rispettino i diritti umani fondamentali e i principi democratici. Grazie alla burocrazia comunitaria la clausola democratica è, nei fatti, una clausola di stile. Ovvero la si usa come una clausola diplomatica e non legale, la si usa per sollevare casi personali e non per denunciare gli accordi finendo sì con l'alleviare le sofferenze di qualche individuo ma lasciando che milioni di persone vivano senza conoscere altro che costrizioni della loro libertà. Vi sono poi dei paesi, come la Slovacchia o la Slovenia, che fra qualche mese saranno a tutti gli effetti paesi comunitari, in cui la libertà religiosa è gravemente messa in discussione. Anche il monitoraggio del rispetto dei diritti umani fondamentali, dello stato di diritto e della democrazia nei paesi membri è nelle mani della burocrazia comunitaria. Che la violazione avvenga in paesi terzi dittatoriali o nei paesi europei democratici, per chi vede i propri diritti violati non è certo l'Unione europea, questa Unione, che può dare una speranza di giustizia e libertà."