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2000 03 24 * XIII legislatura * Camera, Interpellanza - senza risposta * TARADASH Marco - MISTO (radicale)

Ramo: Camera

Tipo Atto: INTERPELLANZA

Numero atto: 2/02331

Data presentazione: 24-03-2000

Seduta di presentazione: 701

PRESENTATORE : TARADASH Marco (MISTO)

STATO ITER : Iter in corso

DESTINATARI : MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA 24-03-2000

Testo dell'Atto

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: l'11 marzo scorso, sul quotidiano íCorriere della Seraž, in un articolo dal titolo íI dubbi di Buscettaž, pubblicato a pagina 1, l'autore, Giuseppe D'Avanzo, scriveva íC'è una scritta su un muro, laggiù nella Sicilia dei Corleonesi, a San Giuseppe Jato: "Giovanni Brusca si pente, garantito a trenta carati". C'era anche quattro anni fa, quando Giovanni Brusca fu arrestato e incatenato e torturato. Improvvisamente, non si trovò più la chiave delle manette. Le tagliarono allora con la fiamma ossidrica senza far troppa attenzione al fuoco che bruciava fino all'osso i polsi del mafioso e poi, senza manette, misero il mafioso contro un muro e ci fu chi sparò contro il muro, a un palmo da quel corpo scosso da un pianto dirotto e disperatissimož;

a tali rivelazioni non sono seguite smentite o commenti né da parte dei responsabili della custodia di Giovanni Brusca né da parte dei magistrati inquirenti che ne avevano disposto l'arresto;

sempre secondo l'articolista dopo le presunte torture, Brusca decise di cominciare a collaborare con la giustizia rivelando ai magistrati numerose informazioni;

nel rapporto europeo del Comitato per la prevenzione della tortura, pubblicato nel 1997, la delegazione che aveva effettuato le visite in alcune carceri italiane, oltre ad esprimere numerosissime osservazioni sulle condizioni di vita nelle carceri e in generale sul rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo nelle strutture visitate, riferisce anche di aver ricevuto numerose denunce di maltrattamenti subiti dai detenuti sia al momento dell'arresto sia in quello dell'ingresso in carcere;

il comitato inoltre, con riferimento ai detenuti sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis c.p.p., oltre a rilevare che ínon v'è alcun dubbio che un tale sistema è di natura tale da provocare degli effetti dannosi che possono provocare l'alterazione delle facoltà sociali e mentali, spesso irreversibilmentež, sottolinea il dubbio che íun obiettivo non dichiarato del sistema sia quello di agire come un mezzo di pressione psicologica al fine di provocare la dissociazione o la collaborazionež;

se i fatti riferiti dal giornalista siano veri e, in tal caso, quali provvedimenti intenda adottare per individuare i responsabili di tali torture;

se, ove tali fatti siano veri, i magistrati inquirenti responsabili dell'inchiesta che coinvolgeva Giovanni Brusca siano ricorsi altre volte, o abbiano permesso che le forze dell'ordine ricorressero, a sistemi di brutale pressione sui soggetti arrestati al fine di carpirne dichiarazioni o confessioni. (2-02331)