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1998 10 02 * Il Mondo * L'Europa reagisce alla minaccia Echelon - E' ufficiale l'amico ci ascolta * Claudio Gatti

La società dell'informazione è diventata la società dell'intercettazione. Attenzione dunque a tutto quel che dite o scrivete, perchè la vostra telefonata e la vostra posta elettronica potrebbero essere intercettate. Anzi, è molto probabile che finiscano in un megasetaccio elettronico che filtra le telecomunicazioni di tutto il mondo. L'avvertimento non è nuovo, ma dal 14 settembre scorso è stato reso ufficiale da un atto del Parlamento europeo che ha cosí confermato le conclusioni di un rapporto della Scientific and technological Options Assessment (Stoa), divisione scientifica del Parlamento, reso pubblico in Italia dal Mondo lo scorso 13 marzo.

Secondo questo rapporto "in Europa tutte le telefonate, i fax e i testi di posta elettronica sono regolarmente intercettati" da Echelon, un sistema costituito da satelliti spia, basi di intercettazione terrestre e supercomputer gestito da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda nell'ambito di un accordo quadro di scambio di intelligence noto col nome di Ukusa. Risoluzione. Il Parlamento europeo non solo ha fatto ha votato una risoluzione in cui, pur riconoscendo "il ruolo vitale della cooperazione internazionale per quanto riguarda la vigilanza elettronica nel bloccare e prevenire le attività di terroristi, criminalità organizzata e trafficanti di droga, riconosce tuttavia anche l'importanza vitale di disporre di sistemi di controllo democraticamente responsabili per quanto riguarda l'uso di queste tecnologie e delle informazioni ottenute".

Con un chiaro riferimento alle attività di spionaggio economico commerciale condotte clandestinamente dalla mega rete di intercettazione anglosassone, la risoluzione conclude dicendo: "La crescente importanza... del sistema Echelon, nonchè i rischi connessi al (suo) abuso, richiedono misure precauzionali per quanto concerne le informazioni economiche".

"Prima della pubblicazione del rapporto Stoa pochi pensavano che certe attività fossero possibili, e nessun governo od organismo ufficiale aveva mai confermato l'esistenza di Echelon. Adesso Echelon è una realtà riconosciuta dal Parlamento europeo. E molti parlamentari stanno cominciando a preoccuparsi dei suoi possibili abusi. Mi pare si sia fatto un notevole passo avanti", commenta Simon Davies, direttore di Privacy International.

Davies è particolarmente soddisfatto dalla decisione del Parlamento europeo di andare più a fondo nella vicenda e commissionare due ulteriori studi sull'impatto che sistemi elettronico satellitari di controllo e intercettazione come Echelon hanno sul diritto alla privacy e sulle attività economiche e commerciali. "Quella dello Stoa era una denuncia generica, di fronte alla quale il Parlamento europeo ha avuto una reazione sdegnata ma composta che non condanna nessuno in particolare. Ma se da questi nuovi studi dovessero uscire informazioni specifiche e dettagliate, non si possono escludere mozioni ben più severe e soprattutto più mirate". In questo caso i rischi maggiori li correrebbe la National security agency, l'agenzia di spionaggio elettronico americana che dal suo quartiere generale di Fort Meade, nel Maryland, coordina tutte le attività di Echelon.

Controffensiva.
"In attesa dei risultati di questi nuovi studi, la Nsa e Washington non rimarranno certamente con le mani in mano", spiega un diplomatico americano che preferisce mantenere l'anonimato.
"Aspettatevi un'offensiva lobbistica sia sul fronte diplomatico sia su quello dell'intelligence".
In particolare, la Nsa si appellerà direttamente ai suoi partner e alleati in ogni singolo paese chiedendo il loro aiuto. In cambio potrebbe offrire maggiori sussidi da destinare a programmi bilaterali di raccolta di intellingence oppure una maggiore europei esclusi dall'accordo Ukusa. A correre il rischio di essere oggetto di una mozione di censura del Parlamento europeo è anche la Gran Bretagna che, pur essendo Paese membro dell'Unione europea, all'interno del sistema Echelon ospita le basi terrestri da cui vengono governati satelliti e antenne che sorvegliano e intercettano le telecomunicazioni europee.

Nel documento pubblicato in occasione del voto del 14 settembre scorso, lo Stoa fa riferimento alle "relazioni particolari" che il Regno Unito ha con gli Stati Uniti in materia di scambio di intelligence e avanza il dubbio che esse "contravvengano agli obblighi sottoscritti con il trattato di Maastricht", in particolare al titolo Y del trattato che richiede agli Stati membri di scambiare informazioni e di concertare le proprie azioni su tutte le questioni di politica estera e di sicurezza.

"In virtù di quelle sue relazioni particolari", si legge nel documento Stoa, "la Gran Bretagna non puó impegnarsi liberamente in consultazioni con gli altri partner europei". Come si muoverà adesso Londra per evitare il rischio di un'imbarazzantissima mozione di censura non è ancora chiaro, ma una cosa è comunque certa: la Gran Bretagna non ha alcuna intenzione di ridimensionare il proprio ruolo in Echelon. Al contrario, sta facendo il possibile per accrescerlo. Basta guardare all'operazione di potenziamento di Menwith Hill, la base più grande e potente della rete Ukusa, nel nord del Yorkshire. Due antenne radar sono state appena erette, altre tre sono in fase di costruzione, cosí come sono in fase di completamento una nuova palazzina per la Mission Support e una per la Space Based Infra Red System Station. Da una testimonianza involontariamente resa pubblica da un tribunale locale, si è inoltre appreso che la British Telecom ha terminato l'istallazione di altri due cavi a fibre ottiche ad alta capacità ognuno dei quali è capace di gestire 100.000 telefonate simultaneamente. A questo intenso programma di espansione è corrisposto un aumento delle misure di sicurezza, con il ritorno dei cani da guardia (ritirati nel 1992 per motivi di budget) e l'istallazione di una cintura esterna di filo spinato alta 2,4 metri. Coinvolgimento. Non volendo far marcia indietro su Echelon, il primo ministro inglese Tony Blair potrebbe cercare di evitare una crisi coinvolgendo nell'accordo i partner europei.

"Blair sta cercando di migliorare i rapporti con l'Europa continentale, e lui stesso potrebbe premere sulla nostra amministrazione affinchè l'accordo Ukusa venga almeno in parte esteso ad altri", azzarda il diplomatico americano interpellato dal Mondo. Questo anche se non metterebbe probabilmente fine allo spionaggio economico anglo americano. "In una forma o in un'altra lo spionaggio economico tra Paesi amici c'è sempre stato e sempre ci sarà", ammette il diplomatico.

L'episodio più recente è stato reso noto la settimana scorsa da Richard Tomlinson, un ex agente del MI 6, il servizio segreto inglese equivalente della Cia. In una lettera alla Commissione parlamentare per i servizi segreti, Tomlinson ha denunciato la presenza di una talpa del MI 6 all'interno della Bundesbank, la banca centrale tedesca.

"Il nome in codice è Orcada", ha scritto l'ex agente. "Si tratta di un cittadino tedesco, alto dirigente della Bundesbank, che ha accesso alle informazioni finanziarie ed economiche più delicate". Secondo Tomlinson, Orcada sarebbe uno dei più importanti e dei più pagati informatori del MI 6.

"La sua importanza", aggiunge, "è tale da giustificare la presenza in Germania di un agente del MI 6 che si occupa a tempo pieno di lui". Londra ha naturalmente smentito, accusando Tomlinson di essersi inventato tutto. È possibile. Comunque sia, non si tratta di un impostore perchè, dopo aver inviato un manoscritto a un editore australiano, Tomlinson è stato arrestato e incarcerato per sei mesi per aver violato la legge che impone il riserbo a dipendenti ed ex dipendenti dei servizi segreti. Nel luglio scorso, l'ex agente è stato scarcerato, ma quando il MI 6 ha capito che non aveva rinunciato all'idea di pubblicare un libro di memorie all'estero, ha lanciato un'offensiva internazionale contro di lui. Risultato: le autorità francesi lo hanno arrestato e tenuto in carcere per un paio di giorni a Parigi, quelle americane lo hanno espulso subito dopo il suo atterraggio a New York e quelle australiane gli hanno ritirato il visto d'ingresso mentre stava salendo sull'aereo che lo avrebbe portato a Sydney. Tanti sforzi contro un signore che racconta balle?

Allarme ufficiale
A destra, l'aula e il palazzo del Parlamento europeo che, con una sua risoluzione (accanto, alcuni stralci), ha rilanciato l'allarme sul sistema di intercettazione Echelon. Nel dettaglio, la parte del documento in cui viene citato il Mondo Ukusa Accanto, la copertina del numero 12 del Mondo che diede per primo la notizia della scoperta di una rete spionistica nata dal patto Ukusa fra Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda Menwith Hill, il cuore del sistema più grande e potente della rete Echelon. Dalle 4 antenne originali si è arrivati alle attuali 25 tra paraboliche e radar. Nel 1980 il personale americano contava 400 unità, oggi si è giunti a oltre 1.400 tra fisici, matematici, linguisti e programmatori di computer. A questi vanno ad aggiungersi 370 membri della Difesa Gb. Attualmente è in corso un'ulteriore operazione di potenziamento della base con l'installazione di nuovi radar.

COSÍ PARLÓ ROMANO PRODI GRANDE ORECCHIO? NON CI RISULTA
Nè la presidenza del Consiglio nè i ministeri interpellati sono a conoscenza dell'esistenza di questo sistema di intercettazione". Passo e chiudo. Con una frase lapidaria e tre minuti tre (d'orologio) di corollari, il 24 aprile scorso Romano Prodi ha pensato di liquidare la vicenda Echelon. Ad ascoltarlo, durante il question time della Camera, 11 deputati su 630. Il presidente aveva premesso, avviandosi a soddisfare l'interrogazione parlamentare del popolare Romano Carratelli: "Non è certo una risposta facile quella che devo fornire, perchè riguarda un argomento complicato e non trasparente". Per sua stessa ammissione il premier aveva chiesto delucidazioni alle strutture dell'Interno e della Difesa soltanto due giorni prima. Comunque per Prodi "l'esistenza di quella che potremmo definire una rete planetaria integrata, in grado di intercettare le comunicazioni, appare di non facile praticabilità e anzi molto difficile, date le diverse caratteristiche tecniche dei vari sistemi di trasmissione dei segnali".

LE CONFESSIONI DI UNO 007 AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ NEL NOSTRO MIRINO ITALIA E GERMANIA
Il 16 settembre scorso, Richard Tomlinson, ex agente del servizio segreto inglese MI 6, ha scritto una lettera di denuncia alla Commissione per i servizi segreti della House of Commons. Il Mondo ne pubblica qui in esclusiva alcuni estratti: Gentili Signori, con questa mia lettera vorrei attirare la vostra attenzione su alcune operazioni clandestine del MI 6 contro altri membri dell'Unione europea. A mio giudizio infatti molte, se non tutte queste operazioni violano la legislazione europea... Principali bersagli delle attività di raccolta di intelligence del MI 6 in Europa sono Germania e Francia, ma il servizio è impegnato anche contro Spagna, Italia e Svizzera. Sulla Germania si vuole soprattutto intelligence economica, ma c'è interesse anche per le sue capacità militari. Della Francia interessa l'intelligence di natura militare, in particolare sul suo deterrente nucleare e sulla Le operazioni di spionaggio economico contro i nostri alleati europei sono ritenute estremamente delicate anche in seno al MI 6, perchè violano la legge europea e non sono autorizzate dal Parlamento. A tutte le operazioni anti europee viene dato il codice generico di "Jetstream" e viene assegnato lo stesso livello di segretezza assegnato alle operazioni più delicate contro la Russia... Le operazioni Jetstream sono condo tte da agenti che operano in vari Paesi d'Europa spacciandosi per uomini d'affari o giornalisti e sono coordinate dall'Ukb, un reparto di dieci agenti con base al quartier generale del MI 6. Buona parte dell'intelligence è fornita da persone che pensano di avere a che fare con giornalisti di pubblicazioni specializzate o con colleghi del settore e sono inconsapevolmente spinte a rivelare informazioni confidenziali. Diverso è il caso di Orcada, un cittadino tedesco, alto dirigente della Bundesbank reclutato dal MI 6 nel 1986, che è perfettamente consapevole del proprio ruolo. La sua motivazione è puramente economica: viene pagato cifre notevoli... (C.G.)

 

INTERVISTA ALL'EUROPARLAMENTARE ALAIN POMPIDOU ANDREMO FINO IN FONDO: FRA SEI MESI I PRIMI RISULTATI
Alain Pompidou vuole stimolare le aziende che hanno subito intercettazioni a opera del sistema Echelon a rivolgersi agli organismi comunitari: "Solo in questo modo si potrà condurre un'azione concertata contro questo sistema di spionaggio". Figlio dell'ex presidente Georges Pompidou, professore di medicina e scienze all'Università Cochin di Parigi, l'eurodeputato, in qualità di presidente dello Stoa, ha intenzione di spingere oltre l'inchiesta dell'europarlamento.

Quali sono i prossimi provvedimenti?
Un anno fa lo Stoa ha redatto il suo primo rapporto. Ora abbiamo intenzione di andare a fondo. Abbiamo già stabilito di chiedere due rapporti complementari. E per fare questo abbiamo lanciato due gare con l'obiettivo di individuare esperti: giuristi, studi di consulenza o professori universitari. A loro chiederemo di lavorare su due fronti. Dovranno andare presso gruppi che lavorano nell'industria della Difesa, dell'aeronautica e delle telecomunicazioni, ma anche di molti altri settori particolarmente sensibili. Verranno interpellati dirigenti e azionisti, ma anche il personale tecnico, per cercare di capire se sono stati sottoposti a pratiche di spionaggio o se, almeno, hanno sospetti in questo senso. In secondo luogo, chiederemo a questi esperti di vagliare se le istituzioni confronti dei cittadini.

Quando saranno pronti questi due rapporti?
Entro la primavera prossima.

Lo Stoa è riuscito a sapere se altri Paesi europei hanno aderito all'accordo Usa Gran Bretagna?
Lo Stoa non ha rilevato finora l'adesione di altri Paesi europei. Tuttavia non sono in grado di escludere che, volta per volta, i singoli Paesi abbiano stretto con gli Stati Uniti rapporti bilaterali in materia di spionaggio. Insomma, non escludo che attorno a Echelon sia nato una sorta di corollario complementare al patto a due originario. (Daniela Polizzi)