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2010 12 13 * Camera dei Deputati * Intervento sulla fiducia al Governo Berlusconi

(le parti in corsivo per problemi di tempo non sono state pronunciate)

Intervengo a nome dei deputati radicali e lo farò a partire dall’evocazione di alcune persone e di una lotta, la nostra, che affonda le radici tra i confinati democratici, federalisti europei, antifascisti sull’isola di Ventotene. Su quell’isola, mentre nel paese e in buona parte del continente europeo si imponeva il nazi fascismo, i confinati Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli, e per altro verso Gaetano Salvemini, pensavano e lottavano per la democrazia arrivando a scrivere, allora, il “Manifesto di Ventotene per gli Stati Uniti d’Europa” che, in quel momento, era più di una utopia ma che ancora oggi rappresenta il punto più alto di elaborazione teorica e di necessaria organizzazione politica ed istituzionale. Per l’Europa e non solo.
Dopo il ventennio del regime fascista, fatta salva la brevissima parentesi costituente, siamo passati a quello che da un sessantennio è il regime partitocratico e antidemocratico, la cui cifra è da una parte l’unanime definizione della Costituzione : “bellissima”; e dall’altra l’unanime azione nel tradirla, disapplicarla, contraddirla, violarla.
I padri costituenti avevano tra l’altro previsto nella “bellissima” Costituzione italiana che i cittadini disponessero di una seconda scheda elettorale : quella referendaria. Scheda attraverso la quale –fin quando la si è potuta usare – si sono fatte le grandi riforme sociali in questo paese.
Per evitare che la via referendaria e riformatrice popolare prendesse piede in questo paese, sono intervenute da una parte le alti Corti impedendone la tenuta e poi il parlamento, tradendo ripetutamente il voto.

Gli italiani votano il referendum radicale contro il finanziamento pubblico ai partiti?
Il regime dei partiti lo ridefinisce “rimborso elettorale” e moltiplica per 10 le proprie entrate.

Gli italiani votano i referendum radicali di Enzo Tortora per riformare la giustizia?
La partitocrazia tradisce quella decisione popolare e non è un caso se da allora il Comitato dei ministri del Consiglio d’europa afferma che in Italia “l’eccessivo ritardo nell’amministrazione della giustizia costituisce un significativo pericolo, in particolare per il rispetto dello Stato di diritto”. 

E consentitemi oggi in questa occasione, di evidenziare il nostro urlare soffocato dal vostro unanime silenziosulle pratiche con le quali l’attuale Presidente della Regione Lombardia, nell’anno XVI del suo governo, ha presentato la sua candidatura e di cui le firme false sono solo l’epilogo, direi quasi naturale, di un quasi ventennale regime di occupazione della Regione Lombardia. 
Voterete, probabilmente a stragrande maggioranza, una qualsiasi legge elettorale purché non sia quella semplice e chiara con la quale, in un piccolo collegio, il candidato eletto è quello che ottiene più voti, cioè eletto con il sistema elettorale uninominale. Oggi i cittadini non conoscono nemmeno i nomi di noi parlamentari che siamo stati nominati. Noi invece vogliamo che conoscano anche l’indirizzo di casa.

Convocherete elezioni, ancora una volta antidemocratiche, senza aver ripristinato un minimo di informazione, dibattito, confronto politico dopo sessant’anni nei quali avete attentato costantemente ai diritti civili e politici dei cittadini.
Ed oggi siamo passati dalla sistematica violazione del diritto dei cittadini di conoscere per deliberare – che dovrebbe essere un fondamentale della democrazia – al diritto del giornalista, soprattutto se del sistema pubblico, di stabilire l’agenda politica e decidere lui chi può governarla o invece opporsi.

Sinanche il Presidente della Repubblica – che in occasione delle elezioni europee del 2009 registrò la cortina di silenzio che aveva nascosto agli elettori sinanche la presenza delle liste dei radicali e di Marco Pannella in particolare – per quanto in suo potere, agì con decisione. 

Il regime partitocratico è il regime che ha puntato sulla spartizione della RAI e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e di tutte le cosiddette “autorità indipendenti”. 

L’elenco delle violazioni alla legalità democratica e costituzionale è lungo, molto, troppo lungo. E con il lungo elenco di principi violati si cominciano a compilare anche gli elenchi di coloro che, a causa di quelle violazioni, ne perdono la vita.
In questo paese la cifra della ingiustizia è data da dieci milioni di processi in attesa di essere celebrati. Migliaia di persone ristrette in carceri dove l’unica legge è la violazione della legalità nazionale ed internazionale al punto che chi vuol vedere si accorge che lì, negli abissi dello Stato, si è perso il senso stesso di “umano”. Questo in un quadro in cui la metà dei detenuti attende un giudizio definitivo che vedrà la metà di loro assolti dal reato per cui sono stati mesi se non anni in galera.
E i pensionati e i disoccupati. E la mancanza di una adeguata serie di ammortizzatori sociali. E la distruzione dell’ambiente con i veleni industriali, conseguenza dei veleni politici che da nord a sud fanno franare il paese con un conseguente e tragico bilancio di morti.
E i malati che tanto più sono gravi tanto più sono soli, abbandonati, senza cure, senza l’assistenza essenziale, votati da voi, dalla vostra insensibilità, dalla vostra incuria, a desiderare di farla finita.
 

Presidente, cerco di chiudere brevemente.

Luca Coscioni parlava di una lotta che doveva andare dal corpo del malato al cuore della politica. Un malato non è solo colui che ha problemi di salute, ma più in generale colui a cui è negato il diritto di conoscere i propri diritti che può e deve esigere così impedendo a chiunque altro di decidere al posto suo tutto ciò che lo riguarda, fino a cosa fare o non fare della propria vita. 

Nella politica internazionale, che è ormai l’unica dimensione possibile della politica, il nostro presidente del consiglio – unico del mondo occidentale ed atlantico – ha dato legittimazione democratica ad alcuni dei peggiori autocrati del mondo, da Lukashenko, a Gheddafi a Putin a Nazarbaiev e l’opposizione è stata a tratti a guardare in silenzio, mentre altre volte si è associata. E nel 2003, Presidente Berlusconi, lei ha retto il sacco mentre Bush e Blair lo riempivano di menzogne e degli spergiuri necessari per scatenare la guerra in Iraq e impedire l’esilio di Saddam Hussein chiesto dal Parlamento italiano; guerra che è costata la vita a centinaia di migliaia di persone.
Si è detto da più parti che eravamo indecisi sul che fare. Siamo stati decisissimi a capire cosa sarebbe successo al paese, ai cittadini di questo paese il giorno dopo questo voto. 

Per quanto riguarda il voto di domani rileviamo e ribadiamo che il bilancio del sessantennale Regime partitocratico ed antidemocratico è disastroso e, per molti versi, perfino peggiore di quello del precedente, infame, Regime fascista.
Questa è la nostra analisi e a questo regime sessantennale va la nostra sfiducia.

Sfiducia che oggi si esprime necessariamente nello specifico istituzionale dello sfiduciare il governo.