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2016 10 29 * I furbetti del partitino (consulenza per i compagni espulsi o in via di espulsione) * email all'indirizzario radicale * Maurizio Turco

Al 40° Congresso straordinario del Partito radicale si è consumata formalmente una insanabile divergenza politica, che si è tentato di spacciare per diversità di vedute sul modello organizzativo, ma in realtà è fondata su una profonda differenza di analisi politica sulla situazione italiana, europea e mondiale. Divergenza d'analisi politica che ha i suoi prodromi in tempi certi.

1. Mentre Marco Pannella era a casa ormai da un mese e mezzo, il 1° aprile, improvvisamente, nella sede del Partito radicale, contornati da tre bandiere del Partito radicale e una di Radicali italiani, quattro persone – Segretario, Tesoriere e Presidente di Radicali italiani ed Emma Bonino -  tengono una conferenza stampa per annunciare che alle elezioni comunali di Roma e Milano presenteranno una lista denominata "radicali federalisti laici ecologisti" il cui simbolo ha al centro e a caratteri cubitali la dicitura "radicali". In passato la partecipazione a tutte le competizioni elettorali era stata decisa in riunioni a cui partecipavano almeno tutti i responsabili politici di quella che era intesa come "galassia".

2. A questa decisione non ci fu alcuna reazione da parte di dirigenti o iscritti al Partito radicale. Dopo le elezioni fu convocata una prima assemblea degli iscritti al Partito radicale a Roma il 23 e 24 aprile e una successiva, il 25 e 26 giugno, a Teramo. Nel corso di quest'ultima fu lanciata l'idea di convocare il 40° Congresso straordinario del Partito radicale attraverso la raccolta di almeno un terzo delle firme degli iscritti da almeno sei mesi al Partito radicale, così come previsto dallo Statuto del Partito radicale. Furono raccolte le firme di circa la metà degli iscritti.

3. Tra il 25 giugno, giorno in cui si è annunciata l'inizio della raccolta delle firme, e il 1° settembre, giorno in cui è iniziato presso il carcere di Roma Rebibbia il 40° Congresso straordinario, sono accaduti episodi apparente curiosi ma che, infine, hanno contribuito a svelare il disegno politico che si andava delineando, alla luce dei fatti ad oggi conosciuti, almeno dal 2009.Il 5 luglio il Segretario di Non c'è Pace Senza Giustizia chiede ai membri del Senato del Partito radicale di riunirsi per, tra l'altro, convocare il Congresso.L'8 luglio parte la lettera di convocazione del Congresso.L'11 luglio il Segretario di Non c'è Pace Senza Giustizia convoca il Senato per il 14 luglio.Il 13 luglio il Tesoriere e un dirigente di Radicali italiani, in quanto iscritti al Partito radicale, con una lettera aperta "ai convocatori del Congresso del Partito radicale" affermano categoricamente:"Sosteniamo l'illegittimità, a termini di Statuto del Partito, della convocazione effettuata in data otto luglio del Congresso del PRNTT per i giorni 1-2-3 settembre presso il carcere di Rebibbia anche perché non è possibile celebrare il congresso del partito in un carcere.
Il 14 luglio si tiene la riunione di una parte di membri del Senato del Partito che elegge Paolo Vigevano Presidente. Per ragioni ancora oggi ignote la riunione si tiene alla presenza di un notaio. Dopo due giorni Paolo si dimette e convoca una nuova riunione del Senato per il 28 luglio. Altra riunione il 3 agosto.
Il 5 agosto i segretari e i tesorieri di Radicali italiani, Certi diritti e dell'Associazione Luca Coscioni inviano una lettera agli iscritti della "galassia" radicale con oggetto: Appello per la presenza a Rebibbia. In quindici giorni il tesoriere di Radicali italiani dall'appello a disertare l'illegittima convocazione, senza colpo ferire, passa all'appello a presenziare.
Altra riunione del cosiddetto Senato l'8 agosto; infine il 24 agosto la farsa finisce con una comunicazione in cui si dà conto di non essere riusciti ad eleggere un Presidente del Senato. 

4. I lavori finali del 40° Congresso straordinario del Partito radicale vedono partecipare al voto quasi il doppio degli iscritti del precedente congresso, 270 a fronte di 140, e si concludono con la decisione - con 178 voti a favore, 79 contrari e 13 astenuti - di proseguire le lotte per lo stato di diritto e il nuovo diritto umano alla conoscenza; per la giustizia giusta e contro l'ergastolo; per gli Stati Uniti d'Europa. E di lanciare una campagna con l'obiettivo di raccogliere 3000 iscritti al 2017 e confermarli nell'anno successivo altrimenti si procederà direttamente alla liquidazione del Partito radicale.
La mozione alternativa - primo firmatario il Presidente di Radicali italiani e Tesoriere dell'Associazione Coscioni - non ha una proposta di iniziativa politica ma soltanto … un congelamento di otto mesi che avrebbe corrisposto alla morte per consunzione del Partito radicale. Per realizzare quale disegno politico? 

5. Dal 30 settembre al 2 ottobre si tiene il Congresso dell'Associazione Luca Coscioni. L'unica mozione presentata, oltre a fissare gli obiettivi delle iniziative politiche proprie, delibera che:
a) Il Congresso infine prende atto della mozione approvata dal Congresso del Partito radicale nel suo ultimo Congresso che, tra le altre cose, prevede la sospensione di parte dello Statuto del partito, quella relativa ai soggetti costituenti; non include gli obiettivi dell’associazione tra gli obiettivi da perseguire; non include i dirigenti dell’associazione negli organi dirigenti provvisori del partito.
b) Ribadisce l’importanza del connotato radicale, transpartito e transnazionale per il perseguimento degli obiettivi dell’associazione e impegna gli organi dirigenti a ricercare su queste basi sinergie con altri individui o associazioni a partire dagli altri soggetti della cosiddetta “galassia radicale”.

Non una parola sulla campagna di iscrizione al Partito radicale condizionata al proseguimento o meno delle sue attività.

Per realizzare quale disegno politico?

La mozione per la morte silenziosa del Partito radicale, quella che prevedeva otto mesi di congelamento, era a prima firma del tesoriere dell'Associazione Coscioni e sottoscritta da diversi dirigenti della stessa associazione, di Radicali italiani, e dal Segretario di Non C'è Pace Senza Giustizia.
Se la mozione del Partito radicale non includeva "gli obiettivi dell’associazione (Coscioni) tra gli obiettivi da perseguire" il Tesoriere dell'Associazione Coscioni perché non li ha inseriti nella mozione di cui era primo firmatario? Perché non ha presentato un emendamento alla mozione? 

6. Segretario e Tesoriere di Radicali italiani convocano il 18 ottobre scorso una riunione di direzione in vista del congresso in cui discutere di "Forma partito - eventuali modifiche statutarie". Dalle modifiche allo statuto proposte, l'associazione "Radicali italiani", come da tempo sostenuto dal tesoriere dell'Associazione Coscioni, cambierà nome e sarà denominata … "radicali", così da allinearsi  alla denominazione della lista che i quattro presentarono alle elezioni comunali di Milano e Roma. Si propone di abbassare il costo della tessera. Si propone che il comitato nazionale sia eletto nuovamente attraverso delle liste (sarebbe interessante andare ad ascoltare le motivazioni con le quali chi le vuole reintrodurre nel Congresso di Radicali italiani del 2010 propose ed ottenne di abolirle); si cancella la parte dell'articolo 1 che recita "Radicali italiani in quanto tale e con il proprio simbolo non si presenta a competizioni elettorali."

7. La proposizione "Radicali italiani in quanto tale e con il proprio simbolo non si presenta a competizioni elettorali." fu introdotta nello statuto di Radicali italiani con un emendamento approvato con 103 voti a favore e 100 contrari durante il congresso del novembre 2012. Tra gli interventi a favore quello di Emma Bonino che tra l'altro affermò:
(…) è una votazione che segna o segnerà, una svolta o una continuità sostanziale con quella che è stata la nostra storia e la nostra forza. (…) se Radicali italiani ritiene di essere il soggetto che autonomamente può decidere di presentarsi alle elezioni, cari amici e compagni questo non è il partito dove voglio stare, questo non è il partito dove io posso stare. (…) abbiamo capito prima di altri cosa vuol dire vivere le elezioni come scadenza di iniziativa politica e non come dato di aggregazione di un partitino qualunque come ne abbiamo visti nascere e morire tanti. Se è questa la vostra ambizione a me francamente non appartiene. 

8. Se Radicali italiani deciderà di sostenere la proposta dei suoi dirigenti di essere il soggetto che autonomamente può decidere di presentarsi alle elezioni sarà questa, come affermato quando si decise di escluderlo, una svolta rispetto alla nostra storia.
Tutto legittimo. Ma non a spese e a carico del Partito radicale com'è accaduto anche negli ultimi dieci anni. 

9. Finalmente il disegno politico di un partitino col piattino in mano è palese.
Un partitino che non ha nulla a che fare con la storia del Partito radicale, con il Congresso di Rebibbia e la mozione approvata dal Congresso.
Per andare alla radice delle cose, questa probabile scelta è la conseguenza del fatto che in questi anni non si è condivisa ma sopportata, evidentemente solo strumentalmente, l'analisi secondo la quale oggi è la "democrazia reale" ad aver preso il sopravvento; per non dire dell'analisi sul regime italiano. Oggi chi organizza una presenza elettorale autonoma di liste "radicali" lotta contro il Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito. 

10. Nel frattempo Emma Bonino è entrata, non essendoci comunicazioni ufficiali presumibilmente un anno fa, nel Global Board (consiglio di amministrazione) dell'OSF, Open Society Foundations che ne definisce la strategia, i bilanci, e la direzione di lavoro. Anche questa è una decisione legittima, ci mancherebbe altro! e sarebbe sbagliato trattarla come una scelta "tecnica" e senza risvolti politici.
A Soros e alla sua fondazione il Partito radicale ha sempre guardato con la massima attenzione, non ne ha sposato l'agenda politica, ma ha chiesto di finanziare la propria. Per la storia e la memoria: la fondazione Soros non ha mai finanziato una iniziativa del Partito radicale. George Soros si è iscritto al Partito radicale quando a Marco è stata data l'occasione di chiederglielo. A mia memoria Soros ha prestato due volte del denaro che gli è stato totalmente restituito ed ha finanziato un progetto della LIA nel 2003 per 100mila dollari. 

* * *

A fronte di tutto questo l'appello alle compagne e ai compagni che in questi anni hanno continuato a credere e lottare, ad essere speranza, è di costituire e costruire il Partito radicale del 2017 e del 2018, senza il quale non riteniamo vi siano possibilità di alternativa alla distruzione di speranze liberali e di libertà.

Ce n'è più bisogno di ieri. E purtroppo, e non è la prima volta, sono proprio alcuni iscritti allo stesso Partito radicale che provano a normalizzarlo in un momento di massima difficoltà.

Nel carcere di Rebibbia, al 40° congresso straordinario del Partito radicale, ci siamo assunti una responsabilità che eserciteremo nelle forme e nei modi più utili al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati.

Naturalmente non continueremo ad alimentare con denaro, mezzi e strumenti, come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni, chi ha operato "una svolta rispetto alla nostra storia e la nostra forza".

E continueremo a rivendicare alla storia radicale l'apporto di chiunque abbia consentito nell'ultimo mezzo secolo al Partito radicale di Marco Pannella di essere il Partito che è, e che il Congresso di Rebibbia ha confermato di voler essere.

* * *

Faccio a questi compagni rianimati e coraggiosi, disinteressati e capaci, i miei migliori auguri. Ne hanno bisogno. Ho anche un consiglio, se permettono. Si guardino bene l'uno dall'altro, e ciascuno da se stesso. La prudenza non sarà mai troppa e il Partito non c'è più: è altrove. Dov'è sempre stato. A far la sua battaglia del 1983, dopo quella del 1982 o del '72 del '62. I fatti, solamente i fatti, diranno la verità sulle scelte, le ragioni, la moralità di ciascuno.

Posso sbagliarmi, certo: ma come da 27 anni, con tutto il Partito. Sbaglierò: ma se questo non è - come non è - un arrivederci, ancora una volta non sarà il Partito radicale a esser colpito da questo addio, che non ha voluto e che gli è stato imposto. Ora, al nostro lavoro, compagni del Partito. La lotta sarà durissima. Ma certo non a causa loro.

Erano le parole scritte da Marco Pannella oltre trent'anni fa, all'indomani di una profonda insanabile divergenza politica all'interno del Partito. E mi appaiono quanto mai attuali ed adeguate.
Allora una consulenza per quei compagni che si ritennero massacrati, oggi per quelli che vogliono far credere di essere stati espulsi o in via d'espulsione.

* * *

Spero ci incontreremo alla marcia per l'amnistia il 6 novembre alle ore 9.30 davanti al Carcere di Regina Coeli per andare a San Pietro … e spero che, se non l'hai già fatto, presto ti iscriverai, contribuirai alla vita del Partito radicale. Grazie Marco.

Maurizio Turco
Rappresentante legale del Partito radicale
Presidente della Lista Marco Pannella