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2016 12 07 * Together love love love. Risposta a due lettere del Tesoriere di Radicali Italiani, Michele Capano. * Maurizio Turco

Michele,

ricevo due tue lettere una che mi indirizzi in quanto rappresentante legale del Partito e della Lista Pannella e una in quanto membro della presidenza.
Nella prima mi chiedi un incontro, ma questo ritengo che vada ben preparato.
Ecco un po’ di consigli per farlo al meglio (lo ritengo necessario):
- ascoltare gli interventi degli ultimi due anni del tuo predecessore (il cui compito ti sei autocandidato a proseguire);
- leggere le corrispondenze che ho trattenuto con il tuo predecessore nel periodo in cui è stato tesoriere e che sono comunicazioni istituzionali, cioè non coperte da riservatezza o privacy;
- ascoltare la riunione serale della direzione di radicali italiani durante il Congresso del 2013;
- leggere almeno le mie relazioni in Senato del 2013 e del 2014 nonché quelle delle assemblee di Roma e Teramo e la relazione al Congresso di Rebibbia;
- leggere la lettera pre congressuale a firma tua e del tuo predecessore
- leggere la mozione di Radicali Italiani approvata nell'ultimo Congresso, di cui dovresti essere un esecutore;
- riascoltare i tuoi ultimi 10 interventi pubblici.
- riascoltare la conferenza stampa di presentazione della lista "radicali". 

Una volta fatto tutto ciò, ti renderai conto anche tu che in realtà non vi sono nemmeno le condizioni minime di dialogo che riteniamo opportune quando ci approcciamo a qualsiasi forza politica e a qualsiasi persona. E questo non certo per una questione “ideologica”.

Il gruppo che dirige Radicali Italiani dal Congresso del 2014 (e che è "costituito" da ben prima) ha lavorato in questi anni non già in convergenza con analisi ed obiettivi del Partito ma contro.
E contro le stesse ragioni costitutive di Radicali italiani.
Tant’è che non ha mantenuto gli impegni presi in quanto soggetto costituente.
Sin qui ordinaria furbizia.

 Ma si è fatto nel tempo di più e di peggio:
1)    l’aver presentato le liste "radicali" non è stata “una scelta politica come un'altra” ma, che lo si voglia dichiarare esplicitamente o meno, una scelta che ha come obiettivo la “morte” del Partito Radicale come lo abbiamo costruito fino ad oggi. Intendiamoci, non la chiusura, visto che “l'ideologo” Cicciomessere sostiene che la lotta è “per accaparrarsi il brand”. Per inciso, è stato il tuo predecessore che, nell'esercizio delle sue funzioni e pubblicamente, alla domanda su chi avesse presentato quelle liste, ha risposto "radicali italiani.
2)    Né è una scelta politica come un'altra la proposta di modifica statutaria presentata alla direzione congiuntamente dai precedenti tesoriere e segretario (quest'ultimo riconfermato all’ultimo congresso). Proposta che voleva cancellare "italiani" dalla dizione (già auspicato dal tesoriere di ALC) e congiuntamente cancellare l'impossibilità di candidarsi alle elezioni. Proposte, in particolare quest'ultima, non messe in atto a seguito di un intervento di Emma Bonino. Vale la pena ricordare che sulla medesima questione elettorale in un precedente Congresso la stessa Emma aveva motivato l'importanza della non presentazione (pena addirittura l’abbandono di RI), mentre in questo Congresso ha proposto di non adottare l'opzione elettorale per pura convenienza. Politica che tu hai dimostrato di condividere pubblicamente, essendo il co-firmatario della mozione di radicali italiani che "impegna gli organi dirigenti a predisporre un progetto di modifica statutaria da sottoporre all'approvazione del primo Comitato nazionale, valutandone
l’adeguamento alla normativa sul registro dei partiti, anche con l’obiettivo di mettere in campo un’iniziativa che contesti in via politica e giudiziaria i criteri di finanziamento dei soggetti politici."

* * * 

Chi ha aderito al Partito Radicale dal congresso di Budapest ha ben chiaro una cosa: che non si presenta alle elezioni, né in quanto tale, né travestito.
Si può cambiare idea? Sicuramente. Tant'è che in Congresso abbiamo scritto e detto alla luce del sole che, qualora il Partito Radicale fosse venuto meno al suo connotato di alterità – nonviolento-transnazionale-transpartito –, avremmo costituito un nuovo soggetto con queste caratteristiche.
Questa proposizione in Congresso fu necessaria a seguito di quanto si era già consumato. E quanto si era già consumato, e ulteriormente consumato nei congressi successivi dei soggetti costituenti,
non è l'essere concorrenziali : il Partito Radicale non presentandosi alle elezioni non ha concorrenti elettorali. Ma è essere altro.
Radicali Italiani, con le scelte politiche e personali (il personale è politico) dei suoi dirigenti non ha cercato di cambiare l'oggetto costitutivo del Partito Radicale (bastava - legittimamente – proporre il cambiamento dello statuto) ma ha cercato di rendere il Partito Radicale impraticabile.
Cancellare subdolamente il connotato nonviolento-transnazionale-transpartito attraverso la presentazione di liste radicali è cancellare una storia: quella del Partito Radicale e di Marco Pannella che un partito - RADICALE - con quel connotato ha concepito.
Per carità, legittimo anche tentare di cancellare l'alterità radicale del Partito Radicale di Marco Pannella e la storia di Marco. Ma a questo, il Congresso del Partito Radicale di Rebibbia ha deciso di opporre un'altrettanto legittima, strenua, resistenza che noi ci siamo assunti la responsabilità di governare.
Fra due anni, come dice Emma, ci sta che vi riprenderete il Partito. Se, con la Presidenza, nel frattempo saremo riusciti - come siamo tutti i giorni impegnati a fare - a garantirne l'esistenza. 

Together love love love

Maurizio