Michele,
ricevo due tue lettere
																																	una che mi indirizzi in quanto rappresentante legale del Partito e della Lista Pannella
																																	e una in quanto membro della presidenza.
Nella prima mi chiedi un
																																	incontro, ma questo ritengo che vada ben preparato.
Ecco un po’ di consigli
																																	per farlo al meglio (lo ritengo necessario):
- ascoltare gli interventi
																																	degli ultimi due anni del tuo predecessore (il cui compito ti sei autocandidato
																																	a proseguire);
- leggere le corrispondenze
																																	che ho trattenuto con il tuo predecessore nel periodo in cui è stato tesoriere e
																																	che sono comunicazioni istituzionali, cioè non coperte da riservatezza o privacy;
- ascoltare la riunione
																																	serale della direzione di radicali italiani durante il Congresso del 2013;
- leggere almeno le mie
																																	relazioni in Senato del 2013 e del 2014 nonché quelle delle assemblee di Roma e
																																	Teramo e la relazione al Congresso di Rebibbia;
- leggere la lettera pre
																																	congressuale a firma tua e del tuo predecessore
- leggere la mozione di
																																	Radicali Italiani approvata nell'ultimo Congresso, di cui dovresti essere un esecutore;
- riascoltare i tuoi ultimi
																																	10 interventi pubblici.
- riascoltare la conferenza
																																	stampa di presentazione della lista "radicali". 
Una volta fatto tutto ciò, ti renderai conto anche tu che in realtà non vi sono nemmeno le condizioni minime di dialogo che riteniamo opportune quando ci approcciamo a qualsiasi forza politica e a qualsiasi persona. E questo non certo per una questione “ideologica”.
Il gruppo che dirige Radicali
																																	Italiani dal Congresso del 2014 (e che è "costituito" da ben prima) ha
																																	lavorato in questi anni non già in convergenza con analisi ed obiettivi del Partito
																																	ma contro.
E contro le stesse ragioni
																																	costitutive di Radicali italiani.
Tant’è che non ha mantenuto
																																	gli impegni presi in quanto soggetto costituente.
Sin qui ordinaria furbizia.
 Ma si è fatto nel tempo di più e di peggio:
1)    l’aver presentato le liste
																																	"radicali" non è stata “una scelta politica come un'altra” ma, che lo
																																	si voglia dichiarare esplicitamente o meno, una scelta che ha come obiettivo la
																																	“morte” del Partito Radicale come lo abbiamo costruito fino ad oggi. Intendiamoci,
																																	non la chiusura, visto che “l'ideologo” Cicciomessere sostiene che la lotta è “per
																																	accaparrarsi il brand”. Per inciso, è stato il tuo predecessore che, nell'esercizio
																																	delle sue funzioni e pubblicamente, alla domanda su chi avesse presentato quelle
																																	liste, ha risposto "radicali italiani”.
2)    Né è una scelta politica
																																	come un'altra la proposta di modifica statutaria presentata alla direzione congiuntamente
																																	dai precedenti tesoriere e segretario (quest'ultimo riconfermato all’ultimo congresso).
																																	Proposta che voleva cancellare "italiani" dalla dizione (già auspicato
																																	dal tesoriere di ALC) e congiuntamente cancellare l'impossibilità di candidarsi
																																	alle elezioni. Proposte, in particolare quest'ultima, non messe in atto a seguito
																																	di un intervento di Emma Bonino. Vale la pena ricordare che sulla medesima questione
																																	elettorale in un precedente Congresso la stessa Emma aveva motivato l'importanza
																																	della non presentazione (pena addirittura l’abbandono di RI), mentre in questo Congresso
																																	ha proposto di non adottare l'opzione elettorale per pura convenienza. Politica
																																	che tu hai dimostrato di condividere pubblicamente, essendo il co-firmatario della
																																	mozione di radicali italiani che "impegna gli organi
																																	dirigenti a predisporre un progetto di modifica statutaria da sottoporre all'approvazione
																																	del primo Comitato nazionale, valutandone l’adeguamento alla normativa
																																	sul registro dei partiti, anche con l’obiettivo di mettere in campo un’iniziativa
																																	che contesti in via politica e giudiziaria i criteri di finanziamento dei soggetti
																																	politici."
* * *
Chi ha aderito al Partito
																																	Radicale dal congresso di Budapest ha ben chiaro una cosa: che non si presenta alle
																																	elezioni, né in quanto tale, né travestito.
Si può cambiare idea? Sicuramente.
																																	Tant'è che in Congresso abbiamo scritto e detto alla luce del sole che, qualora
																																	il Partito Radicale fosse venuto meno al suo connotato di alterità – nonviolento-transnazionale-transpartito
																																	–, avremmo costituito un nuovo soggetto con queste caratteristiche.
Questa proposizione in
																																	Congresso fu necessaria a seguito di quanto si era già consumato. E quanto si era
																																	già consumato, e ulteriormente consumato nei congressi successivi dei soggetti costituenti,
																																	non è l'essere concorrenziali : il Partito Radicale non presentandosi alle
																																	elezioni non ha concorrenti elettorali. Ma è essere altro.
Radicali Italiani, con
																																	le scelte politiche e personali (il personale è politico) dei suoi dirigenti non
																																	ha cercato di cambiare l'oggetto costitutivo del Partito Radicale (bastava - legittimamente
																																	– proporre il cambiamento dello statuto) ma ha cercato di rendere il Partito Radicale
																																	impraticabile.
Cancellare subdolamente
																																	il connotato nonviolento-transnazionale-transpartito attraverso la presentazione
																																	di liste radicali è cancellare una storia: quella del Partito Radicale e di Marco
																																	Pannella che un partito - RADICALE - con quel connotato ha concepito.
Per carità, legittimo anche
																																	tentare di cancellare l'alterità radicale del Partito Radicale di Marco Pannella
																																	e la storia di Marco. Ma a questo, il Congresso del Partito Radicale di Rebibbia
																																	ha deciso di opporre un'altrettanto legittima, strenua, resistenza che noi ci siamo
																																	assunti la responsabilità di governare.
Fra due anni, come dice
																																	Emma, ci sta che vi riprenderete il Partito. Se, con la Presidenza, nel frattempo saremo
																																	riusciti - come siamo tutti i giorni impegnati a fare - a garantirne l'esistenza. 
Together love love love
Maurizio